Contatto Per La Felicità

Contatto Per La Felicit?
Serna Moiss De La Juan


La felicit? per alcuni ? uno stato, per altri ? la via, ma quando arriva l'amore, ogni sofferenza viene dimenticata. Un romanzo intimo di persone sconosciute l'una all'altra, con sentimenti contrastanti che convergono su un unico punto, l'AMORE.







Contatto

per la

Felicit?



Juan Moiss de la Serna

Traduzione italiana Cinzia Pasqualino



Edizioni Tektime



2020


Contatto per la Felicit?

Scritto da Juan Moiss de la Serna

1a edizione: marzo 2020

Juan Moiss de la Serna, 2020

Edizioni Tektime, 2020

Tutti i diritti riservati

Distribuito da Tektime

https://www.traduzionelibri.it



Nessuna parte di questo libro pu? essere riprodotta, inserita in un sistema informatico, o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, di fotocopiatura, registrazione o altro, senza la previa autorizzazione scritta delleditore. La violazione dei suddetti diritti pu? costituire un reato contro la propriet? intellettuale (Art. 270 e seguenti del Codice Penale).

Si prega di contattare il CEDRO (Centro spagnolo per i diritti di riproduzione) per fotocopiare o scansionare qualsiasi parte di questopera. ? possibile contattare il CEDRO attraverso il sito web www.conlicencia.com o telefonicamente al numero 91 702 19 70 / 93 272 04 47.




Prologo


La felicit? per alcuni ? uno stato, per altri ? il cammino, ma quando arriva l`amore, ogni sofferenza viene dimenticata.

Un romanzo intimo di persone sconosciute tra loro, con sentimenti contrastanti che confluiscono in un unico punto, lAMORE.


Dedicato ai miei genitori


Nella vita in alcuni momenti

dobbiamo decidere

che cosa vogliamo fare

quali passi compiere.



Potrebbe non essere facile

lambiente ? ostile

ma se lottiamo

possiamo farcela.



Impegnarsi ? importante,

ogni giorno dobbiamo fare

degli sforzi, andare avanti

e quindi arrivare alla vittoria.



Basta non fermarsi

quando si decide

di combattere con tutte le proprie forze

per realizzare il proprio obiettivo e raggiungerlo.



AMORE


?ndice de contenido

Prologo (#u46b33631-4ac3-5372-8969-92de5b835b50)

CAPITOLO 1. PRIMO GIORNO (#u3c42d75d-4d25-5fc0-83c1-800b376f53f7)

CAPITOLO 2. IL SECONDO GIORNO (#u92ac1c87-e235-569c-869c-03bec4b3bc2c)

CAPITOLO 3. LORIGINE (#litres_trial_promo)

CAPITOLO 4 VIAGGIO IN TRENO (#litres_trial_promo)

CAPITOLO 5. NUOVA CITT?: PRIMO GIORNO (#litres_trial_promo)

CAPITOLO 6. NUOVA CITT?: SECONDO GIORNO (#litres_trial_promo)




CAPITOLO 1. PRIMO GIORNO


Arrivai in citt?, allinizio senza conoscerne realmente il motivo, ma ero sicuro di avere qualcosa da fare l?, perch fino ad allora ogni volta che andavo in un posto era per aiutare qualcuno, anche se questa persona non era consapevole che io ero il canale utilizzato.

Alloggiai in un motel della periferia e presi la prima linea di autobus che vidi per percorrere le strade di quella citt? sconosciuta. Allinizio quando senti parlare di un posto nuovo, ti informi dei luoghi pi? significativi e turistici che si possono visitare, ma la cosa pi? importante per me era conoscere i luoghi religiosi e gli ospedali, dove poter compiere la mia missione.

Con una cartina in mano, guardavo le strade, per memorizzare quali fossero le fermate che mi interessavano su quella linea, cos? ogni volta che ci fermavamo per far scendere o salire i passeggeri, facevo un segno sulla cartina e cercavo gli edifici vicini che mi interessavano.

Avevo imparato che quando si ha poco tempo, bisogna sfruttarlo al meglio per compiere la propria missione. E cos? feci, cercai quei luoghi dove si riunivano le persone di fede, per non doverle cercare casa per casa.

Arrivai allultima fermata dellautobus e scesi, era davvero lungo il viaggio del ritorno, ma prima di prendere lautobus per tornare al motel decisi di camminare un po e conoscere la gente, perch nonostante vivessi in un grande paese con una propria idiosincrasia, ogni citt? ha il suo stile e dentro di essa, ogni zona ha la sua identit?.

Si trattava di un quartiere popolare in linea con i grandi edifici che come alveari davano rifugio a migliaia di persone. Gli scarsi spazi verdi che lo circondavano e la mancanza di attrezzature per il tempo libero, davano lidea che i suoi abitanti erano troppo occupati nella loro costante evoluzione del lavoro per perdere tempo seduti in un parco a leggere il giornale.

Camminai un po e notai i veicoli, erano piuttosto vecchi e nonostante il loro aspetto trascurato venivano utilizzati ogni giorno. Sicuramente venivano usati per trasportare intere famiglie, lasciando tutti a lavoro o a scuola prima di finire allinterno di alcuni edifici adibiti esclusivamente a parcheggi.

Intere torri venivano usate quotidianamente da migliaia di lavoratori che sapevano che per strada non avrebbero trovato un posto libero per parcheggiare.



Continuai a camminare, mi accorsi e rimasi sorpreso che non cera quasi nessuna traccia di sporco per le strade, cosa che avevo gi? notato nei quartieri popolari di altre citt?. Pi? la popolazione ? umile, pi? si prendono cura delle aree comuni, come se sapessero che nessuno verr? a sistemare ci? di cui non si prendono cura.

Continuai e trovai una piccola chiesa in mezzo a un campo aperto, era un piccolo edificio allombra di due grandi case. Entrai, ma mentre mi avvicinavo vidi che cera un cartello sulla porta, che annunciava il giorno e lora della funzione, specificando che rimaneva chiusa per il resto del tempo.

Mentre scendevo le scale davanti alla chiesa, pronto per tornare al motel, una vecchia signora che passava di l?, con indosso un vestito floreale piuttosto appariscente, mi salut? dicendo,

Giovane, ? presto per la messa, perch mancano ancora due ore.

S?, signora, ? che sono nuovo della citt? e mi sono avvicinato per vedere se fosse aperta e visitarla.

Da molto tempo non si apre al di fuori dellorario delle celebrazioni. Prima, quando ero bambina, la casa del Signore era sempre aperta in qualsiasi momento, si poteva passare e pregare, stare un po in silenzio e poi andare per la propria strada, ma ora ? diverso, tutti hanno troppa fretta per rendersi conto che c? una chiesa. Mi sembra che anche il sacerdote abbia fretta ed ? per questo che non ha nemmeno il tempo di aprire prima dellorario.

La ringraziai per linformazione e, visto che la signora mi era simpatica, le chiesi cordialmente,

Posso farle un regalo?

Non sono vecchia come sembro, a quale donna non piace ricevere un regalo, anche se non so quale sia il motivo, mi rispose sorpresa.

Non ho alcun motivo per condividere la mia giornata, voglio solo che sia felice.

Ah, allora s?.

Detto questo, e senza aspettare ancora, le misi la mano destra sulla fronte e dopo pochi secondi, la tolsi e le dissi,

Questo ? tutto, spero che abbiate una splendida giornata.

Sembravo assorta, con uno strano sorriso di felicit?, come quello di una bambina quando ? tra le braccia di sua madre, mi ci volle un po per reagire ma ormai luomo se nera gi? andato.

In fretta, ma senza correre, come potei, ritornai dal parrucchiere dove avevo lasciato solo pochi minuti prima una conversazione importante con le mie amiche, con le quali avevo condiviso buona parte della mattinata. Ma i miei obblighi verso mio nipote, al quale dovevo preparare il pranzo, mi avevano indotto a lasciare quel momento di svago e tornare a casa. Arrivando alla porta del parrucchiere la aprii ed entrando salutai tutti e una di loro vedendomi mi chiese,

Cosa hai dimenticato? Pensavamo che gi? fossi tra i fornelli.

Ancora prima di risponderle aggiunse,

Ehi, piccola, sei rossa in viso, qualcuno ti ha fatto un complimento per strada e sei venuta per condividerlo con noi? E tutte iniziarono a ridere.

Ancora meglio, dissi, e subito tutte rimasero in silenzio.

Meglio di un complimento alla nostra et?? Dicci, perch ci interessa comment? la prima.

Ho conosciuto un uomo

Allora presentamelo, disse unaltra, interrompendomi dal fondo, e tutte risero di nuovo.

Seriamente, ragazze, questo aveva uno sguardo speciale.

Vai avanti, continua piccola ripet la donna sullo sfondo e tutte risero di nuovo.

E poi con la sua mano mi ha toccato e ho sentito un calore

Ehi ragazza! C? gente perbene davanti a te, stai diventando tutta rossa disse la prima, interrompendomi e tutte risero di nuovo.

Mi sentivo molto a mio agio senza sapere il perch, ma a quanto pare la mia gioia contagiava le altre, perch nonostante fossimo donne avanti con gli anni, normalmente quel luogo ci serviva per discutere di ci? che ci interessava, dei problemi dei giovani, della mancanza di lavoro, di quanto fosse cara la vita

Invece, ora stavamo ridendo a crepapelle, senza pensare a nessuna delle ansie che dovevamo affrontare quotidianamente.

Me ne andai con la sensazione di essermi divertita e di sentirmi molto bene, le mie amiche mentre mi salutavano mi dicevano che quando avrei avuto un altro giorno come questo non avrei dovuto esitare a tornare di nuovo e di chiedergli il numero di telefono, cerano diverse candidate disposte a farsi toccare.

Camminavo per la strada come se fossi su una nuvola, ricordando e ridendo delle battute che erano state fatte dalle mie amiche, era una sensazione meravigliosa che mi avvolgeva.

A cinquantanni, non ricordo un momento cos? piacevole come questo, nonostante abbia vissuto dei bei momenti, il giorno del mio matrimonio, quando ebbi mia figlia o quando questa ebbe mio nipote.

Forse quelle tre erano le pi? straordinarie, ma tutte e tre erano gioie da condividere con gli altri, ma ora era diverso, sentivo una felicit? interiore ed ero capace di trasmetterla, come se avessi una fontana alla quale si era rotta il rubinetto e la felicit? sgorgava dentro di me.

Arrivai al portone di casa mia, aprii un cancelletto di ferro, questa era una misura di sicurezza che la comunit? aveva adottato per impedire alle persone dedite ai furtarelli di entrare, o almeno per rendere le cose un po pi? difficili. Comunque, ogni settimana, qualcuno si lamentava che era stato derubato, anche se era un quartiere povero.

In realt?, nelle case avevamo lessenziale per vivere, senza alcun tipo di lusso, nonostante entrassero e rubassero quello che trovavano, potevano prendere un tostapane o una radio.

Mentre stavo prendendo lascensore,mi imbattei in uno di quei ragazzi difficili da trattare, un rifugiato come li chiamavo io, che trascorreva la vita lontano dagli altri per non far loro del male, perch sembravano molto scontrosi e maleducati.

Normalmente, in un altro momento mi sarei intimidita e avrei lasciato che salisse da solo per poi prendere lascensore appena libero, ma stavo troppo bene per avere paura, cos? quando lascensore scese, gli aprii la porta per farlo entrare. Dalla reazione e dallespressione del suo viso egli rimase sorpreso.

Le buone maniere sono per gli altri dissi con un sorriso.

Luomo mettendo una mano sulla testa tenne la porta e disse,

Per favore, entrate prima voi.

Lo ringraziai e passai, seguita da questi, una volta dentro, mi chiese,

Dove andate oggi?

Beh, vado a trovare mio nipote, che sono sicura sar? arrabbiato perch non ha il suo cibo pronto, sapete, con i bambini. Non ancora, mi rispose luomo con un leggero sorriso.

Non si preoccupi, trover? chi lamer? e vedr? quanto sar? felice quando avr? dei figli, dissi con un ampio sorriso.

Voi credete? A dire il vero, lo spero, ma a causa delle mie dimensioni le persone tendono a pensare che non sono facile da trattare e quasi scappano da me.

Ci? mi sorprese, credevo che fosse lui a mantenere una certa distanza dagli altri e invece aveva un carattere affabile e simpatico, disposto a dialogare con chi gli dedicava qualche minuto.

Se posso darti un consiglio, dovresti cambiare il tuo modo di vestire, mi piace di pi? il blu o il bianco per te, gli dissi facendogli locchiolino.

Lascensore arriv? al mio piano, uscii non senza salutare quel vicino con cui non avevo mai scambiato una sola parola e ora mi sembrava tanto simpatico. Aprii la porta e sentii mia figlia rimproverare mio nipote e lamentarsi del mio ritardo.

Sono qui, calmati, mi prender? cura di tutto, dissi ad alta voce per farle capire che lavevo sentita.

Ma hai visto che ore sono? mi rispose nervosa . Hai idea di quanto sia tardi? Se non hai intenzione di occuparti del bambino, dimmelo e vedr? come posso lasciarlo a scuola. Sai che devo andare al lavoro e non posso occuparmi di tutto.

Beh, ho fatto un po tardi con le mie amiche, tutto qui, dissi con un tono conciliante.

Certo che sei oziosa come sempre, ma una di noi deve lavorare, mi rimprover?.

Ultimamente ho pensato di cercare un lavoro, dissi pensierosa sapendo che ci? avrebbe potuto risolvere in qualche modo la delicata situazione finanziaria della casa.

Quel mio commento fece ammutolire mia figlia, perch sperava che mi scusassi o protestassi per le tante faccende che avevo in casa, che alla fine ci facevano litigare per ore.

Da parte mia le rinfacciai il fatto di essermi sacrificata quando ero giovane, affinch andasse avanti, dandole gli studi che altri non ebbero.

Da parte sua, mi accus? di essere egoista, ricordandomi che pagava le bollette con il suo lavoro, il che le impediva di frequentare il figlio quanto voleva senza avere la possibilit? di pagare qualcuno con chi lasciarlo.

Ma qualcosa era cambiato nella nostra discussione, lei era rimasta in silenzio, pensosa, e dopo un attimo mi disse,

Va bene, non preoccuparti, far? una cosa veloce e troveremo una soluzione. A proposito, dimentica lidea di lavorare, non hai n let? n la necessit?, finch io sono in questa casa voglio che tu stia tranquilla.

Ci? mi sorprese, mi rimproverava sempre di quanto fosse costoso mantenermi con tutte le spese che avevo mensilmente e invece ora sembrava scusarsi.

Non preoccuparti, figlia mia, ora mi cambio e poi vado a cucinare, a proposito, dov? il mio re? Chiesi, mentre cercavo con lo sguardo mio nipote.

Mi guard? divertito e si nascose sperando di spaventarmi allimprovviso, ma io lo conoscevo bene e sapevo dove si nascondeva, cos? mi girai e lo trovai accovacciato dietro una porta e gli dissi,

Ti ho trovato.

E poscapp? verso sua madre, ridendo. Mi sembrava incredibile, non provavo da molto tempo la sensazione di vivere di nuovo con la mia famiglia. Nonostante danni vivessimo nello stesso tetto, non era lo stesso di adesso.

Vuoi dellaglio? Sentii mia figlia che me lo domandava.

Pochissimo, sai che non mi sento molto bene risposi mentre mi stavo cambiando.

Quando tornai in sala da pranzo, aveva gi? servito il cibo e mia figlia mi disse,

Sai a cosa stavo pensando? Questo weekend libero, se vuoi possiamo andare io e mio figlio da qualche parte, e ti lasciamo il giorno libero e fare quello che vuoi.

Preferirei passare del tempo con voi, da un po che non usciamo come una famiglia da qualche parte, anche solo andare a giocare al parco.

Deve essere piaciuto a mia figlia, perch si avvicin? a me e mi diede un delicato bacio sulla testa.

Voglio andare a vedere le anatre disse mio nipote brevemente.

Ma devi sapere gli risposi . Che le anatre sono molto intelligenti e sanno chi mangia tutto e chi no, vuoi che sappiano che mangi poco?

No, oggi manger? tutto, disse con un grande sorriso.

Era meraviglioso perch per la prima volta dopo tanto tempo, noi tre eravamo seduti a tavola per mangiare, quando normalmente mia figlia mangiava in piedi o prendeva qualcosa da mangiare in uno snack bar e lo faceva mentre andava al lavoro.

Ma oggi, anche rubando parte del suo tempo prezioso, si era seduta e mio nipote, con il quale doveva sempre lottare per farlo mangiare, mangiava tutto quello che sua madre gli dava e senza nemmeno protestare. Una volta finito di mangiare, andai a lavarmi e mia figlia and? a lavorare.

Ero gi? in ritardo, anche se non mi interessava, perch mi era piaciuto molto come la mattina si era conclusa, anche se allinizio ero piuttosto furiosa, perch quando arrivai mio figlio era solo in casa quando mia madre doveva stare con lui.

Quando glielo chiesi, mi disse che era venuto con uno dei suoi piccoli amici, un nostro vicino di casa, e che sua madre li aveva portati entrambi; sebbene mi andasse bene, visto che era a casa sua, non mi piaceva molto, perch se qualcuno ? responsabile di un compito, deve compierlo, e di pi? quando si tratta di mio figlio.

Ma stranamente tutto quel cattivo umore era svanito quando aveva aperto la porta, come se fosse entrata una boccata daria fresca e mi aveva fatto dimenticare tutte le mie preoccupazioni.

Anche se di solito lasciavo mio figlio a fare i compiti, oggi avevo appena avuto il tempo di salutarlo e scappare al lavoro. Per fortuna era vicino a dove vivevo, cos? dovetti camminare un po pi? velocemente per recuperare il tempo che avevo speso per preparare il pranzo.

Uscii di casa per andare a lavorare, al supermercato del quartiere, e quando arrivai l? incontrai il direttore che mi disse,

Salve, signorina, vedo che oggi ? raggiante, sono contento, questo ? latteggiamento che voglio dai miei dipendenti.

Raggiante? Non sapevo molto bene a cosa si riferisse, probabilmente avrebbe voluto che facessi gli straordinari, ed ? per questo che mi aveva fatto un tale complimento. Non gli diedi molta importanza, mi misi la divisa da lavoro e iniziai mettendomi alla cassa.

Beh, si pu? dire che ? una bella giornata di oggi, disse un uomo anziano che vedevo ogni giorno comprare la stessa cosa.

Sapete, oggi vi consiglio unofferta che abbiamo, se siete interessato potete aggiungerla alla vostra dieta.

Come sapete che sono a dieta? Chiese luomo sorpreso.

Io sono molto attenta, e voi vi tenete piuttosto bene, quindi fate qualcosa.

Oh, grazie, lavete notato, ma non si tratta solo di cibo, percorro circa otto chilometri ogni giorno, potete crederci alla mia et??

Se me lo permettete, vi consiglio alcuni integratori che contengono ferro. ? bene sostituire i sali minerali che si perdono, risposi con un sorriso.

Sapete, sono molto contento che vi state occupando di me, finch verr? mi assicurer? che lo facciate. E in confidenza, se pensate che abbia bisogno di qualcosaltro, non esitate a dirmelo, perch nonostante il detto Pi? vecchio ? pi? saggio, la verit? ? che la mia testa ? troppo piccola e a volte non riesco a vedere tutto.

Perch vi prendete cos? tanto cura di voi stessi? Chiesi al quanto stranita.

Sapete, laltro giorno ad una festa ho conosciuto una donna, ma ho avuto paura di chiederle di ballare. Anche lei sembra un po riservata, e voglio avere un bellaspetto per questo venerd?.

Avete unaltra festa? Chiesi sorpresa.

S?, ogni venerd? alle otto al centro sociale, potete venire se volete, di sicuro vi divertirete.

Grazie mille, ma non ho un partner, risposi con rammarico.

Sarei felice di esserlo mi disse luomo, strizzandomi locchio . Anche se, a dire il vero, sono gi? interessato a unaltra.

Glielo dir?? domandai a bassa voce.

Non lo so, ? solo che mi vergogno un po, rispose imbarazzato.

Provi con dei fiori, che aiutano sempre, e se non li accetta, perder? solo un po del suo orgoglio.

Questo ? tutto quello che mi era rimasto, signorina, il tempo me lo ha portato via, e qualcosa daltro, rispose con tono misterioso.

Ascoltatemi, dei fiori, anche se ? solo uno, ma non una rosa rossa, dissi facendo locchiolino.

Ah, no! Perch? Chiese sorpreso.

Non faccia il birbantello, sapete cosa significa.

Ed entrambi facemmo quella risata nervosa di complicit? che due amici hanno quando affrontano questioni personali e luomo felice se ne and? in direzione del negozio di fiori, come mi disse lui stesso, per preparare il suo colpo di venerd? prossimo.

Rimasi sola per un po mentre nessun cliente arrivava, sorpresa da quello che era successo.

Normalmente, avevo labitudine di non parlare con i clienti, perch era molto stressante per me dover comporre e pensare alla risposta che avrei dovuto dare.

Lunica cosa che usavo dire al cliente era il costo totale dellacquisto, e lo facevo velocemente, dato che di solito cerano uno o due clienti in attesa.

Ma ora, invece, era come se il tempo non avesse importanza, come se la cosa veramente importante fosse dedicare un po di tempo a questuomo che camminava sempre a testa bassa, invece, era entrato allegro e con un grande sorriso.

Vediamo se ? vero quello che il mio capo mi ha detto che ha avuto una buona giornata, pensai tra me e me.

Il cliente successivo arriv?, era una delle donne pi? difficili da trattare, perch si lamenta di tutto. Ricordo ancora la discussione di ieri, perch alcuni yogurt avevano la data di scadenza di oggi. Si lamentava e sosteneva che con cos? poco tempo non sarebbe stata in grado di mangiarli tutti e che avrebbe dovuto buttarne via pi? della met?, cos? mi chiese una riduzione di almeno la met? del loro prezzo.

Il giorno prima, era perch mi ero confusa dandole il resto di un centesimo. Si arrabbi? molto dicendo che, se i prodotti erano gi? costosi, non potevo permettermi di non darle il resto.

Ma stranamente non mi sentivo spaventata o imbarazzata dalla sua presenza come in altre occasioni. Era una di quelle persone difficili da dimenticare e che avresti voluto non avere il piacere di incontrare, di quelle persone che, se le vedi per strada, preferisci cambiare marciapiede per non trovartela davanti. Aveva appena iniziato a indicare quando mi chiese,

Ehi, quale profumo indossate oggi?

Sorpresa, glielo dissi e lei mi parl? di nuovo dicendo,

Ne comprer? una boccetta, sapete mi piace mettermi il profumo, ma in piccolissime quantit?, preferisco che il mio odore si mescoli al profumo.

In questo modo la conosceranno dal suo odore dissi con un sorriso forzato.

Infatti, non mi piacciono quelle persone che per mancanza di igiene nascondono il loro odore dietro un litro di acqua di colonia.

Inoltre, dicono che sia afrodisiaco, intendo lodore personale, precis?.

S?, anchio lho sentito dire, ma dicono che gli uomini siano piuttosto visivi, ecco perch indosso sempre abiti di taglia inferiore alla mia.

Entrambe ridemmo piacevolmente a quel commento, forse quella donna sconosciuta lavevo giudicata male o forse con troppa leggerezza.

Ora che la conoscevo un po meglio, sembrava una persona simpatica, e naturalmente una brutta giornata pu? averla chiunque persino lei, il che spiegherebbe gli scontri che abbiamo avuto in passato, niente che si debba ricordare.

Mi salut? con un sorriso e dopo un attimo di silenzio ascoltai attraverso gli altoparlanti che ero richiesta presso il servizio clienti. Ci? mi sconvolse, perch normalmente quando si ha bisogno di qualcosa da una cassiera si manda una ragazza ad avvertire ed evitare cos? il clamore che comporta luso degli altoparlanti.

Quando arrivai cera il direttore con un enorme sorriso che mi disse,

Ascolta, abbiamo parlato tra di noi e abbiamo deciso che tu sarai la dipendente della settimana.

In tutti gli anni in cui sono stata qui, non lo sono mai stata dissi sorpresa.

Bene, guarda dove sei oggi disse, ammiccando.

Ma questo significa

S?, infatti, raccogli le tue cose, perch hai il resto della giornata libera.

Mi sembrava un sogno che si avverava, avevo sempre invidiato la fortuna di alcuni di potersi permettere la giornata libera grazie allessere il dipendente della settimana, ma fino a quel momento non era mai toccato a me.

Mi sentivo fortunata, toccata dalla provvidenza, capace di fare qualsiasi cosa, di realizzare i miei sogni e desideri.

Uscii dopo aver abbracciato i miei colleghi e persino un cliente che incrociai lungo il mio tragitto e regalai a tutti un bel sorriso. Andai in un negozio per bambini, perch volevo che la mia felicit? fosse condivisa con i miei, e anche se il denaro non era abbastanza, volevo fare una sorpresa a mio figlio, cos? andai a comprargli un giocattolo.

Prima di entrare nel negozio, vidi una persona che vendeva i biglietti della lotteria. Ero sempre stata sospettosa di quei giochi che prendono lo stipendio e con esso anche le illusioni, perch gli anni passano senza vincere, n tu n nessun membro della tua famiglia, nonostante le chiacchiere dicano di aver udito di gente che ha vinto ma che nessuno conosce mai di persona.

Comprai un numero e lasciai il resto al venditore, che mi delizi? con una poesia come ringraziamento, questa nonostante fosse breve era molto bella e cos? glielo dissi.

Poi entrai nel negozio e dopo aver osservato a lungo decisi per un cubo di Ruben, anche se sapevo che mio figlio era pi? orientato verso i pupazzi di wrestling, ma pensai che fosse un buon passatempo e che lo avrebbe aiutato a concentrarsi sulle attivit? pi? complesse.

Beh, a dire la verit?, non mi aspettavo che lo risolvesse, perch quando ero pi? giovane lavevo provato diverse volte e non ci ero mai riuscita.

Chiesi allimpiegato di confezionarmelo come regalo e una volta pagato tornai a casa emozionata. Trovai mia madre seduta su una poltrona a guardare la TV e a lavorare a maglia una sciarpa, anche se non ne avevamo bisogno, perch avevamo gi? una collezione, ma lavorare a maglia le piaceva e la rilassava.

Dopo averla salutata, andai nella stanza di mio figlio, dove aveva trascorso il pomeriggio. Sebbene non ci fosse nessuno a sorvegliarlo, sapeva che la sera prima di cena gli avrei chiesto quali compiti gli erano stati dati a scuola e che avrei verificato se avesse fatto bene. Cos? divise il suo tempo come voleva tra lo studio e il riposo, se voleva poteva studiare e poi trascorrere il pomeriggio a giocare.

Quando arrivai stava colorando un album, guardandomi entrare fu sorpreso e guard? un orologio nel caso in cui fosse stato tardi senza rendersene conto e disse,

Mamma, cosa fai qui a questora? Stai bene?

Perfettamente, sono venuta solo per vederti prima, per sapere come stai, risposi con un sorriso.

Bene, grazie, ma vai via se no ti diranno qualcosa a lavoro, disse in fretta.

Ero orgogliosa di scoprire di avere un figlio cos? responsabile.

Senti, oggi non lavoro, mi hanno dato il pomeriggio libero, quindi se vuoi possiamo uscire per un momento al parco.

Devo fare ancora i compiti, disse tristemente.

Non ti preoccupare, ti aiuter? a finirli se mi accompagnerai.

Lasci? rapidamente la matita colorata e si gett? intorno al mio collo con un grande sorriso e mi disse,

Ti voglio bene mamma.

Mi emozionai di nuovo, la verit? era tutto ci? che una madre poteva desiderare, vedere mio figlio felice e dirmi quelle cose belle.

Senti gli chiesi . Dato che ti sei comportato bene, ti ho portato una cosa.

Che cosa? Chiese eccitato.

Apri la confezione e vedrai, dissi mentre gli davo il regalo.

Lo fece cos? in fretta e trov? un cubo a sei facce, ognuno di un colore diverso e guardandolo chiese,

E a che serve?

Mi sentii in difficolt?, perch sebbene avessi cercato di risolverlo, non sapevo quali fossero le istruzioni o come si risolvesse, quindi se mi avessi chiesto di fare una dimostrazione, non potevo farla.

Beh questo dissi prendendo il mio tempo per cercare le parole giuste . Ogni lato del cubo deve avere tutte le facce dello stesso colore.

Mio figlio lo guard? di nuovo e dopo un attimo disse,

Mamma, gi? ce li ha, guarda tutte le facce gialle sono qui e da questa parte quelle rosse.

S?, certo dissi ridendo per la scoperta di mio figlio . Aspetta un momento.

Presi il cubo, mescolai i pezzi, glielo restituii, e gli dissi,

Adesso devi sistemarlo.

Lo prese tra le sue piccole mani cercando di indovinare come si muovevano quei pezzi e si rese conto che poteva fare solo movimenti orizzontali o verticali di una fila o colonna. Dopo averci provato pi? volte e in preda alla disperazione gli dissi,

Per facilitarti il lavoro, puoi spostare pi? colonne o righe contemporaneamente.

Mi guard? con la faccia di non essere troppo convinto e ricominci? a girare i pezzi. Sapevo che avrebbe trascorso una buona parte del pomeriggio, quindi gli dissi,

Bene, metti da parte che dobbiamo andare, dir? alla nonna se anche lei vuole scendere.

Andai in soggiorno e prima di dire qualcosa a mia madre, mio figlio mi chiam? e mi disse,

Mamma, mamma, guarda.

Rimasi meravigliata, perch erano passati solo pochi secondi da quando lavevo lasciato, mi voltai e vidi con mia sorpresa che nelle sue mani aveva il cubo sistemato e un grande sorriso. Lo presi per guardarlo da tutti i lati e dopo aver verificato che tutti i colori fossero ben posizionati dissi,

Perfetto, figliolo. E lo baciai sulla guancia come ricompensa. Ora prendi la giacca che non voglio che ti raffreddi.

Esci anche tu? Mi chiese mia madre ascoltando quello che avevo detto a suo nipote.

S?, andiamo al parco per un momento, mi hanno dato il pomeriggio libero.

Che cosa hai fatto questa volta?

Niente, mamma, sono solo limpiegata della settimana.

Davvero? Mi chiese, alzandosi e aprendo le braccia per abbracciarmi . Sono cos? orgogliosa di te mi disse stringendomi in un abbraccio.

Mi sentivo strana, litigavamo sempre e adesso mi sembrava che avesse un gran cuore, le sorrisi e le chiesi,

Vuoi scendere?

No grazie, ? troppo tardi per me, non vorrei prendere freddo.

Okay, riposa, non ci vorr? pi? di mezzora.

Sar? qui, voglio anche cogliere loccasione per preparare la cena, vedrai cosa sto preparando, sar? molto speciale, la mia piccola ? limpiegata della settimana.

Io e mio figlio uscimmo in strada, l? giocammo con una palla, pi? per correre e divertirci un po, che per interesse sportivo verso il calcio.

Mi sedetti per un attimo mentre egli calciava contro un muro, quando arriv? una ragazza e si sedette accanto a me.

? suo figlio? Chiese con unespressione preoccupata.

S?, lo ?. Perch? Chiesi, sorpresa dal suo atteggiamento.

Non lo so, le d? molti problemi? Chiese di nuovo.

No, beh, alla sua et?, risposi con un sorriso.

E allinizio? Chiese di nuovo irrequieta.

Beh, ? sempre stato molto calmo ha avuto delle piccole difficolt? nelladdormentarsi le prime settimane dopo la sua nascita, altre madri dicono che ? costato loro di pi? dopo aver avuto i loro figli.

Sono incinta, disse la ragazzina alla quale non le avrei dato pi? di quattordici anni.

Congratulazioni, dissi abbracciandola.

Ella non ricambi?, sembrava un po imbarazzata e le chiesi,

Ti senti bene?

Non so come dirlo ai miei genitori disse spaventata.

Tu lo vuoi? Le chiesi guardandola negli occhi.

Lui? Certamente, disse con un ampio sorriso.

Intendo tuo figlio, puntualizzai.

Non lo so, tu lo sapevi se lo volevi? mi restitu? la domanda.

La mia situazione era diversa, ero gi? sposata e ci provavo da due anni, fu una benedizione per noi.

Quanto ? fortunata, non so come reagir?, temo che mi abbandoner? per questo.

Non pensare cos?, inoltre, gli uomini sono come sono, non hanno bisogno di motivi per lasciarti. Guardami, tutto andava bene tra noi, il nostro bambino stava crescendo sano e un giorno usc? dicendo che avrebbe cercato lavoro e non ? pi? tornato.

Potrebbe essergli successo qualcosa, disse la ragazzina impaurita.

Nessun problema, te lo assicuro, mi telefon? poche settimane dopo dicendo che era andato in unaltra citt? per ricostruire la sua vita, poich desiderava ardentemente la sua libert? come scapolo e voleva recuperarla.

E ti ha lasciato con il bambino? Chiese preoccupata.

S? e grazie a mia madre che si prende cura di lui quando sono al lavoro possiamo andare avanti risposi con un sorriso.

Non so se i miei genitori mi aiuteranno se lo tengo, disse preoccupata.

I genitori di solito sono piuttosto testardi e insistono per imporre il loro modo di pensare, ma alla fine sei tu quella che deve vivere la propria vita e se decidi di crescerlo dovranno accettarlo, anche se costa loro, dissi mettendole una mano sulla spalla.

A proposito, ? facile dire che ? vero che la vita ti cambia?

Cio?? chiesi a quella domanda incompleta che mi aveva quasi sussurrato.

? vero che dopo non senti pi? niente?

No, chi te lha detto? Chiesi sorpresa.

Non lo so, a scuola dicono che in tutto questo, la cosa in basso cambia e quindi non si sente nulla.

Ma no, si sente lo stesso dissi in tono rassicurante.

E il tuo seno non cade? Mi chiese di nuovo imbarazzata.

? una questione di et?, vedrai quando avrai ventanni o trentanni, che tu lo voglia o meno indosserai un reggiseno se vuoi tenerlo su.

Ma dicono che lallattamento al seno lo fa cadere prima.

Non c? niente di sbagliato, credimi, come dico a tutti, e sottolineo tutti, prima o poi il seno non ? pi? florido, dipende da ogni singola persona, alcune donne perch hanno allattato, altre indossato reggiseni troppo stretti o semplicemente per il passare del tempo.

E fa tanto male come si vede nei film? Chiese spaventata.

Il momento del parto? Chiesi per essere sicura del suo dubbio.

S?, mi rispose annuendo con la testa.

Beh, fa molto male, ma ci sono gli esercizi pre-parto che ti insegnano a dilatare e a respirare mentre lo fai, quindi ? solo una questione di sforzo e molta spinta.

Ma fa male? Insistette sulla sua domanda.

Fa molto male, ma poi te lo dimentichi, dissi amorevolmente.

Come te lo dimentichi? Chiese sorpresa.

S? certo, il mio ginecologo mi ha spiegato che prima che iniziano le contrazioni il cervello ha un meccanismo per cancellare quei ricordi dolorosi, se non fosse cos? nessuna avrebbe pi? di un figlio, a causa dei brutti ricordi che vive in quel momento e invece non ? cos?.

Beh, non so nemmeno se voglio avere il mio primo figlio, quindi non prendo in considerazione di averne un altro, disse pensierosa.

Non avere fretta, tutto arriver? se lo volete tu e il tuo ragazzo, dissi con un sorriso sincero.

Ma se lui mi abbandona? Cosa far?? E se i miei genitori non sono daccordo e mi rifiutano? Come far? a vivere? Chiese spaventata.

Per prima cosa devi dirlo ai tuoi genitori, i quali comprenderanno la situazione e ti daranno il loro sostegno poich ? un loro dovere in quanto genitori.

Quindi parla con il tuo ragazzo, che sar? sicuramente entusiasta di sapere che avrai un figlio suo. Ma poich devi sempre rispettare la sua libert?, se decide di lasciarti, non preoccuparti, sar? segno che non ti merita dissi con molta calma.

Non so, se lo dici tu, che ci sei passata, per me va bene, anche se ci? che mi preoccupa di pi? ? che si nota cos? tanto che non posso nasconderlo con abiti larghi.

Non c? bisogno di nasconderlo, non ? qualcosa di cui vergognarsi, ? una grande benedizione che hai ricevuto, essere in grado di partecipare al miracolo della creazione, dissi con gioia visto che le mie parole avevano avuto un effetto su quella ragazza che se ne andava tranquillamente.

Lungo la strada e dopo aver lasciato nel parco quella bella donna con il suo bambino che giocava a palla, continuavo a ripetermi tutto quello che mi aveva detto, soprattutto quella parte sul fatto che si trattava di un contributo al compito della creazione, non lavevo mai vista cos? prima dora.

Quella donna senza conoscermi aveva risolto molti dei miei dubbi sulla gravidanza e gli effetti sul mio corpo, sebbene guardandomi mi vedevo ancora troppo piatta per poter avere un figlio.

Abituata a vedere donne ben formate con seni grandi che allattano bambini enormi, dove potrebbe stare dentro di me un bambino come quello? Non ho le condizioni per averne uno.

Nonostante quello che mi aveva appena detto la signora, andai nel panico, ma lascoltai, tornai a casa, andai direttamente in cucina dove mia madre stava preparando la cena e le dissi,

Mamma, ho buone e cattive notizie, quale vuoi per prima?

Lei che mi aveva gi? sentito parlare in quel modo non mi prest? molta attenzione e dopo un momento di silenzio che sembr? uneternit? le dissi,

Sono incinta.

Ascolt? e lasci? cadere quello che aveva in mano, facendo un gran rumore con un piatto. Mi spaventai, perch pensavo che mia madre potesse picchiarmi o rimproverarmi e per paura feci un passo indietro, ma invece si avvicin? a me con un grande sorriso, mi abbracci? e mi disse,

Figlia mia, sei gi? diventata una donna, perch non mi sono resa conto che sei cresciuta cos? in fretta?

Continuavo a sentirmi insicura riguardo alla situazione, perch non capivo se avesse accolto positivamente la notizia o perch era dispiaciuta per la mia situazione, cos? le chiesi,

Non ce lhai con me?

No, per niente, figlia mia, disse baciandomi la fronte.

Le diedi un grande abbraccio, sentendomi ora pi? tranquilla, ma ancora spaventata da ci? che il futuro mi riservava, non sapevo nemmeno se il mio ragazzo avrebbe accettato quello che avevo dentro, ma ora ero sicura di avere il sostegno di mia madre.

Lascia che sia io a dirlo a tuo padre stasera durante la cena, disse con voce soave.

? necessario? Le chiesi guardandola negli occhi.

Non preoccuparti, sar? delicata quando glielo dir?, rispose, ammiccando.

Ero molto pi? tranquilla dopo averlo detto a mia madre, anche se non ero stata troppo sottile nel farlo, ma avevo preferito non fare un giro di parole per limportanza dellargomento.

Andai nella mia stanza, mi spogliai per cambiarmi e ne approfittai per guardarmi davanti allo specchio; mi guardai lateralmente e non vidi nulla, misi la mano sopra il ventre, cercando di capire dove sarebbe stato quel piccolo essere, ma non sentii nulla.

Presi un cuscino e lo misi sulla pancia, poi mi misi una camicetta e mi guardai di nuovo allo specchio, non mi piaceva quella silhouette, mi faceva sembrare grassa ed ero sicura che avrei preso peso.

Io che stavo sempre attenta nel mangiare, evitando grassi e pane per non ingrassare, ora il mio fisico stava per cambiare in maniera mostruosa senza poter far nulla.

Sono sicura che quando la pancia aumenter? non potr? pi? praticare lo sport che mi piace, correre per il parco o fare unora di cyclette; e quando i medici mi diranno di stare a riposo assoluto, aumenter? di peso, e mi annoier? tanto.

Ora mi ricordo di non aver detto a mia madre chi fosse il padre, lei aveva dato per scontato che io avessi un compagno stabile e che fosse suo, anche se non volevo contraddirla, a un certo punto dovr? dirglielo.

Era strano, mi sentivo in colpa per avere dentro di me qualcosa per cui nessuno mi aveva preparato, e trovare laffettuosa approvazione di mia madre mi aveva fatto sentire tranquilla. Finii di cambiarmi, andai ad apparecchiare la tavola e quando finii arriv? mio padre dicendo,

Salve a tutta la famiglia, dovete sapere che oggi sono un uomo fortunato.

Perch dici cos?? Chiese mia madre, sorpresa per la sua allegria.

Dovreste vedere il tizio della lotteria, ? felice, mi ha garantito che oggi si sente fiducioso, e questo potrebbe essere un segnale che sta per consegnare un premio, cos? ho acquistato due biglietti.

Perch due? Chiesi con un sorriso.

Uno per tua madre e laltro per la casa.

Per la casa? Chiesi meravigliata.

Spende tanto quanto tua madre, con tutte le bollette che dobbiamo pagare disse facendo locchiolino a mia madre.

Bene, bene, siediti, non sar? che tu abbia ragione e vinca alla lotteria disse mia madre quando si gir? e mi sorrise.

Avevo capito cosa intendeva dire, mia madre stava facilitando la situazione per dirglielo, ero abbastanza tranquilla durante la cena, anche se mio padre non si era nemmeno reso conto quando ad un certo punto disse,

Figlia, oggi sei raggiante, ti ? successo qualcosa?

No pap?, a dire il vero, quando stavo camminando nel parco mentre tornavo da scuola mi sono seduta un attimo e cera una signora con suo figlio, e non so perch ma mi ha trasmesso tanta gioia.

Sarebbe bello trovare persone cos? ogni giorno disse mio padre.

Proseguimmo con la cena, parlando di argomenti banali, questa sembrava essere giunta al termine e mia madre non glielaveva ancora detto, cos? feci un cenno con la testa per dirglielo e lei mi rispose scuotendo la testa. Mio padre, che se ne accorse, chiese con tono sospettoso,

Devi dirmi qualcosa?

Beh, ? una cosa che riguarda la mamma, risposi, guardandola.

Mia? Disse, sorpresa dalla mia risposta.

Beh, voglio dire, ? una cosa mia, ma te lo dir? la mamma, dissi, rettificando.

Ahs? disse lei, esitando . Va bene, come te lo dico.

Senza giri di parole, per favore, ? tardi e sono un po stanco, e anche se sono contento della lotteria, vorrei poter riposare guardando un film prima di andare a letto.

Non preoccuparti, non ho intenzione di rubarti troppo del tuo tempo, solo che penso che tu abbia gi? vinto la lotteria, disse mia madre velocemente, senza farsi capire.

Che cosa vuoi dire? Se non si ? ancora giocato, lestrazione non avverr? prima delle nove,replic? mio padre sorpreso.

No, ? unaltra lotteria, disse mia madre a bassa voce.

Quale altra lotteria? non mi dirai che sei incinta.

Mia madre fu sorpresa dalle parole di suo marito e rapidamente disse,

No, non io, ? la figliola.

Lafigliola disse sorpreso.

Io non dissi nulla, gli sorrisi solamente. Sembrava confuso o piuttosto spaventato, un po perplesso, poi si alz? dal tavolo e gir? per la stanza e dopo un momento torn? e chiese a mia madre,

E lei lo sa gi??

Certo pap?, sono stata io a dirlo alla mamma dissi sorridendo.

Ah, ovviamente in che altro modo, disse, sconvolto. Ma come? Non ? meglio non dirmelo.

Calmati, gi? sapevi che prima o poi sarebbe accaduto, ? una donna, disse mia madre, sostenendomi.

Gi? beh s? ma avevo pensato che sarebbe successo diversamente, che avrebbe trovato un ragazzo, si sarebbe sposata e avrebbe messo su famiglia, proprio come abbiamo fatto noi.

Ho qualcuno che mi ama, risposi, credendo che lo avrebbe reso felice.

Ma per un attimo non si sentiva nulla, era una situazione strana, perch tutti sembravano felici per un motivo o un altro, e quella che pensavo sarebbe stata fonte di rabbia in casa non andava oltre un iniziale spavento o poco pi?.

Ora i miei genitori stavano pensando a come affrontare la nuova situazione, senza preoccuparsi di cosa avrebbero detto i vicini o la societ?.

Prima di parlare con quella donna nel parco, pensavo che avere un figlio fosse una tragedia, che facesse molto male e che segnasse la tua vita, limitandola e rendendoti quasi schiavo di tuo figlio, senza tempo per te stessa.

Ma quella donna mi aveva parlato degli aspetti positivi dellessere madre e sembrava molto felice con suo figlio.

Adesso quello che pi? temevo era che il padre della creatura mi abbandonasse appena appresa la notizia, anche se ricordando le parole di quella donna al parco avevo capito che luomo che fugge lo fa prima o poi e non ha bisogno di scuse.

La verit? ? che ora mi sentivo stranamente tranquilla, perch vedevo le due persone a me pi? care, i miei genitori, che stavano immaginando quello che io pensavo sarebbe stato un imbarazzo per loro; anche mio padre, che era di pensiero pi? conservatore, non mi aveva affatto rimproverato.

Mentre stavo ancora pensando mio padre disse,

Ho bisogno di un abbraccio di famiglia.

Noi tre ci abbracciammo intensamente e mi sentii pi? forte nella mia situazione, forse non gli piaceva lidea o gli serviva pi? tempo per assimilarla, forse non pensavano a quello che mi sarebbe successo in futuro, ma mi accettarono e mi sostennero con quel gesto, che era proprio quello che volevo di pi?.

Beh, vorremmo vedere il tuo ragazzo, dobbiamo parlare da uomo a uomo, disse mio padre dopo pochi minuti dallabbraccio.

Va bene ma non so se vuole incontrarvi, dissi con esitazione.

Perch no? Chiese mia madre stupita.

Beh, lui ? piuttosto moderno, e pensa che conoscere i genitori sia per quando vuoi fidanzarti, e nel frattempo non ? necessario.

Non glielhai ancora detto? Chiese mia madre, ascoltando le mie scuse.

No, volevo vedere la vostra reazione, prima di affrontare il mio ragazzo risposi nervosamente.

? importante che lui lo sappia, disse mio padre con voce rassicurante.

Va bene, datemi qualche minuto per chiamarlo, risposi mentre andavo in camera mia.

Da l? chiamai il ragazzo con cui uscivo solo da un paio danni, ma pensavo che fosse lamore della mia vita, lo sentivo e glielo avevo detto molte volte.

Ciao, tesoro, come stai?

Bene, piccola, dimmi, di cosa hai bisogno?

Volevo solo sentire la tua voce, dimmi, quando ci vedremo questa settimana?

Sono molto occupato, sai, sono con i colleghi qui in officina, stiamo preparando una nuova moto per vedere se riusciamo a vincere le gare locali per qualificarci.

Va bene, ma vorrei dirti una cosa.

Beh, dimmi, sono tutto tuo.

Di persona, ? importante.

Non lo so, piccola, guarda, se vuoi, ho un po di tempo adesso, ma voglio che sia qualcosa di veloce, cos? non mi diranno nulla.

Va bene, lascia che lo dica ai miei genitori e tra un momento sono l?.

Ti aspetto qui tesoro.

A presto amore.

Riattaccai, e uscii dalla mia stanza per dirlo ai miei genitori, che furono daccordo e felici per il mio coraggio, non so se fosse cos? o semplicemente il bisogno di condividere qualcosa di bello con la persona che amavo.

Uscii di corsa verso il pianerottolo e trovai una vicina di casa con il suo cagnolino, era una signora triste che difficilmente poteva essere vista per strada, poich preferiva uscire la sera per portare a spasso il cane, e non manteneva molti contatti con gli altri vicini.

Buon pomeriggio, le dissi con un sorriso mentre le tenevo la porta dellascensore.

Brava ragazza, dove vai di fretta? mi chiese mentre entrava.

A vedere il mio fidanzato le risposi con un sorriso.

Giovent?, beata giovent?, ricordo ancora quando mio marito se ne andava a lavorare e io rimanevo a casa a preparare il pranzo, aspettandolo per dargli un bel bacio al suo ritorno.

Siete stati insieme per molti anni? Chiesi sorpresa nellapprendere che aveva avuto un marito.

Quasi venti anni, prima che avesse lincidente.

Un incidente, mi dispiace dissi con rammarico.

S?, da allora non fu pi? lo stesso e poi, a poco a poco, lo stavo perdendo.

Non capivo cosa volesse dire, ma preferivo non approfondire, sapendo che era qualcosa di doloroso, in quel momento il cane cominci? ad abbaiare e siccome era un piccolo spazio rimbomb? nella cabina.

Stai zitto, bello zitto disse la proprietaria al suo cane.

Ma cosha? Chiesi meravigliata.

? molto sensibile, percepisce rapidamente le donne in gravidanza.

Ci? mi lasci? perplessa, non avevo mai sentito niente del genere. Sapevo che cerano cani che lavoravano in dogana per rilevare lodore di bombe o droghe, o nellesercito per rintracciare persone gravemente ferite o sepolte sotto le macerie di un terremoto, ma questo mai. Devo essere diventata rossa, perch la donna anziana mi disse,

Non preoccuparti, ? una benedizione, non vedevamo lora che ci arrivasse da cos? tanto tempo e non ? mai arrivato. Se ne avessi avuto almeno uno, sicuramente la mia vita sarebbe stata molto diversa.

Mi rattristai, perch ? vero che molte coppie, per una ragione o per laltra, anche desiderandolo non hanno figli, al contrario, io senza desiderarlo avrei tenuto un nuovo essere tra le mie braccia, ci? che allinizio mi sembrava triste mi rallegr? profondamente nel vedere come per gli altri era qualcosa di positivo e desiderato.

Beh, dimmi, ragazza, gli hai gi? dato un nome?

No signora, ho appena scoperto di essere incinta e ancora non so se sia un maschio o una femmina.

Non ci avevo pensato, per paura del giudizio degli altri, dei miei genitori e del mio fidanzato, non avevo avuto il tempo di pensare al bambino, che sarebbe stata la cosa pi? importante della mia vita nei prossimi nove mesi e negli anni successivi.

Non lo so, sembra una bambina, una bella bambina, disse lanziana donna.

Come fa a saperlo? Chiesi sbalordita dalla sua affermazione.

Alla mia et? si sanno molte cose, lo si vede dal tuo viso, rispose con un occhiolino.

Non sapevo come quella donna che avevo visto molte volte, ma solo una o due volte nella mia vita le avevo parlato, ora potesse sapere cos? tanto di me, forse come diceva lei si leggeva sul mio viso e solo chi sapeva leggerlo lo sapeva. Arrivammo gi? e lanziana signora usc? e salutando mi disse,

Abbi cura di lui, poich hai ricevuto una benedizione, dagli tutto lamore che puoi, te lo restituir? per dieci.

Detto questo, andai con il cane al parco, la verit? ? che mi sentivo bene, quella ragazzina mi aveva dato una grande gioia, perch sembrava cos? pulita e innocente.

? cos? che avrei voluto essere quando mi sono sposata, ma quelli erano tempi difficili di crisi economica senza alcun lusso e penso sia stato questo che ci ha costretti a non avere figli.

Mio marito ed io parlavamo sempre della stessa cosa, di quanto sarebbe stato costoso mantenere un bambino in un momento cos? difficile, parlavamo delle spese che avremmo dovuto sostenere e di quanto poco avremmo potuto vederlo, dato che entrambi lavoravamo.

Penso sia per questo che non li abbiamo avuti, nessuno di noi due era disposto a rinunciare a una parte della propria vita per avere un po di tempo e dedicarlo alla cura di un nuovo membro della famiglia.

A quel tempo non avevo un cane, non avevo modo di prendermi cura di lui, perch mi alzavo molto presto, anche prima di mio marito, gli preparavo i vestiti e gli preparavo la colazione, facevamo colazione insieme e poi lui andava a lavorare in fabbrica e io andavo in parrucchieria.

La quantit? di capelli che tagliavo, i bigodini che toglievo e le ciocche che coloravo, durante tutta la giornata, mi rendevano felice, perch l? cerano le mie amiche con le quali conversavo, e quando cera una cliente felice ero fortunata perch rendeva le ore meno faticose.

? cos? che imparai a riconoscere i segreti delle persone dai loro volti, dal momento che esso dopo tutto ? un riflesso di ci? che siamo, di ci? che vogliamo e anche di ci? che nascondiamo.

Tante ore ad ascoltare le clienti, a guardare i loro volti allo specchio per vedere se stavo facendo un taglio perfetto, per indovinare facilmente se pi? tardi avrebbero avuto una buona o cattiva giornata non appena entravano dalla porta.

Poi la mia sensibilit? aument? e potevo gi? sapere senza che mi dicessero qualcosa, se avevano litigato con il marito o con il figlio, se avevano un nuovo amore o se erano state lasciate.

Tanto che tra le colleghe mi conoscevano come la piccola strega ed ero io che mi prendevo cura di alcune clienti, che, pur avendo dei bei capelli, volevano che mi occupassi di loro e quindi ne approfittavano per raccontarmi le loro storie.

Poi a poco a poco acquisii quellabilit? anche per strada, anche se non ho mai chiesto alla gente se quello che vedevo in loro fosse vero.

Nonostante ci?, mi fece molto piacere scoprire che funzionava ancora, perch ero riuscita a scoprire di questa ragazzina che avevo incontrato in ascensore e che poi mi ha confermato.

A dire la verit?, allinizio non potevo aspettarmi che potesse esserlo qualcuno cos? giovane, ma lavevo visto cos? chiaramente, sono sinceramente felice per lei.

Con la gioia nel mio corpo continuai a camminare con il mio cane, concentrata sui miei pensieri, quando fin? di correre un po e fare i suoi bisogni lo legai di nuovo e salimmo fino allappartamento. Questo, nonostante fosse piccolo, era abbastanza grande, anche se a volte avevo voglia di trasferirmi e lasciare quel posto, pensavo fosse pi? per vigliaccheria che per necessit?.

Sapevo che in qualsiasi altro posto sarei stata meglio di dove mi trovavo, ma sapevo anche che mi sarebbe mancato cos? tanto che non avrei voluto vivere lontano da l?.

Era la casa che avevamo quando ci sposammo, lunica in cui abbiamo vissuto da quando lasciai la casa dei miei genitori, e desideravo sempre viaggiare e conoscere il mondo prima di sposarmi, studiare e avere un buon lavoro erano i miei obiettivi nella vita, ma le circostanze dominavano ed erano molto diverse da come volevo che fossero.

Un giorno un bravuomo mi si avvicin? alluscita della messa, mi disse che mi stava osservando e che voleva incontrare i miei genitori. Che, sebbene sembrasse insolito, non mi preoccupava, quindi glielo presentai, dopo essersi presentato, disse che era interessato a me e chiese il permesso di parlarmi.

Fu una grande gioia per me, perch anche se avevo fantasticato molto e flirtato con un altro ragazzo, nessun uomo mi aveva mai considerata come una donna da sposare.

I miei genitori, inizialmente sospettosi di vederlo troppo giovane, gli chiesero dei suoi studi e della sua famiglia. Lui, come pot, usc? da quella bolgia e lo fece abbastanza bene, dato che gli fu dato il permesso di vedermi.

Per una relazione erano anni difficili, non come ora che per vedersi basta uscire, dovevamo essere accompagnati da un parente o amico, in modo da non rimanere da soli e comportarci bene.

Ma dopo esserci visti in due o tre occasioni, trovammo un modo per incontrarci da soli, fu quando lui port? un membro della sua famiglia e io unamica come accompagnatori e subito andarono daccordo, tanto che un giorno gli dicemmo,

Se volete, vi diamo del tempo per stare da soli mentre noi andiamo.

E fu cos? che riuscimmo ad avere i nostri primi momenti da soli, a proposito, la mia amica e suo marito sono felicemente sposati, anche se non li sento da molto tempo, perch si sono trasferiti in unaltra citt?, ma lultima volta che li abbiamo visti, avevano avuto due bellissimi bambini.

Andai in cucina per cenare, la verit? ? che non avevo quasi mai fame, nonostante ci? ogni giorno dovevo sforzarmi, perch in pi? di unoccasione ero stata ricoverata a causa dellanemia.

Cenai guardando la TV, poi accesi un po la radio, che, anche se non lascoltavo molto, perch non ero interessata a quello che diceva, mi faceva solo compagnia.

Anche se non potevo parlare e rispondere al presentatore radiofonico come se fosse presente, era bello sentire una voce umana in quella casa.

Molti furono gli anni che condividemmo l? dentro e anche la sofferenza, alcuni amiche mi dicevano che era come un mausoleo, poich lo tenevo come quando mio marito era in vita, ma quello che non loro non sapevano ? che io in qualche modo lo aspettavo ancora.

Dopo lincidente stradale e la successiva riabilitazione, mio marito fu colpito da una commozione cerebrale, di tanto in tanto aveva dei vuoti di memoria, come dicono i medici, e non ricordava il passato, ma la cosa pi? grave fu quando i vuoti iniziarono nel presente, dimenticando dove si trovava o con chi era.

Fu molto difficile, perch era una lotta quotidiana perch si ricordasse di me, rinnovare il nostro amore, con qualcuno che a malapena mi riconosceva.

Soffrii molto in silenzio, ringraziando Dio per la fortuna di averlo al mio fianco nonostante la sua malattia, ma un giorno non torn?. Un fine settimana quando stavamo per mangiare usc? dalla porta e io non seppi nulla di lui, poche ore dopo chiamai i suoi amici e nessuno seppe dove potesse essere e preoccupata chiamai la polizia, gli ospedali e tutti i che mi vennero in mente ma nessuno aveva sue notizie.

Un giorno senza di lui, poi una settimana, un mese, un anno e da allora la mia vita ? stata cos?, aspettando che tornasse, sperando che dicesse tesoro, sono a casa.

Con il tempo mi abituai a stare da sola, fino a quando unamica mi regal? un cucciolo, era cos? piccolo e tanto carino che non potei rifiutare e cos? mi presi cura di lui come il bambino che non avevamo mai avuto desiderando che mio marito lo vedesse se mai fosse tornato.

La verit? ? che non mi sentivo triste, quella fase della mia vita era gi? passata, ora ero abbastanza calma, piena di vitalit?, non so perch quella ragazza mi aveva riempito di amore, penso che fosse quello, quello che lei stessa provava per suo figlio era ci? che mi aveva trasmesso.

Spensi la radio e andai a riposare con un gran sorriso sul viso, la verit? ? che era la migliore fine della giornata che avessi avuto da molti anni e con quel sorriso mi addormentai.




CAPITOLO 2. IL SECONDO GIORNO


Sapevo che mi restavano solo due giorni prima di lasciare la citt? e che ieri avevo fatto ben poco, solo salire su un autobus e percorrere le strade per conoscere il luogo.

Ora mi rimaneva la parte pi? difficile, toccare il maggior numero di persone possibili, prima di andarmene, in modo che gli effetti sulle persone si diffondessero come se fosse un virus, ma questa volta si trattava di un virus positivo, un virus della felicit?.

Sapevo che la mia missione era importante, e che il tempo giocava a mio sfavore, cos? lasciai il motel e andai alla fermata dellautobus, dopo aver aspettato a lungo seduto, pass? un operaio che camminava con un pneumatico e mi disse,

State aspettando invano, non avete sentito parlare della manifestazione? Lintero centro ? stato chiuso, nessun veicolo passer? di qui oggi, ? meglio rimanere a casa.

Mi sembrava incredibile, non so perch ogni volta che andavo in una citt?, per una ragione o per laltra, sembrava che le circostanze si alleassero per rendere difficile il mio lavoro.

Ricordo ancora quando in una citt? ci fu la simulazione di uno tsunami, era una citt? costiera molto tranquilla dove cera poca o nessuna possibilit? che una tale situazione si verificasse, ma per la prima volta nella storia della citt?, scelsero il giorno che ero l? per la simulazione.

Come quando ci fu un incendio nella parte vecchia della citt? e buona parte dellarteria principale venne chiusa al traffico, per paura che le fiamme si diffondessero tra gli edifici in legno circostanti.

Cera quasi sempre una ragione comprensibile, ma inaspettata, come se a qualcuno non piacesse il lavoro che facevo, o come quella volta che arriv? un gruppo di motociclisti, come se fosse un pellegrinaggio, e distrussero lintera citt?.

Personalmente, non mi importava se cerano molte persone, perch rendeva il mio compito pi? facile, in quanto ampliava gli effetti prima, ma purtroppo non potevo toccare nessuno di loro perch in sella alle motociclette.

Allora non posso iniziare il mio compito, che come un pezzo di domino si trasmette uno dopo laltro, e pi? persone si incontrano, pi? si infettano.

Avevo solo bisogno di toccare qualcuno che volontariamente accettasse il mio regalo, ed era tutto fatto, perch quella persona avrebbe trasmesso la sua felicit? a tutti quelli che incontrava e che si avvicinavano a lui a meno di un metro di distanza. Mi sorprese il fatto che riuscissi a raggiungere le persone, ma sapendo che il mio destino era camminare, iniziai a farlo fino a quando sentii,

Non fate cos? disse luomo, lasciando cadere la gomma a terra . Se avete tanta fretta, tutto quello che dovete fare ? dirmelo, e io vi porter? l?.

Lo fareste? gli chiesi con stupore.

Certo, per questo che esistono le persone di buona volont?, per aiutarsi a vicenda quando ce n? bisogno, aspettate un momento.

Detto questo, percorse una stradina, e dopo un po torn? con unauto piuttosto vecchia, che stava cadendo a pezzi. Luomo apr? la portiera del passeggero dallinterno e disse,

Scusate per il mio catorcio, lo sto riparando a poco a poco, ma non preoccupatevi che tra qualche anno sar? come nuovo.

Spero che non vada troppo veloce dissi scherzosamente.

Non preoccupatevi che non supera i quaranta, se no fuma e non si vede nulla, a proposito, dove siete diretto?

Sto cercando una chiesa aperta, ne conosce qualcuna?

Brutta storia, tutte quelle che conoscono sono coinvolte nella manifestazione, tutte tranne una. ? vecchia e piccola, ma ? la mia preferita, si trova in una zona che non frequento da parecchio tempo. Sapete l? ci sono nato, e in quella chiesa mi hanno battezzato. Non ho fatto il resto dei sacramenti, ma Dio non lo scoprir?, vero? Chiese scherzosamente.

Si suppone che sia dovunque, gli risposi senza ridere.

Beh, s?, ma credete che si accorger? di un umile carrozziere la cui unica ambizione ? riparare unauto sgangherata?

Un bravuomo, puntualizz?.

Bene, potete fare quello che volete, ma come vi ho detto, la chiesa non fa per me.

Non dovete scusarvi, ci siamo sentiti tutti feriti o traditi quando i piani non vanno come ci aspettiamo.

S?, effettivamente, non sapete nulla.

Chi ? stato? chiesi con trepidazione.

Cio??

Di chi sentite dolore per la sua perdita?

Non so se sia dolore, a volte penso che sia rabbia o impotenza, disse luomo, stringendo forte il volante.

Ma Dio non ? da biasimare per questo, lascia semplicemente fare alle sue creature, non sceglie il momento.

Non va bene per me, ho pregato tantissimo, gli ho persino chiesto di prendermi e lasciare il mio amore con me. Non ci diede neanche il tempo di sposarci, sebbene lo volessi.

Perch non lavete fatto?

Ella entr? in coma, dopo un aumento della pressione, era diabetica e nessuno ce lo aveva detto. Era una giornata calda, ricordo ancora oggi che laria sembrava incandescente. Avevamo le finestre della casa aperte, stavamo aspettando la visita dei suoi genitori, ai quali volevo chiedere la sua mano.

Ella volle venire prima per preparare tutto per fare una buona impressione su di loro. And? a fare la spesa e quel giorno lascensore non funzionava, quindi dovette salire i piani a piedi.

Arrivata a casa, lasci? le cose in cucina, mi baci? e mi disse che avrebbe preso un momento, che aveva bisogno di riposare.

Rimasi a preparare delle tartine e a mettere la spesa in frigorifero, e quando finii, preparai la tavola per il pranzo, e nel soggiorno che era abbastanza piccolo per guardare la TV, dove i miei suoceri si sedevano, misi dei vassoi con degli snack.

Era tutto pronto, e mi sorprese che mia moglie non fosse tornata, perch ? cos? che la consideravo anche se non avevamo formalizzato il rapporto. Andai in camera da letto e vidi che dormiva tranquillamente, usc? e la lasciai ancora un po, fino a quando i suoi genitori non citofonarono.

Gli aprii,e sapendo che ci sarebbe voluto molto tempo per salire perch lascensore non funzionava, colsi loccasione per chiamarla, per prepararla, ma lei non reag?.

Dai tesoro, che devi alzarti, che arriveranno da un momento allaltro dissi, mettendole fretta.

Ma sembrava che dormisse profondamente, cos? mi avvicinai a lei e con un bacio provai a svegliarla, ma non si mosse, quindi la scossi dolcemente, nulla da fare. Ci? che mi preoccupava di pi? era il suo respiro che non cambiava, sembrava molto flebile.

Mi allarmai e iniziai a scuoterla pi? forte, spaventato telefonai a unambulanza, e successivamente il medico mi disse che era in coma.

Non capivo come fosse successo, le dissi che era una ragazza in buona salute, che faceva attivit? fisica di tanto in tanto e che mangiava di tutto.

Questo non ? il problema, ? che il suo corpo non funzionava bene e non ha mai ricevuto delle cure, disse il medico.

Ma non sapevamo nulla, almeno non me laveva mai detto.

Accade molto frequentemente, i disturbi delle malattie sono talvolta mascherati, adattando il ritmo della vita alle possibilit? di ciascuno, e quindi senza forzare sembra che tutto vada bene.

Quindi, stava gi? male da molto tempo?

Non posso dirlo con certezza, ma penso di s?.

E perch ? successo? Chiesi insistendo.

Sapete se stamattina ha fatto colazione?

Chiese ai suoi genitori che mi avevano accompagnato e che, come me, erano spaventati a morte, e mi dissero che quella mattina non avevo assaggiato nulla, nemmeno a mezzogiorno, dicendo di non aver fame per il nervosismo. Il dottore prima che avessi il tempo di chiederglielo mi disse.

Questa pu? essere una causa.

E lascensore? Disse suo padre.

Quale ascensore? Chiese il dottore.

Oggi non funzionava, viviamo allottavo piano e lei ? dovuta salire a piedi con la spesa.

Il dottore abbass? la testa e disse,

Non mi sorprenderei se quello che ? successo fosse la combinazione di questi due o pi? fattori.

E adesso? Domandai.

Ora bisogna aspettare, le abbiamo dato le cure, con un po di fortuna il suo corpo si riprender?.

Nessun effetto collaterale? Chiese il padre.

Questo non possiamo ancora saperlo ? molto presto, dobbiamo ancora fare degli esami e vi informeremo dei risultati.

And? cos?, in quel momento mi sentii molto in colpa per non averle dedicato tutta la mia attenzione quando arriv? carica con la spesa, se le avessi dato un bicchiere dacqua, ora starebbe bene o sarebbe bastato semplicemente cambiare il giorno dellappuntamento con un altro dove lascensore non era rotto, sarebbe stato meglio. E riguardo al cibo, perch non aveva mangiato.

Ne avevamo gi? parlato, e i suoi genitori erano daccordo, era solo una formalit? incontrarci e mangiare dei pasticcini, e poi, perch non aveva mangiato, non mi disse di essere nervosa, e di non sentirsi bene quando arriv??

Ci pensai molte volte, ma soprattutto allidea di volerla sposare ad ogni costo. Sapevo che non era il momento migliore per parlare con i suoi genitori dellargomento, ma pensavo che potesse aiutarla a riprendersi.

Avevo sentito parlare di persone che erano uscite dal coma, dopo aver ascoltato la canzone del loro cantante preferito, o quando una persona cara parlava con loro, forse, se ci fossimo sposati, e avesse sentito le parole del prete, avrebbe reagito, anche solo per dire:S?, lo voglio.

Lidea sembrava assurda, ma non riuscivo a togliermela dalla testa. Mi avvicinai a suo padre e gli dissi quanto fosse emozionata per il nostro fidanzamento e che le sarebbe piaciuto sposarsi presto.

Luomo cominci? a piangere non appena laccennai, quindi preferii non dire nulla. Chiesi a uninfermiera, dovera una cappella. Ci andai e mi sedetti, era una piccola stanza, dove cerano alcune panchine per pregare.

E cos? feci, e pregai per lei, e offrii la mia vita in cambio e tutto ci? che avevo o potevo fare. Quando mi tranquillizzai e approfittando del momento in cui il prete entrava, gli raccontai la situazione e quello che avevo pensato e questi mi disse,

Figlio, non sar? possibile, mentre ? in quello stato, non ? arbitro della sua volont?, quindi non posso sposarti.

Ma e se ci? la salvasse?

Se non d? il suo consenso, non c? validit? davanti a Dio. Detto questo prese una cosa e usc? dal luogo.

Ero un po arrabbiato con il sacerdote per avermi negato ci? che pi? desideravo, e nella mia preghiera chiesi di nuovo la stessa cosa, aggiungendo che mi permettesse di sposare la persona amata, ma non ricevetti alcuna risposta.

Dopo un attimo mi alzai e andai nella sala dattesa dove avevo lasciato i suoi genitori, ma loro non cerano, il che mi sorprese, e chiesi a un uomo l? e lui mi disse che un medico li aveva chiamati in fretta e furia.

Entrai, ma uninfermiera mi chiese,

Dove sta andando?

Non lo so, mi hanno detto che ? successo qualcosa a mia moglie, perch hanno chiamato con urgenza i miei suoceri.

Deve essere la donna che era in coma.

S? ? lei quando lo sentii il mio cuore sussult?, perch capii che era uscita dal coma dove posso trovarla?

Dovr? prima parlare con il suo dottore, segua il corridoio dritto la prima porta a sinistra.

Cos? feci, e prima di arrivare l? vidi i suoi genitori abbracciarsi e piangere, mi avvicinai a loro e volevo domandargli, ma fecero il gesto di non avvicinarmi, cos? li rispettai. Non capivo cosa stesse succedendo se linfermiera mi aveva detto che si era ripresa. Perch si comportavano cos??

Entrai nella stanza e vidi il medico compilare un modulo ai piedi del letto e un lenzuolo bianco che copriva mia moglie dalla testa ai piedi.

Che cosa ? successo? Riuscii a dire attonito.

Non ce lha fatta, il suo cervello doveva essere troppo danneggiato.

Ma mi avevate detto che era una questione di tempo.

S?, cos? credevo, ma gli avevo anche comunicato che non avevo tutti i dati, che cerano ancora altri esami da fare.

Mi avvicinai a lui, gli afferrai con forza il camice e con rabbia gli dissi,

Deve fare qualcosa, non se ne stia tranquillo, deve salvarla.

? inutile signore, lasciatemi, ho fatto quello che potevo.

Abbassai la testa e mi lasciai cadere sul pavimento piangendo la perdita, e sentii il dottore dire,

Mi dispiace, detto questo lasci? la stanza e rimasi da solo.

Non osavo guardare quel letto, preferivo pensare che lavessero spostata in unaltra stanza, che lavevano presa per fare alcuni esami e che poi sarebbe ritornata. Non osavo credere che dopo tutti i piani che avevamo per il futuro, non ne avremmo fatto alcuno, nemmeno il primo, quello che avevamo sognato tante volte, sposarci.

Pensando a questo mi alzai, presi un anello dalla tasca dei pantaloni, con il quale le avrei chiesto di fronte ai suoi genitori di sposarmi e mettendo la mia mano sotto il lenzuolo riuscii a tirare fuori la sua.




.


.

, (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=51834650) .

Visa, MasterCard, Maestro, , , , PayPal, WebMoney, ., QIWI , .


Contatto Per La Felicità Serna Moisés De La Juan
Contatto Per La Felicità

Serna Moisés De La Juan

Тип: электронная книга

Жанр: Семейная психология

Язык: на итальянском языке

Издательство: TEKTIME S.R.L.S. UNIPERSONALE

Дата публикации: 16.04.2024

Отзывы: Пока нет Добавить отзыв

О книге: La felicità per alcuni è uno stato, per altri è la via, ma quando arriva l′amore, ogni sofferenza viene dimenticata. Un romanzo intimo di persone sconosciute l′una all′altra, con sentimenti contrastanti che convergono su un unico punto, l′AMORE.

  • Добавить отзыв