Cuori Maledetti
Amy Blankenship
I fratelli guardiani sono immortali molto possessivi quando si tratta di proteggere Kyoko da Hyakuhei, dai demoni, persino da se stessa. Ma quando la cosa si spinge oltre? Se i fratelli sapessero che devono uccidersi a vicenda solo per starle vicino, lo farebbero? Se lei gli permettesse di amarla,s'immolerebbero senza nemmeno pensarci. La loro morte basterà a tenere Kyoko lontano dal signore dei demoni, Hyakuhei, che l'ama da sempre? A volte anche il sangue non è sufficiente, se Kyoko non gioca secondo le regole dei loro cuori maledetti.
Cuori Maledetti
Serie Il Cuore di Cristallo Protettore Libro 8
Amy Blankenship
Traduzione Italiana di Patrizia Barrera
Copyright © 2010 Amy Blankenship
Edizione Inglese a cura di Amy Blankenship
Seconda Edizione a cura di TekTime
Tutti i diritti riservati
Capitolo 1 “Sacrificio”
I fratelli guardiani si riunirono intorno ai resti della statua della fanciulla. Anche feriti e insanguinati, erano comunque uno spettacolo da vedere. Ali traslucide si aprivano dietro di loro come gli angeli della leggenda, ma le armi mortali che avevano appena usato per respingere la pioggia di demoni raccontavano della loro vera natura. I guardiani erano più pericolosi e letali di quanto i demoni avrebbero mai potuto sperare di essere.
Erano i protettori del Cuore del Tempo ... il portale che è il collegamento tra il mondo dei demoni e di tutte le dimensioni umane. Il tempo e lo spazio separano i mondi in modo che nessuno può attraversarli senza l'uso del portale sacro. I guardiani non si erano mai aspettati di rivolgere il loro potere contro ciò che erano nati per proteggere.
I venti del cambiamento erano iniziati tre anni prima, quando la statua della fanciulla aveva improvvisamente iniziato a brillare, rivelando il fatto che la sacerdotessa umana era rinata dall'altra parte del Cuore del Tempo. Hyakuhei, un tempo il più potente dei guardiani e ora signore dei demoni, aveva attaccato, mandando in delirio i suoi servi demoniaci mentre cercavano di raggiungere il portale ... per raggiungere la sacerdotessa dall'altra parte.
I guardiani non sapevano perché Hyakuhei avesse attaccato con una furia così appassionata, ma le ragioni oscure di quel mostro non avevano importanza ... comunque sia, loro non potevano permetterlo. La loro guerra intensa aveva infuriato per tre lunghi anni, senza mai fermarsi, indebolendo entrambe le fazioni ... fino a quel giorno. Hyakuhei aveva liberato i demoni più astuti, legandoli insieme ai più deboli per ottenere la sua vendetta.
Inviando l'esercito del male al completo ad attaccare i guardiani, Hyakuhei aveva aperto le sue ali nere ed oscure, invocando il potere supremo per destabilizzare la barriera e fuggire nel regno umano. Era successo così in fretta che i guardiani non sapevano nemmeno quanti demoni fossero scivolati attraverso la barriera con lui, e l'unico modo per impedire il disastro totale era distruggere Il Cuore del Tempo.
Adesso i guardiani erano a un bivio. Hyakuhei e i demoni sarebbero stati liberi di inseguire la sacerdotessa nel regno umano, perché con il portale temporale distrutto ... i guardiani non avrebbero potuto raggiungerla.
"Non avremmo dovuto farlo!" ringhiò Toya, fissando il mucchio di macerie che sorgevano lì dove si era inginocchiato. La perdita di sangue aveva indebolito la sua energia, ma non la sua rabbia. Aveva inviato tutto il potere che poteva attraverso il portale del tempo, un istante dopo che Hyakuhei vi si era infilato dentro. Sperava almeno di essere riuscito a ferire il signore dei demoni. "Hyakuhei le darà la caccia!"
"È solo una bambina. Tre anni e assolutamente indifesa nei suoi confronti. " La tristezza nella voce di Kamui era densa mentre i suoi occhi brillavano di lacrime. Aveva cercato di cancellare i segni della lotta, ma gli era rimasta una macchia di sangue sulla guancia. "E se i demoni la trovassero prima di lui?"
"Non avrà alcuna possibilità contro di loro." Kotaro chiuse gli occhi azzurro ghiaccio in segno di sconfitta. "Non ha nessuno che possa proteggerla dai demoni ... o da Hyakuhei."
Le ali di ametista di Shinbe svanirono, mentre si copriva lo squarcio sulle costole con il braccio. Sarebbe guarito, ma non sarebbe servito a niente. "Potremmo aver impedito al resto dei demoni di entrare nel suo mondo ... ma in verità, perderemo tutto se lui la reclama."
Kyou era l'unico ancora in piedi alla sua piena altezza, ma solo perché aveva scelto di ignorare le proprie ferite per affrontare prima il difficile problema. "Non è finita." La sua voce era priva dell'angoscia che affliggeva i suoi fratelli.
"Ma che dici?" sibilò Toya, barcollando per mettersi in piedi. "Il portale del tempo è distrutto. Non possiamo salvarla." Le sue ali d'argento svanirono in un turbinio di piume, lasciando spazio alla sua rabbia.
"C'è un modo ... ma il prezzo è alto." li informò Kyou.
"Non c'è prezzo troppo alto, per lei." Esclamò Kamui, che era esattamente ciò che stavano pensando gli altri. Le sue mani erano ora chiuse a pugno lungo i fianchi e gli occhi brillavano di determinazione.
I lunghi capelli d'argento di Kyou svolazzavano nella brezza, mentre fissava i suoi occhi dorati in quelli di Kamui. "Moriresti per lei?"
"Se questo potesse salvare lei e il suo mondo, sì." fu la risposta immediata di Kamui, mentre faceva un passo avanti. "In questo caso, si tratterebbe solo di un piccolo sacrificio."
"Dicci cosa dobbiamo fare! - esclamò Toya - Le nostre vite appartengono già a lei ... Se è necessario versare il nostro sangue, siamo pronti!”
Kyou posò lo sguardo sui guardiani, per assicurarsi che fossero tutti d’accordo. “Se moriamo in questo regno, allora appariremo nel suo ... ma c'è un prezzo per un simile atto. I nostri poteri di guardiani saranno dimezzati, e le nostre ali sono il prezzo del pagamento, perché dovremo sacrificarle per il potere che ci farà attraversare il tempo e lo spazio ".
"Staremo ancora insieme?" Shinbe ebbe l'accortezza di chiedere.
“Siamo fratelli e questo non cambierà mai. Non rinasceremo… ma scivoleremo attraverso il velo del tempo così come siamo. Ai mortali appariremo come giovani tra i diciassette e i diciannove anni, ma saremo immortali e non invecchieremo mai. La forza della discesa ci renderà esteriormente simili a loro, come se fossimo sempre vissuti in quella dimensione… vicino a lei. La sacerdotessa è innocente nel regno degli umani ... non avrà potere fino a quando non avrà raggiunto la maggiore età."
Shinbe rafforzò la presa sul suo bastone mentre guardava il sanguinoso campo di battaglia che li circondava. "Siamo stati attaccati da potenti demoni molte volte, eppure siamo ancora vivi. Come fa un guardiano a farsi uccidere? "
Kyiou sorrise malignamente. "Ci vuole un guardiano per uccidere un altro guardiano."
"Se proprio dobbiamo farlo, allora che sia in una battaglia tra noi!” esclamò con forza Kotaro, cercando di respingere l'orrore di uccidere il proprio fratello.
Shinbe annuì, comprendendo a cosa si riferiva Kotaro. "Ci siamo sempre domandati chi di noi sia il più forte".
Gli occhi scintillanti di Kamui diventarono neri e il colore dell'ebano si diffuse rapidamente sulle sue ali, come se stesse divorando la polvere di stelle che vi brillava sopra in macchie multicolori. Nell'istante in cui Kamui prese possesso del potere, iniziò tra i fratelli una guerra all’'ultimo sangue.
La tragedia si consumò in pochi istanti, e Toya fu l'ultimo a rimanere in piedi. Cadde in ginocchio per il dolore di ciò che aveva appena fatto, e di ciò che doveva ancora fare. Nessuno aveva pensato all’ ultimo vero sacrificio.
"Per stare con te…" sussurrò dentro di sé. Afferrando saldamente i suoi pugnali gemelli, li affondò nel proprio cuore. L'ultimo dei suoi poteri attivò i sacri pugnali, mentre ghiaccio trasudava rapidamente dal suo cuore ... seguito dalle fiamme.
Capitolo 2 “Una voce dal passato”
15 anni dopo…
Kyoko si fermò davanti alla porta dell'ufficio, senza decidersi a entrare. Aveva vissuto in un collegio femminile da che era piccolissima, ed essere convocati nell'ufficio della signora Merda non era mai stata un buon segno. Aveva un cognome che ben le si addiceva.
"Venga avanti, signorina, Hogo." Anche dall’altra parte del muro la voce della donna risultava aspra e inflessibile, del tipo che fondamentalmente dava sui nervi alle persone.
Kyoko sussultò, chiedendosi come diavolo facesse la vecchia strega a sapere che lei era lì. Si prese un secondo per guardarsi intorno, cercando la telecamera nascosta che non era mai riuscita a individuare, poi scrollò le spalle e aprì la porta.
Vedendo che la direttrice non era sola in ufficio, Kyoko si mise a dondolare sulle gambe, chiedendosi cosa avesse fatto questa volta per mettersi nei guai. Dato che la scuola era nel bel mezzo del nulla e non era ammessa la presenza di maschi, difficilmente ne vedeva uno e l’uomo che era in compagnia della preside la rendeva molto nervosa.
"Si accomodi, signorina Hogo; abbiamo molto di cui discutere." disse la signora Merda, con tutta l'alterigia di cui era capace. Anche lei sembrava un po’ frastornata dalla presenza dell’uomo che aveva davanti. "Questo è il signor Sennin, un avvocato che ha gestito la proprietà della sua famiglia da quando lei è entrata in questo collegio. E’ venuto qui per informarci che il suo compito è finito e che, avendo lei raggiunto la maggiore età, adesso è libera di disporre dei suoi beni come meglio desidera, dalla mezzanotte di stasera."
Kyoko sbatté le palpebre più volte, confusa. La sua famiglia… cosa? Le era sempre stato detto che era cresciuta in istituto e quindi aveva pensato di essere orfana. Domani avrebbe compiuto diciotto anni, ma… Kyoko si scosse dai suoi pensieri quando la signora Merda si alzò improvvisamente e si diresse verso la porta dell'ufficio.
La schiena della vecchia era rigida come un'asse e i suoi talloni ticchettavano rumorosamente sul pavimento di legno dell'ufficio. La guardò da dietro le spesse lenti che le scivolano continuamente dal naso. "Lascerò che sia il signor Sennin a spiegarle tutto." La porta si chiuse con un fragoroso boato, lasciando Kyoko e l'uomo da soli nell'ufficio.
"Posso chiamarti Kyoko?" chiese cortesemente il signor Sennin. Personalmente, era contento che la vecchia arpia li avesse lasciati soli.
La sua voce era vecchia e ruvida, ma morbida e dolce allo stesso tempo, stimolando finalmente la ragazza ad alzare i suoi occhi color smeraldo su di lui. L’uomo indossava un classico abito da avvocato, ma il suo sorriso sembrava quello di un nonno, perché gli arrivava fino ai suoi scintillanti occhi grigi. Annuì, avendo bisogno di un momento per trovare la sua voce.
"Conosce la mia famiglia?" Kyoko gli fece l'unica domanda che avrebbe voluto fare da sempre.
“Li conoscevo molto bene. Tuo nonno era il mio migliore amico." Sospirò mentre prendeva la sedia della signora Merda e la trascinava intorno alla scrivania per posizionarla accanto a quella di Kyoko. “Tuo nonno ti ha portato da me quando avevi solo tre anni con istruzioni molto esplicite e un testamento. È stato ucciso in uno strano incidente solo un paio d'ore dopo aver lasciato il mio studio legale."
Il vecchio fece un respiro profondo, come se il ricordo lo ferisse ancora profondamente, poi iniziò a spiegare. “Tuo nonno è venuto da me in via confidenziale. Mi ha detto che tutti nella tua famiglia erano in pericolo. I tuoi genitori erano appena morti in circostanze strane e lui temeva per la tua vita ... aveva paura che tu fossi la prossima vittima, suppongo. "
Si agitava come se stesse lottando con se stesso per spiegare. "Vedi ... tua madre e tuo padre sono stati trovati nel soggiorno della tua famiglia, apparentemente sbranati da una specie di animale." I suoi occhi si incupirono al ricordo. "Ma non è mai stata trovata alcuna prova che delle belve fossero penetrate in casa."
Il signor Sennin si accigliò. "Quando è arrivata la polizia, hanno cercato tuo fratello minore Tama, ma era scomparso senza lasciare traccia. Tu, per fortuna, ti trovavi con tuo nonno alla fiera della contea mentre i tuoi genitori venivano uccisi. Ma quando gli investigatori hanno perquisito la casa, hanno visto che era stata la tua stanza a subire i danni peggiori. È stato allora che tuo nonno ti ha portato nel mio ufficio. "
"Sono morti?" Kyoko si sentiva stravolta…folgorata come un animale abbagliato dai fari della macchina. Scoprire in un attimo di avere avuto una famiglia e di averla persa era stato…tremendo. “Nessuno mi ha mai raccontato nulla. Hanno sempre detto che ero una specie di mascotte della scuola. Non mi hanno mai nemmeno permesso di lasciare il campus." Sbatté le palpebre, chiedendosi se davvero volesse saperne di più.
Il signor Sennin annuì: "Le mie istruzioni erano di mandarti in un collegio il più lontano possibile dalla tua casa di famiglia, e di non avere alcun tipo di rapporto con te fino alla tua maggiore età. Ho sempre pagato le tasse scolastiche tramite un conto offshore, in modo da non lasciare traccia.”
Si guardò intorno, nella stanza, provando rammarico per il suo isolamento. “L'unico motivo per cui ho scelto questo posto era perché il terreno qui è sacro ... benedetto dai monaci che vivono nel monastero proprio sulla montagna. I loro antenati e le loro tradizioni sono le più antiche del mondo ... e le più potenti. Ho anche chiesto all’istituto che non ti permettessero mai di uscire dal cortile della scuola. Vedi, tuo nonno era convinto che se non fossi stata nascosta da qualche parte ... i demoni ti avrebbero trovato. "
Kyoko sussultò sorpresa. "Demoni?" Quello era il suo segreto, e non l'aveva mai detto a nessuno! Le sue compagne di stanza le chiedevano sempre dei suoi incubi, quando si svegliava urlando, ma lei diceva semplicemente che non ricordava i sogni. Abbassò gli occhi, non volendo che lui si accorgesse di quanto aveva paura.
Il vecchio si schiarì la gola, chiedendosi se non avesse detto troppo, e si voltò rapidamente verso i suoi documenti come se volesse riordinarli di nuovo. "Mettiamola così: mi fidavo di tuo nonno tanto quanto lui si fidava di me."
Kyoko cercò di scrollarsi dalla mente le visioni che le stavano balenando agli occhi. Il ritratto mentale della famiglia che aveva nascosto segretamente nel suo cuore era ora coperto di sangue. Sbattè le palpebre a lungo, fino a quando non riuscì di nuovo a mettere a fuoco l’immagine dell’uomo gentile che le aveva svelato la verità senza falsi preamboli. "Cosa succede a mezzanotte di stasera? La signora Merda ha detto ... "
"La signora...Merda!” rise il signor Sennin, poi si schiarì la gola. "Devi ammettere che questo nome le sta proprio bene." Le sorrise, poi appoggiò davanti a Kyoko la valigetta coi documenti. "Da stanotte, sarai proprietaria di una bella casa grande e di un’ingente somma di denaro. Puoi restare qui quanto vuoi, oppure puoi tornare nella casa in cui sei nata e finire da privatista l'ultimo anno di liceo. "
Le labbra di Kyoko si schiusero in un sorriso, e i suoi occhi color smeraldo divennero ancora più grandi per lo stupore. "Ho una casa?"
Il vecchio apparve leggermente imbarazzato, quando rispose: “Sì. È ai margini della città e tutta la terra a perdita d'occhio alle sue spalle è tua. C’è anche una piscina interrata e riscaldata all'interno dei giardini fioriti dietro la casa, che non è visibile dalla strada. Avrai tutta la privacy che vuoi."
Vedendola mordersi il labbro inferiore, cercò di alleviare le sue paure. “La casa non è in mezzo al nulla come questo posto. C'è una casa enorme direttamente dall'altra parte della strada, e ci sono sempre molte macchine che vanno e vengono. Lo so perché io e mia moglie siamo andati a casa tua una volta al mese per pulirla, negli ultimi quindici anni. Di recente l'abbiamo persino rifornita di viveri, nel caso decidessi di tornare a viverci.”
Un lento sorriso si diffuse sulle labbra di Kyoko, mentre pensava all’unica cosa che aveva sempre desiderato: una casa tutta sua! All'interno della cartella c'era la foto di una grande villa con un giardino fiorito ben curato e un lungo vialetto. Casa ... aveva una casa, un luogo in cui una volta la sua famiglia aveva vissuto ed era stata felice.
Guardando di nuovo il signor Sennin, sorrise con gioia e gli disse: "Quando partiamo?"
*****
Kyoko era in piedi sul prato davanti la casa dove il signor Sennin le aveva detto che una volta ci viveva la sua famiglia. La casa era a due piani, di un bianco candido, con enormi colonne che sostenevano il tetto del portico anteriore che attraversava tutta la facciata della casa. Era rimasta lì per quasi dieci minuti a guardare tutto, ma il sole stava tramontando rapidamente e alla fine fu costretta a concentrare la sua attenzione sulla porta d'ingresso.
Era stata così nervosa, quando aveva lasciato il collegio in cui era cresciuta e ad era salita su un aereo per solcare l'oceano, ma ora che era a casa una tranquilla serenità l'aveva assalita. Il signor Sennin era stato di grande aiuto, spedendole i bagagli prima che lei partisse e facendoli consegnare a casa da sua moglie. Aveva persino fatto mandare i suoi documenti scolastici al liceo in città, in modo che l’indomani l’unica cosa che avrebbe dovuto fare era presentarsi a lezione.
Vedendo dei fari che si riflettevano sui vetri delle finestre della sua casa, Kyoko guardò la villa dall’altra parte della strada a due corsie. La villa aveva all'incirca le stesse dimensioni della sua, ma era molto diversa. Tutte le luci dell'altra casa erano accese e con così tante macchine nel vialetto ... sembrava piena di vita. Entrambe erano situate vicino alla strada con nient'altro che terra intorno a loro a perdita d'occhio. Era come se fossero gli unici segni umani tra tutte quelle foreste e quelle montagne.
I fari in questione appartenevano ad una grande jeep che aveva parcheggiato con fracasso quasi sulla soglia dell'altra casa. Sentì il motore vibrare, prima di vedere la portiera della jeep che si apriva. Quando tornò con lo sguardo a casa sua, si rese conto di quanto fosse davvero sola e abbandonata.
Sentendo sbattere la portiera della jeep, salì i gradini che davano sulla sua porta, aprì con la chiave e richiuse l’uscio dietro di sé con furia, prima ancora di accendere la luce. Per qualche ragione, non era pronta a conoscere i suoi rumorosi vicini e la loro famiglia felice. Premendo l'interruttore della luce, Kyoko fece un grande sospiro di sollievo.
*****
Toya spinse la jeep nel parco e uscì per dare un’occhiata alla casa dall'altra parte della strada. Poteva giurare di aver appena visto qualcuno in piedi nel cortile anteriore. Un sopracciglio scuro si sollevò sotto la frangia, quando una luce si accese nella stanza di fronte a lui. Si appoggiò alla jeep chiedendosi chi ci fosse in casa Hogo.
"Hai preso la pizza?"
Toya quasi fece un balzo, quando Kamui parlò da meno di trenta centimetri alle sue spalle. “Dannazione Kamui! Un giorno o l’altro ti mozzerò la testa, così perderai il vizio di arrivarmi alle spalle di sorpresa!”
Kamui sorrise: "Uccidermi una volta non ti è bastato?" I suoi occhi color polvere di stelle si illuminarono, vedendo le scatole della pizza sparse sul sedile posteriore. Conoscendo come guidava Toya, era un miracolo che fossero arrivate integre. Afferrò i cartoni e si avviò verso la casa, solo per rendersi conto che Toya non si era ancora mosso.
Seguendo il suo sguardo, fissò la casa dall'altra parte della strada, ma non vide nessuna macchina nel vialetto. Scorse a malapena una debole luce al piano di sotto. “La vecchia signora ha fatto tardi con le pulizie, oggi! O forse si è dimenticata di spegnere la luce. " Kamui si strinse nelle spalle. "Vieni?"
"Cosa sei, la mia babysitter?" lo ammonì Toya, senza nemmeno guardarlo.
"No, ma io sono il guru della pizza e ti avverto che se non ti sbrighi, non ne troverai." Kamui se ne andò ridendo, quando sentì il ringhio di Toya.
Toya attese di essere solo nel vialetto, prima di avviarsi verso la tenuta di Hogo. Era stato in casa molte volte negli ultimi quindici anni, alla ricerca di indizi su dove fosse scomparsa la sacerdotessa. Quando erano entrati per la prima volta nel regno umano e avevano trovato la casa, i guardiani pensavano che fosse troppo tardi. Capirono subito che fortunatamente la sacerdotessa non era stata uccisa. Potevano ancora sentire la sua forza vitale all'interno di questo regno, e anche i demoni la stavano ancora cercando.
Il primo ricordo che Toya ebbe di questa casa, furono le ambulanze e le auto della polizia ovunque. La madre e il padre erano morti, i bambini e il nonno erano scomparsi. Senza rivelarsi agli umani, i guardiani avevano atteso e controllato. Non appena la casa fu vuota, vi entrarono ... annusando il cattivo odore che i demoni avevano lasciato dietro di sé.
Un paio di giorni dopo, il corpo del nonno era stato ritrovato con il collo spezzato. L'ufficio del medico legale stabilì che si era trattato di un incidente, ma i fratelli sapevano che non era così. Il vecchio stringeva una pergamena che Shinbe aveva rimosso dalla scena prima di chiamare il 118. Shinbe aveva poi decifrato la pergamena. Il vecchio era tornato di soppiatto nella proprietà e aveva cercato di benedire la casa e il terreno per tenere lontani i demoni, ma era stato interrotto dai demoni stessi e ucciso.
I demoni non si erano mai allontanati da quel luogo, e nel corso degli anni la casa era stata dimenticata e il caso archiviato. Ma tutta la città intorno sembrò infestata dai fantasmi. I federali avevano persino inviato molte volte i loro investigatori paranormali e perfino gli ufologi, per verificare di che tipo fosse l’infestazione, ma non avevano trovato nulla. Toya e i suoi fratelli arrivavano sempre prima di loro e cancellavano ogni traccia dell’attività diabolica..
Per quindici anni i guardiani avevano vissuto nella casa di fronte, e si erano mescolati al resto della gente come meglio potevano. Kamui era diventato persino un fanatico del computer per impedire al governo di segnalarli in rosso. Nessuno si era mai chiesto come facessero cinque giovani scapestrati ad avere una scorta infinita di denaro e una casa enorme ai margini della città.
Toya rimase nell'ombra, mentre girava sul retro della casa. Guardando la piscina, notò che era stata riaperta di recente. Il suo sguardo si restrinse sull'acqua cristallina e vide una specie di ombra rossa scivolarvi attraverso, come se cercasse di afferrarlo. Stringendo gli occhi dorati, fece un passo indietro.
La visione raccapricciante scomparve mentre lui rimaneva a guardare il vapore che si alzava dall'acqua che ribolliva, e cercava di scrollarsi di dosso la sensazione di essere appena entrato nella sua tomba.
Eliminò mentalmente la possibilità che qualcuno potesse aver venduto la casa. Se mai fosse stata messa in vendita, i guardiani l’avrebbero saputo per primi e l’ avrebbero acquistata. Se fosse stato uno straniero a comprarla, i demoni lo avrebbero presto tolto di mezzo…o l’avrebbero tormentato con le loro apparizioni. Era giunto il momento di vederci chiaro.
Toya fece scorrere la mano sulla serratura della porta di vetro scorrevole fino a che udì un leggero clic. Scivolò in casa e richiuse la porta dietro di sé, rimanendo in silenzio ad ascoltare. La casa inizialmente era così silenziosa che pensava di essersi sbagliato, ma poi sentì una voce dolce provenire dal soggiorno. Seguendo il suono, si fermò vicino alla porta in ombra.
C'era una ragazza in piedi davanti al caminetto spento, che guardava il muro sopra la sua testa. Toya alzò lo sguardo vedendo l'enorme ritratto di famiglia che era sempre stato lì. Ritraeva un uomo con i capelli d'argento, quasi come quelli di Kyou. Ma i capelli di quest'uomo erano più corti, gli arrivavano solo alle spalle. Il suo viso sembrava molto giovane, ma c'era uno sguardo nei suoi occhi che racchiudeva una saggezza superiore a quella di un semplice umano.
Il muscolo nella mascella di Toya si contrasse, sapendo che l'uomo era mortale ... un umano troppo potente. Quell'uomo una volta era stato considerato un mago ... ma non in questa vita. Ora li chiamavano semplicemente scienziati e fisici. I campi di torsione e le profondità degli spazi non erano stati concepiti per essere manipolati dagli umani. Il suo aspetto non era cambiato, non importa quante volte lui e la sua famiglia fossero rinati in questo mondo.
Lo sguardo di Toya si spostò sulla bellissima donna dai capelli ramati rannicchiata accanto a lui. Teneva in braccio un bambino, mentre il padre aveva una bambina con i capelli ramati seduta in grembo. I bambini potevano avere un anno di differenza. Toya era venuto qui così tante volte ... per guardare quella foto. Era sicuro che anche gli altri guardiani lo facessero.
Gli occhi della bambina scintillavano come smeraldi anche nel colore tenue della foto. Aveva gli occhi di suo padre. Le sue labbra erano imbronciate, come se il fotografo le avesse appena detto di stare ferma, e un bel rossore le colorava le guance.
"Sono a casa, mamma ... papà." Kyoko allungò la mano e toccò l'elegante legno che incorniciava il quadro. Il suo sguardò indugiò sul fratellino, mentre cercava di ricordare il suo viso. "Tama." mormorò.
Gli occhi di Tama erano del suo stesso colore, anche se nella foto i colori risultavano leggermente sbiaditi. Sorrideva come se avesse appena fatto qualcosa di meraviglioso ... e sembrava così pieno di vita. Il signor Sennin aveva detto che Tama era scomparso quando i suoi genitori erano stati uccisi. Poteva essere ancora là fuori da qualche parte?
“Vorrei che tu fossi qui con me, Tama. Sarebbe bello conoscere almeno una persona, quando andrò a scuola domani. "
Toya si dimenticò di respirare, e le sue ginocchia si fecero così deboli che dovette aggrapparsi alla maniglia della porta per non cadere. Fece un rapido passo indietro, più in profondità nell'ombra, mentre la ragazza girava lo sguardo intorno, nella stanza. Quando i suoi occhi color smeraldo rifletterono la luce ... il respiro che Toya aveva trattenuto uscì dalla sua bocca come se fosse stato colpito allo stomaco.
Aveva lunghi capelli ramati e in quel momento le sue labbra erano di nuovo imbronciate. Gli occhi dorati del guardiano scivolarono sulla sua uniforme scolastica, simile a quelle che aveva visto solo nei film delle scuole superiori cattoliche. La gonna era corta e gli ricordava l'uniforme di una cheerleader da cui spuntavano due lunghe gambe tornite. Aveva due bottoncini della camicetta aperti, e Toya pensò subito che, se l’avessero notato, le suore non avrebbero certo approvato.
L'aveva già vista prima ... dall'altra parte del cuore del tempo. La statua della fanciulla che teneva il portale del tempo nelle sue mani ... questa ragazza era la copia della statua di pietra, ma in carne e ossa. Aveva trovato la sacerdotessa ed era mozzafiato! Chiuse gli occhi al ricordo di quando l’aveva baciata in un altro mondo e un altro tempo... ma non era un ricordo da mantenere.
Kyoko si morse il labbro inferiore sentendosi spaventata ora che era là fuori nel mondo senza la signora Merda e tutte le sue regole. Forse perché per la prima volta cominciava a vivere. "Andiamo Kyoko!" si disse ad alta voce per rompere quel silenzio assordante, mentre prendeva la valigia. "Se domani vuoi essere pronta per la scuola, è meglio che tu vada a cercare una camera da letto e disfi i bagagli."
Toya rimase lì ancora qualche istante ... prima di ricominciare a respirare.
*****
Ai piedi delle colline, miglia dietro la casa di Hogo, si poteva sentire un tremito, mentre il profumo della sacerdotessa veniva trasportato attraverso la terra dal vento di ottobre. Occhi rosso sangue si spalancarono e si udirono gli artigli dei demoni che raschiavano contro i muri di pietra mentre la raggiungevano.
Infinite caverne e tunnel erano stati scavati molto tempo prima da quegli stessi artigli. Tunnel che erano stati lentamente modellati in elaborati corridoi illuminati dalla luce delle torce appese sui muri di pietra. Incisioni di vittorie demoniache decoravano quasi ogni superficie, mentre la roccia di quarzo naturale nel terreno aggiungeva una lucentezza scintillante all'ambiente altrimenti buio e tetro.
Le grandi caverne erano state trasformate in stanze separate contenenti camere da letto, bagni e persino quella che poteva sembrare una sala del trono, con una sedia scolpita nella roccia nera liscia. Altre pietre di quarzo erano intarsiate nelle pareti delle stanze, riflettendo la luce fioca delle torce e amplificandola. C’erano anche pietre semipreziose intarsiate nelle pareti, mentre lunghe tende di seta e broccato pendevano dai soffitti… attaccate con mezzi sconosciuti.
Era un castello costruito sottoterra per proteggere una cosa molto preziosa, ancora più preziosa delle pietre nelle mura.
Nelle viscere delle caverne, in una delle camere da letto, gli occhi verde smeraldo erano pieni di curiosità mentre lanciavano rapidamente un'occhiata al soffitto rivestito di seta, chiedendosi cosa avesse agitato i demoni. Sentendo l'aria immobile muoversi accanto al suo letto, lanciò uno sguardo per cercare l'uomo che lo aveva allevato da quando era un bambino e gli aveva dato tutto ciò che aveva sempre desiderato ... anche il potere di controllare i demoni.
“Hyakuhei, i guardiani ci hanno trovato?” chiese Tama, quasi aspettando con impazienza il combattimento. Essere un adolescente era già abbastanza difficile per un ragazzo normale ... e Tama non era neanche lontanamente normale.
Gli angoli delle labbra di Hyakuhei si incurvarono leggermente in un accenno di sorriso. Fece un bel sospiro per rilassarsi. "È il profumo della sacerdotessa che ha scosso i demoni stasera ... Credo che sia tornata a casa."
Gli occhi di Tama si illuminarono di oscura eccitazione. “Mia sorella è finalmente tornata da noi?” Aguzzò i suoi sensi verso l'esterno, cercando di sentirla mediante il potere che Hyakuhei gli aveva donato. Inalò profondamente, assaporando la dolcezza nell'aria, ma poté anche sentire il potere dei guardiani vicini.
Se avessero lasciato che Hyakuhei andasse in pace da sua sorella, niente di tutto questo sarebbe successo. Sono creature malvagie ... pensano di essere migliori dei demoni. È stata colpa del guardiano, se i demoni avevano dato la caccia alla sua famiglia quando erano venuti per la prima volta in questo mondo.
Al loro arrivo, i demoni erano arrivati come furie ... sfuggendo al controllo di Hyakuhei, che era stato ferito da Toya dopo aver distrutto il Cuore del Tempo. Quella ferita era costata al signore dei demoni il controllo sui demoni per un bel po' di tempo.
Hyakuhei era ancora all'interno del portale temporale quando era stato distrutto ... e per non morire si era trovato costretto a trasformarsi in un’ombra incorporea. Se i guardiani non l'avessero fatto, Hyakuhei avrebbe avuto ancora il controllo sui demoni. Né Tama ... né sua madre e suo padre sarebbero stati uccisi.
Hyakuhei lo aveva trovato sdraiato nella culla. I demoni non avevano dilaniato il suo corpo come avevano fatto con i suoi genitori, ma era morto lo stesso. Ricordando quanto la sacerdotessa avesse amato il suo fratellino in passato ... Hyakuhei usò il potere rimastogli per soffiare in lui un po' della sua forza vitale, facendo rivivere l'anima che non aveva ancora lasciato il corpo.
Per tutto questo tempo, lui e il suo salvatore si erano celati ai guardiani, nell’attesa che Kyoko tornasse. Negli ultimi anni, Hyakuhei aveva lentamente riacquistato parte della sua forza, ma l’aveva consumata tutta per incarnarsi in un essere umano. Non appena quella riserva di potere si fosse esaurita, sarebbe tornato a essere un'ombra. L'unico vantaggio di essere un'ombra era che poteva spiare i guardiani ... persino entrare nella loro stanza, senza essere visto.
Molte volte Tama, quando era ancora un bambino, aveva silenziosamente chiesto a Hyakuhei perché non avevano mandato i demoni ad attaccare i guardiani. Lui si era limitato a rispondere: "E’ inutile combattere, quando manca il motivo per farlo.” Dato che Hyakuhei aveva usato la sua forza vitale per riportarlo in vita, non solo potevano comunicare attraverso la telepatia, ma Tama poteva anche vedere le ombre dei ricordi di Hyakuhei dal suo punto di vista ... sentire i suoi sentimenti. Sapeva che Hyakuhei aveva ragione ad aspettare.
Tama si ricordò delle cose che Hyakuhei gli aveva raccontato riguardo sua sorella. Aneddoti sulla ragazza umana che aveva attraversato accidentalmente il portale del tempo così tanto tempo fa ... portando con sé un intero villaggio di umani nel regno dei demoni. Hyakuhei e suo fratello gemello Tadamichi avevano impedito ai demoni di uccidere Kyoko e gli umani che si erano improvvisamente ritrovati nel vasto regno dei demoni.
Mentre era sotto la loro protezione, Hyakuhei si era innamorato di lei e le aveva dato il potere di essere la sua sacerdotessa ... il potere di attraversare i mondi in modo che potesse tornare da lui. In preda ad una violenta crisi di gelosia, suo fratello gemello Tadamichi gliel’aveva sottratta e l'aveva spinta di nuovo nella sua dimensione, sigillando il portale tra i mondi. Era stato un atto maligno, dettato dalla gelosia nei confronti della sacerdotessa.
Il cuore di Hyakuhei si era spezzato. Si era quindi allontanato da suo fratello con rabbia e aveva rivendicato i demoni come suoi nuovi alleati. Diventando il loro maestro, la sua guerra con i guardiani aveva un solo scopo ... trovare una breccia nel cuore del tempo in modo da poter reclamare la sua sacerdotessa perduta. A causa del potere che le aveva dato, la sacerdotessa era ora immortale ... reincarnandosi più e più volte come la chiave del portale tra i mondi. Ma con il passare del tempo, aveva dimenticato il suo vero potere e il suo amore per Hyakuhei.
Gli occhi di Tama bruciavano di odio per Tadamichi e i guardiani. "Cosa le faranno?" chiese. Immaginò il ritratto che aveva visto nel soggiorno della sua famiglia quando ne era entrato e uscito di casa senza che i guardiani lo scorgessero. Quella bambina era adorabile, e lui moriva dalla voglia di riabbracciare sua sorella.
Hyakuhei zittì i demoni che aspettavano il suo comando, sapendo che per ora avrebbe dovuto usare cautela. Guardò il giovane che aveva allevato per farlo diventare l'oscuro principe dei demoni ... il fratellino di Kyoko. Quando aveva sfondato per la prima volta il portale del tempo, era venuto per Kyoko, voleva allevarla al suo fianco fino a quando non fosse diventata maggiorenne per poi prenderla come compagna. Ma il vecchio l'aveva nascosta lontano dai demoni che avevano attaccato la famiglia.
I suoi demoni più letali avevano già ucciso il ragazzo e i suoi genitori prima che potesse riprendere il controllo su di loro. Erano quegli stessi demoni che ora teneva imprigionati nel suo corpo, in modo da poterli dominare. Senza il suo controllo ferreo, i demoni avrebbero ucciso ogni essere umano che incontravano ... diffondendo la morte come una piaga.
Sapendo che Kyoko era ancora viva e che un giorno sarebbe tornata, aveva voluto prepararle un regalo ... il suo fratellino. Aveva infuso in Tama parte della sua forza vitale, oltre al potere di aiutarlo a controllare i demoni. Dal primo respiro del bambino in questo mondo, quando era rinato, erano entrati in contatto telepatico. E anche se il ragazzo non aveva mai detto una parola fino a quel giorno ... potevano parlarsi con la forza del pensiero. Da allora, Tama era rimasto al suo fianco volentieri ... proprio come una volta aveva fatto sua sorella.
"Adesso è maggiorenne ... la vorranno per loro!" La rabbia di Hyakuhei a questo pensiero era palpabile nella sua voce mentale. “Cercheranno di guadagnarsi la sua fiducia dicendole che la stanno proteggendo dai demoni. Una volta che farà amicizia con loro, cercheranno di rivendicare lei e il suo potere di controllare il portale del tempo. "
'Quindi è al sicuro per ora - rifletté Tama - Ma non possiamo lasciarla con loro. Non appartiene a questa dimensione." Le sue iridi color smeraldo si allargarono, poi si colorarono di nero. “Hai un piano?”
“Dovremo giocare d’astuzia. Non ho potuto portare molti demoni con me in questo mondo e i miei poteri sono fugaci. Quando i poteri di tua sorella saranno risvegliati dai guardiani e noi tre saremo finalmente insieme, io riavrò i miei poteri." Hyakuhei poteva sentire il ribollire dei demoni dentro di lui mentre facevano tremare le pareti della loro prigione, scossi dal desiderio di possedere la sacerdotessa. Se i demoni avessero potuto raggiungerla, l'avrebbero costretta ad aprire il portale del tempo per far entrare il resto dei demoni in quel regno.
Ringhiò, sapendo che non solo avrebbe dovuto essere più intelligente dei guardiani ... ma avrebbe dovuto anche superare in astuzia i demoni. Aveva scoperto che l'unico modo per vincere il male era essere molto più perfido e oscuro di lui.
“Una volta che tua sorella sarà al mio fianco, farò venire qui il mio esercito e i guardiani non saranno più un ostacolo. Per ora, si aspettano che i demoni vengano a prenderla, e saranno lì in attesa.” lo informò Hyakuhei.
"Mentre i guardiani sono impegnati, Kyoko verrà contattata dal fratello scomparso da tempo e lui la avvertirà dell'inganno dei guardiani. Ma dobbiamo prenderci il nostro tempo e stare attenti o la metteremo in allarme. Se pensano che lei li tradirà ... allora non risveglieranno il suo potere. Invece, la combatteranno."
La gelosia soffocava la voce di Tama mentre poteva percepire la cupidigia dei demoni intorno a loro. "Non possono combatterla."
"No." Hyakuhei sorrise, immaginando un piano ancora più malvagio. “Ma prima ... li faremo illudere che sono in grado di farlo."
Quando Tama si accigliò e lo guardò, Hyakuhei era già svanito. Usando la telepatia per comunicare, chiese: "Ti va di rivederla?" La sua voce era malinconica e piena di tristezza. Voleva vedere sua sorella, ma sapeva che doveva aspettare Hyakuhei per assicurarsi che fosse al sicuro.
"Shhh." Il sussurro di Hyakuhei era ossessivo, mentre recideva il legame tra lui e Tama. Un altro vantaggio dell'essere un'ombra era il teletrasporto. Si materializzò nel soggiorno di fronte al quadro che raffigurava lei e Tama. La sua attenzione si spostò lentamente verso le scale.
Rifiutandosi di tele-trasportarsi, si costrinse a sopportare ogni briciola di dolore che quella condizione gli causava, mentre saliva le scale e si appoggiava allo stipite della porta aperta per guardarla. Sapeva che vederla gli avrebbe fatto del male e ne assaporava ogni attimo. La sua valigia era aperta sul letto e lei camminava avanti e indietro, appendendo i vestiti nella cabina armadio.
Era l'unica al mondo che aveva la capacità di togliergli semplicemente il fiato senza nemmeno provarci. I suoi capelli ramati le piovevano sulle spalle come una cascata di riccioli soffici e morbidi ... il corpo di una dea ... la sua sacerdotessa. La guardò rallentare e poi fermarsi accanto al letto, apparentemente persa nei suoi pensieri. Si arrampicò sul materasso e si raggomitolò in una palla, abbracciando uno dei cuscini al petto.
"È così tranquillo qui, mamma ... papà. Vorrei che Tama tornasse a casa. Allora forse il silenzio non sarebbe così assordante.” sospirò Kyoko, mentre sprofondava nel letto senza nemmeno preoccuparsi di coprirsi. Dopo aver sbattuto gli occhi un paio di volte, fu vinta dalla stanchezza e si addormentò.
Hyakuhei si sedette sul letto accanto a lei, per guardarla respirare. “Non ci vorrà molto Kyoko ... vedrai realizzato il tuo desiderio. Non sarai mai più sola." Con un residuo di potere, si trasformò per un attimo in un corpo umano e la coprì dolcemente col lenzuolo. Poi si chinò su di lei e le baciò gentilmente la tempia, prima di scomparire.
*****
"Ci ucciderà tutti se non ci sarà più la pizza!" Kamui aveva una presa salda su un'estremità della scatola della pizza mentre Shinbe e Kotaro avevano una presa mortale dall'altra parte. Kamui lasciò la presa non appena la porta si aprì, poi rise quando Shinbe e Kotaro posarono lentamente la scatola di fronte alla sedia di Toya come se l'avessero protetta per lui.
Quando Toya non se ne andò come faceva normalmente, Kyou alzò lo sguardo dal suo laptop e guardò Toya prendere posto al tavolo ... il posto sbagliato. Inarcò un sopracciglio scuro quando Shinbe e Kotaro si strinsero nelle spalle e aprirono la scatola della pizza di Toya iniziando a divorarla. Toya non li guardò nemmeno.
"Toya." lo chiamò Kyou, spaventandosi molto quando Toya non lo riconobbe.
Chiudendo il portatile, afferrò la spalla di Toya e iniziò a scuoterlo, ma Toya sussultò, guardandolo come se uscisse da uno stato di shock. Kyou si chiese in silenzio se Toya avesse incontrato un altro demone che era in agguato vicino alla casa. Attizzò i suoi sensi invadendo l'aura di suo fratello ma non sentì alcun accenno di contatto con i demoni ... invece trovò qualcosa di più inquietante.
"È successo qualcosa?" chiese Kyou, percependo il rapido battito del sangue di Toya proprio sotto la sua pelle.
Toya annuì ... poi spaventò a morte tutti quelli che erano al tavolo quando le sue labbra si sollevarono in un sorriso. Toya non sorrideva mai. "Penso che dobbiamo andare a scuola domani."
"Qundi, rivuoi indietro la tua pizza?" Shinbe lasciò cadere il pezzo da cui aveva appena dato un morso e poi diede uno schiaffo alla mano di Kotaro, facendogli ricadere anche il pezzo rubato nella scatola. Lo fece scivolare lentamente sul tavolo finché non fu di fronte a Toya.
"Avresti potuto semplicemente lottare contro di noi invece di spaventarci con quel sorriso inquietante." si lamentò Kotaro.
"Non credo che stesse scherzando." disse Shinbe mentre fissava i suoi occhi color ametista in quelli dorati e in quel momento spalancati di Toya. Si appoggiò allo schienale della sedia ora che tutti stavano prestando attenzione. Vedendo lo sguardo stordito negli occhi di Toya, sospirò. "E perché dovremmo unirci all'improvviso ai mostri del liceo Hormones Are Us?"
"Perché la ragazza che si è appena trasferita dall'altra parte della strada inizia da lì domani." Il respiro di Toya era un po’ strozzato, ora che aveva finalmente parlato.
Quando diverse sedie si allontanarono dal tavolo, Kyou sbatté i palmi sul piano del tavolo con un tonfo sordo. "Sedersi! Giù!" Era come premere il pulsante di pausa sulla TV e poi tornare indietro molto lentamente. Una volta che tutti ebbero obbedito, si voltò di nuovo verso Toya. "Dicci di cosa stai parlando."
"È sola ... è lei." Toya si strofinò la tempia, anche se sapeva che i guardiani non avevano mai il mal di testa. “Kyoko ... Stava parlando con la brocca sopra il camino. È così che so che domani inizierà la scuola. "
"Com'è lei?" chiese Kamui, con lo stesso sguardo sognante che aveva visto negli occhi di Toya solo un momento prima.
"Non le ho parlato.” ammise Toya, poi le sue spalle si abbassarono di un centimetro. "Non potevo, ma era vestita come in quei collegi."
"Possiamo scoprire dove è stata tutto questo tempo, se i suoi documenti sono già stati trasferiti alla scuola locale." aggiunse Kotaro.
"Facile!" Kamui afferrò senza paura il laptop di Kyou. Conosceva una backdoor nel database del sistema scolastico perché controllava regolarmente tutte le scuole circostanti alla ricerca di notizie su chiunque potesse avere la stessa età di Kyoko o Tama.
"Sei sicuro che sia lei?" chiese Kyou a Toya, sporgendosi in avanti sulla sedia.
“E’ impossibile non riconoscerla. Kyoko è la copia sputata della statua della fanciulla ... ma in carne e ossa. " Toya chiuse gli occhi, godendo del fatto che fino a quel momento era stato l'unico ad averla vista. Se avesse attinto alla parte nascosta in lui che veniva da Tadamichi ... allora avrebbe anche potuto ricordare che sapore aveva. Se gli altri guardiani avessero saputo il suo segreto, sarebbero stati gelosi. "Occhi verde smeraldo, capelli ramati ma sembrava fragile ... come se fosse ancora una bambina."
"To dirò… - concordò Kamui, mentre i suoi occhi si spalancavano sullo schermo. - I suoi dati indicano che ha vissuto in un collegio femminile nel bel mezzo del nulla da quando aveva tre anni. Kyoko Hogo, 17 anni. Tutte le informazioni sono qui e ho anche il suo programma di lezioni per domani." Si accigliò pensieroso: "Ma non vedo nulla di un fratello che abbia freqientato la scuola con lei".
Toya scosse la testa. "Speravamo che fossero da qualche parte al sicuro insieme, ma Tama non è mai stata con lei. È completamente sola laggiù. Ricordami ancora perché non possiamo semplicemente dirle chi siamo. " Conosceva già la risposta, lo stava solo tormentando per divertimento.
Kamui alzò lo sguardo dal portatile, rispondendo alla sua domanda. “Lo abbiamo concordato assieme. Chiunque sano di mente chiamerebbe semplicemente la polizia se gli dicessimo chi siamo veramente. È un’ umana ... e non ricorda nulla della sua essenza di sacerdotessa. Dobbiamo andarci piano."
Shinbe intervenne: “Inoltre, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono i federali che vengono a ficcare il naso in giro perché i poliziotti ci stanno indagando per aver perseguitato la ragazza della porta accanto. E se i demoni scoprono che la sacerdotessa è tornata, probabilmente creeranno un bel po’ di guai che da soli riporteranno i federali nell'area. Sarà già abbastanza pericoloso riuscire a vederla a scuola domani."
"Inoltre, se solo ci alzassimo e le dicessimo che i demoni le sono venuti dietro all'età di tre anni e lei ci crede ... allora probabilmente si incolperebbe per l'uccisione della sua famiglia.” aggiunse Kotaro: un motivo più che plausibile.
Toya lanciò un'occhiataccia agli altri guardiani, ancora una volta non soddisfatto delle loro risposte. "Ci hai pensato troppo, vero?"
"Cosa ti aspetti? Abbiamo avuto quindici anni per rispondere a questa domanda." Kamui rivolse a Toya un sorriso di scuse.
"Shinbe, penso che dovresti andare a controllare le barriere dei demoni che circondano la casa." Kyou fece un cenno a Shinbe, e improvvisamente c'erano solo quattro di loro nella stanza.
"Dannazione, se n'è andato così in fretta che ho sentito una brezza." Kotaro si strofinò le braccia come se la corrente lo avesse raffreddato.
Le dita di Kamui volarono sulla tastiera mentre parlava: "Siamo stati registrati da anni come se avessimo studiato a casa come privatisti. Ma da domani, passeremo a frequentare la scuola pubblica, l’ultimo anno del liceo esattamente, così potremo diplomarci come dei normali adolescenti.”
"Oh, questo non allarmerà la polizia! - disse Kotaro sarcastico - Cinque fratelli che iniziano nella stessa classe, allo stesso tempo. Anche se gli insegnanti ci passano sopra, saremo comunque sulla bocca di tutti gli studenti. Inoltre, non sappiamo nulla di come si comportano dei veri umani.”
"Ci proveremo!" Kamui gli lanciò uno sguardo torvo. “Comunque, abbi fiducia in me. Organizzerò il nostro programma di studi in modo che solo uno di noi a turno frequenterà le lezioni con Kyoko. Ho aggiornato i nostri registri scolastici ogni anno sin dall'asilo, in modo da avere la sua stessa età, qualora fosse mai tornata.”
"Solo per curiosità,- sorrise Kotaro - ma cosa sarebbe successo se la sacerdotessa fosse tornata all'età di dieci anni?"
"Lasciami in pace! - Kamui gli lanciò un'occhiataccia - O ti farò avere una pagella con tutti due!”
Cambiando completamente argomento, Kyou osservò: "Se ho ragione, i demoni non sono riusciti a localizzarla perché il collegio si trovava su un terreno sacro ... lo stesso motivo per cui non siamo riusciti a trovarla noi. Fino ad ora, i demoni si sono sparpagliati causando solo caos qua e là. Ma ora, sentiranno il suo profumo e uno ad uno torneranno."
Il suo tono di voce era così freddo che risucchiò tutto il calore dalla stanza. "E solo perché non abbiamo trovato alcun segno di Hyakuhei in questo mondo non significa che non sia qui".
"Sappiamo che è qui!" ringhiò Toya, sentendo il suo odio divampare e poi immediatamente lenirsi. “Siamo venuti in questo mondo per stare con lei e proteggerla. Non dovrebbe essere laggiù da sola nemmeno per un minuto. "
“Siamo tutti d'accordo con te, Toya ... ma devi ricordarti che è innocente. Ecco perché diventeremo i suoi nuovi migliori amici.” lo informò Kyou.
"Come ci riusciremo?" Toya scattò.
"La tua mamma non ti ha mai insegnato a fare amicizia?" Kamui sorrise, ma i suoi occhi si spalancarono, quando Toya si alzò rapidamente.
Toya notò Kamui sussultare e alzò un sopracciglio scuro. "Vado solo a vedere cosa sta facendo Shinbe per stare fuori così a lungo."
*****
Shinbe confermò che le sue barriere anti-demone non erano state alterate, sebbene fosse preoccupato per il fatto che i demoni non fossero il loro unico problema. Il fatto che Hyakuhei avesse sfondato la barriera attorno al Cuore del Tempo la diceva lunga sul pericolo che stava correndo la sacerdotessa. Certo, le barriere l'avrebbero aiutata a nasconderla e impedire ai demoni più deboli di oltrepassare il confine, ma non sarebbe stato sufficiente per fermare Hyakuhei, se fosse uscito dal suo nascondiglio.
Una cosa che sapeva di Hyakuhei era che il signore dei demoni era paziente ... abbastanza paziente da fingere di essere morto negli ultimi quindici anni. I demoni che i guardiani avevano catturato mentre seguivano l’odore di Kyoko erano stati uccisi. Ma ora che la sacerdotessa era qui ... non si sapeva cosa sarebbe strisciato fuori dal legno. Avrebbe bisogno di una protezione migliore.
Quando notò che una delle luci al piano di sopra si era accesa, Shinbe scalò rapidamente le pareti esterne incapace di trattenersi. Era come se la sua stessa anima fosse attratta da lei. I suoi occhi color ametista brillarono, mentre guardava dalla finestra e la scorgeva in piedi nell'enorme bagno. Toya aveva ragione ... lui l'avrebbe riconosciuta al primo sguardo.
Guardò i suoi movimenti aggraziati mentre si allungava nella doccia per testare la temperatura dell'acqua. Cercò di voltarsi dall'altra parte, ma quando lei iniziò a sbottonarsi la camicia non resistette ... rimase a guardarla, paralizzato.
"Quindi è così che sarebbe la statua della fanciulla senza vestiti…" sussurrò Shinbe, poi iniziò a salire più in alto in modo da poter vedere più di lei che dalla vita in su. Improvvisamente perse la presa sul muro quando un braccio lo strinse dietro al collo facendolo piombare a terra.
Toya grugnì, quando colpì il terreno sulla schiena, ma quando Shinbe atterrò su di lui fu anche peggio. "Togliti di dosso!" ringhiò.
"Lasciami andare il collo e lo farò!" sibilò Shinbe, dando una gomitata nel fianco.
Toya spinse via Shinbe e si alzò rapidamente in piedi. "Dovevi controllare le barriere dei demoni, non ..." Indicò la finestra, "... sei un pervertito, lo sai?"
"Volevo solo vederla." Shinbe lanciò un’occhiata alla finestra, ma il ringhio pericoloso di Toya lo fermò.
"Penso che tu abbia visto abbastanza." Gli occhi dorati di Toya turbinavano di argento vivo.
Shinbe voleva protestare, per capire a Toya che non aveva ancora visto tutto, ma poi pensò che era meglio non provocarlo troppo. "Bene, domani a scuola posso sempre dare una sbirciatina nello spogliatoio delle ragazze." Questo gli valse uno schiaffo sulla testa, ma si limitò a ridacchiare.
"Andiamo, abbiamo una riunione a cui partecipare." Toya tornò verso casa, loro spingendo Shinbe davanti a sé per tutto il tragitto.
Tutta l’allegria sparì dal volto di Shinbe mentre raccontava al gruppo le sue paure per la debolezza della barriera. "So che abbiamo ucciso molti demoni che infestano la zona in sua attesa, ma a volte mi chiedo se non abbiamo dimenticato il vero problema." "Faremo i turni per sorvegliarla stasera." L'ordine di Kyou fece scoppiare una violenta discussione su chi sarebbe andato per primo a fare la guardia, e vinse Kyou.
Nella sua forma d'ombra, Hyakuhei si appoggiò alla parete più lontana della stessa stanza dove i guardiani stavano discutendo. Stava a malapena prestando attenzione ai suoi nipoti mentre la sua mente era rivolta alla casa dove dormiva la ragazza in questione. Pensava che fosse triste che ancora non avessero il coraggio di chiamarla per nome e si chiese se non fosse il senso di colpa a trattenerli.
Capitolo 3 “I ragazzi del liceo sono tutti ormoni”
Kyoko si era sentita frustrata per tutta la mattina, nella ricerca di qualcosa di bello da mettersi. Non è che avesse tanta scelta, visto che al college doveva indossare sempre la stessa divisa. Per fortuna alla fine era riuscita a trovare qualcosa che desse un tocco di colore a quell’abbigliamento noioso.
Una delle ragazze le aveva regalato per Natale un bel maglioncino. Era verde smeraldo, corto e con delle frange. Le era sempre piaciuto, ma non aveva mai avuto l’occasione di indossarlo. Ma ora, con sotto la gonna nera della divisa della scuola, si sentiva quasi eccitata all'idea di andare a fare shopping nel pomeriggio, per rinnovare il proprio guardaroba.
Il signor Sennin, il giorno prima, in aereo, le aveva consegnato una carta di credito e degli appunti con tutte le informazioni sui soldi che aveva sul conto. Kyoko stava per gridare di gioia, quando aveva visto a quanto ammontasse il suo saldo. Per fortuna si era trattenuta, perché quella cifra si riferiva alle piccole spese. IL grosso dei soldi stava su ben altro conto.
Ora però doveva risolvere un altro problema: come arrivare a scuola. Al suo vecchio college non permettevano alle ragazze di prendere la patente di guida e lei non aveva la più pallida idea se il bus della scuola sarebbe passato nei dintorni di casa sua... o se l’autista fosse stato avvisato di allungarsi fin lì. Fu quindi felicemente sorpresa quando sentì il clacson di un taxi sotto casa.
Mentre si precipitava fuori e faceva cenno all’autista di aspettarla, pensò: “Grazie, signor Sennin!” e sorrise, poi salì sull’auto. "Bene, problema risolto."
Nel frattempo, Shinbe si stava accomodando sul sedile passeggero della jeep di Toya, mentre Kyou e Kamui si dirigevano verso l'elegante mustang nera.
"Spero solo che l'incantesimo barriera che le ho lanciato la scorsa notte possa impedire ai demoni di fiutarla e di fare irruzione al college." esclamò.
Toya strinse i denti per la rabbia, al pensiero che non solo tutti i guardiani erano stati nella camera da letto di Kyoko, quella notte, ma che Shinbe doveva esserle stato a un palmo, per lanciarle quell’incantesimo; e questo lo rendeva ancor più furioso.
Kotaro si mise gli occhiali da sole e salì a cavalcioni sulla sua motocicletta. "L'ultimo paga pegno!” gridò.
*****
Morendo dalla voglia di vedere sua sorella di persona, Tama si sedette sul muro di mattoni alto circa un metro di fronte al liceo. Lanciò un'occhiata a Hyakuhei, che era appoggiato al muro proprio accanto a lui, anche se Tama sapeva che nessun altro poteva vederlo, dato che era un'ombra. Finora era rimasto in silenzio a guardare gli studenti entrare nell’Istituto.
Con il suo taglio di capelli da skater e dei vestiti nuovi, Tama sembrava uno studente qualsiasi, mentre osservava e aspettava. Nei suoi occhi verde smeraldo scivolò un’ombra, quando percepì la presenza dei guardiani nei pressi della scuola. Ma cercò di non guardarli, per evitare che l’odio che provava per loro lo facesse scoprire.
La scorsa notte aveva mandato uno dei suoi demoni a sorvegliare la casa di Kyoko, ordinandogli di avvisarlo quando la sorella fosse uscita. Ma, poco prima dell’alba, uno dei guardiani si era accorto della sua presenza e lo aveva ucciso. Tama lo aveva percepito nel preciso istante in cui il demone era morto, visto che era uno dei suoi schiavi. Ma non provò alcuna emozione: per lui quei demoni contavano molto meno dei cani, e non gliene fregava niente se venivano uccisi. Anzi, a volte provava un desiderio selvaggio di ucciderli con le sue stesse mani, quando quegli stronzi sfuggivano al suo controllo e ferivano un essere umano…o peggio.
Sentendo un’ondata di energia intorno a lui, voltò la testa e vide una ragazza che scendeva da un taxi che si era fermato davanti alla scuola. Tama sorrise, quando capì che quella era Kyoko. Aveva lunghi capelli ramati a boccoli larghi e morbidi che le rimbalzavano lievemente sulle spalle, mentre camminava. Una parte era acconciata in una coda di cavallo molto alta, mentre il resto della chioma era libero e fluente. Lei lo guardò distrattamente, con i suoi luminosi occhi color smeraldo, poi distolse rapidamente lo sguardo come se fosse nervosa.
Hyakuhei si mantenne nascosto mentre si avvicinava a loro. Il solo rivederla gli faceva battere pazzamente il cuore e di colpo la desiderò disperatamente. Sentì che anche il cuore di Tama aveva preso a battere con furia, non appena l’aveva riconosciuta, e la voce del ragazzo che gli chiedeva telepaticamente: “E’ lei, vero?”
“Sì.” rispose lui in un sussurro, mentre i vecchi ricordi gli affollavano la mente, riprendendo a tormentarlo.
“È ora di dare il nostro Benvenuto ai guardiani.”
Tama sorrise con malvagità, poi allungò una mano dietro le spalle e ne tirò fuori una vedova nera che appoggio sul muro accanto a lui. Guardò Hyakuhei carezzare quasi con tenerezza quel pericolosissimo aracnide velenoso, come se non fosse un portatore di morte ma un cucciolo indifeso. Quando la luce del sole proiettò sul muro l’ombra del ragno, i suoi occhi si fecero rosso sangue.
*****
Kyoko era macerata dall’ansia, mentre entrava nell’Istituto. Aveva la pessima sensazione che qualcuno la stesse osservando, e le si drizzarono i peli sulle braccia. Quel posto non assomigliava per niente alla scuola che aveva frequentato fino a quel momento. I ragazzi sembravano liberi di fare tutto quello che gli pareva, fumare, pomiciare…e proprio davanti alla scuola. Inoltre, i vestiti che indossava la facevano sentire…una provinciale.
Al culmine del nervosismo appoggiò la mano sul portone, combattendo contro la forte tentazione di fuggire di corsa da lì. Lanciò un’occhiata agli alunni che si affollavano all’entrata, e il suo sguardo si posò sul ragazzo solitario che aveva già notato scendendo dal taxi. I loro sguardi si erano incrociati, e a quanto pare lui non aveva smesso di fissarla. Era più alto di lei, ma doveva avere più o meno la sua stessa età, e aveva un fisico mozzafiato che i vestiti orrendi da skater che indossava non riuscivano a mortificare.
Ebbe la sensazione che fosse bello e tenebroso, quindi da evitare, eppure…le piaceva da matti. Ora che il sole si rifletteva nei suoi occhi le sembrò che i suoi occhi, prima neri, fossero diventati improvvisamente verde smeraldo. Pensando che si trattasse di uno scherzo della sua immaginazione, Kyoko voltò lo sguardo e sospirò, perché era ormai ora di entrare.
A occhi bassi, per non dare retta a nessuno, si precipitò verso l’ufficio con le porte a vetri con su scritto SEGRETERIA. Con la coda dell’occhio, notò un drappello di ragazze che scrutava dentro, eccitata, e ogni tanto qualcuna esclamava: “Ehi, è proprio bono!” oppure: “Mamma, che culo!” e via dicendo.
Kyoko entrò nella stanza e, tra lo scontento generale, si richiuse le porte alle spalle. Tra gli impiegati, gli studenti in fila che aspettavano e i fax, là dentro c’era più chiasso che fuori. Si mise pazientemente in fila anche lei, e capitò dietro a un tizio, che sembrava molto nervoso.
Arrivato il suo turno il ragazzo si mise a questionare con la segretaria, una mezza arpia, che a un certo punto gli sibilò, con noia: “Senti, non ho ancora avuto il tempo di controllare i fax, quindi siediti da qualche parte e aspetta fino a che non ti chiamo.”
“So con sicurezza che i documenti e i programmi sono già arrivati, quindi basta solo andare a prenderli.” rispose Kyou, infastidito. Se quella megera avesse capito con chi stava parlando, sarebbe subito schizzata dalla sedia per accontentarlo. Invece, con riluttanza, la donna si mise lentamente a controllare i fax, e con lentezza ancora maggiore prese a stamparli.
Kyoko fissò il ragazzo con curiosità e…non appena ebbe posato lo sguardo su di lui rimase a bocca aperta per lo stupore: cavolo, ecco perché quella folla di ragazze faceva capannello alla porta della segreteria! Aveva i capelli più lunghi che avesse mai visto su un ragazzo, ed erano bianco-argentei ... ma non come quelli di un vecchio, anzi, erano morbidi e vibranti! Indossava abiti di ottima fattura e dava l’impressione di essere un tipo con parecchi soldi, abituato a essere servito. Il sorriso che lanciò alla segretaria era assolutamente sprezzante, eppure sulla sua bocca appariva…incredibilmente sexy.
Sembrava uno di quei modelli che faceva la pubblicità alla biancheria intima di Calvin Klein. Kyoko arrossì quando lui, presi i suoi documenti, si voltò e il suo sguardo si addolcì, come se avesse ascoltato i suoi pensieri. Lei fece un passo indietro, imbarazzata, e abbassò lo sguardo, quasi la moquette fosse più interessante di quel bonazzo. Poi si avvicinò alla segretaria.
"Sei Kyoko Hogo?" quasi urlò la megera, non appena Kyoko le ebbe passato i suoi documenti.
Kyoko arrossì, odiando sentirsi al centro dell’attenzione.
"Ecco il tuo programma. - disse la donna porgendole dei fogli, ma con lo sguardo ancora puntato sul ragazzo di prima. - Per fortuna il tuo avvocato ci ha fornito i dati per il trasferimento una settimana fa, e non all’ultimo momento, come certa gente.” aggiunse con sarcasmo, e Kyoko capì immediatamente che la frecciatina era indirizzata al tipo che prima le stava davanti.
"Auguri per la tua prima lezione, cara." le disse la donna con voce mielosa, indicandole precisamente dove andare - Diamine, non ci posso credere! Sei nuovi trasferimenti in un solo giorno!” la sentì poi brontolare Kyoko, mentre si avviava alla porta.
Rimase stranita, quando si accorse che qualcuno si era precipitato alla porta, e l’aveva aperta per lei. Non ebbe nemmeno il coraggio di guardare in faccia chi le aveva usato quella gentilezza, mormorò semplicemente un “Grazie.” e fuggì via.
Tornò nel corridoio e ci vollero parecchi minuti e diversi metri di distanza dalla folla di ragazze eccitate, prima di riprendere il controllo. Diede un’occhiata al biglietto con il numero della sua aula e si trovò ad una biforcazione del corridoio: “Perfetto! E ora da che parte devo andare per trovare l’aula 101?” pensò.
"Su per le scale, la prima porta a sinistra." rispose Tasuki, allungando il collo alle sue spalle e lanciando un’occhiata ai fogli che Kyoko aveva in mano. "Hey! Siamo nella stessa classe!” esultò lui, con un sorrisetto innocente. Poi passò all’assalto: “Ciao, sei nuova? Sai, ti ho vista in segreteria e ho pensato che ti servisse una mano…” Le tese la mano: “Io sono Tasuki, e tu?”
Kyoko non poté fare a meno do sorridergli, mentre gli stringeva quella mano calda e forte. Ebbe la strana sensazione di conoscerlo già, poi sbatté le palpebre e scrollò le spalle: era impossibile. Era più che sicura di non averlo mai visto prima.
Quel tizio aveva una massa di capelli corvini che a tratti assumevano un particolare riflesso blu, prima di cascargli morbidi sulle spalle. Kyoko notò che a un orecchio portava un pendaglio a forma di croce, nello stile di una rock band anni '80. Alla sua vecchia scuola una sua compagna di classe aveva avuto parecchi guai, solo perché aveva affisso ai muri un volantino di una band live.
"Ciao, io mi chiamo Kyoko."
"E io sono lo sbadato della scuola! - ridacchiò Tasuki, mentre la guidava per le scale - Ma oggi sfateremo questa cosa e dimostrerò a tutti che non ti ho persa!”
Kyoko non poté fare a meno di sorridere, mentre lui continuava a parlarle dei professori, e di come si svolgevano le lezioni, e dei compiti da fare. Quando entrarono nell’aula di Scienze, Kyoko notò che i banchi era a doppio posto.
"Sì, - le disse Tasuki, seguendo il suo sguardo - qui tutti hanno un compagno. Per l’Istituto questo si chiama socializzare.” Scrollò le spalle. “Io sono l’unico da solo, qui.”
Vedendola entrare, l’insegnante le rivolse un sorriso ma non disse nulla, cosa di cui Kyoko fu profondamente grata. Tirò fuori dalla borsa il libro di scienze e si sedette a un banco, mentre gli altri alunni continuavano ad entrare. Tasuki non sembrava intenzionato a mollarla, e stava in piedi accanto al suo banco con la scusa di farle vedere fino a dove erano arrivati col programma.
"Tasuki ... smettila di dare fastidio alla nuova arrivata e vatti a sedere al tuo banco.” esclamò la profonda voce maschile del professore, e Kyoko arrossì di nuovo dalla testa ai piedi, quando gli occhi di tutti si puntarono su di lei. "Sarà nuova, ma vi assicuro che dai voti che vedo qui non ha bisogno di aiuto.”
"Beh, ma è scortese lasciarla seduta lì sola soletta..." esclamò ridacchiando Shinbe, entrando in classe proprio in quel momento - Mi offro io volontario a tenerle compagnia!”
Consegnò uno strano foglio all’insegnante e andò a sedersi accanto a Kyoko.
Mentre il professore dava un’occhiata al foglio, Shinbe piazzò la sua roba sul banco. Lei gli lanciò un’occhiata e vide che lui e Tasuki si assomigliavano…anche se gli occhi di quel tizio non erano marroni ma sembravano…sì, ametista. Inoltre, era proprio rock dentro, non cercava solo di darsi un tono come Tasuki.
"Ti spiace se lo usiamo in due?” le sussurrò Shinbe, strizzandole l’occhio. Kyoko sembrò cadere dalle nuvole: “Eh? Come?” Diamine, perché improvvisamente mi sento salire la febbre?
"Il tuo libro. - sorrise Shinbe, fisando lo sguardo su di lei - Io non l’ho ancora comprato."
"Ah…certo!” mormorò Kyoko mettendo il libro in mezzo. Shinbe le si fece più vicino e lei arrossì, per l’ennesima volta quel giorno. Cavolo, è una nuova regola: Fai arrossire la nuova arrivata tutto il giorno? pensò Kyoko, con sarcasmo.
Lanciò un’occhiata a Tasuki, che stava al banco vicino, e notò che il suo bel sorriso era svanito e che ora lui stava tamburellando nervosamente con la matita, guardando Shinbe con odio. Beh, non era l’unico a guardarlo: anche tutte le ragazze della classelo stavano fissando…ma con intenzioni del tutto diverse.
Shinbe appoggiò un gomito sulla scrivania e si mise in modo da nascondere Tasuki alla sua vista “Beh, a quanto pare avrai un compagno di banco. - le disse, per attirare la sua attenzione - Io mi chiamo Shinbe.”
Quando l’ora di Scienze finì a Kyoko quasi dispiacque. Shinbe era un compagno di banco davvero divertente, ed era stato spassoso vederlo all’opera con l’esperimento di chimica. Solo a loro e a Tasuki era riuscito bene.
Mentre si alzavano per cambiare aula, Shinbe sporse la mano per afferrare il libro e, nel farlo, sfiorò intenzionalmente la mano di Kyoko. “Se non ti dispiace, lo tengo io oggi.” le sussurrò. Lei lo guardò con i suoi meravigliosi occhi color smeraldo e per poco non arrossì di nuovo. ”Tanto, non ci sono compiti da fare…” aggiunse lui. E le carezzò il dorso della mano. Kyoko sentì il cuore batterle a mille e le gambe farsi molli, ma si costrinse con riluttanza a tirare via la mano. C’era qualcosa, in quel ragazzo, che le faceva venire la voglia di tuffarsi tra le sue braccia, e questo era davvero inquietante.
Si abbassò per raccattare lo zaino, ma qualcuno la precedette. Era Tasuki, che le porse galantemente la borsa e le sussurrò: “Pronta per la lezione di matematica?”
Kyoko annuì e si mise a ridere. “Non sarò mai pronta!” scherzò. Tasuki non capì subito la battuta. Poi, vedendo che lei continuava a ridere, afferrò e alzò gli occhi al cielo, gemendo per finta: “Oh, a chi lo dici! Non faccio in tempo a pensare di aver capito tutto, che il Professore se ne esce con qualcosa di nuovo e devo ricominciare tutto daccapo!”
Afferrò Kyoko per mano e la tirò verso il corridoio: “Dai, che ti mostro la porta dell’inferno!”
Shinbe strinse gli occhi, quando vide Tasuki schizzare via con Kyoko, stringendola con fare possessivo. “Ma cosa crede di fare? - mormorò tra sé - Ora gliela faccio vedere io!” E scrocchiò le dita, con l’impulso irrefrenabile di mollare un pugno sulla faccia di quel bellimbusto.
Chiuse gli occhi, e lanciò intorno a sé un’ondata di energia, per verificare che l’area fosse libera dai demoni. Quando l’onda di potere investì Kyoko e raggiunse Tasuki, Shinbe si accigliò. Quel tipo non era un demone ma…quell’aura gli era stranamente familiare.
Quando entrarono nell’aula di matematica, Tasuki la spinse subito verso il banco vuoto…ma Kyoko si fermò di botto: davanti a lei c’era proprio il ragazzo con i capelli argentati che aveva visto in segreteria! Malgrado le stesse di spalle, lui sembrò percepire la presenza di Kyoko e subito si voltò verso di lei, fissandola con i suoi bellissimi occhi dorati. Era così bello che Kyoko non riuscì a staccargli lo sguardo di dosso ma rimase lì a fissarlo, come inebetita.
“Quanti ragazzi nuovi sono arrivati, oggi?” esclamò Tasuki ad alta voce, non rivolgendosi a nessuno in particolare.
“Sei…” gli rispose Kyoko con aria sognante, ricordando le parole che aveva borbottato la segretaria.
"Beh…il mio posto è questo…” mugugnò Tasuki, andandosi a sedere.
Kyoko provò un senso di déjà vu quando notò un libro di matematica aperto sul banco del ragazzo dai capelli argentati, come se lui la stesse aspettando. Si scrollò di dosso quella sensazione, nella convinzione che fosse stato l’insegnante a deciderlo, visto che lei era nuova. Ma più si avvicinava a lui, più si sentiva turbata. Era come se ogni ormone nel suo corpo si fosse risvegliato di colpo.
Quando si sedette al banco e lui le si avvicinò, sentì il sangue arrivarle alla testa. Girò lo guardo, e notò la faccia livida di alcune compagne, che la stavano fissando. Intuendo che quella sarebbe stata l’ora più lunga della sua vita, Kyoko abbassò gli occhi e si massaggiò le tempie.
Quando il compito in classe ebbe inizio, Kyoko si rese conto che aveva dimenticato tutto, anche se si trattava di una materia che lei conosceva molto bene. Kyou invece andava avanti spedito, come se il compito fosse una cosa da nulla, e lei, che si era bloccata già alla seconda operazione, sospirò di frustrazione.
La professoressa stava andando in giro per i banchi e, quando notò che Kyou aveva quasi finito, gli disse: “Bene Kyou, visto che sei a buon punto perché non dai una mano a Kyoko?” e poi andò avanti a controllare gli altri, lasciando Kyoko nel pieno imbarazzo.
Kyou si girò subito verso di lei, e una ciocca dei suoi lunghi capelli le sfiorò la mano. A quel tocco morbido Kyoko sussultò: eh sì… quell’anno avrebbe avuto molto bisogno dell’aiuto del suo compagno di banco!
Lui le sorrise, come se le avesse lento nella mente. La guardò fisso negli occhi, le prese una mano e poi le sussurrò: “Dai qua, ti aiuto io.”
Alla fine della lezione, Kyoko aveva ritrovato la memoria su come risolvere quel problemino di matematica. Nel pomeriggio lei e Kyou avevano anche finito i compiti per l’indomani. Quando le due ore di matematica terminarono, anche Kyou le chiese se poteva tenersi il libro per quel giorno, proprio come aveva fatto Tasuki. E, parlando del diavolo…ecco Tasuki che l’aspettava davanti alla porta dell’aula di Economia domestica…
"Davvero hai questo corso?" gli chiese Kyoko, strizzando l’occhio a Kyou.
"Scherzi? Non ci crederai, ma quest’anno si sono iscritti più maschi che femmine! - esclamò lui, con uno strano scintillio negli occhi - A noi ragazzi piace imparare a cucinare per le persone che amiamo!”
Poi Tasuki la prese sottobraccio. "Inoltre, gli alunni si mangiano quello che cucinano, quindi risparmiamo sul pranzo!”
"Ah! Ecco la verità! - ridacchiò Kyoko - Ecco perché ti sei iscritto a questo corso!” Kyoko gli fece un sorriso malizioso, ben sapendo di essere una vera frana in cucina. Fino alla sera prima non si era mai avvicinata ai fornelli e quindi temeva che i suoi compagni di corso l’avrebbero presa in giro. Adesso…beh, o imparava a cucinare o avrebbe passato a latte e Cheerios tutta la vita!
Quell’aula era molto diversa dalle altre. Invece dei banchi e della cattedra c’erano fornelli e tavoli da lavoro. Sembrava più il retro di un ristorante che una classe.
"Qui, postazioni libere!” esclamò Tasuki, portandola rapidamente in fondo all’aula, proprio davanti ai fornelli e al pentolame. Kyoko lanciò un’occhiata in giro e si accorse che nella sala c'erano ben cinque fornelli, attrezzati di tutto. Chissà se i ragazzi avrebbero cucinati da soli o in gruppo.
Altri due ragazzi si unirono a loro, e Tasuki presentò Kyoko a Yohji, che sembrava il prototipo dell’ atleta americano. L’altro ragazzo invece era nuovo, e ancora una volta Kyoko si sentì incredibilmente attratta, com’era già successo con Shinbe e Kyou.
"Ciao." gli disse, mentre l’altro le sorrideva. Era stupendo quanto gli altri due! Bellissimi capelli…un po’ chiari e un po’ scuri, con incredibili riflessi ametista. Erano lunghi fino alle spalle e gli conferivano un aspetto selvaggio, come se fossero stati scompigliati dal vento, e i suoi occhi ... non erano di un colore preciso ... ma sembravano racchiudere tutti i colori del mondo. Le sembrava perfino…magico.
Lui la fissò intensamente. Quando Kyoko alzò lo sguardo su di lui, Kamui le rivolse un sorriso incantevole, che avrebbe ammaliato il diavolo in persona.
"Ehi, voi due, volete prenotare una stanza?” esclamò sarcastico Yohji, facendo ringhiare Tasuki e scoppiare a ridere Kamui.
"Solo se ti possiamo chiudere dentro!” rispose Kamui, ridendo. Yohji invece lo guardò con così tanto odio che Kamui sospettò che l’atleta fosse addirittura…claustrofobico! Trattenne un sorrisetto e gli disse: “Stavo solo facendo amicizia con la mia compagna di classe. Che c’è, sei geloso? Vuoi fare tu coppia con me?” E giù, tutti a ridere.
Yohji decise di stare al gioco. Si strinse nelle spalle e disse, imitando una voce femminile: “Solo se ti fa piacere, tesoro!”
Tasuki se ne stava accanto al muro, a fissare torvo il nuovo arrivato. Yohji non era l’unico a sentirsi morso dalla gelosia. Forse era giunto il momento di sbaragliare la concorrenza. Scrutò con rabbia il volto estasiato di Kyoko e decise che era meglio darci un taglio.
"Oggi prepareremo i dolcetti di Halloween." annunciò l'insegnante, mentre distribuiva i fogli con la ricetta.
"Poi possiamo mangiare le teste dei mostri di zucchero?” chiese Kamui, felice come se avesse appena vinto alla lotteria. Quando Kyoko lo guardò con calore e rise alla sua battuta, sentì il sangue riscaldarsi e il desiderio ardente di baciarla. Cavolo, anche i suoi fratelli stavano combattendo contro la stessa cosa?
Tutti scelsero un diverso stampino per biscotti a tema Halloween e cominciarono a prepararne una decina ciascuno, poi li misero in una grande teglia da forno. A cottura ultimata, Kamui li tirò fuori. Notò subito che quelli a forma di zucca fatti da Kyoko erano tutti bruciacchiati e deformati; così, di nascosto, pronunciò una formula magica in un antico linguaggio e i biscotti diventarono subito perfetti.
"Com’ è possibile?" chiese Kyoko, con gli occhi spalancati, mentre Kamui metteva i biscotti in un bel piatto da portata. Quelli che aveva fatto lei erano fantastici, mentre quelli degli altri…sembravano degli sgorbi fatti da un bambino di cinque anni!
"E’ per questo che la maggior parte dei ragazzi frequenta questo corso." sorrise Kamui, addentando uno dei meravigliosi biscotti di Kyoko, poi sussultò quando sentì Tasuki ringhiargli alle spalle. Si voltò e, al guardare la sua faccia livida da boyfriend tradito, si disse che presto sarebbero arrivati i guai.
Capitolo 4 “ Romeo e i cattivi ragazzi”
Subito dopo andarono in mensa per il pranzo. Mentre Tasuki era in fila, Kyoko vide il bel giardino attrezzato al di fuori delle grandi vetrate. Uscì e trovò un paio di tavolini all’ombra di un grande albero, che le piacquero moltissimo. Aveva voglia di rilassarsi, quindi scelse il tavolo all’ombra della grande quercia, proprio di fronte alla scuola, e vi si sedette.
Hyakuhei si appoggiò all'albero accanto a Kyoko, anche se sapeva che non avrebbe dovuto farlo. I suoi occhi erano scuri, senza alcuna emozione, e le sue labbra non celavano ombra di sorriso. Era già stanco di essere invisibile per non farsi vedere da lei, ma sapeva che doveva aspettare il suo momento. Come poteva confortare qualcuno che ignorava completamente la sua presenza?
Kyoko scavò nel suo zaino e ne tirò fuori la piccola borsa termica che aveva riempito di uva fresca, e se la mise dietro alla schiena per appoggiarvisi. Stava quasi per chiudere gli occhi e farsi un sonnellino, quando il rombo di una motocicletta la fece sobbalzare. Alzando lo sguardo, vide un ragazzo con un paio di occhiali da sole scuri, vestito di nero, con lunghi capelli a taglio scalato che si avvicinava lentamente al marciapiede. Non poteva vedere i suoi occhi, ma era sicura che quello la stesse guardando.
Non riusciva a capire se era solo una sensazione, o se quella flora maschile così affascinante, destinata a quanto pare ad affollare le riviste di moda, le avesse destabilizzato il cervello. Comunque poteva quasi vederlo, il ragazzo sulla moto, sulla copertina di uno di quei giornalini di fotoromanzi. Prese un grappolo d’uva e cominciò a mangiare, deliziandosi ai suoi stessi pensieri erotici. I suoi ormoni quel giorno avevano già lavorato abbastanza e, a quanto pare, non avevano alcuna intenzione di lasciarla in pace.
Quando al collegio le capitava di essere turbata da simili pensieri aveva un’unica àncora di salvezza: mettersi a leggere qualcosa. Quando le sue compagne di allora andavano in biblioteca portavano sempre alla ragazza infatuata delle rockstar qualcosa da leggere. Così Kyoko prendeva una copertina di un libro innocuo, tipo Shakespeare, la ritagliava e la sistemava intorno al libro incriminato, in modo da nasconderlo alla vista degli insegnanti e poter indulgere al suo…piacere colpevole. In genere letteratura erotica a 360 gradi.
Aveva iniziato con storie d'amore storiche in cui l'indiano rapiva la ragazza bianca e la portava nella sua tenda, e la teneva prigioniera finché lei non s’innamorava pazzamente di lui. Poi era passata alle storie di natura paranormale…o vampiri, ad esempio. Anche in quel caso, mostri che rapivano le ragazze e non le uccidevano, ma anzi le vittime si innamoravano di loro…Ai tempi della vecchia scuola era convinta che quel tipo di letture fosse il massimo per una ragazzina innocente come lei…ma ora che era arrivata in quel college ed era circondata da tutti quei maschi meravigliosi i suoi ormoni sembravano impazziti.
Nell'ultimo anno aveva letto ogni tipo di romanzo paranormale su cui poteva mettere le mani e più cupo era, meglio era. Tanti ne aveva letti che ormai aveva capito che la sua innocenza era andata...anche se solo nella mente.
Quando la campanella di fine intervallo suonò si rese conto che si era talmente sprofondata nelle sue fantasie che non aveva mangiato che tre acini d’uva. Dopo aver rimesso la borsa termica nello zaino provò ad alzarsi…e si trovò davanti una mano pronta ad aiutarla.
Era Tasuki. “ Sei pronta?” le chiese, e finalmente sorrise, notando che lei lo stava guardando con gli stessi occhi sognanti che aveva riservato ai ragazzi nuovi. Forse non tutto era perduto.
Kyoko ricambiò il sorriso. "Andiamo da Shakespeare.” esclamò.
"Ehi, che ne sai che oggi abbiamo Shakespeare in programma?" chiese Tasuki, confuso.
"Beh, immagino che in questa scuola non si portino classici di vampiri!” ridacchiò Kyoko. Quando entrarono in classe, Tasuki indicò il banco vuoto in fondo, poi andò a vedere se l'insegnante aveva una copia in più di Romeo e Giulietta.
Kyoko era già seduta e stava tirando fuori i suoi libri quando la sedia accanto a lei raschiò il pavimento. Alzò lo sguardo e il respiro le si bloccò in gola. Il ragazzo che aveva visto guardarla dalla sua motocicletta durante l’intervallo si era seduto accanto a lei, dopo aver appeso la sua giacca di pelle allo schienale del sedile.
Quando Tasuki tornò col suo libro di Giulietta e Romeo trovò il posto accanto a Kyoko occupato. “Sconfitto di nuovo, vero?” mormorò a se stesso. Tornò dal Professore. “Scusi, non è che ne ha due copie da prestare?”
“Fino a qualche giorno fa sì, poi l’altro ieri notte qualcuno ha fatto irruzione nella scuola e ha rubato quasi tutti i libri di questo corso…soprattutto quelli di letteratura, matematica e scienze. Roba da non crederci!” rispose l’insegnante, e tornò con la testa sui registri che aveva sulla scrivania.
Tasuki rimase un attimo interdetto: che aveva detto? Che mancavano i libri di letteratura, matematica e scienze? Strano. Guardò con sospetto il ragazzo accanto a Kyoko.
"Mi scusi professore. - chiese di nuovo - Ma questi ragazzi nuovi che si sono trasferiti oggi, i maschi intendo, sa da dove vengono, chi sono?”
Il professore parve riflettere. "Non so molto di loro. Una cosa però mi è rimasta impressa: sono tutti fratelli, adottati dalla stessa famiglia e, come puoi notare, gemelli. E non hanno mai frequentato una scuola pubblica fino ad ora, hanno sempre studiato privatamente.” Prese un pacco di fogli e li consegnò a Tasuki. “Puoi distribuirli, per favore?”
Tasuki si sentiva confuso e turbato. Quando si avvicinò a Kyoko per portarle il libro si rilassò, vedendo che lei gli sorrideva come al solito. “Ho trovato una sola copia, mi dispiace. - le sussurrò, chinandosi su di lei - Comunque, possiamo sempre fare i compiti insieme.” Ma si rialzò di botto, quando vide lo sguardo minaccioso del nuovo compagno di banco della ragazza, e quasi gli parve…di sentirlo ringhiare.
"Grazie." disse Kyoko, e subito si voltò verso il ragazzo nuovo. Voleva dirgli che avrebbero dovuto condividere il libro…ma non riuscì a proferire parola. Quando lui si tolse gli occhiali e si voltò a guardarla, Kyoko vide che i suoi occhi erano di un meraviglioso blu ghiaccio. Ma non era proprio un colore normale. Era…qualcosa di più profondo, immenso e…oscuro. Era come se dentro vi ardesse una luce oscura.
Quando si era girato verso di lei, i suoi lunghi capelli per un attimo le avevano sfiorato la guancia, e a quel tocco morbido Kyoko era quasi trasalita. “Dobbiamo fare a metà.” riuscì a malapena a sussurrare.
"Bene, allora io sarò Romeo e tu la mia Giulietta.” rispose Kotaro, con voce ammaliatrice.
*****
Kyoko si avviò con Tasuki alla lezione di recitazione. Il suo nuovo compagno di banco in tuta di pelle sembrava leggere Romeo e Giulietta da quando era bambino! Si scrollò di dosso il suo sogno ad occhi aperti quando entrarono nell’auditorium della scuola e capì che non sarebbe stata una lezione qualsiasi.
"Oggi addobberemo la sala per la festa di maschera di venerdì. - le disse Tasuki - Si terrà proprio nella sala di fronte. Qui abbiamo raccolto tutto quello che ci serve.” Infatti Kyoko vide gruppi di studenti carichi di roba che correvano affannati di qua e di là. “Andiamo a dare una mano.” suggerì Tasuki.
Afferrò un paio di scatole e si voltò a guardarla, in attesa che lei lo seguisse. Kyoko afferrò una scatola dal pavimento e quasi barcollò sotto al suo peso. Stava per cadere quando, prima ancora che Tasuki potesse soccorrerla, una mano l’aveva già afferrata.
Kyoko aveva quasi perso l’equilibrio e si stava preparando mentalmente a sbattere la faccia per terra; poi sentì di colpo che qualcuno le toglieva la scatola dalle mani e due forti braccia le impedirono di cadere.
Calore ... si sentiva così calda. Che braccia forti, sentì un petto poderoso e non poté fare a meno di godere di quel meraviglioso contatto. Non si era mai sentita così al sicuro in vita sua come in quel momento, e avrebbe desiderato che quell’attimo fosse infinito
“Tutto ok?” chiese Toya, mentre lei si spalmava senza ritegno sul suo petto. Lui si costrinse a non seppellire il viso tra i suoi capelli e baciare la morbida pelle del suo collo. Tutto dentro di lui la bramava. “Sei ancora mia!” si disse Toya nella mente, mentre il cuore gli batteva all’impazzata.
Kyoko stava quasi per addormentarsi al conforto del suo petto, quando qualcuno la strattonò per un braccio, scrollandola da quel meraviglioso torpore.
"Kyoko? - le disse Tasuki, visibilmente in ansia - Parlami! Mi è sembrato che stessi per svenire!”
"Sto bene." Kyoko sbatté le palpebre e si guardò alle spalle. Il suo eroe si stava chinando per raccogliere la scatola quando i loro occhi si incontrarono. Occhi luminosi fatti di oro fuso ... proprio come quelli di Kyou. Aveva i capelli color ebano con gli stessi riflessi argentati, ma molto più evidenti. Si chiese se i due non fossero gemelli.
Le era sembrato così forte e possente…ma in realtà fisicamente non era molto diverso da Tasuki. Tuttavia…c’era qualcosa in lui che lo faceva assomigliare ad una pantera in caccia. E lei ad una preda.
Sostenendo lo sguardo duro e minaccioso di Tasuki, Toya prese la scatola da terra e si avviò fuori. “Questa la porto io.” disse, precedendoli. Ma, quando vide che Tasuki teneva ancora Kyoko per il polso, provò l’amaro sapore della gelosia.
Non appena fuori dalla loro vista, Toya si appoggiò al muro accanto alla porta per riprendere il controllo sulle proprie emozioni. Quando fu sicuro di esserci riuscito si permise di assaporare il ricordo di Kyoko premuta contro il suo petto. Un fruscio lo scrollò dai suoi sogni.
Nel frattempo Kyoko era uscita dalla sua confusione. Pensò che non aveva nemmeno ringraziato quel bel ragazzo, quindi prese da terra una scatola qualunque e si voltò per uscire fuori della sala, quando Tasuki l’afferrò per un braccio.
“Per favore, ti vuoi fermare un attimo? Ma che ti prende?” le chiese, agitato, allo sguardo quasi ammattito di Kyoko. Lei non se n’era nemmeno accorta ma…stava tremando!
Kyoko capì che Tasuki aveva ragione. Posò la scatola sul pavimento e fece un profondo respiro. "Mi dispiace Tasuki. La scatola era troppo pesante e forse sono quasi svenuta. Non ho mangiato molto in questi ultimi due giorni, a causa del trasloco." Non stava mentendo, e voleva assolutamente convincersi che quella fosse la verità.
Guardò in direzione della porta. "Non sono nemmeno riuscita a ringraziarlo per avermi afferrata. - aggiunse, tristemente -Lo conosci?"
Gli occhi di Tasuki si oscurarono, e lui scrollò le spalle: "Suppongo che sia uno dei cinque fratelli che si sono trasferiti oggi. È strano che ognuno di loro ti abbia subito filata, il primo giorno di scuola.” disse acidamente. Poi, vedendo l’aria contrariata di Kyoko, decise di mutare quell’affermazione in una battuta scherzosa. “Probabilmente perché sei la ragazza più carina della scuola. Li hai attirati come una calamita.” Le fece l’occhiolino e scavò tra le scatole finché non ne trovò una leggera e la porse a Kyoko. “Tieni, porta questa. E’ abbastanza leggera per non dover combattere con la tua inedia.”
Lei prese la scatola e ridacchiò, mentre entrambi si avviavano alla sala della festa. “Che hai detto? Cinque fratelli? E tutti nella stessa classe. Non mi dire che sono anche gemelli! Ma com’è possibile?”
Tasuki sorrise, grato dentro di sé all'insegnante che gli aveva spiegato come stavano le cose. "Sì, sono gemelli e tutti adottati dalla stessa famiglia. E questa è la prima scuola pubblica che frequentano." Poi, decise che era ora di cambiare argomento. “Allora, vieni alla festa venerdì?”
"Come?" rispose Kyoko, ancora immersa nei suoi pensieri.
"Al ballo in maschera. Venerdì, la notte di Halloween."
"Non lo so." disse Kyoko, ma poi sorrise pensando che ormai era padrona della sua vita, proprio come un’adolescente normale. Ma…dove trovare subito un costume adatto? “C’è un negozio che vende vestiti di Halloween?”
“Il centro commerciale ha un negozio di costumi che rimane aperto solo per Halloween e Carnevale. Lì troverai sicuramente qualcosa, perché in questa città Halloween è una tradizione.” Avrebbe voluto chiederle se poteva accompagnarla, ma l’eventualità di beccarsi un bel palo gli faceva torcere lo stomaco. Poi gli si parò davanti l’immagine di uno dei ragazzi nuovi che l’accompagnava al posto suo e si sentì mordere dalla gelosia. Meglio provarci.
"Potrebbe essere divertente andarci insieme." osò Tasuki. Trattenne il respiro e si prese mentalmente a calci in culo.
"Perché no?” rispose incredibilmente Kyoko. Diamine, perché dire di no al mio primo appuntamento? "Oh, wow!" ebbe la forza di mormorare Tasuki. Nel frattempo erano arrivati alla sala delle feste e gli occhi color smeraldo di Kyoko s’illuminarono, al vedere come l’avevano già addobbata e decorata gli studenti. Dalla vecchia sala polverosa che certamente doveva essere stata prima, l’avevano trasformata in una meravigliosa sala da ballo a tema!
"Bella, eh? - le sussurrò Tasuki, seguendo il suo sguardo - E vedrai venerdì come sarà stupenda!”
Toya si era tenuto alla larga, dopo aver sentito che Kyoko sarebbe andata al ballo con Tasuki, ma aguzzava comunque le orecchie per captare quanto poteva dei loro discorsi. Un ballo di Halloween non gli sembrava una buona idea ma, vedendo la felicità sul volto di Kyoko, decise di non deluderla. A quanto pare, lui e i suoi fratelli avrebbero dovuto procurarsi subito un costume di Halloween…e magari togliere di mezzo quel Tasuki.
Le mani di Toya si strinsero a pugno, quando Yohji cercò di convincerla a salire su una scala per sistemare le decorazioni. Quel pervertito lo faceva incazzare, ma prima che potesse intervenire, Kyoko si mise le mani sui fianchi, lanciò un’occhiataccia a Yohji come se fosse matto e scoppiò a ridere.
Ma Yohji fu abbastanza impudente da insistere. “Perché no, Kyoko? In fondo tutti abbiamo appeso dei festoni salendo su quella scala.”
"Facciamo così, Yohji. - rispose Kyoko, con tono gelido - Domani ti porterò una gonna corta come quello che indosso io adesso, tu te la metti e poi facciamo a turno ad appendere questi maledetti festoni!” Ciò detto si voltò e di diresse verso il palco.
Yohji abbassò lo sguardo e puntò il suo culo, mentre lei si allontanava. Stava per andarle dietro, quando si trovò Toya di faccia.
"Se fossi in te non lo farei." gli sibilò, con tono minaccioso. Se Yohji avesse avuto l’acume di guardarlo negli occhi si sarebbe accorto che gli occhi di Toya, prima dorati, si stavano colorando di sangue.
Purtroppo, era solo uno stupido atleta tutto muscoli e niente cervello. "È una minaccia?" chiese, a muso duro.
La faccia di Toya divenne nera come la notte. "Puoi scommetterci."
Per tenere fede alla sua fama di stronzo, Yohji provò a prendere Toya per le spalle, ma Toya allungò una gamba e lo fece cadere con la faccia per terra. "Oww, che diavolo?" gridò Yohji, allungando la mano verso la sua caviglia e guardandosi intorno per vedere dove fosse inciampato. Poi capì che Toya gli aveva fatto lo sgambetto e lo fulminò con lo sguardo.
Tasuki lo scavalcò con un scatolo in braccio. "Non credo che sarai molto in forma, per venerdì.” gli sussurrò, con soddisfazione.
Kyoko si era diretta dietro al palco, ma aveva sentito subito che c’era qualcosa non andava…anche se non capiva cosa. Le sembrava che l’intera sala fosse sprofondata improvvisamente nel silenzio. Poi sentì dei fruscii intorno a lei. Per la paura lasciò cadere la scatola che aveva in braccio e fece un balzo…andando a sbattere contro la parete di fondo.
Sentì le braccia di Toya che la stringevano forte. Poi la cappa oscura che l’aveva terrorizzata scomparve di colpo. “Stai bene?” le sussurrò con dolcezza Toya, stringendola a sé.
Kyoko annuì, mentre appoggiava la guancia contro il suo petto. Quella era la seconda volta che lui le veniva in aiuto. "Forse c’era un topo, là sotto. Ho avuto paura.” mormorò.
"Tasuki ti sta cercando." mentì Toya, per non perdere il controllo. E, prima che Kyoko se ne rendesse conto, uscì dal locale, chiudendosi la porta alle spalle.
Ancora imbambolata Kyoko si rese conto che di nuovo non lo aveva ringraziato. Provò a uscire…ma la maniglia era bloccata! Qualcuno l’aveva chiusa dentro?
Tasuki aveva visto prima Kyoko, poi Toya infilarsi nel retro del palco. Toya era uscito ma…Kyoko? Era ancora dentro?
"Cos'è successo questa volta?" mugugnò Tasuki. Cavolo, questi ragazzi nuovi erano dei gran rompipalle e sembravano avere una…cattiva influenza su Kyoko!
Andò ad aprire la porta del palco. Kyoko uscì, con un sorriso colpevole: “Mi sono spaventata perché ho visto passare qualcosa, forse era un topo. Ho gridato e Toya è venuto a vedere cos’era successo. Poi è uscito e…la porta non si è aperta e…”
Tasuki scosse la testa: "Probabilmente ti hanno fatto il solito scherzo idiota di Halloween per onorare la fama di questa stupida città, che si dice sia infestata dai vampiri. In effetti, ne ho viste di cose strane, da che ero piccolo! Comunque, lascia perdere. Dobbiamo tornare in classe.”
Capitolo 5 “Il fantasma dell’Opera”
Toya sentì le serrature delle intorno a lui scattare, e percepì i suoi fratelli avvicinarsi velocemente. Quando la stanza si illuminò di una luce multicolore aguzzò lo sguardo per cercare Kamui, sapendo che era opera sua quella magnificenza. Quando vide i quattro fratelli avvicinarsi tutti insieme a gran velocità si allarmò.
"Avete idea di che tipo di demone sia?" Fece un balzo verso i suoi fratelli, quando il pesante sipario si staccò dai ganci che lo sostenevano e cadde ai suoi piedi, mancandolo di un soffio.
"Qualcuno che ambisce a diventare il fantasma dell'opera.” disse Shinbe, poi i guardiani sentirono una specie di picchiettio sulle assi di legno del palco, come se qualcuno ci stesse ballando il tip tap. Il ritmo era così frenetico che riuscirono a malapena a percepire un’ombra passare.
"Vieni fuori, chiunque tu sia!” gridò Kotaro a gran voce, che echeggiò per l’intero teatro.
"Bell’idea. - ridacchiò Kyou - Perché non gli offri anche un biscottino? Ora vogliamo smetterla di fare i bambini e ci leviamo dai piedi questo mostro una volta per tutte?”
Toya fece cenno con la testa verso la zona più nascosta del palcoscenico. C’era un’ombra che si allungava e si stendeva sulle pareti, quasi strisciasse su di esse. Alla fine l’ombra prese una forma, e due occhi rosso sangue si spalancarono nel buio: non era proprio un demone, ma un disgustoso incrocio tra un ragno gigante e un umanoide. Il volto era quasi umano, ma le membra che ora sbucavano dall’ombra erano otto, lunghe e pelose come quelle di un aracnide gigante. Quando aprì la bocca ne uscì prima un muco schiumoso e puzzolente come formaggio fuso, e poi un grido acuto. Il mostro si arrampicò sul soffitto e cominciò a percorrerlo tutto ad una velocità impressionante.
"Beh, per fortuna è Halloween o avremmo difficoltà a spiegare quel suono agghiacciante agli studenti che lo hanno sentito.” disse Kamui, che aveva ancora i brividi dopo quell’urlo inquietante. Suonò la campanella di fine ora e, a quel suono, la creatura gridò di nuovo, poi artigliò con le zampe l’altoparlante appeso al muro e lo scagliò con tutte le sue forze sui guardiani.
"Bene ... niente testimoni." disse Kotaro, guardando stancamente la creatura che si preparava a saltargli addosso.
"Questo stronzo mi sta già facendo girare le palle!” ringhiò Toya, prima che il ragno lo sbattesse contro la prima fila di sedili alle sue spalle. Estrasse velocemente il suo pugnale d'argento dalla vita e fece oscillare il braccio di lato, dirigendo la lama verso ciò che forse era lo stomaco del demone.
Ma la creatura non ne ricevette alcun danno, anzi, mentre Kotaro si gettava su di lui per evitare che ghermisse Toya, una lunga serie di tentacoli sbucarono dalla sua schiena, fendendo pericolosamente l’aria. I tentacoli afferrarono Kotaro e, come una catapulta, lo scaraventarono con forza sulla parete in fondo al teatro.
Toya vide un’ombra gigantesca salire a cavalcioni del ragno e chinarsi verso di lui, poi un vento fetido gli fu sputato addosso: il ragno umano ora aveva la bocca spalancata e si preparava ad inghiottirlo in un sol boccone.
"Accidenti! Deve aver sentito l’odore di Kyoko su di me!” pensò Toya, che stava ancora per terra con le braccia piegate sotto, in posizione di netto svantaggio rispetto al mostro.
Kyou alzò la mano e lanciò un’enorme sfera di potere contro il mostro. Poi inclinò leggermente il polso e la sfera divenne simile ad un’enorme frusta, che si diresse contro la testa del demone, allontanandolo da Toya. La frusta di potere continuò a dominarlo, per tenerlo il più possibile lontano da Toya che, evidentemente, era la vittima prescelta.
"Perché diavolo ce l’ha con Toya?" mugugnò Kamui. Alzò le mani verso l’alto e si concentrò, poi pronunciò una formula magica molto potente e lanciò un incantesimo contro il ragno. Il demone venne investito da una colossale ondata di energia, che cercò di schivare muovendosi velocemente su ogni lato, ma Kamui riuscì a tenere ferma la sfera di energia sulla sua testa. Alla fine pronunciò l’ultima frase dell’incantesimo e il demone andò a schiantarsi con forza inaudita contro le assi del palcoscenico.
La creatura emise un urlo terrificante, ma cercò ancora di lottare e di proteggersi dall’esplosione di energia: piegò con forza le zampe e poi le stese con violenza, scattando in su come una molla micidiale, cercando di piombare sui guardiani per schiacciarli.
Ma, prima che potesse farlo, Shinbe gli si piazzò davanti e lanciò l’incantesimo finale, che incollò il demone ai fondali di cartongesso. Come un sol uomo i cinque guardiani gli saltarono addosso, gli afferrarono gli arti pelosi e li strapparono via dal suo corpo con tutte le loro forze. Il demone gemette di dolore ma non so arrese: con gli arti rimasti e i moncherini penzolanti cercò di sfuggire all’ira dei guardiani, arrampicandosi su per il soffitto.
Ma i cinque fratelli gli scagliarono addosso contemporaneamente una bolla di energia, che lo imprigionò come in una gabbia. "Hey bello, dove credi di andare?" ringhiò Shinbe, al di là della barriera blu di energia, simile ad una mezza cupola. Il ragno cercò disperatamente di scappare ma ormai era fatta: l’ondata di energia lo frantumò da dentro e il mostro cadde sul pavimento, completamente liquefatto.
"Ehi, non vorrai mica lasciarlo lì!” esclamò Kamui, indicando con disgusto quella specie di sacchetto gelatinoso con al centro delle uova fetide e trasparenti.
"Taci, uomo di poca fede! - ridacchiò Shinbe, mentre il ragno si dissolveva lentamente - Quando avrà finito di sciogliersi ci vorrà un microscopio per trovarlo. Ma adesso ... “ Si voltò come una furia e saltò addosso a Toya. Poi lo annusò con cura.
Toya gli lanciò uno sguardo d’odio, che Shinbe ignorò del tutto. Così Toya lo afferrò per la collottola e lo sollevò a parecchi centimetri da terra, scuotendolo come un panno di bucato. “Non farlo mai più!” gli sibilò. Poi lo lasciò cadere con una smorfia di disgusto.
Shinbe si alzò dal pavimento con un sorrisetto malizioso. “E tu chiami me pervertito. Non c'è da stupirsi che Spiderman si fosse invaghito di te. Profumi di Kyoko lontano un miglio!” I suoi occhi color ametista saettarono di rabbia. “Come mai?”
Ma Kyou interruppe il litigio. “Ehi! - esclamò con la sua profonda voce da baritono - Ma se siamo tutti qui a fare cazzotti tra di noi…chi sta proteggendo Kyoko?”
*****
Quando Kyoko aveva chiesto a Tasuki se poteva usare il suo cellulare per chiamare un taxi, lui le aveva subito offerto un passaggio ovunque lei volesse andare. Kyoko accettò con gratitudine, perché aveva un po’ paura ad avventurarsi da sola in una città che ancora non conosceva.
"Vuoi andare al centro commerciale? Nessun problema! Ehi, se vuoi, posso aiutarti a scegliere un costume per il ballo in maschera." disse Tasuki, già pregustando i vari costumi che le avrebbe fatto provare. Ma poi tornò in sé, pensando che, se le avesse consigliato dei costumi discinti, come aveva in mente di fare…anche gli altri studenti della scuola l’avrebbero vista così abbigliata. “Immagino che tu voglia andarci per comprarti il costume, no?”"
Kyoko sospirò e guardò fuori dal finestrino della macchina, incerta se dirgli o no la verità. Mentre erano imbottigliati nel traffico vide davanti ai cancelli della scuola lo stesso ragazzo solitario della mattina. Era ancora lì? A far che? E perché attirava tanto la sua attenzione?
Scrutandolo meglio, si accorse che il giovane si manteneva perfettamente immobile in mezzo al caos cittadino, proprio come se fosse una statua, e i suoi occhi…sì, ora non poteva sbagliare: erano neri come la notte, non verde smeraldo come le era sembrato quella mattina.
Lo fissò finché l’auto non fu troppo lontana per distinguerlo bene. Ma sentiva che lui la stava ancora guardando: lo sentiva dentro, come una fame rabbiosa e inestinguibile. Aguzzò lo sguardo e, incredibilmente, gli parve di vedere in quella figura ormai lontanissima un movimento delle labbra. Ma…era impossibile!
“Cosa?” pensò, sforzandosi di comprendere cosa stesse dicendo il ragazzo misterioso. Ma Tasuki la scrollò da quella specie di suggestione.
"Lo conosci?" le chiese, fissando lo specchietto retrovisore. Qualcosa in quel ragazzo lo turbava. Conosceva tutti, a scuola, ma di sicuro quello non lo aveva mai visto prima. “Non è uno studente.” si disse.
Kyoko si appoggiò allo schienale, ma poi non riuscì a trattenersi e si voltò di nuovo. Per fortuna Tasuki aveva girato l’angolo e il ragazzo non si vedeva più. Solo allora Kyoko parve risvegliarsi da quella specie di trance. “No, non lo conosco.” mormorò. Poi cercò di cambiare argomento. “Scusa Tasuki, ma sono un po’ nervosa. Sai, è stato il mio primo giorno di suola qui, e devo ancora raccapezzarmi. E poi…non sono mai stata in un centro commerciale…o in un qualsiasi negozio.”
"Cosa? - esclamò Tasuki, sorpreso - Mi prendi in giro?”
"Per niente.” Kyoko lo guardò fisso. “Sai tenere un segreto?”
Tasuki annuì, e strinse con forza il volante "Non ti tradirei mai, Kyoko. Anche se ci siamo appena conosciuti mi sono già affezionato a te. Puoi fidarti.”
"Grazie." Kyoko si sistemò per bene sul sedile, fissò il vuoto davanti a sé e, lentamente, cominciò a raccontargli tutto…ma proprio tutto della sua vita. “A questo punto capirai perché ho bisogno di rifarmi il guardaroba.” concluse.
Erano dieci minuti che Tasuki aveva parcheggiato l’auto davanti al centro commerciale, mentre lei continuava a parlare. Quello era il racconto più triste che avesse mai sentito. "Vuoi dire che nessuno ti ha mai baciata?” sussurrò. Lei lo guardò stranita, e lui sorrise. Poi Tasuki si avvicinò a lei, la prese tra le braccia…e la baciò.
Non fu un bacio di passione, ma uno scambio d’affetto, un tentativo casto di penetrarle il cuore. Kyoko spalancò gli occhi e lo lasciò fare. Quando Tasuki si staccò da lei emise un profondo respiro e rimase un attimo in silenzio, godendosi la meraviglia del suo primo bacio. Tasuki era in ansia, la guardava fisso, chiedendosi se non fosse stato un errore, se non avesse osato troppo, la prima volta che uscivano insieme. Ma si rasserenò, quando Kyoko si voltò verso di lui e gli sorrise. Allora…le era piaciuto!
Pazzo di gioia, Tasuki le indicò il centro commerciale che avevano davanti. “Sai una cosa, Kyoko? Oggi inauguriamo la frase: “Spendi pazzamente, dei soldi non me ne frega niente”!” esclamò.
*****
Tama era sulla soglia della palestra abbandonata e fissava con odio i cinque guardiani che uscivano dal retro dell’Istituto. Avevano appena ucciso il demone ragno che loro gli avevano inviato contro, proprio come preventivato. Quel mostro era stato solo un banale esperimento, e pazienza se era stato sconfitto.
"I guardiani sono troppo sicuri di se stessi e si distraggono facilmente. Pensano di tenerla al sicuro.” mormorò Hyakuhei. Non gliene fregava nulla della perdita del demone. Prima di reincarnarsi in quella dimensione ne aveva nascosti di ben più temibili...nell’oscurità della sua anima, dove nessuno avrebbe mai potuto trovarli. Per ora avrebbe usato i demoni inferiori come esca, in modo che i guardiani si sentissero sempre più invincibili. “Lascia che si convincano di proteggerla per bene.”
“Posso andare da lei, adesso?” disse Tama, guardando torvo Toya che gli stava passando davanti proprio in quel momento. Mentre si stava svolgendo la battaglia infernale tra il demone ragno e i guardiani, Hyakuhei si era collegato mentalmente con loro e aveva permesso anche a Tama di godersi la scena. Lui aveva subito notato che il mostro era attirato dall’odore di Kyoko che Toya si portava addosso, e per questo Tama ora lo odiava ancora di più. Era geloso…geloso di quel guardiano, e non poteva che tormentarsi inutilmente.
"Solo gli sciocchi agiscono senza riflettere, ragazzo." lo avvertì Hyakuhei. Sapeva che Tama non sopportava di dividere la sorella con i guardiani, ma ciò che ignorava era…che anche i guardiani detestavano di dividerla tra loro. Più si affezionavano a lei più sarebbe cresciuto in loro il senso di possesso, e ciò li avrebbe infine separati. Non ci sarebbe voluto molto prima che si scannassero tra loro…per lei. In fondo, non erano così diversi dai gemelli vampiri, Hyakuhei e Tadamichi. Anche se erano convinti di agire a servizio del Bene.
“Ma potrò almeno vederla?” insistette Tama, ricordando come lei l’aveva guardato famelica dal finestrino dell’auto. “Anche lei lo vuole.”
“La sua anima è attirata da te ... sa che sei suo fratello, anche se Kyoko ancora non ricorda. È questo che la lega a noi.” Anche Hyakuhei, come Tama, fremeva dalla voglia di riaverla. “Presto Tama ... molto presto. Riavrai tua sorella."
*****
Hyakuhei era in cima alla scala mobile del centro commerciale e fissava Kyoko che si guardava intorno a bocca aperta.Era sewmpre stata una fanciulla ingenua, e in questa nuova reincarnazione non era da meno. Un piccolo sorriso gli spuntò all'angolo delle labbra.
“Vieni da me…” sussurrò nella sua mente, sapendo che lei avrebbe sentito la sua chiamata senza capire.
Kyoko lanciò un'occhiata al secondo piano e poi guardò la scala mobile come se fosse una giostra della fiera. "Possiamo?" chiese con entusiasmo a Tasuki indicandogliela.
"Certo!” rispose Tasuki we sorrise, quando lei gli chiese di salire per primo. “Va bene, mi sacrificherò per te!” disse per celia. Poi si aggrappò al corrimano della scala e fece una faccia terrorizzata, come se stesse per cadere.
Kyoko gli fece la linguaccia e si afferrò al corrimano dietro di lui. "Smettila di tenermi d’occhio, non ho nessuna intenzione di correre giù come un coniglio impaurito!” ridacchiò, quando la vide fissarla con la oda dell’occhio. Alzò lo sguardo verso il piano superiore ma, di botto, i suoi occhi incrociarono quelli dell'uomo che se ne stava immobile a guardarla, e il fiato le si bloccò in gola.
Lunghi capelli scuri incorniciavano il viso più bello che avesse mai visto. Era ancora più attraente e stupendo dei ragazzi che aveva conosciuto quel giorno a scuola! Le sue labbra erano chiuse, ma lei poteva quasi avvertirle sulle sue mentre la baciava con passione. I suoi luminosi occhi scuri erano incorniciati da folte ciglia scure.
Mentre la scala mobile saliva verso di lui il cuore di Kyoko prese a battere all’impazzata. Sentiva che lui la desiderava…e anche lei lo voleva. La sua mano si spostò quasi involontariamente verso quella dell’uomo e, quando fu al piano e le due mani si toccarono, fu come se il tempo si fosse fermato e lei rimase quasi paralizzata in cima al pianerottolo.
Poi lei si voltò e lo cercò con gli occhi, e quale non fu la sua delusione quando non lo vide più…come se fosse scomparso.
*****
"È a casa!" gridò Kamui dalla veranda, poi sussultò quando i suoi fratelli lo raggiunsero così velocemente che non li aveva nemmeno visti arrivare. "E guardate chi c’è con lei."
"Tasuki." disse Toya con una voce piatta che contrastava con il furore del suo sguardo.
"Sembra che sia andata a fare shopping.” aggiunse Kotaro.
"Mi sarebbe piaciuto stare dietro a quella minigonna!” sospirò Shinbe, con desiderio.
"Ti sarebbe piaciuto, eh?” mormorò Kyou con sguardo glaciale, tanto che Shinbe pensò bene di spostarsi verso Kamui un metro più in là…per sicurezza.
"Non può andarsene in giro di qua e di là!” esclamò Toya incrociando le braccia sul petto, e chiedendosi perché mai Tasuki impiegasse così tanto tempo a parcheggiare quella maledetta macchina.
"Ma lei non lo sa. - gli fece notare pazientemente Kamui - Comunque, è tornata a casa in un orario decente."
"Un orario decente sarebbe stato prima del buio!" disse Kyou, con tono piatto.
Toya fece per avviarsi alla casa, ma Kyou allungò la mano e gli mise saldamente la mano sulla spalla. "Tasuki sta ancora portando dentro le sue borse. Ha quasi finito." gli disse mentalmente.
"Ti ho detto più volte di non entrarmi in testa! - sibilò Toya, freddando Kyou con lo sguardo - Un giorno non ti piacerà quello che ci troverai, lì dentro.” E scrollò le spalle, per costringere Kyou a mollarlo. L'ultima cosa che ci voleva era che Kyou frugasse tra i suoi pensieri! Avere una parte di Tadamichi dentro era già abbastanza inquietante. Alzò uno scudo mentale e poi tornò a concentrarsi sull’andirivieni di Tasuki dalla casa di Kyoko.
"Mi chiedo se l’abbia già invitata a cena.” mormorò Toya, pensando ad alta voce.
"Perché avrebbe dovuto?" chiese Kyou con curiosità, sapendo che Toya non era il tipo che diceva cose a caso.
“Oggi è quasi svenuta durante la lezione di recitazione. L'ho sentita dire a Tasuki che non aveva mangiato a causa del trasloco. Inoltre Tasuki le ha anche chiesto se poteva accompagnarla alla festa in maschera di venerdì sera."
Kotaro strinse le labbra e, casualmente, tirò fuori dalla tasca un lungo pugnale che iniziò a carezzare tra le dita, come se fosse un bastone. "Credo che Tasuki abbia intenzione di corteggiarla.” mormorò.
"Se non sta attento, sarà un corteggiatore defunto." tuonò Toya. Poi aggiunse rapidamente: "Sarà un bersaglio inerme per i demoni, se starà sempre a ronzarle attorno."
"Siamo in cinque ... penso che non dovremmo temerlo.” sorrise Shinbe.
"Oggi però abbiamo fallito." La voce di Kyou non aveva alcuna emozione, ma l’ombra nei suoi occhi dorati parlava da sola. “Siamo i suoi guardiani e lei è solo una ragazza umana, anche più fragile delle altre. Se continua a mettersi in pericolo andandosene in giro senza controllo, non avremo altra scelta che rivelarci per quello che siamo ... e dirle la verità.”
"Cioè?” Kamui scosse la testa. "Non è ancora pronta…lo sai. La nostra sacerdotessa non mangia perché la sua vita è cambiata di colpo. Diamole il tempo di abituarsi Nel frattempo, forse dovremmo trovare il modo di frequentarla e farle capire piano piano come stanno le cose…altrimenti alla fine non ci crederà e ci prenderà per matti. O, peggio, se useremo i nostri poteri avrà paura perché penserà che siamo marziani e farà di tutto per sfuggirci.”
“Secondo me ti sbagli. Può trovarsi in pericolo da un momento all’altro e gli unici che possiamo salvarla siamo noi. Per ora ha già preso una cattiva strada: se avesse bisogno di aiuto si tufferebbe tra le braccia di Shinbe che, a quanto pare, è quello tra noi che le è piaciuto di più.” mugugnò Toya.
"Ehi, a me non dispiace!” ridacchiò Shinbe.
“No, davvero?” gli sibilò Kamui, dandogli una gomitata nello stomaco.
Toya girò lo sguardo, ricordando con piacere quanto lei si fosse sciolta tra le sue braccia. "È la nostra sacerdotessa. Siamo attratti da lei e penso che la cosa sia reciproca. Ma non per questo ci cadrà ai piedi, come tutti voi sperate.”
"Facciamo un patto. - disse Kyou - Nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto ... allora le diremo tutto alla svelta.”
"Per me va bene.” disse Toya.
"Ma adesso... ha bisogno di mangiare." E Kyou tirò fuori il cellulare dalla tasca.
Конец ознакомительного фрагмента.
Текст предоставлен ООО «ЛитРес».
Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=66225840) на ЛитРес.
Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.