Vampiri Gemelli

Vampiri Gemelli
Amy Blankenship
Kyoko è nata per combattere i demoni e pensava di conoscere tutte le regole, fino a quando non ha stretto amicizia con un vampiro meticcio ed è stata accidentalmente sedotta dal suo padrone. Quando si accorge che anche il nemico ha un cuore,comincia a fare confusione tra il bene e il male, mettendosi in serio pericolo. Ora, con un vampiro ossessionato che la insegue dappertutto e il fratello gemello di lui intenzionato a scatenare una guerra tra vampiri, Kyoko si sente sempre più attratta da ciò che invece dovrebbe distruggere.


Vampiri Gemelli
Serie Il Cuore di Cristallo Protettore Libro 6

Amy Blankenship, RK Melton
Traduzione Italiana di Patrizia Barrera

Copyright © 2010 Amy Blankenship
Edizione Inglese a cura di Amy Blankenship
Seconda Edizione Pubblicata da TekTime
Tutti I Diritti Riservati.

Capitolo 1 “Cose pericolose”
Tasuki fissò Kyoko che si alzava e si sporgeva sul tavolo per prendere il libro dall`aspetto medievale che aveva aperto di fronte a lui. I suoi occhi color ametista quasi brillarono, quando la camicia di Kyoko già abbastanza scollata si abbassò e le si afflosciò sulle spalle, prima che lei si raddrizzasse. Era sicuro che non avrebbe mai dimenticato la visione allettante della scollatura di Kyoko con quella punta di pizzo nero che si intravedeva. Sbatté le palpebre, poi le indicò il passaggio di cui le aveva parlato sulla pagina del libro. Sorrise dolcemente quando i loro sguardi si incrociarono per un attimo, ma aveva già dimenticato quello che aveva detto, quindi la lasciò leggere. Tasuki si agitò un po’ sulla sedia, cercando di controllare il suo imbarazzo, ma già solo quella sbirciatina innocente gli aveva fatto incendiare il sangue nelle vene, e tutto quel calore gli tendeva i jeans proprio lì. I suoi occhi color ametista si oscurarono sensualmente, mentre metteva da parte la foto per dopo. ”Sai Kyoko, un giorno ci sposeremo ... perché sappiamo entrambi che sono l`unico ragazzo abbastanza pazzo da considerare questo di oggi un appuntamento romantico.” La sua intenzione era di scherzarci sopra, ma la voce roca rivelava i suoi veri sentimenti.
Kyoko gli lanciò un’occhiata coi suoi occhi color smeraldo. Probabilmente aveva ragione ... anche se lei non lo voleva ammettere, e la cosa le andava benissimo. La maggior parte delle volte passavano insieme la notte fuori... a uccidere vampiri o a fare da esca a quelli che non si palesavano.
Era da pochi mesi che lui faceva avances ... ma, per quel che poteva ricordare, era da sempre che i loro amici pensavano che fossero fidanzati o giù di lì. In realtà lui non si era mai dichiarato apertamente…e ora sembrava che i suoi ormoni stessero decidendo per lui.
Per poco non balzò dalla sedia, quando metà delle luci all'interno della biblioteca si spensero. Il primo pensiero che le passò per la mente fu che un demone maligno li avesse presi di sorpresa, poi sentì un brusio e si rese conto che, semplicemente, la biblioteca stava chiudendo. Avevano preventivato di andarsene già da un’ora, ma si sa che i topi da biblioteca fanno sempre tardi…
"Andiamo Kyoko, è meglio che usciamo, prima che ci chiudano dentro!” sussurrò Tasuki, prendendola per mano e conducendola alla svelta fuori dell’edificio, sperando di passare inosservati. Ma si sorprese a chiedersi se rimanere chiuso in biblioteca di notte in compagnia di Kyoko fosse davvero così terribile!
Una volta in parcheggio, Kyoko rallentò, attratta da una strana formazione di nuvole nel cielo, proprio intorno alla luna. Non era superstiziosa ma quella vista le ricordava le scene notturne dei film horror ... il tipo di film che le torceva le viscere.
Non aveva bisogno della magia di Hollywood per percepire l’eterna lotta tra il bene e il male. Forse era meglio che Tasuki tornasse subito a casa. Era uno che sapeva il fatto suo, ma il suo istinto non mentiva e se e diceva che era meglio che se ne andasse…allora bisognava dargli ascolto. Il problema era convincer Tasuki.
Quando raggiunsero la sua macchina, Kyoko lo fissò negli occhi, in cui brillava una strana luce: era l’unico, oltre a suo nonno, a conoscere il suo segreto di sacerdotessa. Si fidava di lui, abbastanza da permettergli di partecipare a molte delle sue caccie ai demoni. Era un ottimo combattente e non l’ aveva mai delusa o tradita. Anche oggi le aveva fatto compagnia, mentre lei cercava di informarsi in biblioteca sulle molteplici diversità dei demoni che infestavano il creato. Si mettevano in un angolo appartato e in genere nessuno li infastidiva…e spesso si divertivano molto, insieme.
"Entra. Ti accompagno a casa, Kyoko." disse Tasuki, aprendole la portiera della macchina. Erano così vicini che gli sarebbe bastato che si chinasse su di le per baciarla…ed era proprio quello che aveva intenzione di fare.
Cogliendolo di sorpresa, Kyoko si alzò e gli diede un veloce bacio sulle labbra. "No, non fa niente. Il nonno sarà qui a momenti e non voglio che ci veda da soli in macchina. Vai a casa ... ma telefonami appena arrivi, così so che stai bene.” Gli sorrise dolcemente, sperando che non protestasse. Sapeva quanto suo nonno era iperprotettivo!
Tasuki si guardò intorno sperando di non vedere il vecchio camion del nonno parcheggiato da qualche parte nell'ombra. Sospirò di gratitudine quando avvistò solo tre macchine. Il vecchio li aveva beccati insieme lo scorso fine settimana di ritorno da una caccia di mezzanotte al cimitero, e aveva minacciato di fare tiro a bersaglio…col suo sedere. Contrasse la mascella in una smorfia di stizza: se non avesse imparato a tenere a bada quel vecchio cane da guardia, non avrebbe mai combinato nulla con Kyoko!
Le lanciò un ultimo sguardo, col calore del suo bacio ancora sulle labbra , e annuì. "Va bene Kyoko ... ma se a te non da fastidio…aspetterò che arrivi il nonno, prima di andarmene.” Le fece un sorrisetto malizioso: "Non immagini nemmeno quanti mostri inquietanti sono in agguato nell'oscurità, pronti ad attaccare!” Cercò di saltarle addosso per scherzo, come se fosse un fantasma uscito dall’ombra, e lei schizzò fuori dalla macchina ridendo.
"Non ti preoccupare Tasuki, vai a casa, non mi succederà niente!” esclamò Kyoko tutta eccitata. Lui non potè fare a meno di desiderarla, con quell’aria selvaggia e infantile negli occhi, mentre faceva finta di essere una tenera pecorella indifesa…Com’era possibile resistere ai suoi ardenti occhi ametista? Da poco aveva iniziato a farsi crescere i capelli, che erano diventati ondulati, bruni coi riflessi blu, e l'orecchino a croce che le pendeva da un orecchio la faceva apparire più una cattiva ragazza che una timida studentessa universitaria. Stava diventando sempre più difficile resisterle.
Tasuki scosse la testa e uscì dalla machina per avvicinarsi a lei. "E dare a qualcun altro la possibilità di mangiarti? - sussurrò, con voce strozzata - Proprio non mi va!”
"Perché, vorresti mangiarmi tu?” scherzò Kyoko, sentendo i muscoli del ventre e dell’inguine contrarsi per l’eccitazione.
"In realtà sì! - azzardò Tasuki con decisione - Mi piacerebbe mangiarti e mangiarti.”
Kyoko rise e scosse la testa, indicandogli con la testa la strada verso casa. “Dai, fai il buono Tasuki. Torna a casetta tua!” Giocare con lui al gatto col topo la eccitava sempre, ma quella sera le cose stavano prendendo una piega diversa.
"Mi piace quando mi dai degli ordini ma ... mormorò sensualmente Tasuki - sai bene che con me non funziona.”
"Dannazione!" rise Kyoko, pestando il piede a terra come una bambina per impedirgli di andare oltre - Ti ricordi cosa è successo, l’ultima volta che il nonno ci ha trovato insieme a tarda notte? Vuoi davvero che te lo tagli?” chiese, alludendo al suo pisello. A questo ricordo, Tasuki non potè fare a meno di lanciare un’occhiata a quel rigonfiamento sotto i calzoni…e rabbrividire.
Ringhiò: "Non mi piacerebbe ma ..." La guardò e sorrise. "Comincio a pensare che valga la pena rischiare."
Kyoko gridò quando Tasuki balzò in avanti di nuovo per ghermirla ... e questa volta si ritrovò schiacciata contro la portiera della macchina. Spalancò con eccitazione gli occhi color smeraldo e si afferrò per gioco alle maniche della sua giacca. Poteva sentire sotto le dita la magnificenza dei suoi muscoli sodi.
Tasuki guardò gli occhi di Kyoko pieni di passione, e abbassò lentamente la testa per posarle un lieve bacio sul collo. Sentì un brivido attraversargli la schiena e puntare dritto all’inguine ... dove avvertiva un delizioso dolore. Incapace di resistere alla tentazione, Tasuki le mordicchiò il collo e si premette contro di lei. Gemette debolmente, quando sentì le lunghe gambe di Kyoko e aprirsi leggermente, come a permettergli di insinuarsi. Rapidamente, fece scivolare una gamba tra le cosce roventi della ragazza.
"Cosa stai facendo?" sussurrò lei, incapace di fermarlo ... o meglio: senza alcuna intenzione di fermarlo.
Tasuki premette la coscia contro la sua vagina e la sollevò dolcemente da terra. Si sciolse di libidine, quando la sentì piagnucolare dolcemente. Allora le leccò lievemente il collo, facendo scivolare la lingua fino alla sua bocca.
“Ti voglio.” le sussurrò, imponendo una lieve violenza alle sue labbra per convincerle ad aprirsi. Poi la baciò con passione.
Kyoko chiuse gli occhi e si lasciò andare. Non era la prima volta che Tasuki le rubava un bacio…ma non era mai stato così appassionato come quella sera. Si ribellò debolmente alla sua violenza…ma poi lo lasciò fare.
Tasuki gemette, assaporando la dolcezza delle labbra di Kyoko. Le sue braccia scivolarono attorno alla sua piccola vita, e la sollevò leggermente, tenendola intrappolata tra lui e l'auto. Premette più forte la gamba contro il suo inguine e si dondolò contro di lei. Quando Kyoko ricambiò il bacio, l’eccitazione di Tasuki salì alle stelle.
Kyoko sentì una delle mani di Tasuki spostarsi dalla spalla alla nuca, e affondare tra i suoi capelli ramati. Era felice che suo nonno non fosse tra i piedi, perché voleva che quella cosa continuasse. Per la prima volta desiderò saltare sulla macchina di Tasuki e proporgli di portarla a casa sua per passare la notte insieme.
Stava quasi per dirglielo, quando lui fece scorrere lentamente la mano dal ginocchio fino alla sua coscia…e poi più su, avvicinandosi pericolosamente alla sua vagina.
Cosa avrebbe provato, svegliandosi nel letto accanto a Tasuki dopo una notte d’amore? Avrebbero riso e scherzato come facevano di solito? O lui le avrebbe preparato la colazione…prima di prenderla di nuovo? C'erano così tante domande che la stuzzicavano e a cui avrebbe voluto dare risposta…e questo era un altro dei motivi per cui stava per dirgli che sarebbe andata a casa con lui.
Proprio mentre si stava lasciando andare al piacere, uno strano brivido le gelò la schiena…costringendola a divincolarsi dalle braccia di Tasuki. Aveva dovuto farsi forza per uscire dalla prigione delle sue cosce e costringerlo a farsi da parte, ma aveva la pessima sensazione che qualcuno li stesse spiando. Ci volle così tanta determinazione da parte sua, che sentì il ventre contrarsi dolorosamente.
Per un attimo rimasero immobili a guardarsi in faccia, respirando affannosamente. Poi Kyoko chiuse gli occhi, chiedendosi se anche lui avvertisse quella violenta pulsazione alle cosce.
Per tre volte aprì la bocca per parlare, ma non trovò il coraggio. Alla fine con voce tremante disse:. "Vai a casa Tasuki, starò bene." Tasuki fece una faccia talmente triste che per un attimo Kyoko pensò di rimangiarsi tutto. Ma il suo senso di disciplina prevalse. “Non mi succederà niente, te l’assicuro!” aggiunse, con forza.
Tasuki strinse i denti, ma non gli andava di costringerla. Era un po’ deluso, ma comunque quella sera aveva fatto un grande passo avanti nella sua conquista. Così decise di interpretare quell’ennesimo palo come una piccola vittoria. "Va bene, ma la prossima volta sarò io a portarti a casa." Ovviamente intendeva …casa SUA e, nello specifico, nel SUO letto!
Kyoko si mise in bella vista sotto un lampione per rassicurare Tasuki. Lui esitò, poi provò a raggiungerla, ma quando furono a pochi passi l’uno dall’altra lei gli fece intendere con lo sguardo che era meglio che non ci provasse, così lui fece dietro front e si avviò verso l'auto.
Era un po’ preoccupato per lei, e di nuovo si voltò a guardarla. Kyoko scorse un lampo di ansia nei suoi meravigliosi occhi ametista, e il cuore le fece un balzo.. Sapeva che era confuso ma non poteva farci niente. Non era la serata adatta per amoreggiare... o sarebbero stati entrambi in pericolo. Gli sorrise giocosamente, gli fece ciao ciao con la manina e gli gridò di non preoccuparsi.
Ormai sconfitto, Tasuki le sorrise di rimando e salì in macchina; poi le passò davanti e la salutò col clackson mentre prendeva la direzione di casa. Non riusciva a sentirsi tranquillo. Si girò di nuovo a guardarla…per assicurarsi che stesse bene…come se qualcosa lo costringesse a farlo. Aveva la strana sensazione di stare per perdere la sua Kyoko.
Non appena l’auto di Tasuki svoltò l’angolo, Kyoko smise si sorridere e si concentrò sulla sua mano. Immediatamente un dardo spirituale le apparve nel palmo. Bene: quella era l’unica arma in grado di difenderla davvero!
Aveva costretto Tasuki a tornare a casa da solo per metterlo al sicuro: era da quando erano usciti dalla biblioteca che sentiva un pericolo nell’aria, come se ci fosse qualcuno in agguato nell’ombra. In quel momento le parve di sentirsi uno sguardo gelido addosso, che le fece accapponare la pelle dal terrore. Si maledisse, per aver lasciato che Tasuki le facesse abbassare la guardia. Era colpa sua, non del suo amico!
Tasuki l'aveva aiutata a combattere i demoni quasi dal principio. Qualche tempo fa lei gli aveva persino procurato un'arma e sembrava che lui fosse davvero portato. Gli aveva insegnato molte prese mortali, in grado di aiutarlo a vincere in un qualsiasi combattimento, tuttavia…se Tasuki fosse stato ferito o peggio non se lo sarebbe mai perdonato!
Gli aveva mentito quando aveva detto che suo nonno sarebbe venuto a prenderla. La verità era che suo nonno non sapeva nemmeno che si trovava fuori. Ma doveva tagliare con le avances di Tasuki e spedirlo a casa, prima che il demone che li stava seguendo potesse approfittare del…loro stato di eccitazione e ucciderli. Ora che sentiva di amare Tasuki, desiderava proteggerlo ancora di più!
Se il demone li avesse attaccati mentre erano ancora insieme, di sicuro lui l’avrebbe aiutata a combattere. Ma negli ultimi tempi aveva fatto degli orribili incubi su di lui: lo aveva visto azzannato da un demone e sapeva che i suoi sogni non mentivano. Era in pericolo di morte, e questo le aveva tolto il sonno. Se Tasuki fosse stato morso e si fosse trasformato in uno dei demoni che erano soliti combattere…come avrebbe potuto trovare la forza di ucciderlo? Perché quello sarebbe stata costretta a fare…e non era affatto piacevole.
Tirando un grosso respiro si avviò lentamente a piedi verso casa…a circa un’ora di marcia da lì. Chi o cosa le stesse inseguendo avrebbe avuto tutto il tempo di mostrarsi.
Camminò per un paio di isolati senza che nessun mostro l’attaccasse. Dopo un po’ Kyoko iniziò a stizzirsi. Provò perfino a eccitare il demone, scostandosi i capelli di lato per esporre la nuca, quasi offrendosi su un piatto d’argento, ma a quanto pare il demone voleva prenderla per sfinimento. Questo la fece irritare ancora di più, perché era maledettamente stanca e non vedeva l’ora di chiudere la partita.
Di sicuro Tasuki era già arrivato a casa e le aveva telefonato, com’erano rimasti d’accordo. O almeno sperò che lo avesse fatto. La sua mente era ancora sotto l’eccitazione di quando lui l’aveva intrappolata contro la macchina, e le aveva piazzato la gamba tra le cosce, il che la fece gemere di frustrazione. Se quel maledetto demone avesse avuto il coraggio d’importunarla, lo avrebbe presi a calci in culo!
Camminando camminando, si trovò in un quartiere che non aveva mai visto, e avvertì il ringhio cupo di un cane in lontananza. La sua mente si allertò: sapeva quanto i cani odiassero i vampiri! Probabilmente avevano capito che, se un vampiro non riusciva a sgozzare una vittima umana…si sarebbe rassegnato a nutrirsi del sangue di un cane. I capelli le si drizzarono sulla testa quando al ringhio seguì un acuto guaito…come quello che emette un cane ferito a morte!
Poi il guaito si affievolì e infine cessò…e Kyoko capì che la povera bestia aveva smesso di respirare.
Con i sensi allertati, posò i libri a terra e fece finta di allacciarsi le scarpe. “Si comincia…” mormorò allegramente, come se si trattasse di una cosa da nulla.
Era convinta che il demone l’avrebbe attaccata da dietro, perché per la maggior parte erano dei codardi, e non gradivano che la vittima avesse la possibilità di difendersi. Ecco perché si era messa in quella posizione: con i suoi quarantotto chili di peso e la corporatura minuta, una fanciulla umana non avrebbe avuto speranza di salvarsi. Ma lei non era una ragazza qualsiasi.
Alzò gli occhi al cielo quando non successe niente. Riprese a camminare guardandosi per bene attorno, per capire dove si nascondesse il suo presunto assalitore…e alla fine lo vide. C’era un bambino dall’altra parte della strada, con un cane morto ai suoi piedi. La pelle e i capelli del bambino erano bianchi come la neve, ma anche da quella distanza poteva vedere che i suoi occhi erano neri…come la notte più profonda.
Che strano ... la maggior parte dei vampiri assomigliava esattamente agli umani. Questo era ciò che li rendeva i più pericolosi tra tutti i demoni che vagavano segretamente sulla terra. Ma quel bambino non sembrava affatto umano. Mentre lo scrutava fu presa da una tristezza infinita, pensando a quanto fosse giovane quando era stato preso. Ma ormai, non aveva più importanza.
Yuuhi la fissò da lontano ... e per un attimo desiderò che quella fosse una SUA vittima. Gli piacevano le fanciulle innocenti. Convocò i demoni suoi figli, chiedendosi quanto avrebbe resistito quella piccola umana contro di loro. Aspirò l’aria, aspettandosi di godere dell’odore della sua paura…ma non ne trovò. Scoprì invece che la fanciulla odorava di purezza e di morte…e la cosa lo eccitò profondamente. Yuuhi continuò a fissarla, mentre alcuni demoni di basso livello erano in procinto di aggredirla alle spalle.
Kyoko avvertì il consueto formicolio di allarme alla base del collo e per tutta la schiena, e capì che il bambino si era messo lì per tenderle un agguato e farla prendere di sorpresa. Ora ne era assolutamente sicura…era circondata da vampiri. Se ne aspettava uno solo, e invece dovevano essere almeno tre…quattro, contando anche il bambino.
"Beh, non era quello che volevo?” provò a consolarsi, mettendosi in posizione di combattimento.
Un vampiro dall'aspetto di studente del college sogghignò, il che lo rese quasi disgustoso. “Era quello che volevi, eh? Te lo do io, quello che vuoi, piccola!" Le fece un sorriso a trentadue denti, cercando di fascinarla con lo sguardo.
Kyoko sapeva cosa stava provando a farle… e provò una forte eccitazione, al pensiero che mai nessun vampiro avrebbe potuto abbatterla con una magia così stupida. Lo guardò dall'alto in basso. "Ne dubito. - lo provocò, spingendolo ad attaccarla - In genere i chiacchieroni repressi non sono il mio tipo!”
Almeno questi vampiri sembravano normali. Beh... come possono apparire normali tre giovani studenti ben vestiti…con un paio di zanne da far invidia a un lupo! Comunque, non capitava tutti i giorni d’incontrare dei vampiri che vestivano Armani. Diavolo, se quei tre fossero stati ancora vivi avrebbero urlato per una macchia sul pantalone. E poi c’era quel bambino albino, dall’altra parte della strada, che la guardava come un voyeur malato.
Quel pensiero la fece rabbrividire. Aveva sentito strane storie su quel genere di vampiri. In genere tendevano l’agguato alle loro vittime, ma poi mandavano altri ad agire mentre loro guardavano estasiati…per quanto possa sentirsi eccitato un demone dal sangue freddo. Aveva visto un mucchio di ridicoli film dell’orrore e su un’unica cosa avevano fatto centro: i vampiri erano dei libidinosi e non facevano differenze tra umani maschi o femmine. Provavano piacere con entrambi…
"Se fossi in te continuerei a studiare…” Rise alla sua battuta e poi sferrò un terribile calcio nell’inguine del vampiro. Un’altra cosa da sapere sui vampiri è che, se sono maschi, mantengono gli stessi punti deboli di quando erano ancora in vita. Non importa quanto siano diventati veloci…le palle sono sempre palle!
Si abbassò proprio mentre un altro vampiro le veniva addosso, e si soprese della sua velocità. Si muoveva molto più rapidamente di tutti quelli che aveva affrontato fino ad ora… Strinse il pugno, e un dardo di forza le si materializzò nel palmo.
Poi scansò un altro demone che stava piombando su di lei, e gli scaraventò il dardo addosso. Una mano fredda e umida le si strinse intorno al polso e lo ruotò, facendola gemere di dolore. Assecondando la rotazione, Kyoko impresse violenza al movimento e afferrò il vampiro per la sua stessa giacca, facendolo crollare a terra.
Gli saltò addosso, e per qualche attimo entrambi si rotolarono sul marciapiede, cercando di strangolarsi a vicenda; poi Kyoko riuscì a mettersi a cavalcioni su di lui. Doveva agire in fretta, o quel vampiro l’avrebbe presto morsa.
"Ho qualcosa per te.” sibilò, infilzandolo con un dardo etereo. Un terzo vampiro provò a saltarle addosso, e lei fece appena in tempo a rotolarsi su un fianco per schivarlo, ritrovandosi poi con la schiena a terra e il demone addosso.
Ok, stava cominciando a incazzarsi. Guardando bene in faccia il vampiro impudente, ebbe l’impressione di trovarsi davanti ad uno studente del college, di quelli che prendono ottimi voti, che si era portato una pistola a scuola. Era possibile intravedere un luccichio sadico in quelli che una volta erano i suoi occhi
"Ora mi hai scocciata, amico." mormorò. Torcendo in modo anomalo il polso lo sfiorò leggermente con un altro dardo etereo. Gongolò di gioia, quando la pelle del vampiro iniziò a fumare ... e lo vide torcersi in agonia. Piegò le ginocchia sul petto e gli diede un bel calcione per scalzarlo via. Lo vide rotolare per qualche metro, continuando a bruciare.
A brevissimo, lo studente sadico si sarebbe trasformato in un mucchietto di polvere fangosa sul marciapiede, che sarebbe svanita alle prime luci dell’alba. Kyoko si era sempre chiesta dove andasse a finire la cenere di vampiro…ma ciò che contava in quel momento era che non avrebbe dovuto sgomberare la strada dai resti di quel cretino.
"Stronzo!” gli urlò, rialzandosi da terra. Era la prima volta dopo secoli che trovava un vampiro in grado di tenerle testa…e quella era stata proprio una…bella novità.
Aggrottò la fronte, quando lo sentì ancora ululare di paura. Era evidente che non erano di sangue nobile ma semplici zombie. Suo nonno li chiamava “mezzosangue”, nemmeno vampiri o demoni. Comunque sia, per praticità lei continuava a chiamarli vampiri. Più il loro sangue era puro più ci mettevano tempo a morire. Disgustoso ma vero.
Aveva sentito dire che i vampiri antichi, quelli di sangue puro, erano estremamente potenti, e perfino nonno Hogo non era sicuro che i suoi dardi eterei avrebbero potuto abbattere uno di quelli. Una volta le aveva detto che il dardo spirituale non era altro che la luce del sole imbrigliata in un'arma, e che poteva essere evocata solo da una sacerdotessa o da un guardiano.
Sentì un pugno arrivarle a mezza faccia, ed ebbe appena il tempo di girare la testa di lato per schivare il colpo. Se qualcuno di quei dementi avesse preso gusto a usare la sua faccia per giocare a dodge ball, ben presto si sarebbe ritrovata vampiro anche lei! Tuttavia parte di quel pugno le sfiorò dolorosamente il naso…e questo la fece incazzare ancora di più.
Non voleva certo tornare a casa con la faccia gonfia, come se avesse fatto a cazzotti sul ring! E la rabbia le arrivò alle orecchie quando il burlone le squarciò la camicia con un’unghiata, mettendole a nudo il seno e facendole quattro bei graffi.
"Pervertito!” sibilò, sapendo che l'aveva fatto apposta. Il sorriso malizioso che le lui rivolse glielo confermò.
Sua madre sarebbe uscita pazza, quando l’avesse vista ritornare a casa combinata a quel modo, ma nonno Hogo le avrebbe messo a posto la ferita. Tanto, lei guariva molto più velocemente di un qualsiasi essere umano. Aveva passato gli ultimi anni della sua vita ad addestrarla per farla diventare ciò che era adesso!
Il nonno sapeva molte cose su di lei…di prima che lei nascesse…o almeno era questo ciò che diceva. C’erano delle vecchie pergamene che parlavano del cuore di cristallo protettore…e di lei, la piccola sacerdotessa che aveva il compito di proteggerlo.
All'inizio non gli aveva creduto, ma le cose erano cambiate quando, all’età di dieci anni, lo aveva visto combattere contro un vampiro mentre tornavano a casa, dopo la festa di compleanno di Tasuki. Si era divertita così tanto che era rimasta a festeggiare anche dopo che gli altri bambini erano tornati a casa.
Quando erano stati attaccati, le era parso insolito vedere un uomo della sua età muoversi con la stessa grazia letale di un abile guerriero. Ciò che era ancora più strano era che il demone era molto reale. Corse ad aiutare suo nonno e colpì il mostro sulla schiena con il pugno ... era stato allora che aveva visto per la prima volta il potere guizzare fuori da lei. Aveva ancora il dardo etereo in mano mentre il vampiro bruciava.
Una volta terminato il combattimento, Kyoko ricordò di avere chiesto a suo nonno cos’era quel mostro, e perché li aveva attaccati. Nonno Hogo allora le spiegò che, sebbene lui fosse abbastanza forte da combattere i demoni, non aveva il suo stesso potere né la sua capacità di guarire rapidamente da una ferita.
Cercò di farle capire chiaramente che lei possedeva un dono dalla nascita, e che lui era orgoglioso di poterle stare al fianco. Dopodiché le parlò lungamente di come i demoni la stessero cercando da che era nata, e per questa ragione il vampiro li aveva attaccati…per il potere che lei si portava dentro.
Non sapeva ancora esattamente perché e in che modo quelle creature malvagie intendevano usare quel potere, ma erano diventate sempre più bramose, nel coso dei secoli.
Comunque lui era convinto che quel potere le fosse stato donato perché attraesse i demoni e li distruggesse.
Kyoko ricordava bene il senso d disgusto che provò alla spiegazione del nonno; si chiese se ci fosse qualche altra cosa che lui non le aveva detto. Una cosa era certa: da quel momento i rapporti tra lei e suo nonno erano cambiati…e anche con Tasuki, perché c’era anche lui quella sera con lei e il nonno, avendoli seguiti di nascosto. Quel segreto aveva creato tra loro tre un legame indissolubile.
Scosse il ricordo dalla sua mente mentre tornava a concentrarsi sul combattimento. Decise che il Pervertito doveva morire subito, o con un’altra zampata l’avrebbe lasciata completamente nuda.
Abbassò le braccia ... fingendo di provare dolore, in modo che lui tornasse all’attacco. Benché sapesse che la vista del sangue li eccitava sessualmente, si chiese ancora una volta se tutti i vampiri fossero dei pervertiti o solo quelli che incontrava lei. Proprio mentre lui le saltava addosso per finirla, potè scorgere un lampo di sorpresa e di dolore nei suoi occhi, quando lo impalò con un dardo etereo scagliato di nascosto.
Yuuhi la guardava in silenzio, chiedendosi come potesse una femmina umana sopportare tanto dolore e continuare a combattere senza paura. Senza contare che una femmina umana non si sarebbe mai messa a combattere; si sarebbe semplicemente messa a tremare come una foglia e avrebbe ceduto all’assalto dei demoni. Non gli piaceva affatto come si stavano mettendo le cose. Era da poco che aveva creato quei tre vampiri, e ora lei glieli aveva distrutti. Ora aveva tre fratelli in meno.
L'unica parvenza di famiglia che aveva era suo padre ... Tadamichi. Di recente, l'attenzione del maestro si era spostata da lui ... al fratello gemello che era tornato in città.
Volendosi allontanare dal nuovo membro, che amava la confusione della vita notturna nelle grandi città, e per non doversi prima o poi scontrarsi con lui, Yuuhi aveva deciso di allontanarsi dal castello in modo da avere nuove attenzioni da parte di suo padre.
La città era un luogo molto primitivo per imparare i rudimenti della propria specie, mentre in periferia avrebbe potuto mettere in atto attacchi più gustosi e distruttivi. I vampiri che affollavano le città erano ormai degradati, apatici, non erano più i terribili demoni affamati che avrebbero dovuto essere. Si era fatto un bel po’ di discepoli da allora Eppure, stranamente, questi scomparivano senza lasciare traccia.
Yuuhi in un primo momento aveva creduto che i nuovi mezzosangue non avessero resistito alla trasformazione e fossero morti. Ma ora capiva come stavano realmente le cose. Era quella femmina che glieli aveva uccisi uno alla volta! Il bambino demone nascose dentro di sé la stizza che provava, al vedere i suoi nuovi fratelli uccisi davanti ai suoi occhi. Ma oltre alla rabbia un nuovo, strano sentimento cominciava a farsi strada nel suo cuore freddo: la curiosità.
Forse questo avrebbe distolto l'attenzione di Tadamichi dal fratello gemello. Cos’avrebbe detto, suo padre, quando gli avrebbe raccontato che qualcuno stava distruggendo quelli della sua specie?
Kyoko osservò con soddisfazione l'ultimo vampiro bruciare, e si rese conto che in un’oretta i mucchietti di cenere sarebbero spariti senza lasciare traccia. Si strofinò il dorso della mano sulla guancia, che vi lasciò sopra una scia di sangue; poi si voltò a dare un’occhiata a quel raccapricciante demone bambino.
Yuuhi si era immerso nell’oscurità, da dove lei non poteva vederlo. IL suo sesto senso gli diceva che era meglio non avere nulla a che fare con quella ragazza, almeno in quel momento, benché non riuscisse a toglierle gli occhi da dosso: quella strana arma luminosa che le aveva visto in mano lo incuriosiva moltissimo.
Kyoko scrutò nell'oscurità, frugando a fondo per capire dove si fosse nascosto il piccolo demone.
"L'ho spaventato?" si chiese, rifiutandosi di muoversi. Fissò il punto in cui prima si trovava il bambino per un tempo che le parve infinito...o forse era solo il battito accelerato del suo cuore a darle quella sensazione. Infine, chiuse il pugno e fece svanire il dardo spirituale che si era tenuto nel palmo, e scrollò le spalle.
Yuuhi sorrise con malvagità, vedendo Kyoko raccattare i libri da terra e andarsene. Notò che al suo passaggio gli oggetti sembravano cambiare forma o colore…quasi per l’effetto di una strana magia. Lanciò un’occhiata alle cime degli alberi che si protendevano su di lei: svettavano alte e oscure nella notte eppure, quando lei vi passò sotto, per un attimo brillarono di una luce eterea…per poi tornare al loro colore originario quando lei si fu allontanata.
Il suo sguardo maligno la fissò come se fosse un bersaglio. Muovendosi nell'aria immobile, la seguì. Sarebbe stata un magnifico regalo per la sua specie! Un dono…per suo padre. Era forte, combattiva e aveva un incredibile istinto d sopravvivenza…a differenza dei tre idioti che aveva appena fatto fuori. Anche in quel momento stava lasciando dietro di sé una striscia di sangue dalle ferite che aveva sul petto, eppure sembrava non curarsene. Aveva il potere della magia racchiuso dentro di sé e lui desiderava farne parte ... e sperimentare cose diverse da quelle che aveva vissuto, da quando era diventato un vampiro.

*****

Il nonno camminava avanti e indietro davanti alla finestra chiedendosi dove fosse Kyoko. Non era da lei fare così tardi. Si passò la mano tra i capelli bianchi e radi, preoccupato. C’era un patto tra loro, e lei doveva sempre tenerlo informato, quando aveva intenzione di uscire per andare ad ammazzar demoni.
Lo squillo del telefono lo fece saltare, e subito si precipitò a rispondere prima che svegliasse il resto della famiglia.
Tasuki non era riuscito a scrollarsi di dosso la strana sensazione di pericolo da quando aveva lasciato Kyoko da sola nel parcheggio. Aveva guidato per qualche isolato ma poi era tornato indietro per accertarsi che stesse bene, e non l’aveva più trovata. Forse il nonno era venuto a prenderla…ma si ritrovò a colpire con stizza il volante: non ne era affatto convinto. Facendo un’inversione a U tornò indietro, passò davanti alla biblioteca…e poi andò a parcheggiarsi sotto casa di Kyoko, spinto da uno strano impulso.
Più il tempo passava, più si sentiva sui carboni ardenti. Un certo punto non resistette più e fece il suo numero sul cellulare. Sorrise sollevato, quando qualcuno rispose alla chiamata e, pensando che si trattasse di Kyoko, scoppiò in un affannato: “Oh, mio Dio Kyoko, allora stai bene!”
"E tu starai molto male, idiota!” esclamò il nonno, lanciando uno sguardo fuori dalla finestra e scorgendo chiaramente l’auto di Tasuki parcheggiata di sotto - Ma cosa ti prende a telefonare a casa di una signorina a quest’ora della notte? Ma che, ti sei ammattito?”
Tasuki arrossì violentemente e per poco non si fece cadere il cellulare dalle mani. Solo il vecchio era in grado di farlo sentire come un perfetto idiota! Chiuse la chiamata e rimase a guardare disperatamente la finestra accesa della camera da letto di Kyoko. Quella telefonata gli aveva confermato che lei non era in casa, e ormai stava sulle spine!
Tasuki si massaggiò le tempie e sospirò stancamente. Gli aveva mentito ... ma perché? Fissò con rabbia il volante che aveva davanti e vi scagliò su un paio di pugni. Quando avrebbe capito, quella ragazza, che doveva pensare anche alla sua pelle? Perché non aveva chiesto aiuto a lui, se aveva intenzione di ficcarsi nei guai? Beh, forse lui non era perfetto, ma un aiutino sarebbe pur stato in grado di darglielo!
Era ancora concentrato sui suoi pensieri, quando un piccolo rumore davanti alla macchina attirò la sua attenzione. Si guardò intorno, convinto che fosse Kyoko…ma qualcosa lo colpì dietro l’orecchio, così forte da fargli vedere le stelle. Poi la sua testa cadde in avanti, sul volante dell’auto.
Yuuhi allungò la mano attraverso il finestrino aperto per prendere il giovane, ma allontanò di scatto la mano, quando una scintilla di luce ametista s’interpose tra loro. Si guardò con curiosità la mano, che si era leggermente bruciacchiata, e poi tornò a fissare il giovane seduto al posto di guida. Evidentemente, era protetto da qualcosa, e questo lo fece sorridere con malignità.
Un rumore di passi che si avvicinavano lo obbligò a nascondersi nuovamente nell’oscurità. Era lei, lo sentiva! Stava arrivando! Yuuhi l’attese con impazienza.
Nel frattempo il nonno, dopo avere chiuso la telefonata, si era messo a sogghignare. Si chiese divertito quanto ancora quel cretino di Tasuki avrebbe resistito al fascino di Kyoko senza attentare alla sua verginità. Aveva letto negli antichi rotoli che finché la sacerdotessa fosse stata vergine, sarebbe stata un bersaglio ancora più prelibato per i demoni. Ma finora aveva taciuto alla nipote che sarebbe stata meno a rischio se avesse fatto sesso. Voleva solo che Tasuki si sbrigasse e raggiungesse almeno…la pubertà mentale!
Notando dei movimenti provenire dall’auto del ragazzo aguzzò lo sguardo su di lui…chiedendosi se prima o poi Tasuki avrebbe fatto vedere le palle e fosse uscito per affrontarlo. C'era un’ombra, là fuori, dal lato del conducente…ma era troppo piccola per essere Tasuki….ed era senza dubbio molto più veloce. Poi notò un’altra ombra venire dall’angolo in fondo alla strada.
Aggrottò la fronte, quando riconobbe Kyoko, tutta ferita e coi vestiti strappati. Ma che cavolo le era successo? Poi un’altra ombra, molto più piccola, apparve alle spalle della ragazza e il vecchio aguzzò la vista per capire di cosa si trattasse.
Quando Kyoko passò sotto le luci di casa alzò lo sguardo e fece un cenno di saluto a suo nonno, ma lui non ripose. Lo vide invece fissare qualcosa alle sue spalle e si girò di scatto, ma non vide nulla.
"Beh ... è solo arrabbiato." pensò. Poi il respiro le si mozzò in gola, quando vide il demone bambino a pochi metri da lei che, nascosto nell’ombra, la stava fissando in modo inquietante. Era immobile come una statua. L’unica cosa di lui che si muoveva erano i suoi capelli argentei scossi della brezza notturna. Strinse i denti con rabbia: diavolo, come aveva potuto non accorgersi della sua presenza?
Yuuhi fiutò l'odore della sua paura, e si stupì quando ben presto questa fu sostituita da una grande rabbia. Alzò lo sguardo sul vecchio che li stava fissando dalla finestra in alto, e si chiese se lui era il protettore della ragazza o qualcosa del genere. Lasciò che la sua mente vagasse per la casa e individuò altre due forze vitali ... una era un bambino. Riportando lo sguardo sulla ragazza, Yuuhi si chiese se il maschietto fosse suo fratello. Lei gli aveva ucciso i suoi fratelli…era quindi giusto che lui gli prendesse il suo.
"Non pensarci nemmeno!" ringhiò Kyoko, notando l’interesse del demone per la casa. Strinse gli occhi con ferocia e materializzò nel palmo della mano un dardo etereo.
Quella luce malvagia che le era apparsa in mano scatenò in Yuuhi qualcosa che non provava più da almeno cinquecento anni, e che credeva di avere ormai seppellito nella sua coscienza: il terrore! I suoi occhi color ebano si fissarono in quelli di Kyoko. Capì che se solo avesse provato a mettere le grinfie su di lei o sul suo fratellino…sarebbe morto quella notte stessa!
Kyoko si sentiva affogare dalla rabbia, comprendendo che si era portata quel piccole demone direttamente a casa! Aveva messo la sua famiglia in pericolo, cosa che aveva sempre cercato di evitare. Quel piccolo demone era davvero inquietante, mentre se ne stava lì, silenzioso e immobile a guardarla. Poteva avere la stessa età del suo fratellino, Tama…almeno in apparenza, perché sapeva che doveva essere molto vecchio…forse il più vecchio che avesse mai avuto la sfortuna di incontrare.
"Gli dirò che ti ho trovato.” sussurrò la voce priva di emozioni del bambino, come se avessero appena concluso una lunga e pacifica conversazione.
Sentendo il portone d’ingresso aprirsi, Kyoko si voltò e gridò: “Nonno, vattene!”
Sollevò la sua arma e si voltò di nuovo verso il demone bambino per scagliargliela addosso, ma lanciò un urlo di sorpresa quando si accorse che il demone non c’era più. Non sapeva cosa le faceva più paura: vederselo davanti…o sapere che era scomparso..
Chiudendo gli occhi, Kyoko lancio la sua aura a scandagliare le ombre, per capire dove si fosse nascosto il demone. Non trovò nulla e ritornò in sé pallida e tremante…con la pessima sensazione che in un istante tutta la sua vita fosse cambiata. Orami aveva messo la sua famiglia in pericolo. Sentì una mano sfiorarle la spalla…e si gettò piangente tra le braccia del nonno. "Mi dispiace ... mi dispiace tanto! - farfugliò tra i singhiozzi - Ormai lui sa dove abito ...scatenerà i demoni su questa casa!”
Il nonno l’abbracciò stretta, sapendo che aveva perfettamente ragione. Sentì il cuore farsi pesante, al pensiero che avrebbe dovuto trasferire tutti urgentemente nel Santuario, dove sarebbero stati al sicuro perché l terreno su cui si ergeva era sacro. Era un piano già programmato, nel caso i demoni si fossero scatenati, ma considerò con tristezza che Kyoko non sarebbe potuta andare con loro. Ormai aveva perduto la sua cara nipote..
La tenne stretta ancora un po’, prima di farle la fatidica domanda. "Li porto al Santuario, Kyoko, ma tu cosa farai?"
"Dimmi addio." singhiozzò Kyoko, e poi ricacciò indietro le lacrime. Si lasciò andare ad una muta disperazione, mentre il nonno la riconduceva per l’ultima volta a casa. Si sarebbe fatta una breve dormita; aveva tante cose da sbrigare, prima dell’alba.
Il nonno la guardò entrare in casa e poi, con un sospiro, si diresse verso l’auto di Tasuki, per assicurarsi che lui stesse bene.
Vedendo che il ragazzo innamorato era privo di sensi, borbottò: "Sei sempre stato un impiastro!” Aprì la portiera e spinse il ragazzo sul sedile del passeggero, e quasi ghignò quando Tasuki andò a sbattere con la testa contro il finestrino.
"Alla fine, dovrò riportarti io, a casa! - mormorò il nonno - E prima che Kyoko scopra che ti sei fatto mettere fuori combattimento." Questa volta il vecchio sorrise. "Non possiamo far sapere a Kyoko che ti hanno fatto la bua, o lei non ti chiamerà più, quando avrà bisogno del tuo aiuto!”
Mise in moto l’auto e si diresse di corsa verso casa di Tasuki, per tornare presto e potersi occupare della nipote.

*****

La mattina dopo, Tasuki si svegliò di soprassalto, oppresso da un terribile incubo che non voleva nemmeno ricordare. C’era qualcosa di malefico nell’aria, lo sentiva! Afferrò il telefono e compose rapidamente il numero di Kyko, fremendo fino a quando non sentì il nonno dall’altro capo della linea.
Fece un smorfia di stizza, ma si fece forza e disse, con voce da pazzo: “Ho bisogno di parlare con Kyoko.” Strinse convulsamente la presa sulla cornetta. Non ricordava nulla della notte scorsa. Chi cavolo lo aveva riportato a casa?
Anche il nonno strinse forte la cornetta, ma per l’ansia. Vide il taxi che aveva chiamato fermarsi proprio sotto casa. Aveva promesso a Kyoko di non dire nulla a Tasuki e di non rivelargli dove stesse portando la sua famiglia. Era l’unico modo per proteggerli tutti. Sospirò: era una vera disgrazia, quello che stava accadendo.
La sua voce risuonò più vecchia e stanca del solito. “Mi dispiace Tasuki. Kyoko non vive più qui e non sono autorizzato a dirti dove si è trasferita." Eh si, era una vera disgrazia!
Tasuki rimase senza fiato quando il nonno chiuse la conversazione. Sentiva il cuore battergli violentemente nelle orecchie. Una volta il vecchio gli aveva detto che, se fosse successo qualcosa di grave coi demoni, Kyoko doveva scomparire. “Noooo!” urlò, mentre gli occhi gli si coloravano di ametista. Lanciò il telefono per terra.
"DANNAZIONE!” continuò a ripetere, coprendosi gli occhi con le mani e cadendo affranto sui suoi cuscini di seta, mentre il cuore gli si spezzava nel petto.
Dopo qualche minuto cominciò a calmarsi e gli occhi gli tornarono del colore normale. Decise che avrebbe aspettato il momento giusto per intervenire. Il vecchio non gli aveva voluto dire dov’era andata Kyoko…ma lui pensava di sapere dove si era andata a nascondere...
Senza che lui se ne accorgesse, il bastone che teneva chiuso a chiave nell’armadietto cominciò a brillare di una luce minacciosa.

*****

Kyoko stava per aprire la portiera del taxi ma si fermò, quando sentì il fratellino precipitarsi in cortile per andare ad abbracciarla. Lo afferrò al volo quando lui le si buttò addosso…facendola quasi cadere a terra..
"Non voglio che te ne vai!" piagnucolò il bambino, tenendosi stretto alla sua camicetta.
Kyoko sorrise ... sapendo che stava facendo la cosa giusta. Era per amor suo che aveva deciso di partire subito, anche se era ancora ferita. “Ti prometto che tornerò presto e, quando la scuola sarà finita, potrai venire in città a trovarmi. Passeremo così tanto tempo insieme che sarà come se non ci fossimo mai lasciati!” Alzò lo sguardo per incontrare lo sguardo triste di sua madre.
La donna allontanò Tama da Kyoko e le sorrise con dolcezza. “Terremo la tua stanza sempre pronta per quando tornerai, non è vero Tama?" Il bambino annuì e la mamma gli asciugò il nasino, poi guardò di nuovo Kyoko. "Vedrai, andrà tutto bene."
Lanciando un ultimo sguardo alla sua casa, Kyoko vide il nonno che la salutava dalla finestra. Gli fece un cenno di saluto con la mano e un sorriso così tirato che la mandibola le fece male per un bel pezzo, poi salì in macchina. Avrebbe fatto fuori uno per uno quei dannati demoni che la costringevano ad abbandonare la famiglia e la sua amata casetta!
"Mi porti in città, per favore.” disse infine al tassista. E se ne andò senza voltarsi indietro.

*****

Nel cuore della città, Hyakuhei giaceva in uno stato di semi-incoscienza, quando sentì la voce di suo fratello gemello chiamarlo. Era inutile aprire gli occhi, perché tanto lui non era lì in carne e ossa, ma nella sua mente. Così si limitò a fare un respiro profondo e ad ascoltare la voce che veniva dal mondo delle ombre.
"Allora, mio fratello minore si rifiuta ancora di unirsi a me?" lo sentì dire, con un misto di desiderio e rabbia.
Hyakuhei aprì gli occhi e si passò una mano tra i lunghi capelli color ebano. Rispondendo nella mente, disse: “Fratello minore? Siamo gemelli Tadamichi, e tu non sei migliore di me "
La voce di Tadamichi si fece dura: "I gemelli sono individui uguali ... ma siamo uguali io e te? Inoltre, io sono il primo nato ... quindi tu sei il fratello minore.”
Hyakuhei si alzò a sedere sul letto, e le lenzuola di seta gli scivolarono giù, lasciandolo mezzo nudo. Era tipico di Tadamichi stravolgere le cose a suo favore. “No, infatti. Non ci somigliamo per niente. Allora, vuoi dirmi cosa vuoi?” Sussultò, e poi alzò gli occhi al cielo quando la lampada sul suo comodino andò in frantumi. Avrebbe dovuto imparare a tenere sotto controllo la sua rabbia, altrimenti ben presto sarebbe rimasto senza mobilio! Ma quella era la sua punizione per avere perso la pazienza con suo fratello gemello, tanto tempo prima…e purtroppo nel modo peggiore.
"Comunque, non ti odio." ringhiò Hyakuhei, come se cercasse di scusarsi.
"Che magnanimità da parte tua!" La voce di Tadamichi assunse un suono malinconico come se in fondo non credesse alle sue parole. “L'ultima volta che ci siamo reincarnati... ci siamo uccisi a vicenda. Che abominio, tra immortali!... Non credi? " Fece una breve paura, poi riprese. “Non appena terminato l'esilio, come si addice a un fratello amorevole ... ho aspettato il tuo ritorno."
"Siamo destinati a rimanere soli, lo sai.” lo interruppe Hyakuhei, mentendo spudoratamente. Non era affatto rimasto solo…e suo fratello Tadamichi lo sapeva bene.
Sentì la risata silenziosa di suo fratello. Si chiese se non fosse stato un errore pensare di poter tornare indietro e affrontare la famiglia malvagia che suo fratello aveva creato in sua assenza. L'unico cosa che li univa era che a nessuno dei due piaceva stare solo...anche se avevano modi molto diversi per farsi degli amici.
"Sapevo che saresti tornato ... qui dove la notte non è mai buia ... qui dove non sarai mai solo, tra così tanti umani e i bambini che ho creato per noi." La voce di Tadamichi traboccava di desiderio.
Hyakuhei entrò in bagno, aprì l’acqua della doccia e poi si voltò di scatto verso lo specchio. Non vi vide riflesso nessun altro a parte lui, quindi continuò a ricordare il volto di Tadamichi, così come lo aveva visto l’ultima volta. "Non voglio avere niente a che fare con gli abomini che hai generato." Si mise sotto l’acqua, interrompendo così il contatto mentale con suo fratello.
No ... non era tornato in quella dimensione solo per mischiarsi alla famiglia corrotta che suo fratello si era creato. Tadamichi era il demone più malefico che avesse mai incontrato, e i suoi figli…una massa di carne malvagia e inquietante. Una folla di demoni bambini che giocavano a crearsi a loro volta dei fratelli umani, invadendo sempre più il mondo come la peste nera.
Appoggiò le mani sulle pareti di ceramica della doccia ... lasciando che l'acqua calda gli scaldasse la pelle gelata. Ma che importava? L'ultima volta che aveva cercato di impedire a suo fratello di infestare il mondo di quei vampiri di bassa lega, avevano finito per uccidersi a vicenda…e ci erano voluti secoli perché entrambi trovassero la forza per risorgere.
La loro punizione per quel crimine era stato l'esilio dal mondo degli umani e la lontananza tra loro due. Ora erano entrambi Ombre che strisciavano tra una dimensione e l’altra ... lasciando dietro di sé solo pianto e disperazione. L’esilio era finito da più di un secolo…ma lui aveva preferito rimanere lontano da suo fratello. Tuttavia, anche dal regno delle ombre aveva sentito il richiamo imperioso di quella città, e alla fine non era riuscito più a resistere.
Suo fratello aveva ragione su una cosa ... era stanco di stare da solo. Ma ora che era a casa, poteva sentire il fetore degli abomini di Tadamichi affliggere il regno degli umani. L’aveva riempito non solo di vampiri come loro, ma anche di mezzosangue che non avevano fatto altro che seminare ludibrio e costernazione.
Dopo che era risorto, Tadamichi aveva preferito dimorare in ciò che una volta erano sontuose catacombe medievali, da cui riemergeva di tanto in tanto, e solo per fare altre vittime da portare sotto terra con sé.
Hyakuhei fissò lo sguardo sul soffione della doccia ... cercando di controllare la sua rabbia, e capì di non esserciriuscito quando vide lo specchio del bagno creparsi.
Tadamichi lo aveva accusato di nascondersi al mondo, ma non era vero.
“È Tadamichi che si nasconde. - pensò cupamente - Non riesce a guardare la distruzione che semina attorno. Grazie a lui, le notti non sono più buie e silenziose, ma piene delle grida delle sue vittime.”
Chiuse l’acqua e uscì dalla doccia, senza curarsi di coprire le sue nudità. Non si asciugò neppure; prese solo un panno di cotone nero e si tamponò leggermente la folta capigliatura color ebano. Poi s’infilò la tunica per dormire.
Tornò alla sua finestra nel soggiorno, si sedette sul davanzale e si mise a guardare il magnifico panorama che si apriva alla sua vista.
Hyakuhei sorrise con malvagità, lanciando lo sguardo sul basso edificio che aveva di fronte.
“L'oscurità palpita di vita, grazie ai demoni, Fratello. E questa città con i suoi alti grattacieli li ha accolti tra le sue braccia!”

*****

Yuuhi riapparve nel centro della città pochi minuti prima dell'alba. Sentiva già il calore del sole sulla pelle e accelerò il passo verso il Grand Hotel, al centro della metropoli. Sotto i lussuosi edifici a cinque stelle, celato agli occhi del mondo, si ergeva il castello sotterraneo di suo padre. Era meraviglioso quanto quelli che ospitava gli umani danarosi al piano di sopra…e forse anche più. Suo padre preferiva dimorare lì.
Yuuhi varcò le porte d’entrata dell’Hotel e attraversò l'atrio. Ignorando il saluto amichevole della donna umana dietro la scrivania, Yuuhi varcò la porta con la scritta "manutenzione". Scendendo nel seminterrato, salì a bordo dell'ascensore di manutenzione che lo avrebbe portato al piano interrato. Da lì, si apriva il passaggio nascosto che conduceva al castello di suo padre.
Sentendo con sollievo il buio chiudersi intorno a lui come uno scudo protettivo, il bambino dai capelli color platino corse attraverso i tunnel tortuosi come se cercasse di sfuggire all'oscurità ... o di acciuffarla.
Yuuhi era uno dei pochi privilegiati ammessi nella dimora privata di Tadamichi ... aperta solo ai mostri che Tadamichi stesso aveva generato. Il bambino era stato uno dei suoi primi figli, e il legame di sangue che c’era tra loro gli permetteva di rimanere in contatto mentale con suo padre…e partecipare in piccola parte al suo potere. Poteva anche avvertire gli stati d’animo di Tadmichi e regolarsi di conseguenza…anche se questo era abbastanza fastidioso.
Anche in quel momento poteva percepire la sua rabbia…e ne capiva anche il motivo: suo fratello Hyakuhei. Solo lui riusciva a farlo infuriare così. Sopportare il peso della gelosia e del rifiuto era difficile anche per un essere soprannaturale come Tadamichi!
Yuuhi scivolò silenziosamente nelle stanze del suo padrone, ma rimase nell'ombra ad osservarlo. Era un figlio paziente e sapeva attendere senza scomporsi che Tadamichi lenisse la sua rabbia.
Tadamichi fissò il suo riflesso nello Specchio delle Anime, poi distolse lo sguardo con un ringhio di rabbia. Suo fratello aveva interrotto il contatto telepatico…lasciandolo di nuovo solo. Ogni volta che parlavano, Hyakuhei alla fine interrompeva la conversazione, e questo lo faceva infuriare tremendamente. Cominciava a credere che i rapporti tra loro non sarebbero mai più tornati quelli di un volta.
Tutti quei secoli di lontananza tra loro non erano stati una punizione abbastanza crudele? Hyakuhei avrebbe mantenuto le distanze per sempre?
Percependo un lieve movimento nel regno delle ombre, agitò nervosamente una mano…e in quell’istante tutti i mezzosangue che si trovavano a non più di due metri da lui presero fuoco in una nuvola di zolfo. Non ci sarebbero stati testimoni della sua ennesima sconfitta con il fratello! Poi scorse il suo figlio prediletto nascosto nell’ombra, l’unico a cui permetteva di guardare nella sua anima oscura.
Ignorandolo per un attimo, Tadamichi attraversò lentamente la stanza con le mani giunte dietro la schiena e si fermò davanti ad un ritratto incorniciato, guardandolo con aria soddisfatta, e del tutto insensibile alle urla di agonia dei figli a cui aveva dato fuoco.
Quel dipinto era stato fatto secoli e secoli addietro…molto prima delle guerre civili, e anche di quelle medievali. A prima vista poteva sembrare un ritratto di lui stesso in panni diversi…ma chi sapeva poteva riconoscere in quei due volti l’immagine di Tadamichi e di Hyakuhei, uguali come due gocce d’acqua. Si chiese com’era possibile che lui e suo fratello fossero così simili nell'aspetto ... e tanto diversi nell’anima. Suo fratello non aveva mai provato il vero amore... e il dolore del rifiuto?
Accarezzò leggermente il volto ritratto di Hyakuhei, e in un fremito di rabbia afferrò il dipinto e lo scaraventò con violenza contro un muro invisibile. Il dipinto rimase sospeso in aria per un attimo, poi si squarciò, separando per sempre i due gemelli prima di cadere rovinosamente a terra. Quando vide il danno che aveva fatto il volto di Tadamichi si fece triste. Raccattò il dipinto da terra e con le mani provò a ricomporre per l’ultima volta l’immagine di loro due fratelli, ormai separati per sempre. Infine, lasciò cadere il quadretto sul pavimento, dove s’infranse definitivamente.
Il suo amore per Hyakuhei era insondabile. In realtà voleva disperatamente condividere con suo fratello il piacere dell’esistenza. “Perché hai abbandonato me e la vita che avremmo potuto avere?” ululò nella sua testa. Poi percepì con un brivido una terza creatura tra lui e Hyakuhei: era Yuuhi, che poteva entrare di diritto nei suoi pensieri più nascosti.
Yuuhi uscì dall'ombra, per consolare il suo padrone. Lo meravigliava il fatto che potesse nutrire dei sentimenti profondi per suo fratello, quando si era accorto a malapena delle urla di dolore dei suoi figli, che aveva appena condannato ad una morte tremenda.
"Allora, li hai persi?" chiese Tadamichi, senza distogliere lo sguardo dall'immagine di suo fratello, che giaceva in pezzi a terra.
Yuuhi annuì, ben sapendo che Tadamichi poteva vedere nei suoi pensieri. All’improvviso percepì un lampo di reminiscenza. Girò lo sguardo e catturò la visione delle statue disposte a cerchio alla sua sinistra. Erano di marmo bianco ed erano lì da sempre, per quanto lui potesse ricordare. Le fissò lentamente, una alla volta. Poi una di esse destò la sua attenzione.
"Una ragazza." sussurrò Yuuhi, chiedendosi perché un maestro dei demoni provava piacere a circondarsi di statue di angeli. Erano creature celesti e bellissime, anche ai suoi occhi. Non aveva mai capito se fossero creature leggendarie o se davvero fossero esistite.
"Ti racconterò la storia delle statue, figlia mio.” mormorò cupamente Tadamichi, distogliendo per un attimo lo sguardo dal dipinto. “E mi parlerai anche della statua di questa fanciulla?” mormorò Yuuhi, maliziosamente. Tadamichi sorrise malignamente. "Valle a dare un’occhiata più da vicino. L a curiosità è un sentimento davvero eccitante, non credi?”
Yuuhi si avvicinò lentamente alle statue alate, fissandole con una certa cautela…e poi si fermò davanti alla statua della fanciulla. Aveva i lunghissimi capelli che le fluttuavano sulla schiena come se fosse nel bel mezzo di una battaglia. L'espressione che aveva sul viso era stupenda ... e terribile. Cosa spingeva l’angelo femmina a combattere a quel modo? Qual era il premio finale?
Le mani di pietra afferravano saldamente l’elsa di una spada e Yuuhi, vinto dalla curiosità, provò a toccarla con un dito, facendo scorrere il pollice sulla lama verso il basso, quando…una sottile striscia di sangue prese a scorrergli dal pollice, e lui fece un balzo indietro, inorridito.
Tadamichi lo raggiunse, gli prese la mano ferita e si mise il pollice in bocca, per succhiare il sangue. Ma il suo gesto non scatenò alcuna emozione nel demone bambino. Così lasciò andare il dito e gli indicò la statua. "Questa statua ... Kyou e la sua spada della distruzione…sono tutte cose di cui temere, figlio mio.” esclamò, tornando con la mente ai guardiani.
Yuuhi si voltò verso il suo maestro e aspettò pazientemente che gli spiegasse meglio.
“Pensavano di poter liberare il mondo dall'oscurità ... pensavano di poter distruggere me e mio fratello. Avrebbero dovuto capire che ciò non è possibile. " Aprì gli occhi, ora iniettati di sangue. "Erano tutti fratelli, vedi." Si avvicinò alla statua di quello che sembrava il più giovane e aggiunse: "O almeno, credevano di esserlo.”
Allungò una mano e accarezzò la guancia della statua, lasciando che le sue dita tracciassero il percorso scavato da una lacrima... ormai congelata nel tempo. “Mio caro Kamui. Sapeva che quello che avevano fatto i guardiani era sbagliato. Ecco perché sembra così triste. È un peccato che mio fratello non l'abbia mai conosciuto per quello che era.”
Poi andò alla statua successiva.. "Kotaro era forte nello spirito, ma la sua possessività lo ha distrutto.” I suoi occhi si velarono, come se potessero vedere nel passato. "Era disposto a morire, se fosse stato necessario ... e tutto per amore di una donna."
Si avvicinò alla statua che veniva dopo, e il suo sguardo si oscurò. Quello era il più pericoloso dei fratelli. “Toya ... era una creatura molto interessante. Così pieno di fuoco e rabbia, ma ha usato questi sentimenti per amare una donna umana…una cosa per me incomprensibile. A causa della sua passione distruttiva ha creato delle fratture insanabilii tra lui e gli altri fratelli. Era il più possessivo di tutti. Sono sorpreso che alla fine non si siano ammazzati tutti a vicenda.”
Si voltò verso l'ultima statua. La mano della statua si protendeva verso di lui, come se stesse pronunciando un incantesimo. Ed era proprio così. Tadamichi conosceva bene il potere della magia di Shinbe. Era stato lui a catapultarlo nel vuoto degli abissi…e a richiudere il portale del tempo alle sue spalle. "Shinbe era il più saggio, eppure abbastanza sciocco da alterare il destino ... lo erano tutti. Stupidi. Invasati." I suoi occhi si scurirono, mentre si chiedeva se la sacerdotessa fosse ancora con loro.
"La ragazza può distruggerci." mormorò Yuuhi, con voce incolore. Era lei la ragione della loro rabbia…della possessività dei guardiani. "Assomiglia a lui, padre."
Tadamichi lanciò un'occhiata stupita alla statua del guardiano che il bambino gli aveva indicato. "Toya?"
Yuuhi rivolse i suoi occhi neri su Tadamichi, e pronunciò come in trance delle parole orribili, che echeggiarono nell’aria: “C’è Toya dentro di lei…e questo può distruggerci.”
Gli occhi di Tadamichi si riempirono di rabbia e il suo furore salì alle stelle. Si sentì animato da una strana energia, che non provava da secoli: il desiderio di combattere! E che cos’era la vita senza una buona ragione per andare avanti? Quindi ... lei si era reincarnata in quella dimensione! Ah, quanto gli erano mancate le guerre del passato. Angeli e demoni sono la stessa cosa ... solo che una specie aveva preso il sopravvento sull’altra. Ma erano fatti dello stesso sangue…da spietati assassini!
Collegandosi mentalmente all’aura di ciò che una volta era stato il guardiano d’argento, sorrise pigramente sapendo che il guardiano poteva sentirlo: potevano sentirlo tutti. Ora sembravano silenziosi e immobili…ma nell’anima di pietra di quelle statue avvertiva ancora un incredibile potere, in grado di far crollare l’intero piano dell’esistenza.
"Quindi, anche in questa sorta di prigione di marmo avete trovato un modo per vendicarvi! - chiese loro, con malvagità - Lei è tornata. Potete sentirla? La desiderate ancora?” Chiuse gli occhi, quando sentì un'ondata di potere provenire dalle statue, in risposta. "Forse avreste dovuto costringerla a rimanere dalla vostra parte del portale del tempo ... come avete fatto l'ultima volta."
Lanciò un’occhiata di scherno ai guardiani di pietra, sibilando loro un ammonimento malvagio. "È un peccato che questa volta non siate qui a proteggerla!”

Capitolo 2 “Città infuocata”
Kyoko si svegliò di soprassalto sapendo che il sole stava tramontando. Era come un orologio biologico per lei e lo era stato da ... fin da quando riusciva a ricordare. Si mise a sedere sul letto, sapendo che era ora di andare a lavorare. Avrebbe desiderato che la pagassero solo per quell’atto di forza su se stessa.
Sentire una sirena in lontananza attirò la sua attenzione sulla finestra, appena in tempo per catturare gli ultimi raggi di luce che abbandonavano il cielo della città. Poteva sentire il debole suono della musica martellante dei locali notturni nel quartiere in cui viveva. Aveva scelto un appartamento nel cuore della città proprio per quel motivo.
Poteva sentire la vibrazione attraverso il suo letto ... The Underground era il nome del club sopra cui viveva. L'affitto era economico perché non ci si poteva aspettare che chi prendesse l’appartamento riuscisse a dormire, a meno che non potesse farlo di giorno. Quindi, per Kyoko averlo trovato era un vero e proprio colpo di fortuna.
Da quale altra parte avrebbe potuto trovare un posto che si abbinasse perfettamente ai suoi orari? Non c'erano persone maleducate che correvano su e giù per i corridoi ... a meno di non contare Yohji, ma di solito non lo sentiva nemmeno, a meno che non si trattasse della mattina presto quando tornava dal lavoro o la sera, prima di uscire di casa.
A proposito di affitto ... era in ritardo con la rata mensile. Doveva provvedere subito, se non voleva avere a che fare con Yohji, il fratello del padrone di casa, che viveva proprio di fronte a lei. L'ultima volta che era stata in ritardo con l'affitto, lui si era offerto di pagarlo per lei. Era sembrato così deluso quando lei gli aveva consegnato l'intero affitto, meno di un'ora dopo!
Lanciò un’occhiata al cellulare, si accorse che il simbolo Messaggi lampeggiava, e sorrise. Premette il pulsante per ascoltare il messaggio in arrivo e ascoltò in viva voce sua madre,, senza prestare molta attenzione a ciò che diceva. Tanto, conosceva le sue parole a memoria, ormai!
"Ciao Kyoko, sono mamma! - formulò mentalmente Kyoko, mentre il messaggio andava avanti - Vorrei che mi chiamassi, ci manchi così tanto! Vorremmo tutti sapere quando torni a casa, in modo che ti preparo i tuoi piatti preferiti. Tama si è divertito molto l'altro fine settimana e sta già cominciando a lamentarsi perché non torni. Stai bene, mangi, hai bisogno di soldi? Per favore, chiamami, ti vogliamo bene."
Kyoko scosse la testa e ascoltò gli altri messaggi. Uno era di Yohji che le ricordava che era di nuovo in ritardo con l’affitto. “Sì, sì, lo so! Che palle!” esclamò stizzita, e lo cancellò. L'altro era del suo fratello minore Tama, che le diceva che ora aveva una ragazza e la pregava di non dirlo a nessuno, altrimenti lui avrebbe spifferato al mondo intero di lei e Tasuki. Ma era un minaccia per modo di dire, ed entrambi lo sapevano.
"Dovrai stare più attento!” disse Kyoko, rivolta al telefono.
Era andata via di casa per proteggerli. Non era possibile fare altrimenti. Sapeva della presenza dei demoni in questo mondo da che era piccola... ma questo non significava che anche suo fratello dovesse scoprire che i mostri dei film horror che gli piacevano tanto erano veri e si nascondevano nell’ombra! Voleva rimanere l’unica della famiglia a essere in grado di stanarli…mentre si nutrivano delle loro vittime.
Solitamente, i demoni sembravano persone normali finché non si trovavano faccia a faccia con la loro preda. I demoni all'interno della città si stavano moltiplicando troppo rapidamente e lei cominciava ad avere qualche difficoltà a mantenerne il numero inferiore a quello degli umani. In effetti ... cominciava a sentirsi come se stesse perdendo la sua battaglia.
Quegli umani che stava cercando di proteggere avevano dato a quelle creature un nome, perpetrandolo attraverso libri e film. Vampiri, li chiamavano. Comunque si trattava solo di un nome…per lei vampiro o demone era la stessa cosa. Scrollò le spalle. Quando avvertiva la loro presenza si sentiva come davanti ad uno specchio: da un lato li vedeva nascondersi tra la gente, dall’altro vedeva anche se stessa che gli dava la caccia. Era convinta che non si fossero ancora accorti del suo potere…non era per quello che cercavano di prenderla. Più che altro….erano affamati, e la vedevano come una possibile e succulenta cena.
Una volta era persino andata dal dottore per verificare se non avesse anomalie del sangue…e che per questo i vampiri erano attirati da lei. Ma il medico l’aveva rassicurata e le aveva detto che era sana come un pesce. La cosa che l’aveva sconvolta, invece, fu che dopo la visita il medico le aveva chiesto se voleva donare il sangue. La vita era proprio una cosa da pazzi!
Chissà perché, ma quei vampiri le sbavavano dietro da sempre e lei era costretta a combatterli continuamente. Forse il dottore non le aveva fatto una diagnosi corretta. Forse l’aveva ingannata…o si era sbagliato. Pensò con tristezza che, qualsiasi fosse il motivo, era condannata a restare da sola. Aveva messo in pericolo la sua famiglia e i suoi amici troppe volte, per permettersi di vivere con loro. L'ultima volta, un maledetto demone l’aveva seguita fino a casa. Era già abbastanza difficile mantenere il segreto senza doversi tenere anche un demone in giardino!
Era stato suo nonno a informarla dei suoi poteri, e quindi le era venuto naturale porre a lui la domanda che le stava tanto a cuore: perché i vampiri sembravano attratti da lei e riuscivano a percepirla anche in mezzo alla gente? Ricordava che si era picchiettato il mento, come faceva quando qualcosa lo tormentava, e il modo in cui la guardò le fece temere che le stesse nascondendo qualcosa.
"Studierò i rotoli e cercherò di rispondere alla tua domanda.” le disse alla fine. E questo fu tutto.
Aveva smesso di chiedersi perché avesse il potere di colpirli e di ferirli mortalmente ... e non era così tanto più forte di loro. Troppe volte era tornata a casa zoppicando solo perché era convinta di essere indistruttibile. Tuttavia guariva molto alla svelta, più rapidamente di un qualsiasi essere umano, e sopportava le ferite meglio di chiunque altro…ok, a dire la verità non conosceva nessuno in grado di sopportare un pugno micidiale meglio di lei… e ormai dubitava che esistesse.
Ora che aveva messo una certa distanza tra lei e le persone che amava... Kyoko si sentiva ancora più furiosa e molto più motivata a combattere. Li odiava per questo ... i demoni che la perseguitavano. L'avevano costretta a lasciare la casa e abbandonare una vita normale. Ora la sua famiglia si era trasferita nel santuario. Certo, c’era Tasuki a proteggerli, e questo era l’unica cosa che le dava conforto.
"Non è poi così male, vivere da soli…" disse a voce alta nella solitudine del suo appartamento. Si alzò finalmente dal letto, si diresse verso la piccola cucina e aprì il frigorifero. "Ok ... in realtà è una vera merda." Kyoko sorrise, davanti al frigo vuoto.
In fondo doveva solo cercare di far fuori qualche vampiro, quella notte, e sperare che in tasca si tenessero un bel po’ di soldi… mica potevano portarseli con loro all’inferno! Chiudendo la porta si voltò verso l'unica cosa che sapeva di avere in abbondanza. "Dio, ti ringrazio per avere creato il caffè!"
Si portò la tazza alle labbra, sapendo che sarebbe stata una lunga notte.

*****

Hyakuhei giaceva sul letto ad ascoltare la voce di suo fratello ancora una volta, prima che svanisse. Ormai era diventata un'abitudine ... anche se comunque era meglio comunicare così che trovarsi faccia a faccia. Si mettevano in contatto telepatico tutte le sere per i pochi istanti che separavano la notte dal tramonto... poi il legame tra loro svaniva. Negli ultimi tempi, le loro mute conversazioni erano diventate ancora più inquietanti.
Alzò lo sguardo al baldacchino che ricopriva il suo letto ... e vide per l’ennesima volta il regalo di suo fratello. Lo Specchio delle Anime era apparso nella sua stanza più di un mese prima ... e lo conosceva bene. Era l'unico specchio al mondo in grado di riflettere il volto di un vampiro. Un tempo era stato l’oggetto più amato di suo fratello.
Quando aveva chiamato in silenzio Tadamichi, e gli aveva chiesto il motivo per cui glielo avesse regalato, suo fratello aveva risposto: "Perché tu non dimentichi mai ciò che sei.”
Mentre si guardava nello specchio capì che c’era anche un altro motivo, per cui glielo aveva regalato: era come vedervi riflessa l’immagine di suo fratello. Hyakuhei si coprì gli occhi con una mano, per spazzare via quell’immagine.
Credeva di far infuriare Tadmichi, quando gli aveva confessato che stava uccidendo i suoi mezzosangue solo per il semplice fatto che se li trovava tra i piedi…o perché si trovavano nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Ma le sue parole non lo avevano minimamente turbato. Tadamichi gli aveva solo ricordato che erano loro due a governare la città e che quindi spettava a entrambi il potere sui demoni.
In qualche modo, era riuscito a fargli capire che …anzi, ci provava gusto a vederlo uccidere i suoi figli. A volte era quasi felice di avergli fornito quel macabro intrattenimento…qualcosa su cui sfogare la sua rabbia…e che gli ricordasse qual era la sua vera natura. Hyakuhei si guardò di nuovo nello specchio, frustrato dalla capacità di manipolazione di suo fratello. Erano entrambi dei mostri assassini, e Tadamichi non perdeva occasione per ricordarglielo.
Negli ultimi mesi, Hyakuhei aveva notato che ogni volta che suo fratello dava vita a un nuovo vampiro sembrava indebolirsi, generando mezzosangue deboli e incapaci, costantemente assetati di sangue. Un vampiro di razza pura non si nutriva che una volta all’anno e non lasciava traccia del suo passaggio. Ma era in grado di sopravvivere a lungo anche se digiunava, magari in attesa di trovare una vittima umana degna del suo palato raffinato. Quei mezzo sangue invece…dovevano nutrirsi ogni notte e, una volta sazi, massacravano la propria vittima lasciando evidenti tracce del proprio passaggio.
Un vero vampiro non si sarebbe mai comportato a quel modo ... un vampiro di razza pura amava sedurre gli umani e ridurli in schiavitù, per poi nutrirsi di loro ogni tanto, solo per placare la propria sete…ma li lasciava comunque in vita. Tra lui e il fratello non era possibile stabilire chi fosse il migliore. Tuttavia una cosa era certa: più Tadamichi s’indeboliva e perdeva coscienza del vampiro di razza pura che era, più la città si riempiva di mostri disgustosi, che andavano a fare cumulo tra i rifiuti.
Sentiva già un terribile desiderio di andare in città e farne parte. Non aveva bisogno che Tadamichi gli ricordasse chi era ... poteva già sentire il bisogno della caccia. La sua fame cresceva non solo per il bisogno di nutrirsi ... ma anche per l’ansia di sentirsi parte di qualcosa. E incolpò di questo il fratello.
Hyakuhei si infilò la camicia di seta nera avvicinandosi alla finestra e scostò la tenda, ora che il sole era tramontato. Lanciò uno sguardo al panorama. "Bel muro!" si disse sarcastico. Il suo panorama si riduceva a un edificio di mattoni in un vicolo scuro. Ma c’era un motivo, per cui aveva scelto proprio quell’appartamento: anche se era in grado di sopportare per qualche istante la luce violenta del sole, tuttavia non era proprio il caso che si risvegliasse con i suoi raggi puntati sul letto.
Stava per voltarsi, quando qualcosa catturò la sua attenzione e diede al vicolo un’occhiata più approfondita.
Là… appoggiato al muro in fondo, appena fuori dalla portata dei lampioni, c'era un giovane forse sui vent'anni. Hyakuhei guardò con sospetto il suo look da studente del college, sapendo che si nascondeva ben altro sotto quei vestiti. Poteva sentirgli addosso l'odore del sangue anche attraverso la finestra chiusa. Il viso in ombra si voltò appena e Hyakuhei poté vedere il bagliore di una luce innaturale emanare dai suoi occhi.
Se c'era una cosa che Hyakuhei non sopportava era che qualcuno sconfinasse nel suo territorio. Per quel motivo lui e il fratello gemello si era divisi nei due lati della città. Non poteva permettere a quei mezzosangue assassini di nutrirsi proprio sotto casa sua. Se era questo ciò che suo fratello desiderava vedere...che ammazzasse i suoi figli…bene, lo avrebbe accontentato!
Hyakuhei allungò la mano e aprì la finestra senza emettere un suono.
Prima che potesse saltare nel vicolo, udì dei passi provenire dal fondo e si fermò. Attese che lo stupido umano cadesse nella trappola mortale. Chiunque fosse ... se lo meritava, solo per il fatto di essersi addentrato in quel vicolo buio.
I demoni non erano gli unici pericoli della notte in città ... anche la marmaglia umana composta da rapinatori e stupratori si nascondeva nell'oscurità dei vicoli. Forse avrebbe lasciato che il vampiro facesse il suo ultimo pasto prima di ucciderlo ... era il minimo che potesse fare. Non doveva niente a quella stupida popolazione umana. Non doveva niente a nessuno.
Si appoggiò al davanzale della finestra con occhi scuri e minacciosi. La prima cosa che Hyakuhei notò fu una massa di lunghi capelli ramati, mentre l'umano usciva dall’ombra e veniva illuminato dalla luce dei lampioni. La metà di quella folta capigliatura era legata in una coda di cavallo che le rimbalzava sulle spalle, mentre il resto le cascava come un manto sulla schiena in onde setose.
Indossava una minigonna nera corta che lasciava intravedere del pizzo nero sulle cosce e una camicetta bene abbinata ad una giacca a coda a forma di V, e bordata anch’essa di pizzo nero, che sussultava leggermente ad ogni suo passo.
La studiò per bene, mentre con lo sguardo accarezzava le minuscole zone di pelle nuda che sembravano brillare alla fioca luce stradale. La sua aura era grande quanto quella di un centinaio di umani e le si allargava intorno, spandendo la sua luce nell’intero vicolo. Man mano che l’umana camminava e la sua aura investiva gli oggetti intorno a sé, questi cambiavano colore, sembravano prendere vita per un attimo, e poi tornavano alla loro forma originaria.
Era così ipnotizzato da quella visione che quasi rimase invischiato nella sua stessa trappola mortale.
Kyoko camminava lentamente, come se non avesse un pensiero al mondo. Sapeva di sembrare delicata e indifesa ... e giovane, poco più che una bambina. Era la vittima ideale. La notti cittadine sembravano vive e pulsanti, ma se ti addentravi nel vicolo sbagliato potevano colorarsi di sangue…per un umano.
Sorrise con perfidia, mentre si incamminava volutamente in quel vicolo nero e minaccioso. Anche quando sentì l’eco di passi dietro di sé non si voltò, e continuò a camminare. Poi vide un’ombra staccarsi da un muro.
Lanciandogli uno sguardo di traverso, in modo che lui non se ne accorgesse, vide il suo bell’abito da studente del college ma non si lasciò ingannare. Sembrava un giovane rampollo della parte ricca della città. Una cosa che aveva notato di quei vampiri era che si trattava per lo più di bei ragazzi, che avrebbero potuto essere anche fotomodelli o indossatori prima di essere trasformati in…sexy vampiri.
Alzò di scatto la testa, sapendo che il demone stava per fare la sua mossa. Calata nella parte di fanciulla indifesa lanciò un piccolo urlo…non abbastanza forte da richiamare l’attenzione di qualcuno, ma abbastanza teatrale da farla passare per una ragazzina spaventata, che stava per mettersi a correre.
Con un balzo superò il vampiro e si mise a fuggire davanti a lui, poi si rintanò in un angolo buio del vicolo in attesa che lui le piombasse addosso. Ma il vampiro apparve dall’ombra all’improvviso, la sbatté contro il muro e le sollevò le braccia sulla testa, per tenerla ferma.
Poi si spinse contro di lei, e la fissò con quei suoi freddi e sensuali occhi di ghiaccio. "Posso invitarti a cena?" le sussurrò, con un pizzico di sarcasmo che lei, in condizioni normali, non avrebbe potuto cogliere.
Kyoko quasi sorrise mentre gli rispondeva, con altrettanto sarcasmo. "Perché no?...Tanto, la notte è ancora giovane.” Continuò a sorridere, mentre lui allentava la presa su di lei. Ne approfittò per fargli scivolare le mani dietro la schiena con fare languido, quasi volesse abbracciarlo…e sorrideva ancora quando colse nei suoi occhi un’espressione di dolore, mentre lo pugnalava. Il vampiro abbassò incredulo lo sguardo sulla punta della lama che gli aveva bucato il petto e che sembrava brillare, alla luce della luna. Provò a dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.
Vedendo la ragazza inchiodata al muro, Hyakuhei si aggrappò al davanzale della finestra, decidendo che quella volta sarebbe stato egoista e non avrebbe permesso al vampiro quell'ultimo pasto. Si librò in volo e atterrò delicatamente proprio davanti alla ragazza, che in quel momento stava uscendo dall’ombra.
Non lo aveva visto e Hyakuhei preferì non mostrarsi, anzi indietreggiò per nascondersi nell’ombra. La guardò mentre armeggiava con…qualcosa che gli sembrarono un paio di calzoni. Poi, aguzzando lo sguardo, si accorse che quello che la ragazza stava trascinando era il mezzosangue di poco prima, che l’aveva attaccata.
"Deve esserci un modo migliore per sbarazzarsene! - stava borbottando Kyoko - Comunque sia, chi aveva mai sentito parlare di un vampiro che si scioglie? Non mi ci abituerò mai. Diamine, perché non è come si vede nei film? Li ammazzi e -puff! - svaniscono!” Continuò a trascinarlo per un po’, poi si abbassò su di lui, gli frugò nelle tasche e ne tirò fuori un pacchetto di sigarette. "Ah, se li teneva in tasca per dopo. Magari per ricambiare un favore. Cavolo, ma che bisogno ha di fumare, un vampiro?”
Lo voltò dall’altro e continuò a frugargli nelle tasche. Poi fece una smorfia, quando il sangue cominciò a gocciolarle sulle mani. "Bleah!" disse con ribrezzo, poi ricominciò a frugare. "Vediamo che c’è qui. - sussurrò - "Pettine, accendino ... tessera della palestra... filo interdentale?" Kyoko fissò il minuscolo oggetto, prima di gettarlo via. "Un vampiro che ci teneva all’igiene, senza dubbio!” mormorò, con macabro sarcasmo.
Lasciò perdere i pantaloni, e iniziò a frugargli nelle tasche della giacca. "Ah, questo è decisamente meglio. Tiffany and Co., sicuramente vale la pena di scavare meglio. Ah, bingo!” esclamò Kyoko, tirando fuori il portafoglio gonfio.
Lo aprì e ne tirò fuori le carte di credito. " MasterCard, Visa ... whoa, carta American Express ... Non uscire mai di casa senza! " Lasciò perdere le carte di credito e tirò fuori i contanti. "CENTRO! - esclamò con entusiasmo - Ecco un altro mese di affitto pagato senza essere costretta a fare sesso con quello stronzo di Yohji! Ah, la vita è bella!" Mise i soldi in tasca e gettò la giacca nel cassonetto dell’immondizia, insieme alle carte di credito.
Hyakuhei guardò con orrore la giovane donna. “E’ pazza!” pensò. La guardò ripulire il vampiro con un sorrido gelido sulle labbra. Quando se ne fu andata uscì dall’ombra, e si accostò a ciò che ormai rimaneva del vampiro: un grosso mucchio di cenere.
Si frugò in tasca per prendere un fiammifero e l'accese, poi lo gettò sui miseri resti. Il bagliore delle fiamme illuminò il vicolo per qualche secondo, poi esse si spensero…cancellando per sempre ogni traccia del mezzosangue.
Non riusciva a digerire che una semplice fanciulla umana avesse fatto questo a uno della sua stirpe…anche se di basso lignaggio. Per giunta una vestita da puttana, con qualche rotella fuori posto e anche ladra esperta, a giudicare da come si era comportata! Infatti si era presa il denaro, ma aveva disdegnato il Rolex d’oro della vittima e le sue carte di credito…per non correre rischi di essere rintracciata.
Aspirò a pieni polmoni l’odore ancora presente della ragazza. Che strano: vestita a quel modo e ancora vergine! Lanciò un’ultima occhiata al punto in cui prima c’era il vampiro e scrollò le spalle: in fondo, se non lo avesse eliminato lei lo avrebbe fatto lui.
Alzò lo sguardo nella direzione in cui lei era scomparsa. Per la prima volta dopo secoli, Hyakuhei sentì il suo sangue ribollire. Era giunto il momento della caccia. Quella stessa notte e prima dell’alba si sarebbe nutrito di quella fanciulla...

*****

Kyoko gemette vedendo la folla che si accalcava nella discoteca. Era il fine settimana e quel posto sembrava pieno da scoppiare. Scivolò oltre la fila e si diresse verso il buttafuori, gli fece un cenno del capo e sgusciò rapidamente nella porta che lui le tenne aperta con una mano, per farla entrare. Tutti i buttafuori la conoscevano bene, perché viveva sopra il club.
Una volta dentro, si diresse diretta verso la porta con la scritta "Non entrare". Digitò il codice sulla combinazione della serratura e aprì la porta interna, che le si richiuse alle spalle. Sospirò di sollievo, non appena il fracasso della discoteca divenne solo un sordo ruggito. Con le banconote del vampiro ben strette nel pugno, iniziò a salire le scale. I demoni non erano l'unico pericolo della città, e lei non era tipo da andarsene in giro coi soldi dell’affitto nel reggiseno.
Si fermò presso la fila delle cassette di sicurezza in fondo al corridoio, digitò un altro codice e ne aprì una, poi diede un’occhiata all’interno per vedere se c‘era posta. Normalmente era vuota, ma Kyoko sorrise quando scorse la busta in fondo. La prese e lesse il suo indirizzo scritto a mano dalla calligrafia del nonno.
Richiuse la cassetta e si avviò verso la rampa di scale che portavano al suo appartamento. Il segreto per mantenersi in forma? Abitare al terzo piano senza ascensore! Si fermò prima di raggiungere l'ultimo piano e contò i soldi: le sarebbero rimasti solo venti dollari dopo avere pagato l’affitto a Yohji.
Yohji ... al solo pensiero s’intimidì. Kyoko sapeva che lui sperava che lei fosse sempre in ritardo con l’affitto e gli chiedesse una dilazione, e si augurò che non succedesse mai una cosa del genere. Quell’uomo era una vera merda, ma le conveniva essere gentile con lui, visto che era il suo padrone di casa. Lui poteva crearle un bel po’ di casini, e anche sbatterla fuori, se solo avesse voluto.
Si diresse alla porta del suo appartamento e infilò la chiave nella serratura…un attimo prima che Yohji aprisse la sua porta e mettesse fuori la testa. Ma cos’era, anche sensitivo quell’uomo? Gli lanciò un sorriso nervoso.
"Come va, mia dolce tentazione?" chiese Yohji ammiccando, mentre si appoggiava allo stipite della porta con atteggiamento da figo.
"Tutto ok.” rispose Kyoko, desiderando improvvisamente di indossare un enorme trench per nascondergli alla vita tutte le sue forme, così bene esposte. "Oh, a proposito, ho i soldi dell'affitto." Gli porse i soldi che aveva accuratamente contato, sapendo che era meglio che si avvicinasse lei alla sua porta. L'ultima volta che lui aveva bussato da lei era quasi riuscito ad entrare di forza.
Le spalle di Yohji si abbassarono visibilmente, mentre i suoi occhi si colorarono di disappunto. "Va bene, entra che ti faccio una ricevuta." Aveva sperato che quel mese non riuscisse a pagarlo e che gli chiedesse una dilazione. Ma decise di fare buon viso a cattivo gioco.
Kyoko scosse la testa e cominciò a contare, per reprimere la rabbia. "Fai con comodo, aspetto qui.” Incrociò le braccia davanti a sé e sbuffò, come se andasse di fretta.
Yohji si strinse nelle spalle: conosceva bene quel giochino ...Kyoko lo aveva già ingannato una volta. Lui sarebbe entrato a scriverle la ricevuta e lei ne avrebbe approfittato per sgusciare nel suo appartamento. "Ok, allora te la porto io più tardi.” disse, con cattiveria.
"Va bene." Kyoko girò la chiave nella serratura e aprì la porta del suo appartamento, cercando di farla franca.
"Nessuno ti ha mai detto quanto sei sexy, vestita così?” le mormorò Yohji, arrivandole di botto dietro alle spalle
Kyoko gli lanciò un'occhiata da sopra la spalla e inarcò un sopracciglio. "Stai flirtando con me, Yohji?" Si era sempre chiesta come sarebbe stato disteso sulla schiena ... con il naso rotto e sanguinante.
"Fa differenza?" sorrise lui, passandosi una mano tra i capelli e pensando tra sé e sé che forse ce l’aveva fatta..
"Per me, sì. Non credo che al mio ragazzo farebbe piacere."
Yohji le fece un sorrisetto, sapendo bene che trascorreva la maggior parte del suo tempo da sola. "Oh, dai, lo sappiamo entrambi che non hai un ragazzo, Kyoko. Se non ti conoscessi, penserei che mi stai rifiutando!” Premette la sua grande mano contro la porta aperta di Kyoko, in modo che lei non potesse chiuderla. "Cosa c'è che non va, in me? Pensi che non sono abbastanza uomo per te, o ti stai conservando per un ipotetico fidanzato?”
Kyoko lo fissò, i suoi occhi color smeraldo si fecero tempestosi. Se lui era stanco di essere gentile ... allora lo era anche lei. "Mi dispiace Yohji, ma cerco un ragazzo a cui non piaccia assaggiare un piatto diverso, ogni sera.”
Kyoko rimase senza fiato quando Yohji aprì di colpo la porta socchiusa, la spinse dentro con tutte le sue forze e poi si richiuse la porta alle spalle.
"Non mi dire che non sei curiosa di sapere cosa si prova, tesorino! - le sussurrò Yohji all’orecchio, pizzicandole il sedere. - Ti prometto che non dirò nulla, al tuo ragazzo immaginario."
"Non è immaginario. Tra poco sarà qui, lavora al bar di sotto.” esclamò Kyoko, ormai sicura che a breve avrebbe perso la pazienza, lui si sarebbe ritrovato in ambulanza e lei per strada.
"Oh, davvero? E dimmi, che aspetto ha? " chiese Yohji, che si sentiva già tendere sotto i jeans. Lo eccitavano le femmine che facevano le preziose
Kyoko fece un respiro profondo. "Ha lunghi capelli neri e setosi, pelle pallida, occhi molto scuri e un corpo da favola.” Sorrise dentro di sé, a quel pensiero. Vaffanculo!' "Ed è molto possessivo."
Yohji emise un suono simile a un ringhio. Kyoko quasi scoppiò a ridere: se avesse potuto capire quanto somigliava ad un animale, in quel momento! Aveva ormai deciso che era abbastanza e stava per sferrargli un pugno…quando la porta dell’appartamento si aprì ed entrò Amni, con un paio di jeans attillati e una maglietta nera che accentuavano il suo corpo atletico.
I suoi occhi celesti si strinsero e i muscoli della mascella si contrassero, alla vista del cosiddetto padrone di casa che si strusciava addosso a Kyoko. Yohji mollò la presa e sgusciò rapidamente fuori della stanza, mentre Kyoko gli lanciava un’occhiataccia di fuoco.
"Allora…quando vuoi ti porto la ricevuta dell’affitto…anzi, forse è meglio che da ora in poi le spedisco a tuo fratello Hitomi, così non ti darò più fastidio ... okay?" farfugliò l’uomo.
Senza degnarlo di una risposta, Kyoko entrò nell’appartamento e serrò per bene tutte le serrature. Guardò con riconoscenza Amni, poi si lasciò cadere su una sedia e lacerò con furia la busta che conteneva la lettera di suo nonno. Si mise a leggerla con avidità.
"Oh, questo è davvero assurdo! - ringhiò - Dato che ho diciotto anni e sono ancora vergine…i vampiri sono attratti da me!” Sbuffò disgustata, un attimo prima di leggere la riga successiva. Allora spalancò gli occhi e gridò: “Vuoi che faccia…COSA?!?”
Suo nonno le aveva appena ordinato di trovarsi un fidanzato o avrebbe detto a Tasuki dove trovarla.
"Nonno ..." Sentì il sangue ribollirle, mentre stringeva la lettera nel pugno. "SEI UN PERVERTITO, CRISTO! AVRESTI DOVUTO DIRMELO TANTO TEMPO FA!"
Nel frattempo, Amni fissava Kyoko e rifletteva. Stava pensando a Yohji. "Più tardi te la farò pagare, per avere osato toccarla!” Poi si riscosse, quando sentì Kyoko gridare. Si abbassò su di lei e la prese per le spalle. Lei si ribellò con forza.
"CHE CAZZO VUOI?" lo aggredì lei.
Amni fece un passo indietro e alzò le mani davanti a sé. "Calmati Kyoko, volevo solo assicurarmi che stessi bene." Chiaramente non confessò che quando era arrabbiata era molto più sexy, specialmente quando il respiro affannoso le faceva alzare e abbassare il seno a quel modo.
Kyoko sospirò e appoggiò la tempia contro l'infisso della porta. Amni era il barista al piano di sotto del club. Avevano stretto amicizia non molto tempo dopo che lei si era trasferita. Amni era molto carino, con i capelli biondi che gli ricadevano lunghi sul viso e sulle spalle…e che in alcuni punti arrivavano perfino alle cosce. La sua pelle era bianchissima e perfetta e qualsiasi ragazza sarebbe rimasta soggiogata dal suo fascino.
Se avesse voluto seguire il consiglio di nonno Hogo non le sarebbe dispiaciuto fare sesso per la prima volta con lui…peccato che Amni fosse un vampiro! La loro era di certo una strana relazione, per non dire pericolosa, qualcosa che poteva avere risvolti impensabili…ma che Kyoko non aveva alcuna intenzione di mutare. Amni non aveva mai fatto alcun tentativo di ucciderla o di violentarla, e lei gliene era molto grata. Comunque la situazione doveva rimanere così, perché mai e poi mai Kyoko avrebbe voluto ritrovarsi morta…con un vampiro come fidanzato! Nemmeno tra un milione di anni.
Amni rimase pazientemente sulla soglia, scrutando l’espressione stravolta sul viso di Kyoko. L’aveva incontrata in quello stesso corridoio tempo prima, non appena si era trasferita, e avevano subito stretto amicizia. Si mise a riflettere sul loro strano rapporto e su ciò che avrebbe potuto nascere tra loro.
La sera del loro primo incontro lei era appena uscita dalla sua stanza e lui dalla sua. Entrambi si erano bloccati e si erano scrutati a vicenda. Lui la guardò e vide che aveva un dardo spirituale ben stretto nel suo pugno. Non era fuggito, ma anzi si era appoggiato allo stipite della sua porta ed era rimasta a fissarla in silenzio.
Alla fine Amni l’aveva salutata e si era avviato con cautela verso il club al piano di sotto: aveva tirato un sospiro di sollievo, quando ci era arrivato sano e salvo! Più tardi, sul far della notte, era risalito in camera per farsi una doccia e cancellare quel brutto odore di vampiro che si portava addosso. Kyoko era ancora ferma sulla porta, col suo dardo spirituale in mano, e lui si era chiesto se non fosse rimasta ferma in quella posizione da quando lui se n’era andato.
Mentre cercava di scivolare nella sua camera, lei gli aveva parlato.
"So cosa sei." gli disse Kyoko a bassa voce.
Amni si fermò ma le voltò le spalle, sperando che lei lo interpretasse come un segno di inoffensività. "Anch'io so cosa sei." aveva risposto.
"Allora ti propongo di essere amici…o comunque, di non essere nemici.” aveva aggiunto lei.
Amni le chiese con curiosità: "Perché non mi hai ucciso, quando mi hai visto?"
Kyoko incrociò le braccia sul petto. In realtà anche se lei se lo era chiesto per ore. La verità era che ... semplicemente non voleva ucciderlo. "Tu non uccidi gli umani per nutrirti." Alla fine, scavando nei suoi rifiuti, aveva trovato un mucchio di flaconi di sangue vuoti della Croce Rossa, e ne era stata oltremodo felice.
"Il mio cibo mi viene consegnato una volta alla settimana." spiegò Amni, che era in grado di leggerle nella mente.
Da quel momento in poi, Amni era diventato amico, fratello, protettore di Kyoko ... forse anche qualcosa di più. Non era in grado di trovare la parola adatta per descrivere il loro rapporto. Tutto quello che sapeva era che si volevano bene e che si prendevano cura l'uno dell'alta.
"Sto bene. - rispose Kyoko, riportando la sua attenzione sul presente - Sono solo un po'stressata."
Amni sorrise: “Sì, Yohji ha questo potere. Ci crederesti che è venuto da me l'altra notte? Era tutto eccitato!" Era una bugia, ma ne valeva la pena. La verità era che aveva sorpreso Yohji nel bar a parlare con una ragazza che gli aveva già detto "No" troppe volte e l’uomo sembrava infoiato e furioso ... ma stese un velo pietoso su quel lubrico dettaglio.
Kyoko fece un’espressione di sorpresa e scoppiò a ridere. "Oh mio Dio, mi stai prendendo in giro?"
Amni scosse la testa: "No, non inventerei mai una cosa del genere."
"Che cosa gli hai fatto?" chiese lei tutta eccitata, desiderando di essersi gustata la scena travestita da mosca sul muro.
"Ho scaraventato fuori quel suo culone ubriaco e l'ho chiuso a chiave nel suo appartamento." Il suo sorriso si allargò: "Mi sarebbe piaciuto vedere la sua faccia quando si è svegliato.”
Gli occhi di Kyoko scintillarono di eccitazione. "Perché, cosa gli hai fatto?
"Invece di metterlo sopra al letto ...ce l'ho messo sotto." Anche gli occhi azzurri di Amni scintillarono…ma di malizia.
Kyoko rise e scosse la testa: " Amni, sei impagabile!”
Amni sorrise: "Ora non andarlo a dire in giro, eh…potrebbero pensare che sono davvero un bravo ragazzo!” Il suo viso si addolcì sapendo che era riuscito a rasserenarla. "Credo che farei meglio ad andare al piano di sotto prima che il posto diventi troppo selvaggio, senza di me."
"Sei davvero un bravo ragazzo - gli disse Kyoko, dolcemente - Ci vediamo giù tra un’oretta.”

Capitolo 3 “Fame”
Hyakuhei era di fronte all’ Underground. Normalmente si teneva lontano da quella zona della città, perché era fortemente infestata dai mezzosangue. Era anche più vicino alla tana sotterranea di suo fratello, che si trovava proprio sotto al piccolo locale notturno sovraffollato. Non era un buon posto per la ragazza.
Scomparve e si materializzò all’interno del locale, prendendo posto nell'angolo più buio.
Amni stava ancora sorridendo quando aprì la porta ed entrò nel club, ma si fermò di botto: qualcosa non andava! La sua testa scattò di lato e i suoi occhi si spalancarono. Tadamichi? Abbassando lo sguardo, se ne andò dietro il bancone, un po’ frastornato.
Perché il Maestro era qui ... nel suo bar?

*****

Kyoko rimase a guardarsi allo specchio chiedendosi quanto avrebbe dovuto ubriacarsi prima di poter andare fino in fondo. Si arruffò i capelli e provò a cambiare look ... ma poi capì. Era inutile sperare di sembrare diversa solo cambiando qualcosa del suo abbigliamento. Se voleva fare conquiste, avrebbe solo dovuto smetterla di prendere a pugni chiunque le si parasse davanti.
Sorrise al suo riflesso, cercando di farsi coraggio e di darsi delle buone dritte. “Ok Kyoko ... puoi farlo. Pensa a tutti i vampiri che sarai in grado di uccidere, se non saranno attratti dalla tua verginità.” Alzò gli occhi al cielo per la stranezza di quella conversazione. "Alcool ... questo è ciò di cui ho bisogno."
Dopo pochi minuti era seduta al bar a rimuginare sul consiglio del nonno. Lanciò uno sguardo ad Amni che stava lavorando a un nuovo cocktail. Si accigliò, perché le sembrò parecchio nervoso. Inclinò leggermente la testa, quando lo vide mancare completamente la tazza in cui stava mettendo dei cubetti di ghiaccio.
Hyakuhei aveva percepito la presenza di Kyoko nel momento stesso in cui era entrato nel locale. Si appoggiò lentamente allo schienale della sedia per scrutarla ben bene. La ragazza sembrava non prestare molta attenzione all’ambiente circostante, come se in realtà non le fregasse nulla di stare lì ... quindi che ci era venuta a fare? La guardò riflessa nello specchio mentre si sedeva al bancone del bar, e di nuovo ebbe l’impressione che volesse starsene per i fatti suoi.
Seguì con gli occhi ciò che lei stava guardando, e si accorse che la sua attenzione era puntata sul giovane barista… il vampiro biondo che si era accorto della sua presenza.
Amni lanciò una nuova occhiata, chiedendosi se fosse la sua immaginazione a fargli sembrare quell’angolo del locale molto più buio del solito. Facendo finta di nulla, si sporse verso Kyoko e le sorrise distrattamente: "Vuoi qualcosa da bere?"
"Sì. - rispose Kyoko con decisione - Un Long Island Iced Tea ... il più forte che puoi fare." .
Amni esitò e si guardò intorno, chiedendosi se fosse entrato nella Twilight Zone quella sera. Prima il signore dei vampiri era entrato nel locale come se fosse il proprietario, poi Kyoko che gli chiedeva dell’alcool…A quando degli orsi polari in tutù che ballavano sulle note dello Schiaccianoci?
Si portò inconsciamente una mano alla gola, ricordando la notte in cui Tadamichi lo aveva trasformato, tanto tempo prima. Stava cercando di prendersi un'altra vita? Scacciò con forza il pensiero dalla sua mente.
"Kyoko - le sussurrò - Non credo che un drink faccia per te. Perché non torni di sopra e cerchi di dormire un po’? Ti assicuro che i postumi della sbornia sono micidiali per lo stress. Sono sicuro che domattina, al risveglio, ti sentirai molto meglio.”
Kyoko gli aveva detto molte volte che non beveva, e stasera molte cose le sembravano avvertirla che era meglio seguire il consiglio di Amni. Sperò che lui non avesse notato quella bomba atomica travestita da vampiro nascosta in quell’angolo buio…ma qualcosa le diceva che non era così.
"E’ escluso! - disse con tono piagnucoloso - Ho troppi pensieri per la testa, stasera, e ho bisogno di rilassarmi con un bel drink!”
"Va bene, va bene! . esclamò Amni, rassegnato - Ritira gli artigli e smettila di ringhiare, o non ti preparo nessun drink!”
Kyoko lo fulminò con lo sguardo e Amni ridacchiò. Anche lui avrebbe desiderato che con un solo drink tutte le ansie di Kyoko svanissero! Era l'unica persona che conosceva con una vita difficile, quasi quanto la sua. Nella speranza di tirarla su di morale, le fece l'occhiolino e si mise a preparare il suo drink.
"Beh, comunque è vero! - scherzò, mentre versava il rum - Ti mancano solo il pelo, la coda e le orecchie. Hai già il temperamento e l'atteggiamento di una lupa mannara... "
Kyoko gli sorrise maliziosamente. "Forse stasera dovrei andare in un vicolo scuro ululando per richiamare un ragazzo peloso!”
Amni le mise il drink davanti e scosse la testa. “E io che m’illudevo di essere l'unico uomo nella tua vita! Mi ferisci Kyoko ... potrei aver bisogno di qualcuno che mi coccoli…" Si mise una mano sul cuore con atteggiamento teatrale, anche se da qualche parte nel profondo ... sapeva di non scherzare.
Kyoko sorseggiò per metà il suo drink e poi lo guardò. “Amni ... smettila di flirtare con me. È un po'…inquietante." Lo guardò fisso per dare maggiore valore alle sue parole, ma si fermò di botto: ah, se solo non fosse un vampiro! Chiuse gli occhi e continuò a sorseggiare il suo drink.
"Dico sul serio.- continuò Amni, mentre continuavano la loro battaglia di sguardi - Se non riesci a confidarti con me, con chi riuscirai a farlo? So che c’è qualcosa che ti frulla per la testa."
"Ho bisogno di un altro drink, prima." Kyoko sbatté le ciglia maliziosamente, e si disse che aveva bisogno di più tempo per confessargli il suo…impudico segreto.
Amni le preparò lentamente un altro drink. Rabbrividì al pensiero che, se fosse crollata ubriaca, avrebbe dovuto portarla lui nel suo appartamento e metterla a letto! Quando ebbe terminato di preparare il nuovo drink e lanciò un’occhiata distratta al bicchiere di Kyoko si accorse che era vuoto. Stava per ammonirla di non continuare a quel ritmo, che qualcuno in fondo al locale urlò. Con un sospiro, si precipitò a vedere cosa era successo.
Kyoko lo osservò mentre se ne andava. Amni aveva ragione... se non poteva confidarsi con lui allora con chi? In tutta la città, era l'unico con cui poteva parlare liberamente ... l'unico che poteva chiamare amico. Sentì le lacrime agli occhi e si chiese se tra poco si sarebbe messa a piangere come fanno gli ubriaconi.
"No! “ urlò a se stesa. E alzò il bicchiere in un brindisi solitario - Al momento in cui perderò la mia verginità!” E si scolò il drink in un fiato.
Essere un vampiro aveva molti vantaggi, come ad esempio avere un udito finissimo. Amni era riuscito a sedare un litigio sul nascere e ora stava portando i drink a dei ragazzi molesti, ma la sua attenzione era tutta puntata su Kyoko. La vide bere un drink dopo l’altro e si chiese cosa poteva fare per lei. Poi captò le sue parole, in quel brindisi mezzo matto con se stessa. “Perdere… cosa?" esclamò, strabuzzando gli occhi. E corse subito da lei.
Kyoko sussultò, quando Amni le si fiondò accanto, poi aprì la bocca quando capì. "Mi hai sentito?" Deglutì, cercando di lenire la sensazione di bruciore lasciata dall'alcol che le scendeva velocemente in gola. Quando riprese fiato, Kyoko sentì che l’alcool stava già facendo la sua magia.
"Un altro, per favore." Spinse il bicchiere verso Amni, cercando di ignorare la bestia nera della sbornia in arrivo.
Nel cuore di Amni la rabbia fu sostituita dal dolore. I suoi occhi azzurri diventarono di una tonalità più scura. Le sue mani tremavano, mentre le preparava UN ALTRO drink. Ma l’alcool non sembrava avere un effetto calmante su di lei.
“Sì, ti ho sentito… questo non è il posto giusto per ubriacarti e eccitarti. Continua a bere questa schifezza e tra poco ti ritroverai nel vicolo qui fuori a cantare canzoni stonate mentre un uomo senza volto… "
Gli occhi color smeraldo di Kyoko brillarono di sfida. "Sembra divertente ... magari dopo ci vado.”
Amni fece una smorfia. "Oh, questo è troppo!”
Kyoko sorrise ad Amni da sopra il bordo del bicchiere e il vampiro non poté fare a meno di sorridere anche lui. Aveva già deciso come affrontare la questione…Avrebbe lasciato che si ubriacasse, ma per nessuna ragione al mondo le avrebbe permesso di lasciare il bar. Per ora, avrebbe giocato con lei al “perdiamo la verginità.”
Kyoko sospirò, quando Amni tornò dall'altra parte del bancone. Si allungò a prendere una cannuccia. Perché perdere la verginità doveva essere l’unica cosa in grado di allontanare i demoni? Non è che poteva innamorarsi di un ragazzo qualunque con uno schiocco di dita. E se anche si fosse innamorata di qualcuno… ci avrebbe rinunciato, pur di non metterlo in pericolo.
Un volto balenò nella sua mente e chiuse gli occhi, desiderando assaporare l'immagine ... Tasuki. Se non avesse amato Tasuki, sarebbe stato la sua scelta. Era proprio perché lei lo amava che non poteva chiamarlo e ... lasciare che l'aiutasse a risolvere il suo piccolo problema. Facendosi scivolare la cannuccia tra le labbra, Kyoko si mise a bere con foga, sperando che quando avesse finito si sarebbe messa a cantare "Eeny meeny miny moe".
"Allora stai davvero cercando di scopare?" chiese Amni, mentre le preparava un altro drink.
"Certo! - farfugliò Kyoko - Ma non voglio voltarmi e sembrare una troia in caccia."
"Allora, perché non dai uno sguardo ai tipi del locale dallo specchio dietro al bancone? Così potrai sceglierne uno senza nemmeno voltarti.” disse malignamente Amni, e tirò un sospiro di sollievo quando Kyoko seguì il suo consiglio. Stava cercando disperatamente di non farla voltare…e di sentirsi attratta dal signore dei vampiri nascosto in quell’angolo. Si era accorto che lui la stava osservando da quando era entrato là dentro ... e ubriaca com’era, Kyoko non era in grado di proteggersi e Amni non abbastanza forte da combatterlo.
"Che ne dici di quella testa rossa?" chiese Amni scegliendo deliberatamente il ragazzo più brutto del locale. Se quella cretina aveva intenzione di sognare, l’avrebbe ricondotta bruscamente alla realtà.
Kyoko scrutò il tizio allo specchio e scosse la testa. "Non ha un’ombra di culo."
Amni alzò gli occhi al cielo, "Che diavolo te ne frega se non ha culo?"
"Mi interessa, invece - biascicò Kyoko - Avrò bisogno di qualcosa a cui aggrapparmi." Per un momento, le tornò alla mente l’immagine del ragazzo immaginario che aveva descritto a Yohji un paio d'ore prima.
"Va bene. - l’accontentò Amni - Che ne dici allora di quello con i capelli a spazzola?"
"Possiamo semplicemente mettergli una X sulla sua fronte e cancellarlo dalla lista? - disse Kyoko arricciando il naso - E finora hai dimostrato un gusto schifoso!”
"Quello bionda laggiù sembra carino." Sorrise sapendo che quel ragazzo usciva solo con altri ragazzi ... e che non l’avrebbe nemmeno degnata di uno sguardo.
Kyoko scosse la testa e quasi cadde a terra per il movimento. “Cosa stai cercando di fare Amni? È un pollo bollito quasi quanto Yohji."
"Non credi che il tuo padrone di casa sia carino?" Amni simulò uno sguardo di orrore e poi scoppiò a ridere, all’espressione impassibile di Kyoko.
Passarono i successivi venti minuti ad analizzare uno per uno tutti gli avventori maschi del bar, ma a Kyoko nessuno andava bene: quello era un giocatore incallito, quell’altro un teppista, uno era troppo vecchio, l’altro troppo giovane, o troppo grasso, o troppo magro, o troppo nerd, troppo preppy e così via. Alla fine Amni alzò le mani in aria in segno di resa.
"Questi sono tutti, Kyoko, non ce ne sono altri. Sei troppo ubriaca per riconoscere un bel ragazzo e non ti accorgeresti di lui nemmeno se venisse qui e ti desse un bel morso sul culo!” esclamò Amni, pensando tra sé: “Per fortuna!”
Kyoko sorrise, completamente ubriaca: "Se mi mordesse il culo, non me ne fregherebbe un cazzo del suo aspetto!”
Gli occhi di Amni si spalancarono, sapendo che il parlare sporco di Kyoko era solo una posa per darsi importanza.
"Che bel linguaggio per una verginella che non ha mai neanche baciato qualcuno!” scherzò.
A Kyoko andò il drink per traverso, e tossì. "Cosa hai detto?" farfugliò, ma poi pensò che era meglio non mettere in mezzo Tasuki.
Amni sorrise: "Non preoccuparti. Non lo dirò a nessuno, a meno che tu non mi faccia incazzare. "
"Cosa faresti se ti facessi incazzare?" biascicò Kyoko, ormai folgorata dal senso di sballo.
"Beh, probabilmente mi metterei in piedi sul bancone e annuncerei a voce alta che stasera abbiamo una vergine da offrire e che si accettano offerte a partire da cinquemila dollari. Certo, a te andrebbe solo il venti per cento, mentre tutto il resto me lo beccherei io!” Si aggrappò al bordo del bar, sapendo che l’aveva sparata grossa.
"Perché solo il venti? - mormorò Kyoko - In fondo si tratta della MIA verginità…dovrebbero pagare solo me e basta!"
"Dannazione, sei proprio avida!” borbottò Amni.
"Ti ho sentito - esclamò Kyoko e si alzò in piedi sullo sgabello - Voglio che tu sappia che sei un ruffiano molto scadente.”
"Cola e tortine di luna a casa mia quando stacco, allora.” disse Amni, lanciandole un sorriso luminoso.
"Non ho un appuntamento con teuuu…" riuscì a farfugliare Kyoko, barcollando a tal punto che fu sul punto dii cadere. Poi puntò un dito in faccia ad Amni, toccandogli la punta del naso. "Ora vado a farmi sbattere dal primo maschio che non mi sbava dietro e mi tratta come una signora.”
Amni inarcò un sopracciglio: "Ma che discorsi sono, da parte di una donna che è ancora vergine? Non ti interessa di sapere almeno che faccia ha, il tizio che ti troverai nel letto domattina?"
"No…" sibilò Kyoko, e si lasciò cadere di nuovo sullo sgabello, ma sempre puntando il dito scontro Amni - Non voglio sapere niente di lui perché ..." fece una pausa cercando le parole. "... ho la mia moralità."
Amni ridacchiò: "Kyoko, sei così ubriaca che non capisci nemmeno il significato della parola moralità!”
La faccia di Kyoko divenne inespressiva. "No, non lo so." disse, con voce atona. Si guardò le mani e poi fissò di nuovo Amni. "Lo sai che non ho messo la biancheria intima?"
Per poco Amni non cadde dietro al bancone, a quelle parole, mentre Kyoko continuava a guardarlo con i suoi occhi innocenti, come se avesse detto la cosa più naturale del mondo!
"Accidenti!" mormorò il vampiro, con una voce quasi dell’oltretomba.
Poi si rialzò, la guardò ed entrambi scoppiarono a ridere. Non poteva davvero farci niente. Non aveva mai visto Kyoko ubriaca, ma doveva ammettere che era davvero divertente in quello stato. "Non mi hai detto perché sei così deciso a farlo, però."
Kyoko si morse il labbro inferiore e poi gli disse la verità: "Finché sarò vergine sarò una costante attrattiva per questi vampiri, e alla fine potrebbero riuscire a uccidermi.” Gli lanciò un'occhiata, poi distolse rapidamente lo sguardo. "Sembra che il mio odore….gli piaccia."
All'improvviso Amni capì esattamente di cosa lei stava farfugliando e deglutì. "Vuoi un altro drink?" mormorò.
Non ci aveva mai pensato, ma ora che Kyoko lo aveva stimolato a riflettere capì che era vero. Lui stesso, se mai avesse deciso di ricominciare a nutrirsi di sangue umano, avrebbe scelto senz’altro lei. Era una rarità trovare una vergine a quell’età…era come bere vino di pregio!
"Un altro drink?" mormorò Kyoko, e abbassò lo sguardo sul suo bicchiere. Lo sollevò all'altezza degli occhi e lo girò come se stesse cercando qualcosa. "È vuoto."
"No, davvero?" le chiese Amni in tono beffardo prima di portarle via il bicchiere. "Niente più drink per te, stasera."
"Hey! - strillò Kyoko - Ridammelo! Ne ho bisogno!"
"Per cosa?" l’aggredì Amni.
"Così troverò il coraggio di fare sesso con qualcuno. Non posso farlo, senza quel bicchiere."
Amni rimise il bicchiere sul bancone e Kyoko lo fissò.
"Cosa c'è che non va, adesso?" Sapeva che a breve sarebbe crollata e che sarebbe toccato a lui riportarla in braccio nella sua stanza.
Kyoko lo guardò, torva. "Chi ha bevuto il mio drink?"
"Sei stata tu.“ le disse Amni, con tono paziente.
"Non è vero! Era pieno quando me l’hai tolto! A chi hai dato il mio drink ... e dov'è il mio? " biascicò Kyoko.
"Ti sei già fatta quattro drink.” cercò d’imbrogliarla Amni.
"Noooo! - piagnucolò Kyoko - Non me ne sono nemmeno accorta!” Spinse il bicchiere verso Amni. "Dammi un altro drink, così questa volta ci starò attenta.”
"Allora cerca di ricordarti l’ultimo! - esclamò Amni, con durezza - Per te il bar è chiuso, stasera!”
Kyoko gli sorrise in modo sexy. "Perché non fai il buono con me?”
"Non tentarmi, Kyoko." rispose Amni. Ma di colpo si sentì addosso uno sguardo minaccioso. Alzò gli occhi azzurri e incontrò quelli di ebano del vampiro che si nascondeva nell’ombra.
Hyakuhei si stava godendo la scena tra la donna e il barista, e i suoi occhi e il suo umore si facevano sempre più cupi di minuto in minuto. L'aveva osservata silenziosamente scrutare pe bene tutti i maschi del locale attraverso lo specchio del bar. Per chissà quale oscuro motivo dovette reprimere l’impulso di scatenare una tempesta e far fuggire tutti, per rimanere da solo con lei. Non voleva che qualcuno posasse gli occhi su quella ragazza.
Questa cosa…queste sensazioni… lo turbavano.
Il barista era un vampiro e la ragazza sembrava in buoni rapporti con lui. Hyakuhei scrutò per bene il ragazzo, mentre la ragazza continuava a parlargli. Era giovane; era ancora un bambino come vampiro, ma c’era qualcosa in lui che lo distingueva dagli stupidi mezzosangue che aveva incontrato in città. Si scrollò quel pensiero dalla mente: avrebbe riflettuto sul giovane vampiro più tardi.
Il barista all'improvviso lo guardò dritto negli occhi. Lui sorrise e il giovane si bloccò sul posto, prima di cominciare a tremare visibilmente e distogliere lo sguardo. Ora capiva cos’aveva di diverso, quel giovane vampiro; non era una belva assetata di sangue, come la maggior parte dei mezzosangue. Hyahuhei si disse che forse non era nemmeno così giovane come sembrava.
Scavò a fondo nella sua mente e vi trovò la traccia del suo stesso sangue…Tadamichi! Quindi, quel vampiro apparteneva a lui!. Chiuse gli occhi mentre i ricordi di Amni fluttuavano in lui ... quel giovane era stata la prima preda di Tadamichi ... quella che lo avevano guarito dalla sua solitudine. I suoi occhi si aprirono lentamente, Ora capiva perché il vampiro non faceva che guardarlo! In realtà pensava che lui fosse suo padre.
Come mai lo confondeva col suo vero maestro? Non era capace di coglierne le differenze…o lui e suo fratello Tadamichi erano davvero così simili? Il suo divertimento raggiunse il massimo quando il giovane vampiro mise un altro drink davanti alla ragazza e lei ne bevve un sorso. La scena seguente gli fece davvero venire voglia di ridere.
Amni portò via il bicchiere a Kyoko e lei gli lanciò un’occhiata furiosa. Poi lui armeggiò con le varie bottiglie per farle un nuovo drink ma, non appena la ragazza ebbe distolto lo sguardo, rapidamente le versò un bicchiere di una bevanda analcoolica al the…evidentemente la preferita della piccola umana ... The freddo Virgin Long Island.
Dopo averle riempito il bicchiere, Amni decise di essere carino con lei e vi aggiunse una ciliegina e un piccolo ombrellino decorativo, poi glielo porse con gentilezza.
Kyoko si voltò di nuovo verso Amni, poi guardò il bancone e il suo sguardo s’illuminò quando vide il drink. Prima di scolarselo si mise in bocca la ciliegina...e fu così conturbante in quel gesto che Amni deglutì, alla vista del gambo del frutto che finiva dentro le labbra carnose di Kyoko, che masticò per un po’ e poi depose il gambo sul bordo del bancone.
"Che stai pensando?" chiese Kyoko, colpita dallo sguardo eccitato dell’amico.
"Penso che non sei capace di baciare.” rispose Amni, cercando di rimanere impassibile.
"E tu che ne sai?" borbottò Kyoko, che prese l’ombrellino e lo mise acanto al gambo della ciliegia. Poi si apprestò a scolarsi il bicchiere. Con fare malizioso puntò lo sguardo ammaliatore su Amni e lentamente cominciò a bere il suo drink, reclinando leggermente la testa all’indietro. Amni era così affascinato da quella vista che fu facile per Kyoko afferrare non vista l’ombrellino e cercare di infilzarglielo sul dorso della mano.
Amni, per una volta, fu grato ai suoi rapidi riflessi da vampiro e scostò la mano in tempo. “Ti avevo detto che sei ubriaca.” la derise.
"Non abbastanza! - ringhiò Kyoko - E la prossima volta che cerchi di rifilarmi un drink analcolico , almeno versami un ginger ale! E se non la smetti ti costringerò a pagare il mio conto, perché sono una cliente molto insoddisfatta!”
"Mio dio, Kyoko! - scherzò Amni - Mi lascerai a secco. Non saprò come pagare l’affitto!”
Kyoko sorrise maliziosamente. "Parlane con Yohji ... forse puoi concludere un accordo con lui."
"Hai una vena perversa, lo sai?" mormorò Amni, abbassandosi su di lei per fissarla meglio negli occhi.
Kyoko mise da parte la posa da vamp e si stampò sulla faccia un’espressione da angioletto. "Io?" Lo guardò in quei meravigliosi occhi blu e per un attimo le sembrò di affogarvi dentro.
Amni lanciò un'occhiata alla folla urlante, perché di nuovo qualcuno stava schiamazzando. Si chinò su Kyoko e l’ammonì con durezza. Erano così vicini che Kyoko poté sentire il suo odore di colonia. "Cerca di non fare nulla di stupido finché non torno.” le sibilò, e schizzò in mezzo ai ragazzi che affollavano il locale, lasciandolo di nuovo sola.
Hyakuhei si sistemò meglio sulla sedia, sentendosi un po' più calmo ora che il barista si era allontanato per servire gli altri clienti. Guardò la ragazza mezzo ubriaca al bar che si raccoglieva i capelli in una crocchia disordinata, prima di continuare a scrutare la popolazione maschile del locale nello specchio dietro al bancone. Per gli dei ... stava giocando con il fuoco e non se ne rendeva nemmeno conto!
Si rese conto che le sue zanne si erano allungate al punto che quasi gli ferivano il labbro inferiore, e che il suo corpo rispondeva eccitato al gesto innocente ma provocante della fanciulla. Si sentiva come rapito da quel collo sottile e aggraziato…ma questa volta non era il suo sangue che lo chiamava, bensì il profumo della sua pelle. Si aggrappò al bordo del tavolo solo per guardarla meglio. Lo scricchiolio del legno e del metallo gli ricordò dov'era e cosa stava facendo.
Si scostò stizzito dal tavolo e gli sembrò che la ragazza gli ammiccasse attraverso lo specchio. Si accigliò e si guardò intorno, e capì a chi era diretto il sorriso di Kyoko.
S’infuriò a morte, quando vide che il giovane ventenne a cui Kyoko aveva sorriso e che stava sorridendo a sua volta, sicuramente ammaliato da quella bellezza dai capelli ramati. Hyakuhei ringhiò sommessamente. Guardò con immensa soddisfazione il bicchiere che il ragazzo aveva in mano andare in frantumi e ferirlo a sangue con le sue schegge acuminate.
Il ragazzo fece un urlo e schizzò in piedi, dirigendosi di corsa verso il bagno con la mano piena di sangue. Hyakuhei sorrise soddisfatto ... ecco, adesso quello stronzo aveva smesso di farle la corte!
Kyoko si accigliò e sospirò frustrata, quando il ragazzo che aveva catturato la sua attenzione nello specchio balzò improvvisamente in piedi e corse verso il bagno. Mise su un broncio talmente ostinato che Hyakuhei quasi scoppiò dal ridere. A quel punto Kyoko fece un altro sorso della bevanda analcolica che le aveva dato Amni, e decise di non guardare più nello specchio.
Il suo sguardo, invece, si spostò sulla pista da ballo dove le luci lampeggiavano selvaggiamente. L'improvvisa voglia di unirsi a quella massa di corpi che si contorceva la sopraffece e scivolò giù dallo sgabello. Si appoggiò al bancone per ritrovare l’equilibrio, poi si diresse nel mezzo della sala con la chiara intenzione di rimorchiare qualcuno…uno qualunque.
Si chiese se era così che si sentiva una gatta quando era in calore, ma poi diede la colpa di tutto all’alcool e alla dannata solitudine.
L'atmosfera nel club cambiò improvvisamente, diventando più densa di potere oscuro. Kyoko non se ne accorse, perché l’alcool le aveva annebbiato i sensi. Se fosse stata lucida... avrebbe notato subito i quattro uomini molto sexy entrare nel club.
Hyakuhei invece se ne accorse e dovette rinunciare temporaneamente a osservare la ragazza. Diede loro una rapida occhiata e sogghignò. Agli ignari umani potevano sembrare solo quattro amici in cerca di avventure fuori città. Ma Hyakuhei sapeva che erano vampiri alla ricerca del loro pasto serale, e forse anche di un po’ di erotismo.
Si alzò, quando i quattro vampiri si separarono dirigendosi in direzioni diverse. Uno di loro si avviò verso la pista da ballo e puntò la ragazza con i capelli rossi che tanto gli piaceva. Gli occhi scuri di Hyakuhei scrutarono la sala, per vedere se anche gli altri erano attirati dalla stessa ragazza. Mentre si scrutava intorno, notò che l’espressione del giovane barista era cambiata: era impallidito, forse percepiva il pericolo. Lo guardò frugare in giro con gli occhi: di certo non riusciva a capire dove lui si fosse nascosto Eh si, trucchi da vecchi vampiri!
Kyoko ondeggiava al ritmo della musica. Si sentiva frastornata e brilla, ma continuò a rimanere piantata nel mezzo della pista da ballo. Anche se aveva gli occhi chiusi poteva sentire gli apprezzamenti lascivi di qualcuno sulla schiena, come se fossero mani che la frugassero dappertutto, e ciò la eccitava.
Continuò a dondolarsi al suono della musica, come una preda in attesa. Era così concentrata su se stessa che quasi non si accorse di due mani che le accarezzavano i fianchi. Non la tenevano prigioniera…anzi, assecondavano il ritmo della musica muovendosi assieme a lei ... sensualmente.
Molto lentamente, un corpo caldo si premette contro la sua schiena e lei vi si appoggiò, lasciando ricadere la testa su un'ampia spalla. Non poté fare a meno di piagnucolare, quando le mani si spostarono dai suoi fianchi al suo ventre. Sentì delle dita sfiorare la sua pelle nuda sotto l'orlo del vestito, mentre l'altra mano si muoveva lentamente sulla parte anteriore del suo corpo, sfiorandole il seno prima di prenderle delicatamente a coppa un lato del viso.
"Balla per me…" le sussurrò una voce scura e sensuale all'orecchio.
Kyoko sentì il suo battito cardiaco rallentare e il respiro quasi le si bloccò. Quella voce era sesso allo stato puro! Doveva vedere assolutamente il volto dell’uomo che la teneva stretta. Mentre si girava tra le sue braccia, lo sconosciuto la spinse verso l'esterno e poi la strinse a sé, molto più forte di prima.
Lo sguardo di Kyoko incrociò un paio di occhi blu intenso, quasi ipnotici, e il respiro le si mozzò in gola. Aveva lunghi capelli neri mossi che ondeggiavano al ritmo della musica. Kyoko ne rimase piacevolmente sorpresa ... quando aveva iniziato a ballare con lui? Il suo viso era morbido ... quasi femminile nella sua perfezione. Aveva una carnagione leggermente abbronzata che le faceva venire voglia di toccarlo, e delle labbra carnose di un rosso acceso.
Kyoko sentì il suo corpo formicolare dall’eccitazione ... o forse era solo l’effetto di tutto l'alcol che si era bevuto.
Poteva sentire il suo sangue pulsare eroticamente al ritmo della musica e gemette, quando l’uomo le spinse il ginocchio in mezzo alle cosce premendosi sul suo clitoride. Kyoko non riusciva a distogliere lo sguardo da lui, mentre cominciava a perdere il controllo sul suo corpo. Era come se ogni suo nervo fosse animato di vita propria ... poteva quasi sentire il calore provenire dal corpo dell’uomo.
Piegò la testa all’ indietro per guardarlo meglio, ma lui l’attirò a sé con violenza e lei sussultò, quando sentì le labbra dell’uomo contro la pelle del suo collo. Poteva sentire ogni centimetro del suo corpo premuto contro di lei, mentre continuavano quella danza sensuale. Il resto della sala le girava attorno ma lui le impediva di cadere ... con quelle braccia possenti da maschio.
Kyoko era così ubriaca che non si accorse che la musica iniziava a svanire, diventando un lontano pulsare. Sentiva solo le braccia dell’uomo che la stringevano con lascivia. Tutto ciò che contava, in quel momento, erano loro due abbracciati e tutte quelle piacevoli sensazioni che provava per la prima volta nella sua vita.
Amni percepì l'ondata di potere oscuro dalle parti della pista da ballo. Non era la prima volta che lo sentiva proprio da quelle parti, e di solito lo ignorava volutamente. Quasi d’impulso lanciò un’occhiata al bancone del bar…e si accorse con orrore che Kyoko non c’era più! I suoi occhi si spalancarono per la paura e cominciò a scrutare freneticamente ogni angolo del locale.
I drink che stava servendo gli caddero di mano e si schiantarono a terra, con gran rumore. Aveva dato un’occhiata allo specchio del bar e aveva visto Kyoko…ballare da sola al centro della pista! Notò le sue gote arrossate, gli occhi socchiusi e le labbra semi-aperte…e capì che stava per avere…un orgasmo!
In preda al panico, Amni si precipitò verso la porta del locale, in modo da poter scaraventare fuori il demone che la stava ammaliando. Era così tanto tempo che non provava il desiderio di uccidere qualcuno che quasi rimase scioccato dalla velocità con cui il sangue gli era salito al cervello! Aveva fame…fame di uccidere un suo simile!
"Dannazione, Kyoko." ringhiò a denti serrati. Se era così disperata ... da non accorgersi di stare giocando pericolosamente con un vampiro, allora l’avrebbe scopata lui e fine della storia!
Amni si bloccò all’improvviso, quando vide il suo signore Tadamichi fermo nel vicolo davanti al locale. Il signore dei vampiri sembrava non averlo nemmeno notato, ma Amni sapeva che era lì solo per impedirgli di aiutare Kyoko. Trovò il coraggio di avvicinarsi e di supplicarlo, sperando che si sarebbe degnato di ascoltarlo. A capo chino e in atteggiamento di sottomissione gli arrivò davanti, andando a sbattere contro la barriera di protezione. I suoi occhi azzurri lampeggiarono per un attimo, ma sapeva che il potere della barriera non lo avrebbe ucciso. Di certo, però, non gli avrebbe fatto bene se Tadamichi avesse deciso di scagliarlo contro di lui per la sua insolenza.
"Maestà, vi supplico…- iniziò a dire, gettandosi ai piedi del suo creatore - Non lasciate che la prenda. Non fate subire a quella ragazza lo stesso mio destino…”Prese il coraggio a due mani, prima di dire la frase che lo avrebbe incriminato per sempre agli occhi dei suoi simili. Ma lui non era fiero di essere uno di loro! “Vi prego, padre…lei è mia amica.”
La risposta che Amni ricevette fu un basso ringhio che fece tremare tutti i bicchieri all’interno del locale.
"Non sono tuo padre, ragazzo!" sibilò Hyakuhei, per chiarire l’equivoco una volta per tutte.
Amni si sentì rizzare i peli sulla nuca a quella risposta. Si alzò bruscamente in piedi e vacillò all’indietro, con un’espressione di orrore sulla faccia: era Hyakuhei, il leggendario fratello assassino di Tadamichi! Ora che lo scrutava così da vicino, poteva cogliere le sottili differenze nella sua aura! Quasi non riuscì più a respirare, per lo shock.
Si voltò e si precipitò verso il bancone del bar, e rimase a guardare Kyoko con ansia. Fu allora che capì cos’aveva in mente il vampiro che l’aveva adocchiata. Kyoko era così ubriaca che non solo non aveva la più pallida idea di che cosa stesse facendo ... ma addirittura che si stava comportando da vittima volontaria.
Hyakuhei incrociò le braccia sul petto, mentre guardava il vanitoso vampiro fare cenno ai suoi compagni, come a dire che lui avrebbe dato il primo morso e che a loro sarebbero spettati gli avanzi. Si sentì stranamente apatico a quella vista…ma sapeva che era solo la calma prima della tempesta.
Percepì alle sue spalle la presenza dell’ansioso barista. "Trattatela come so fosse vostra, maestà." La voce di Amni ora non era più supplichevole, ma densa di minacce. Lo specchio dietro al bancone s’incrinò, alla forza delle sue parole.
Ormai Amni aveva superato il sottile confine che divide la paura dal coraggio. “Non è mia. Sapete bene che una donna come quella non appartiene a nessuno.” Rimase radicato sul posto senza sapere più cosa fare. Aveva sentito Tadamichi parlare di suo fratello solo una volta ... la notte in cui era stato trasformato. Quello era l'uomo che aveva ucciso suo padre, e che poi si era tolto la vita per scontare il suo crimine.
I pensieri di Amni tornarono al suo padrone. Tadamichi lo aveva fatto schiavo ... per togliergli la voglia di combattere. Il maestro gli aveva sussurrato della sua solitudine ... del suo malvagio desiderio per suo fratello gemello. Amni era venuto a conoscenza del suo turpe segreto…e per questo Tadamichi lo aveva trasformato in vampiro…e suo primo figlio.
Il suo sguardo tornò al fratello di cui era stato un pallido surrogato, tanto tempo prima. Tadamichi voleva solo che qualcuno gli tenesse compagnia nella solitudine dell’eternità... un destino troppo crudele per un signore dei vampiri che amava la vita!.
Hyakuhei doveva essere davvero potente, per essere riuscito a uccidere suo fratello ... suo padre. Il biondo vampiro si sentì un groppo in gola, al pensiero dell’incredibile istinto omicida dei due fratelli gemelli. Amni tremò al pensiero di come sarebbe stato il suo destino, se al posto di Tadamichi…fosse stato Hyakuhei a trasformarlo!
Ora percepiva chiaramente la differenza tra i due ... uno era un bieco assassino, l'altro un pericolo mortale.
Kyoko nel frattempo era in uno stato di euforia e le sue labbra si ammorbidirono ... aprendosi leggermente per il piacere mentre le mani dell'uomo vagavano sul suo corpo, sfiorandole leggermente la schiena nuda. Non riuscì a reprimere il brivido che le corse lungo tutta la spina dorsale, quando la sua mano arrivò a palparle il sedere. Era come un fuoco liquido di piacere che le scorreva per tutto il corpo, eccitandola sempre di più.
Hyakuhei guardò il mezzosangue distogliere per un attimo l’attenzione dalla donna e fare cenno agli altri vampiri che erano entrati con lui. Uno per uno, si mossero verso l’uscita del locale, in attesa di un boccone del loro pasto. Hyakuhei vide la fame nei loro occhi e capì che avrebbero preso ben più del suo sangue, da quella ragazza.
Le sue labbra si assottigliarono mentre cercava di rimanere calmo ... di aspettare. Ma il rumore di vetri che si fracassavano raccontava una storia diversa: era furioso, e le mani che si ostinava a tenere ferme lungo i fianchi ben presto avrebbero fatto urlare di dolore qualcuno.
Amni deglutì, mentre il suo sguardo andava dal signore dei vampiri, a Kyoko, ai bicchieri sul bancone e alle lenti degli occhiali che si stavano frantumando una per una. Una rissa mortale tra vampiri là dentro non era una cosa piacevole…tuttavia, se ciò avrebbe salvato Kyoko…non sarebbe intervenuto. L’indomani, gli umani avrebbero detto che era stata colpa dell’alcool e della droga…niente di più stupido.
Kyoko si sentiva come stordita, quasi in trance, quando il ragazzo la lasciò andare. Si allungò di nuovo verso di lui, pensando volesse solo un incoraggiamento per portarla via con sé fuori dal locale.
Infatti lui, alto e bello come il peccato, le sussurrò: “Vieni con me.”
La sua voce morbida sembrava echeggiare nella stanza, arrivando soffocata al cervello confuso di Kyoko, che fece scivolare le dita nella sua mano, sentendosi divorata da un fuoco inestinguibile…non desiderando altro che obbedirgli. La mano del vampiro la ghermì e la guidò verso la porta del locale. 'Vieni con me.' La voce riecheggiava ancora nella mente di Kyoko, come un’incessante preghiera a cui non riusciva ad opporsi.
Hyakuhei osservò il mezzosangue condurre la ragazza ammaliata fuori, verso il buio della notte. Subito scivolò fuori anche lui, seguendo l’odore della ragazza e maledicendo mentalmente Tadamichi e la sua nidiata di mezzosangue per essersi intromessi ... di nuovo.
I suoi occhi si spalancarono, quando sentì il suono della voce inquietante di suo fratello penetrargli improvvisamente nella mente. “Fratello ... massacreresti i miei figli per lei? Salvala allora ... la farai a pezzi solo più tardi. Sei un demone, un assassino a sangue freddo ... pensi davvero che lei potrebbe amarti?"
Hyakuhei scrutò a fondo l’oscurità, sapendo che il fratello era lì da qualche parte… e lo stava osservando. “Smettila di perseguitarmi, Tadamichi. Ti annoia così tanto uccidere, che preferisci guardare me, mentre lo faccio?” Con un ringhio profondo recise il legame con il suo gemello e urlò, vedendo che la ragazza era già scomparsa. Sentiva dentro di sé un'incontrollabile gelosia nei confronti di chiunque osasse separarlo da lei.
Sentì un sussurro quasi impercettibile alle sue spalle e si voltò di scatto, scagliando con la mano un’ondata di potere avanti a sé. Una forza terribile colpì Amni nel petto.
Il vampiro fu scaraventato dall'altra parte della stanza, andando a sbattere contro lo specchio dietro il bancone e mandando in frantumi una pila di bicchieri dai vino. Qualsiasi rumore nel locale si fermò e tutti rimasero attoniti a guardare quello che era successo. Hyakuhei si maledisse per la sua imprudenza.
Amni si alzò e vacillò in direzione di Hyakuhei. I due si fissarono per un attimo, sancendo un muto patto con gli occhi, mentre gli avventori del locale rimanevano zitti e atterriti a guardare. Maledizione! Gli umani non dovevano mai assistere a cose del genere.
Vedendo che Amni non si era fatto niente, lentamente tutti i ragazzi ripresero a fare ciò che stavano facendo e la tensione nel locale svanì. Hyakuhei voltò le spalle al barista, senza perdere tempo a cancellare il ricordo di ciò che era successo dalla testa di quegli stupidi umani: ci avrebbe pensato il giovane vampiro. Lui aveva cose più importanti da fare.
Uscì nel vicolo e ghignò maleficamente, quando vide i tre mezzosangue cominciare ad accerchiare il loro simile e la ragazza.
“Ti piace così tanto vedermi uccidere i tuoi figli, Tadamichi? Allora guardami!” sussurrò nella sua mente, mentre la sua aura nera si colorava di sangue. Avvertendo il suo potere assassino i quattro mezzosangue si bloccarono e si voltarono a guardarlo, con i loro occhi neri come la pece. Ma non appena lo videro lo scambiarono per il loro signore Tadamichi, e provarono a fuggire, per sottrarsi alla sua rabbia omicida.
Con un movimento troppo rapido per essere visibile ad occhio umano, Hyakuhei scivolò accanto a quello che gli era più vicino e gli artigliò il petto con la mano. Sogghignò di piacere vedendolo morire, poi gli coprì la bocca con l’altra mano e gli torse velocemente il collo, che si spezzò con uno schiocco secco.
Il vampiro si irrigidì per un attimo, riprese le sembianze umane che aveva quando era stato trasformato, e infine crollò a terra in un mucchio di polvere grigiastra. A questa scena, gli altri vampiri cominciarono visibilmente a tremare di paura e di orrore: il loro signore era lì e seminava la morte!
Gli occhi di Hyakuhei divennero neri come la notte più scura, prima di posarsi sui mezzosangue terrorizzati. I demoni sibilarono violentemente di paura, e poi svanirono nell’ombra. Hyakuhei si ripulì lentamente la mano dai resti del vampiro ucciso e si mise con calma sulle tracce degli altri.
Il secondo fu molto più semplice da affrontare, e presto si trovò senza testa ... letteralmente. Per quanto riguardava il terzo ... Hyakuhei decise di divertirsi un po'. Si materializzò accanto al muro in cui il mezzosangue sperava di confondersi. Lo lasciò fare per un po’, poi gli si parò davanti pericolosamente.
Gemendo piano, l'ultimo vampiro rimase ammaliato dallo sguardo di Hyakuhei. Lui fece un respiro profondo, poi inclinò la testa di lato e gli tese una mano, in modo che il vampiro potesse prenderla. Il mezzosangue barcollò lentamente verso il suo signore, incapace di resistere al fascino del maestro. Una volta faccia a faccia, Hyakuhei lo afferrò e lo tirò verso di sé.
“Non era fatta per te.” gli sussurrò piano. Aprì le labbra, aspettando che le zanne gli crescessero per intero, poi le affondò nella gola della vittima. In parte provava disgusto per ciò che stava facendo, ma togliere la vita a un suo simile in quel modo aveva i suoi vantaggi. Poteva scavare nella sua mente e fare suoi tutti i pensieri e i ricordi, mentre quello moriva…e così venire a conoscenza di dove si nascondevano gli altri mezzosangue.
Con sua grande delusione, quel vampiro aveva pochi ricordi. Ritirò rapidamente le zanne strappandogli dal corpo un grosso pezzo di carne. Sputò con disgusto il sangue della vittima e lasciò cadere il corpo pe terra. Non provò alcun sentimento di pietà per il vampiro morente che lo guardava con occhio supplice.
Il sangue che aveva bevuto quella sera gli usciva a fiotti dalla ferita…. comunque non era il suo. In quello stato era troppo debole per chiedere aiuto ai suoi simili, ma Hyakuhei non voleva rischiare che potesse sopravvivere. Gli mise un piede sulla testa e vi si appoggiò con tutto il suo peso…fracassandogli il cranio.
Fece un passo indietro e lo guardò soddisfatto, quando si vide la scarpa imbrattata del sangue della sua vittima, che lentamente stava trasformandosi in cenere.
Lanciando un’ultima occhiata quella massa informe che era diventato il mezzosangue, Hyakuhei non provò alcun rimorso nell’averlo ucciso…nell’averli uccisi tutti, e di avergli strappato la ragazza dalle mani. Ora rimaneva l’ultimo, quello più audace, che aveva osato sfiorare la giovane umana che lui aveva scelto come SUA preda. Sorrise, al pensiero dell’abominio che gli avrebbe fatto.
Quei mezzosangue avevano bisogno di un vero maestro, quello che Tadamichi non era mai stato per loro. Non gli aveva insegnato niente del codice d’onore dei vampiri. L’unico pensiero che erano in grado di formulare quegli ottusi mezzosangue era: “Mordete gli umani e nutritevi di loro!” Questa era l’unica cosa che Tadamichi era riuscito a scolpire nelle loro menti.
Suo fratello li aveva trasformati in nient'altro che demoni bastardi senza alcuna morale vampiresca…il che li portava a comportarsi da bestie idiote. Ad esempio, come avevano osato, quei tre, provare a ribellarsi a lui, un Antico? Non sapevano che, se ne incontravano uno, dovevano subito sottomettersi e inginocchiarsi ai suoi piedi? Hyakuhei si convinse ancora di più che aveva fatto bene a ucciderli…erano poco più che animali.
Si voltò lentamente nella direzione in cui era andato l'ultimo vampiro. Si aggiustò il colletto e si mise tranquillamente sulla scia del suo odore. I suoi piedi si muovevano silenziosamente sull’impiantito del marciapiede, e Hyakuhei dovette resistere all'impulso di scopare mentalmente quella creatura in fondo così eccitante, come aveva fatto con tanti suoi simili.
Questa nuova razza di vampiri che Tadamichi aveva creato era un gruppo di imbecilli sensuali ... pronti a scappare al primo segnale di pericolo. Tadamichi non gli aveva mai detto che, se si mostravano forti, sarebbero sopravvissuti alla morte...
Cominciò ad infuriarsi, perché non riusciva a capire dove quel mezzosangue avesse condotto la ragazza. Stava arrivando in centro città, e le strade si facevano sempre più piene di gente. Hyakuhei ignorò l’odore lasciato dalle prostitute sui marciapiedi…non erano meno demoni degli altri. Ogni tanto la luce di un lampione scoppiava, a causa del suo furore mentre ci passava sotto.
"Dove vai così di fretta, ragazzo? - gli chiese lascivamente una puttana, mentre lui le passava davanti - Se cerchi una femmina con cui divertirti, passa la notte con me!”
Hyakuhei lanciò alla donna uno sguardo mortale. Nello stesso momento, il parabrezza dell'auto accanto a lei esplose verso l'esterno, facendo urlare di paura la gente là intorno. La puttana fece un balzo all’indietro per il terrore, e Hyakuhei riprese il suo inseguimento. Sapeva che a questo punto la ragazza doveva essere sua ... e che non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi a lei. Se qualcuno avesse solo osato pensarlo, gli avrebbe strappato il cuore e glielo avrebbe ficcato in gola!
Il mezzosangue rubacuori aveva portato Kyoko in fondo alla strada, in un angolo oscuro dietro ai cespugli. Non riusciva ancora a credere alla sua fortuna, quando si era accorto che i suoi amici assetati di sangue se n’erano andati: avrebbe goduto della sua vittima da solo! Decise quindi prima di scoparla e poi di nutrirsi di lei. In un modo o nell’altro sarebbe riuscita a farla urlare!
Aveva condotto la ragazza verso la città e sorrise, quando alzando lo sguardo scorse l'albergo più elegante del quartiere proprio davanti a lui. Con un sorrisetto arrogante guidò la ragazza all’interno e, una volta entrati, la condusse sul retro, dove si aprivano le piscine. A quell’ora non c’era nessuno…era perfetto!
Con un solo gesto delle dita, il vampiro ruppe la serratura del cancello senza sforzo. Fece scivolare Kyoko proprio verso gli spogliatoi delle piscine e si fermò. La prese tra le braccia e guardò in faccia la ragazza ancora mezzo confusa: in quello stato di sicuro non si era nemmeno accorta di non essere più nel locale! Non avrebbe dovuto fare nessuna fatica…era già sua, e avrebbe fatto qualsiasi cosa lui le avesse chiesto.
Sorrise maliziosamente prima di chinarsi per baciarla ... per scuoterla dalla sua fascinazione e farla tornare lucida…per poi toglierle la vita.
Kyoko gemette di piacere. Se l’alcool le faceva davvero quell’effetto, si chiese perché mai non si era ubriacata prima. Rimase senza fiato quando sentì le mani dell’uomo alzarle il lembo della camicetta e insinuarsi sui suoi capezzoli…ormai turgidi per l’eccitazione. Il vampiro le sfilò la camicetta e cominciò a leccarla sul collo e sulle tette…e Kyoko rabbrividì di piacere e si premette lubricamente contro di lui.
Le mani che le carezzavano il corpo con bramosia la spinsero delicatamente all’indietro, per farla stendere a terra. Lei voltò lentamente la testa e si accorse delle piscine coperte per l’inverno. Poi l’uomo iniziò a carezzarle una guancia e lei fissò lo sguardo nei suoi ardenti occhi azzurri.
Questo era quello che voleva ... questo avrebbe risolto tutto. Chiuse gli occhi, godendo del suo corpo in fiamme, eppure a questo pensiero si sentì trafitta da un’ondata di angoscia che quasi superò il senso di piacere.
Inarcò la schiena quando le mani dell’uomo le afferrarono i seni, prendendoli a coppa e carezzandoli finché non gemette per il dolore delle contrazioni che le laceravano le viscere. Kyoko si rese conto che non poteva fermare il dondolio del suo corpo, che era ormai fuori controllo e la spingeva ad aprire le cosce e a spingersi contro il bacino del suo amante, ormai sopra di lei.
Il vampiro le sorrise e decise di assaggiarla. prima di penetrarla. I denti gli divennero zanne acuminate, e lui abbassò la testa sul collo di Kyoko, come se volesse sussurrarle un oscuro segreto: "Ti prometto…che ti farò urlare.” le disse.
Di colpo, una mano enorme e potente atterrò su di lui, lo sollevò per il bavero della giacca e lo scaraventò lontano, facendolo precipitare sulla copertura di una piscina che si lacerò per l’impatto, e il vampiro finì ad annaspare nell’acqua. Riuscì ad emergere…e rimase congelato dal terrore, quando si accorse di trovarsi al cospetto del signore dei vampiri.

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Vampiri Gemelli Amy Blankenship

Amy Blankenship

Тип: электронная книга

Жанр: Ужасы

Язык: на итальянском языке

Издательство: TEKTIME S.R.L.S. UNIPERSONALE

Дата публикации: 16.04.2024

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О книге: Kyoko è nata per combattere i demoni e pensava di conoscere tutte le regole, fino a quando non ha stretto amicizia con un vampiro meticcio ed è stata accidentalmente sedotta dal suo padrone. Quando si accorge che anche il nemico ha un cuore,comincia a fare confusione tra il bene e il male, mettendosi in serio pericolo. Ora, con un vampiro ossessionato che la insegue dappertutto e il fratello gemello di lui intenzionato a scatenare una guerra tra vampiri, Kyoko si sente sempre più attratta da ciò che invece dovrebbe distruggere.

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