Io Sono Il Tuo Uomo Nero - Un Racconto Della Contea Di Sardis
T. M. Bilderback
Qualcuno... o una qualche cosa... sta uccidendo delle persone nella contea di Sardis
Qualcuno... o qualcosa... sta uccidendo persone in tutta la contea di Sardis. Lo sceriffo Billy Napier e il vice sceriffo Alan Blake stanno facendo del loro meglio per trovare l'assassino prima che qualcun altro cada vittima dello ”Squartatore di Sardis”. Il problema nella ricerca dell'assassino? Non sono stati lasciati indizi che il nucleo della scientifica possa trovare. Katie Montgomery Blake e sua zia, Margo Sardis, stanno cercando di aiutare, ma anche loro non hanno trovato nulla. Anche Carol Grace Montgomery e Mary Smalls hanno fatto una scoperta... e questa scoperta aumenta la magia nella contea di Sardis! E alcuni nuovi arrivati nella Contea di Sardis offrono il loro aiuto per trovare l'assassino, ma hanno un segreto. Il segreto ha qualcosa a che fare con il padre dei figli di Phoebe Smalls Napier? O magari si tratta solo di un'altra magia? Scopritelo nell’eccezionale a tutto campo quarto thriller della contea di Sardis di T. M. Bilderback – Io sono il tuo uomo Nero - Un Racconto della serie sulla contea di Sardis!
IO SONO IL TUO UOMO NERO
UN RACCONTO DELLA CONTEA DI SARDIS
By
T. M. Bilderback
Traduzione Di
Tomaso Bonavita
Copyright © 2018 by T. M. Bilderback
Diritto d’autore della Foto di copertina © Can Stock Photo / winnond
Disegno di copertina di Christi L. Bilderback
Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi somiglianza con persone reali è frutto della vostra immaginazione.
Tutti i diritti riservati.
INDICE
Informazioni sul copyright (#u530451a0-3a53-55b5-995e-fca85cad21f3)
Capitolo 1 (#u0c734b69-1e7b-4985-8917-feb0fc425d11)
Capitolo 2 (#ub641083d-cea3-4058-bd6a-6576f6fd19f9)
Capitolo 3 (#u0f72b042-8d7d-4c4d-b5b2-31c7b5a8f62f)
Capitolo 4 (#u483588ba-d204-4fb1-9198-0fa0b67e3076)
Capitolo 5 (#uc8535d05-c7f9-4413-b40b-55e0c22b6ab2)
Capitolo 6 (#u808f5b27-5d61-47ad-8899-ecc25ae151e8)
Capitolo 7 (#u9de214ab-013a-470a-b25d-707af77b86ee)
Capitolo 8 (#u3e173364-1500-411c-b76b-ed299b3f4f17)
Capitolo 9 (#u1a89938e-74ac-495e-8ee7-d0045c65e212)
Capitolo 10 (#u410ec4fb-977d-4aee-80bb-f2a9ec7d5edd)
Capitolo 11 (#u4508366e-3f1a-4fd8-bad7-cece498fbc8d)
Capitolo 12 (#u967b81e6-ac72-4718-ad51-4e0915ce3c56)
Capitolo 13 (#ud8be9884-bb33-4d18-846b-c1f744e535fa)
A proposito dell’Autore
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Sommario
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Capitolo 1 (#ub94d8711-0291-5ed1-83ab-1eeb3b7fdfb0)
Capitolo 2 (#ucfaac859-24bc-5a8b-8224-d705df0f7d89)
Capitolo 3 (#uad514c6d-c78a-51cb-a6c5-48a43c7b12ae)
Capitolo 4 (#u4fa38f57-a1e6-591f-ad2f-36961c857ddc)
Capitolo 5 (#ue4e7faca-e806-5e18-a222-9127ebd452de)
Capitolo 6 (#uab099d3f-2665-5f21-99de-f6818e93d674)
Capitolo 7 (#u03feefd4-dcc2-5bfe-af6c-10cca9468c5a)
Capitolo 8 (#ufe33d87d-ee8b-59c2-9a88-553aea812bd0)
Capitolo 9 (#u615aadf4-650f-51ec-931a-37b22f5d061a)
Capitolo 10 (#uec356153-9e66-5863-be19-b4f84416244e)
Capitolo 11 (#u8ef7daf6-e43a-5795-8b47-bfee7224c3e5)
Capitolo 12 (#u3625f681-8778-5714-90f1-fc7e052042e7)
Capitolo 13 (#uc26edaee-a4aa-59a1-b97f-6c6c07b417c7)
Capitolo 1
La donna correva.
Il corridoio della scuola era lungo e ogni passo risuonava forte mentre correva. Il suo respiro era pesante e affannato.
Continuava a correre da diversi minuti e la scuola era enorme.
La donna aveva bisogno di un posto, dove nascondersi, e ne aveva bisogno in fretta.
Il laboratorio di biologia era proprio davanti a lei! Poteva nascondersi lì!
La donna aprì la porta del laboratorio, si rifugiò all'interno e senza far rumore chiuse la porta. Diede uno sguardo al laboratorio, ma non c'erano armadietti dietro di cui potesse nascondersi. C'erano dei banchi di laboratorio, progettati per far lavorare insieme due studenti. Si nascose dietro il più lontano, davanti a uno sgabuzzino a due ante.
Mentre il respiro della donna si rilassava a poco a poco, il suo battito cardiaco tornò a livello normale. Ascoltò attentamente, ma non udì nulla. Nessun passo tradiva il maniaco... nessun respiro rivelava la sua posizione.
La donna aveva sentito parlare dello Squartatore della contea di Sardis nel modo in cui aveva sentito parlare di tutto in questo luogo rurale...da voci e sussurri. Cose come: "Mia cugina l'ha sentito da sua suocera..." o "Qualcuno da Mackie diceva che...". Cose non comprovate.
O così pensava.
Ora, lei se ne rese conto.
L'ho seminato! Pensò.
L'anta sinistra dello sgabuzzino si aprì, e il maniaco balzò fuori. Il maniaco la afferrò per i capelli e poi la tirò in piedi. Poi le tirò i capelli in modo che il suo viso guardasse verso l’alto, da occhio a occhio. Il suo battito cardiaco sembrò volerle sfondare il petto, e il suo terrore si rivelò una creatura vivente.
Con una voce gutturale e rauca, il maniaco disse: "Sono il tuo uomo nero, tesoro, e tu mi stai eccitando!”
Lo Squartatore poi si mise al lavoro.
***
LO SCERIFFO DELLA CONTEA di Sardis William "Billy" Napier svoltò la sua auto nel parcheggio dell’Università pubblica Nathaniel Sardis. Erano già arrivati diversi poliziotti della città di Perry, il medico legale della contea e due ambulanze con gli infermieri. Non dové far altro che seguire le luci rosse e blu lampeggianti per trovare la scena del crimine.
Nella contea di Sardis (Dove sei TU a Fare la Magia!), il capoluogo di contea è Perry. Delle tre "città" ufficiali della contea di Sardis, Perry era l'unica ad avere una forza di polizia. Ma, per decreto dei consiglieri della contea, lo Sceriffo era responsabile di tutte le forze dell'ordine all'interno della contea, inclusa la città di Perry. Billy era disposto a consentire al dipartimento di polizia di Perry la gestione della maggior parte delle indagini entro i confini della città, ma un omicidio era cosa troppo seria per l’alcolizzato capo della polizia, Godfrey Malcolm.
Malcolm era un ubriacone pigro e inefficiente. Spesso impartiva comandi contrastanti, e poi non ricordava quali ordini avesse dato. Spesso diceva ai suoi detenuti nella prigione della città di chiamarlo "Dio", il che sarebbe già stato abbastanza presuntuoso, ma poi sviluppò un ego abbastanza grande da meritare il soprannome. Malcolm era irritato dal fatto di dover rendere conto a Napier. Napier era un poliziotto onesto, e trattava tutti equamente, compresi i detenuti. Al contrario, Malcolm spesso allungava le mani in cerca di qualsiasi contante di provenienza illecita che i criminali potessero avere, e spesso prendeva tutto il contante che i detenuti della prigione cittadina tenessero nel portafoglio, in tasca o in borsa, e poi li sfidava a dire qualcosa. C'erano state voci di pestaggi notturni di detenuti, ma nessun detenuto aveva mai sporto denuncia o ammesso che Malcolm avesse qualcosa a che fare con tutto ciò.
Qualcuno disse qualcosa... a Billy. Ma, poiché la natura del denaro contante è la velocità di circolazione, Billy non poté mai trovare alcuna prova se non la parola della persona che presentava la denuncia. Non era ancora divenuto di pubblico dominio sotto quale pietra Malcolm avesse sepolto il suo tesoro rubato, ma Billy era un uomo paziente. E poiché la città di Perry aveva assunto Malcolm, Billy non poteva licenziare l'uomo, e questo lo irritava. C'era poco che odiasse più di un poliziotto disonesto, brutale e ubriaco.
Billy non vide l'auto di Malcolm parcheggiata nel campus. Probabilmente starà dormendo da qualche parte.
Billy scese dall'auto e sistemò il cinturone della pistola. Chiuse la portiera e la chiuse a chiave. La prudenza non è mai troppa. I dannati ladri sono ovunque.
Billy si avvicinò alla porta d'ingresso. Due poliziotti della città erano di guardia alla porta.
"Buongiorno, ragazzi," disse lo sceriffo, mentre faceva loro un cenno con la testa.
"Buongiorno, sceriffo," dissero i due poliziotti, quasi all'unisono.
Uno dei poliziotti aprì la porta per Billy.
"Grazie," disse lo sceriffo, mentre entrava nell'edificio.
Mentre procedeva per il lungo corridoio, Billy notò come i suoi passi risuonassero cupi. Man mano che si avvicinava alla scena, il suono delle voci sovrastò il suono dei suoi passi. Altri due poliziotti erano di guardia fuori dal laboratorio di biologia.
"Buongiorno, sceriffo," disse un poliziotto. L'altro fece un cenno di saluto con la testa.
"Buongiorno," rispose Billy. Si fermò poco prima della porta. "È una brutta cosa?"
Il poliziotto che aveva parlato annuì. "È così. Un altro scempio dello Squartatore di Sardis."
"Ehi, niente di tutto questo! Non voglio che la stampa venga a sapere di qualche soprannome, soprattutto se è stato dato dalle forze dell'ordine! Ragazzi, avete capito?"
Il poliziotto silenzioso annuì, e l'altro disse timidamente: "Sì, Sceriffo."
"Grazie." Billy varcò la porta del laboratorio di biologia.
La scena che lo accolse era grottesca, ma con una sorta di ordine nel contesto. La vittima era stata impalata su una serie di ganci per abiti che erano stati apposti su una parete, probabilmente dall'assassino. Le sue mani erano state distese e impalate agli appendiabiti, e i suoi piedi erano stati fissati alla parete di mattoni con un chiodo da scalata. I piedi della vittima erano nudi, ed erano stati messi uno sopra l'altro, in modo da farla sembrare una crocifissione. La testa della vittima era stata fissata al muro con del nastro adesivo che passava sulla fronte. Spine erano state incollate o in altri modi attaccate al nastro adesivo, aumentando ancor di più la rappresentazione di una crocifissione. Le era stata tagliata la gola, ed era stato fatto di sicuro dall'altra parte della stanza, accanto al ripostiglio a due ante, anche se la quantità di sangue davanti alle ante non era molta. Apparve chiaro che, una volta che la vittima era stata impalata sui ganci per abiti, il suo stomaco e la sua cavità toracica erano stati aperti. I suoi organi interni erano stati disposti in modo circolare sul pavimento. I suoi intestini erano stati modellati in modo da formare un cuore che circondava i suoi organi. Sopra la sua testa, sulla parete nuda, c'erano scritte le parole: "Io sono il tuo uomo nero." Le parole con errori di ortografia e di grammatica erano state scritte con quello che sembrava essere il sangue della vittima. La perdita di sangue della vittima era stata così grave da far apparire il suo corpo di un grigio spettrale. Il cuore, tuttavia, era scomparso.
Il fotografo che lavorava per il medico legale della contea di Sardis, Ted Baker, lavorava anche come fotografo del Sentinel della contea di Sardis. Billy lo aveva già da qualche tempo ammonito sul secondo ruolo.
"Teddy, se vuoi fare entrambi i lavori, dovrai imparare a tenere la bocca chiusa di tanto in tanto. Anche se scatti fotografie per la polizia e per il giornale della contea, questo non significa che hai l'esclusiva. Il più delle volte non ci sarà nessun problema. Ma, di tanto in tanto, sarai a conoscenza d’informazioni che non saranno destinate al grande pubblico... finché non accorderò il permesso. Affare fatto?"
"Affare fatto," aveva risposto Ted. Ted tenne segreta la sua intenzione di non rispettare l'accordo, se questo gli avrebbe permesso di promuovere la sua carriera giornalistica.
Ted stava scattando delle foto sulla scena del crimine. Il medico legale, Kenneth Pirtle, stava istruendo Baker sulle prospettive che desiderava. La squadra della scientifica stava aspettando il via libera di Pirtle, ma Billy non aveva molta fiducia in loro.
Questo era stato il terzo omicidio attribuito allo Squartatore, e lo sceriffo non aveva ancora nulla su cui procedere. In tutti e tre gli omicidi, ognuna delle vittime era stata esposta nello stesso modo, con gli organi al centro di un cuore ricavato dall'intestino della vittima. La maggior parte del sangue di ogni vittima era stato drenato quasi completamente, e il cuore di ogni vittima era scomparso.
E, in tutti e tre gli omicidi, le stesse parole con errori di ortografia, scritte sul muro con il sangue della vittima.
Billy si chiedeva se gli errori di ortografia fossero intenzionali.
Billy chiamò Pirtle. "Ehi, Kenny!"
Pirtle rispose allo sceriffo con un cenno di saluto, mentre spiegava al fotografo le prospettive conclusive che voleva per le foto della scena del crimine. Quando ebbe finito di spiegare, Pirtle si avvicinò a Billy.
"Davvero sgradevole, Billy," disse Pirtle.
"Immagino che tu non abbia ancora niente per me."
"Sì, Billy, abbiamo una grande borsa piena di nulla per te. Niente DNA, niente capelli, niente pelle sotto le unghie della vittima, niente di niente. Forse il laboratorio troverà qualcosa, ma se è come con le ultime due...". Pirtle scrollò le spalle.
Billy scosse la testa, con le labbra serrate. "Kenny, devi trovarmi qualcosa da poter usare. La voce circolerà, e la gente comincerà a chiedere la mia testa se non scopro chi sta facendo questo."
"Credi che non lo sappia? Non abbiamo ottenuto nulla da parte della scientifica da darti, e intendo proprio nulla. Ho persino avuto qui gli esperti del laboratorio di stato, e ancora niente.” Scosse la testa per il disgusto. "È quasi come se l'assassino fosse un fantasma, o qualcosa del genere."
Billy tenne la bocca chiusa. Sapeva fin troppo bene che poteva trattarsi di qualcosa di magico o soprannaturale, ma continuava a tenere aperte le sue alternative. E la sua bocca chiusa.
Billy aveva visto in prima persona cosa può succedere quando è presente della magia, e non sempre era stato piacevole. La sua figliastra, Mary, e la figliastra del suo migliore amico Alan, Carol Grace, avevano una sorta di potere misterioso in loro, e Alan aveva sposato Katie Ballantine Montgomery. Katie discendeva dalla famiglia Sardis, ed era una strega. La sua prozia, Margo Sardis, era una strega altrettanto forte. Katie aveva detto ad Alan che Margo aveva venduto un incantesimo di evocazione al vecchio Ricky Jackson, e che quell'incantesimo aveva evocato un Segugio infernale. Il pentagramma che bloccava il Segugio infernale era stato accidentalmente rotto, e il Segugio infernale si era liberato... e lasciò una porta aperta per l'inferno. Secondo quello che Margo aveva riferito a Katie, molti abitanti dell'Inferno erano entrati da quella porta, e si erano ora stabiliti nella Contea di Sardis.
E nessuno aveva più visto il vecchio Ricky Jackson.
Billy aveva visto Mary e Carol Grace unire i loro poteri contro i gangster della famiglia mafiosa dei Giambini quando irruppero nella fattoria di Junior Ballantine, e si meravigliò che cose del genere esistessero in questo mondo... e che nessuno lo sapesse.
Nessuno che sarebbe stato creduto, comunque.
Ma, Billy ci credeva. Ci credeva alla grande. Doveva farlo, poiché ci conviveva.
Phoebe aveva insistito affinché Mary ricevesse gli insegnamenti di Margo Sardis su come controllare la magia che esisteva dentro la sua figliastra e dentro Carol Grace Montgomery, e Bill non poté non essere d'accordo. Mary aveva bisogno di sapere come tenere sotto controllo la magia dentro di lei.
Ora, sembrava che forse stesse di nuovo convivendo con la magia... questa volta, nel suo lavoro.
E non era una buona cosa. Non questa volta. La gente stava morendo. Persone oneste che non meritavano questo tipo di morte.
Mentre i suoi pensieri saltavano da una cosa all'altra, Billy si rese conto che tanto valeva chiamare Alan adesso, e dirgli di venire. C'era bisogno di lui.
***
"CAROL GRACE! PERDERAI l'autobus, signorina!"
"Sì, mamma!”
"Scendi giù, signorina!”
Alan sedeva al tavolo della cucina e sorrise all’insoddisfazione della sua nuova moglie.
"Com’è vero che il mio nome è Katie Blake, metterò in punizione quella ragazza se dovremo portarla a scuola un'altra volta questo mese!"
"Katie Blake. Mi piace molto il suono di questo nome." Alan sorrise. "Dove l'hai trovato, Katie?"
Katie sorrise guardando suo marito. "Me lo diede un poliziotto. Disse che non era stato usato come si deve e voleva vedere se potevo provvedere io." Si sedette al suo posto a tavola.
"Hmmm... e te ne stai prendendo cura?"
Katie sorrise. "Non ho ancora ricevuto lamentele."
Alan si chinò sul viso di Katie. " Nemmeno una." Cominciò a baciarla. Mentre le loro lingue si toccavano, lui poté sentire un leggero sentore del minuscolo pezzo di pancetta che Katie aveva mangiucchiato mentre cucinava, e poté avvertire il sapore di menta piperita del dentifricio. Soprattutto, assaporò Katie, e loro persero la cognizione del tempo.
"Oh, mio Dio, la smettete di amoreggiare in cucina? Che schifo!"
Alan si allontanò e guardò di nuovo negli occhi di Katie.
"Beh, forse una..." Guardò Carol Grace.
Il padre di Carol Grace, Mark Montgomery, era morto diversi anni addietro a causa di un aneurisma cerebrale. Aveva lasciato dei soldi dell'assicurazione e gli interessi di quei soldi avevano aiutato Katie a provvedere a Carol Grace. Ma, quando la società, per cui Katie lavorava, l'aveva licenziata, la sua attenzione si rivolse alla fattoria lasciatale dalla nonna, Nebbie Ballantine. Suo nonno si chiamava Arthur "Junior" Ballantine, e la fattoria prese il suo nome. Katie aveva gestito la fattoria Junior per tutti questi anni e pagato tutte le tasse. Era sua, senza limiti e condizioni. Così, quando ci fu il licenziamento, Katie aveva fatto le valigie con Carol Grace e si era trasferita nella contea di Sardis.
Dopo il trasloco, anche Alan Blake, il vecchio quarterback (giocatore che dirige l’offensiva) alla scuola superiore di Katie, era tornato nella contea di Sardis. Il suo fu un evento "dovuto", però... in passato era stato un poliziotto in città, e aveva arrestato l'uomo responsabile delle partite di poker illegali per la famiglia mafiosa dei Giambini, Moses Turley, e i suoi uomini, per tentato omicidio della sua persona e di un altro poliziotto. Mickey Giambini non voleva essere collegato a lui per evitare di affrontare il processo, così mandò Turley e i suoi uomini a trovare entrambi i poliziotti e a eliminarli. Gli uomini di Giambini trovarono il collega di Alan, James Winstead, e lo uccisero... ma non prima che l'uomo dicesse ai criminali che Alan avrebbe potuto trovarsi nella Contea di Sardis.
Anche il vecchio amico di Alan, lo sceriffo Billy Napier, era stato nella squadra di football americano alle superiori di Perry, e aveva convinto Katie a dare ad Alan un posto dove nascondersi in cambio di un lavoro da bracciante.
Nel frattempo, Katie aveva incontrato la vecchia strega, Margo Sardis. Margo aveva detto che Katie e Carol Grace discendevano dalla famiglia Sardis e che avevano dentro di loro la magia. Katie cominciò a imparare a usare la sua magia.
Anche Carol Grace mostrava segni di fiorenti poteri magici, ma i poteri si moltiplicavano quando si trovava nelle immediate vicinanze della sua migliore amica e compagna di scuola, Mary Smalls. Sembra che anche Mary avesse la magia dentro di sé... ma nessuno sapeva da dove venisse. Sua madre, la vecchia compagna di scuola di Katie, Phoebe Smalls, non aveva poteri magici propri... ma nessuno, Phoebe compresa, aveva la minima idea di chi potesse essere il padre di Mary. Phoebe era un'alcolizzata in via di guarigione.
Katie e Alan s’innamorarono profondamente e, insieme, riaccesero l'amore che una volta legava Billy Napier e Phoebe Smalls.
Durante un raduno delle due famiglie, Moses Turley si era introdotto nella fattoria attraverso un tunnel che correva sotto tutta la lunghezza della fattoria. Carol Grace e Mary erano arrivate giusto in tempo per impedire ai criminali di Giambini di uccidere Alan e tutti gli altri. Avevano istintivamente intrecciato le mani, e si sentirono sopraffatte da un qualche potere ultraterreno. Usarono la magia mentale per cacciare gli uomini cattivi dalla casa. I demoni stavano aspettando fuori per divorare i quattro criminali, e la terra si era aperta e aveva inghiottito la macchina dei criminali. Dopo di che, le due ragazze erano crollate sul pavimento, o incoscienti o profondamente addormentate.
Il giorno dopo si svolse un doppio matrimonio. Lo sceriffo Napier e Phoebe Smalls si sposarono, così come Katie e Alan.
Da allora, la vecchia Margo Sardis aveva continuato a insegnare a Katie sempre di più sulla sua magia, e aveva insegnato anche alle due ragazze. Margo era molto diffidente nei confronti delle due ragazze, e non parlava molto di loro con Katie... ma Katie capì che c'era in loro qualcosa che preoccupava Margo. Katie pensò di chiederne conto alla sua vecchia zia, ma si rese conto che Margo glielo avrebbe detto quando fosse stata pronta... e non prima.
Alan si era già messo in contatto con un avvocato di Perry per l'adozione di Carol Grace. Katie aveva dato la sua benedizione, Carol Grace amava molto Alan, e Alan amava Carol Grace. Sembrò la cosa giusta da fare.
L'udienza per l'adozione si sarebbe tenuta alla fine del mese, a una settimana di distanza.
Katie si rivolse a sua figlia. "Dov'è il luogo ‘autorizzato da Carol Grace’ per baciarsi? Alan ed io ci andremo, se questo ti renderà felice."
"Che schifo!" Carol Grace mise delle uova strapazzate nel suo piatto e le condì con un po' di burro e del pepe. Prese un pezzo di pane tostato e due fette di pancetta. "Forse nel recinto dei maiali?" Ridacchiò.
"Non credo proprio." Alan arricciò il naso. "Là fuori c'è un odore quasi uguale a quello dell'armadio di Carol Grace." Fece dei rumori simili a conati di vomito.
Little Bit, la Boston terrier che Billy Napier aveva regalato a Carol Grace, sbucò dalle scale ed entrò in cucina. Abbaiò una volta e Carol Grace lanciò al cane un pezzo di pancetta.
Carol Grace si divorò la colazione e si pulì la bocca col tovagliolo. Balzò bruscamente in piedi e annunciò: "Devo scappare. L'autobus sarà qui tra un minuto." Baciò la guancia di sua madre e baciò la sommità della testa di Alan. "Ciao! Vi voglio bene!" Sulla porta sul retro, gridò: "Ciao, Little Bit! Fai la brava ragazza!”
Little Bit abbaiò, come se avesse capito il comando.
La porta schermata sulla veranda del retro sbatté forte, e Alan sussultò. “Dopo aver fatto le sue dichiarazioni, l'araldo reale se ne va."
Katie si mise a ridere.
Alan aveva appena dato un bel morso di uova strapazzate e toast quando il suo cellulare squillò. Guardò l’identificativo di chi chiamava e disse: "È Billy." Prese la chiamata. "Ciao, Bill! Spero che Phoebe ti abbia preparato una colazione così buona come quella preparata da Katie!”
"Non credo che potrei fare colazione adesso, Alan. Ascolta, ho bisogno che tu venga qui."
Alan aveva colto il tono grave nella voce del suo amico, e fece immediatamente la connessione. "Un altro?"
"Sì."
"Dove?"
"All'Università pubblica."
"Sarò lì tra poco."
"Grazie, vecchio amico."
Alan chiuse la chiamata.
Katie aveva intuito da parte sua che Alan doveva andarsene. "È un altro di quegli omicidi?"
Alan incontrò gli occhi di sua moglie. "Sì, dev'essere davvero una cosa tremenda. Billy sembrava sconvolto."
Katie annuì, ma sentì un brivido. "Ok. Vai. Ma stai attento, Alan."
Alan cominciò a dare un altro morso alle uova, ma cambiò idea. "Meglio di no. Se fa rivoltare lo stomaco di Bill, probabilmente farà rivoltare anche il mio." Si alzò per andare di sopra e indossare la sua uniforme. Mentre si allontanava dal tavolo, vide un'anziana donna in piedi dietro di lui. Sobbalzò, si spaventò e disse: "Cavolo!”
Katie cominciò a ridere. In modo forte.
Alan si mise una mano contro il petto. L'altra mano era sullo schienale della sua sedia.
"Cavolo, zia Margo, dovevi proprio avvicinarti così di soppiatto?"
La vecchia, Margo Sardis, si mise a ridere. La sua risata sembrava un gracchiare.
“Non ti ho avvicinato di soppiatto, Alan. Sono appena entrata dalla porta sul retro. Non avrà fatto abbastanza rumore."
Katie, ancora ridacchiando, disse: " È così, Alan. L’ho vista entrare."
Alan, scuotendo la testa contro se stesso e il suo nervosismo, si avvicinò e abbracciò la vecchia strega.
"Buongiorno anche a te, zia Margo." La lasciò andare. "Ora, se voi due meravigliose streghette mi scusate, devo andare ad aiutare Billy a catturare un assassino."
"Assassino?" Margo parlò bruscamente. "Ce n'è stato un altro?"
Alan annuì. "Sì, signora."
Gli occhi di Margo si assottigliarono. "Stai attento, Alan Blake. Questo potrebbe essere un assassino non appartenente al genere umano."
Alan si fermò sulla porta che conduceva al soggiorno e alle scale. "Tu sai che è così, zia Margo?”
La vecchia scosse la testa. "No, ma il fatto che non lo sappia non deriva da una rinuncia a cercare di capirlo. Se scopro qualcosa, te lo faccio sapere subito."
Alan annuì con un cenno. "Per favore, fallo. Dobbiamo fermare questa cosa in fretta." Cominciò a salire per le scale, si fermò e si appoggiò di nuovo sulla cucina. "Margo?"
La vecchia lo guardò.
"Hai idea di quante creature dell'Inferno varcarono quella porta aperta di cui ci parlasti?”
Il volto di Margo s’ingentilì, e Alan ritenne di scorgervi un piccolo accenno di paura. Scosse la testa e disse: "Che Dio mi aiuti, Alan, non lo so. Potrebbero essere state poche, o potrebbero essere state poche centinaia. Non lo so proprio."
Alan scambiò uno sguardo con Katie. Poi guardò di nuovo Margo.
"Mi sentirei meglio se tu restassi qui con noi, zia Margo. È meglio che stare da sola nel bosco, anche se la tua casa è mimetizzata con gli specchi. Almeno, m’illuderei che saresti più al sicuro."
Margo parlò per rifiutare educatamente l'offerta, ma si fermò. Infine disse: "Ci penserò, nipote, se l'offerta nasce dal cuore."
Alan incontrò gli occhi della vecchia. " È così. Ti prego, resta." A tutte e due, disse: "Ok, devo andare."
Capitolo 2
Alcune mattine, Phoebe Smalls Napier trovava davvero difficile riuscire a mettere in piedi i bambini in modo da poterli condurre tutti tranquillamente fuori dalla porta in tempo per il suo turno da Mackie.
Quando Phoebe e Billy si erano sposati, Billy aveva cercato di convincere Phoebe a lasciare il lavoro di cassiera da Mackie. Come sceriffo, Billy guadagnava abbastanza soldi da assicurare alla famiglia cibo, vestiario e alloggio. La sua attività collaterale di allevare i Boston terrier gli fruttava anche soldi extra... più che sufficienti per mantenere la famiglia.
Phoebe rifiutò di lasciare il lavoro. In realtà lo spiegò a Billy, in modo che lui non pensasse che si trattasse di soldi.
"Bill, questo mi mantiene equilibrata e sobria. Se non avessi quel lavoro cui dedicarmi, cosa farei di me stessa nei giorni in cui tu sei al lavoro e i bambini sono a scuola? Avrei tutte quelle ore da riempire... e un alcolista in fase di recupero non deve avere il tempo di stare da solo con i suoi pensieri. Troppo spesso, è questo che li fa tornare al bere." Abbracciò suo marito. "Quindi, piuttosto che espormi alle tentazioni, lavorerò da Mackie. Mi terrà con i piedi per terra, e sono proprio lì in città, se mai avessi bisogno di me."
Billy fu d'accordo con lei a malincuore.
Ma ne aveva anche parlato con Martin Mackie, il nipote del fondatore del negozio, e gli aveva chiesto di tenere Phoebe a casa nei fine settimana e di tenerla impegnata solo per il turno di giorno. Martin aveva accettato, e tutti erano stati contenti.
A meno che la situazione non divenisse caotica e fuori controllo durante la mattina dei giorni feriali. Quando questo accadeva, nessuno ne gioiva.
“Pam! Metti via quel telefono e aiutami con i piccoli !" Phoebe stava cercando di friggere un paio di uova per Mary.
Pamela, che era la figlia più grande di Phoebe, era all'ultimo anno delle superiori di Perry. I suoi capelli erano castani con riflessi biondi. I suoi occhi erano blu, quasi blu ghiaccio. Le sue labbra non erano piene, ma non erano sottili. A diciotto anni era una giovane donna molto bella e la somiglianza tra Pamela e sua sorella Mary era impressionante. Era quasi come se Mary fosse una piccola Pamela. Molte persone si erano espresse in proposito.
Mary era la secondogenita di tredici anni.
Catherine, che era la terza figlia per anzianità, assomigliava a Phoebe e alle ragazze più grandi, ma c'erano nette differenze di aspetto che facevano sembrare che Caterina avesse un padre diverso. Aveva dieci anni.
Derek, il più giovane di otto anni, assomigliava leggermente a sua madre e a sua sorella Catherine.
L'uomo che i due figli più piccoli chiamavano 'papà' era stato il fidanzato convivente di Phoebe a quei tempi, un consumatore di metanfetamine di nome John Clark. John era andato in un laboratorio di metanfetamine dall'altra parte della città, e aveva provato un po' del prodotto che lui e suo fratello, che non era un esperto, avevano appena preparato. Il prodotto era risultato troppo potente, ed entrambi i fratelli erano morti quasi all'istante per un'overdose.
O almeno così si diceva. Billy non si era occupato dell'indagine. In quel frangente si trovava in vacanza e la morte era caduta sotto la giurisdizione della città. Ciò implicò che Godfrey Malcolm ne fu incaricato.
Questo significò anche che la causa dei decessi avrebbe potuto essere qualsiasi cosa.
Le due ragazze più grandi non sapevano chi fossero i loro padri.
Nemmeno Phoebe.
Quando le due figlie più grandi furono concepite, Phoebe era in stato d’incoscienza per aver bevuto troppo... o per aver preso troppe pasticche... o qualcosa del genere. Non poté ricordare. E probabilmente non aveva molta importanza. Pam era stata concepita durante l'ultimo anno alla scuola superiore di Phoebe. Nonostante le accese discussioni quotidiane con la madre, Phoebe aveva vinto ogni discussione, e si era tenuta la sua bambina.
Cinque anni dopo, Mary fu concepita.
I due concepimenti avvennero nelle stesse modalità. Anche se le bambine erano nate a cinque anni di distanza l'una dall'altra, i loro compleanni erano a pochi giorni di distanza.
E Mary possedeva la magia.
Quando Mary era con Carol Grace Montgomery, Mary possedeva una potente magia.
Pam non possedeva la magia. Almeno per quanto ne sapeva Phoebe.
A volte, quando ci pensava troppo intensamente, Phoebe era colpita dal fatto che i due concepimenti fossero così simili l'uno all'altro, ma separati solo da cinque anni... a volte sembrava che Mary fosse stata una seconda possibilità. Una bambina frutto di un ritorno nel passato e di un nuovo tentativo.
Ma, se questo fosse stato vero, allora questo implicherebbe che qualcuno... o qualcosa... aveva stuprato Phoebe due volte per cercare di generare un figlio dotato di poteri magici.
Questo significava che Phoebe era stata scelta, per qualche ragione, per essere tramite di un figlio della magia
E questo la spaventava fino al midollo.
Ma stamattina la sua preoccupazione era duplice, e una era quella di far salire tutti e quattro i figli sullo scuolabus.
E l'altra preoccupazione riguardava lo Squartatore di Sardis.
Billy non aveva detto molto a Phoebe a proposito degli omicidi. Lei sapeva che lui non voleva farla preoccupare.
La gente parla, comunque, e le voci si scatenano nelle piccole città. E Phoebe lavorava alla Centrale dei pettegolezzi. La sua posizione di cassiera da Mackie le permetteva di ascoltare ogni sorta di storie.
Alcuni dicevano che l'assassino era il vecchio Ricky Jackson, l'uomo che era scomparso da tempo e la cui casa era andata a fuoco. Altri raccontavano che pensavano fosse Margo Sardis, il che Phoebe sapeva per certo che non era vero. E alcuni bisbigliavano che potessero essere demoni, e Phoebe pensava che questa potesse essere una possibilità.
Chiunque, o qualsiasi cosa fosse l'assassino, Phoebe era impaurita. Aveva paura per i suoi figli, aveva paura per Billy e Alan, e aveva paura per tutti quelli che vivevano nella contea di Sardis.
"Mamma, stasera devo lavorare. Dalle cinque alle nove." Pam lavorava all'ipermercato che non poteva annoverare tra i clienti nessuno nella contea di Sardis. O meglio, nessuno proveniente dalla contea di Sardis. I visitatori della contea vi facevano spesso acquisti, soprattutto perché erano abituati a comprare cose nei punti vendita il cui nome terminava con "Mart". Anche se l’ipermercato praticava prezzi più bassi, dai generi alimentari ai componenti elettronici ai pneumatici, rispetto ai suoi concorrenti locali, non riusciva ad attrarre la gente del posto. La gente che lavorava lì si dava molto da fare per spolverare e per spostare le merci da un posto all'altro. A nessuno interessava lavorare lì - sarebbero stati felici di prendere i loro soldi in cambio di niente - ma nessuno restituì i soldi.
"Dirò a Billy di venirti a prendere alle nove," disse Phoebe, mettendo le uova di Mary su un piatto.
"Posso farmi portare a casa da Jeff."
"Mi sentirò meglio se Billy ti passa a prendere, tesoro. Non dico niente di male su Jeff, ma finché Billy non prende quest’assassino, voglio che tu lo attenda." Phoebe guardò la figlia maggiore. " Fai contenta un'anziana signora, okay?"
Pam sorrise. "Okay, mamma. Di' a Billy che sarò lì fuori alle nove."
Mary s’infilò in bocca un grosso boccone di uova e disse: "E non dimenticate che questo pomeriggio, dopo la scuola, vado da Carol Grace. Zia Margo ha altre lezioni per noi."
"Non parlare con la bocca piena, Mary. Chiamami quando arrivi, capito? E di' a Kate che faremo qualcosa questo fine settimana."
"Sì, signora."
"Mamma?" disse Derek.
"Sì, piccolo?"
"Io e Catherine andiamo di nuovo dalla nonna dopo la scuola?"
"Sì, ragazzone, ci andrai."
Pam incoraggiò i due piccoli, che avevano appena finito di mangiare. "Forza, piccoli monelli! Andate fuori e aspettate l'autobus."
Mary si ficcò l'ultimo morso delle uova in bocca e disse: "Ehi! Aspettatemi!"
"Fate attenzione!" Gridò Phoebe. "Vi amo! Non parlare con la bocca piena, Mary!"
Phoebe si accorse che stava parlando con la porta d'ingresso già chiusa. I figli erano già andati via.
Una sensazione di trepidazione s’insinuò nei suoi pensieri mentre friggeva un uovo per la sua colazione. Lo mangiò in silenzio. Quando terminò, mise il piatto nel lavandino, recuperò la borsa e le chiavi e se ne andò al lavoro.
***
MENTRE ALAN PERCORREVA la strada verso l’Università pubblica di Perry, superò quello che sembrava essere un enorme cantiere. Macchinari per il movimento terra, ruspe, gru, autocarri con cassone ribaltabile e uomini con l'elmetto erano sparsi per gli otto ettari del cantiere. Sembrava che stessero scavando un'enorme buca nel terreno, o che l'avessero già completata. Non riuscì a capire quale delle due, mentre passava.
Interessante. Questa è una novità. Sono passato di qui solo tre giorni fa, e lì non c'era altro che un campo. Mi chiedo cosa sarà...
Prese nota mentalmente di chiederlo a Billy più tardi. Forse lo sceriffo sapeva qualcosa al riguardo.
Qualunque cosa fosse, sembrò rappresentare un'enorme impronta sul campo che era stato lì. E, a causa degli alberi lungo la strada, il cantiere era visibile solo da una piccola area lungo la strada, e quell'area era utilizzata come vialetto per entrare e uscire dal campo.
Mentre Alan si spostava in auto più lontano, rivolse di nuovo i suoi pensieri agli omicidi.
Dobbiamo prenderlo. Spero che questa volta non sia una minaccia per qualcuno di noi a livello personale, perché non vorrei che si ripetesse la notte in cui Moses Turley s’introdusse nella fattoria. Non so che potere posseggano le ragazze, o se il potere possegga le ragazze, ma non voglio rischiare di scatenarlo di nuovo.
***
CLIFF ANDERSON APRIVA la sua agenzia immobiliare puntualmente alle otto di ogni mattina, e oggi non ci fu eccezione.
Cliff possedeva e gestiva la Vendita immobiliare mediante asta di Anderson, (La MIGLIORE! della contea di Sardis, esclamava il cartello sopra la porta), e comandava uno staff di dieci persone. Ad eccezione della sua segretaria, nessun altro impiegato della ditta sarebbe arrivato prima delle nove. Cliff amava trascorrere il tempo da solo la mattina, e gli piaceva avere a che fare con gli acquirenti mattinieri d’immobili che a volte arrivavano prima delle nove.
Arlene Looper, la segretaria di Cliff, lavorava per lui da quindici anni. Era molto brava nel suo lavoro. Arrivava ogni mattina poco prima delle otto per iniziare la preparazione del caffè e per organizzare la sua giornata.
Cliff osservava attentamente le gambe di Arlene. Erano delle belle gambe, e sognava che un giorno avrebbe avuto quelle gambe avvolte intorno alla vita. Di tanto in tanto, lanciava uno sguardo alle tette di Arlene, solo per assicurarsi che si presentassero nel modo in cui dovrebbero presentarsi le tette di una bella donna, ma le sue gambe intorno alla sua vita dominavano la maggior parte del tempo del suo sogno ad occhi aperti. Aveva sognato questo sogno ogni singolo giorno che Arlene aveva lavorato per lui. Solo una cosa lo aveva trattenuto dal realizzare quel sogno, e non era stata la paura del rischio legato alle molestie sessuali o di un'accusa di comportamento inappropriato sul posto di lavoro.
Arlene viveva a London, la città più meridionale della contea di Sardis.
Cliff nutriva una paura mortale nei confronti di London.
Non era qualcosa di cui potesse davvero individuare il preciso motivo. Qualcosa in quel paese, talmente piccolo che i residenti avrebbero dovuto scavare un "buco nella strada" per far fermare le auto di passaggio, lo terrorizzava a morte. Sentiva il suo respiro affannarsi man mano che si avvicinava alla piccola città, e gli veniva la pelle d'oca. Una volta oltrepassato il cartello dei limiti della città, gli saliva la collera come le piume sul collo di un gallo arrabbiato e cominciava a sudare copiosamente un sudore nervoso e puzzolente. Cliff si convinse infine che non sarebbe mai più andato di sua spontanea volontà a London, in ogni caso. Tutte le operazioni immobiliari a London furono allora delegate a uno dei suoi dipendenti.
Il pensiero di andare a London a prendere Arlene per un appuntamento, o di portarla a casa dopo, non era un pensiero che potesse essere presente nella mente di Cliff.
Se Arlene fosse consapevole di come Cliff la desiderava, non ne lasciava trasparire la minima evidenza.
Ma...
A volte, quando Cliff non la stava guardando, Arlene lo osservava. E sorrideva di gusto, come se si divertisse... o stesse guardando la preda.
E un riflesso giallastro sembrava attraversare allora le sue iridi ... una lucentezza gialla quasi animalesca.
Ma, questa mattina, prima che Cliff si fosse sistemato alla sua scrivania per il rito quotidiano di osservare il modo quasi furtivo di camminare di Arlene, il campanello sopra la porta d'ingresso tintinnò, e un cliente comparve.
La sua cliente era una bionda minuta e carina, con una leggera spolverata di lentiggini sul ponte del naso.
Cliff si voltò dalla caffettiera con un sorriso sul volto e attraversò l'ufficio per raggiungere la donna.
"Buongiorno! Mi chiamo Cliff Anderson. Cosa posso fare per lei stamattina?"
Cliff si aspettava che la giovane donna chiedesse informazioni sull'affitto di un appartamento, o magari di una casa economica che potesse essere affittata per un paio di settimane. Non l'aveva mai vista prima e, per questo, l'aveva ritenuta un'impiegata dell’ipermercato.
Quando lei gli disse cosa stava cercando, la curiosità di Cliff crebbe.
"Salve. Sto cercando una fattoria. Deve avere un minimo di quaranta ettari di pascolo, e una grande abitazione e un granaio. Sto organizzando una spedizione di bestiame da Carson City, Nevada, molto presto, e ho bisogno di una sistemazione per la mandria. Pagherò in contanti, se questo aiuterà ad accelerare la procedura."
A suo merito, Cliff mantenne un atteggiamento disinvolto nonostante la tensione emotiva.
***
"OH, QUESTO È terribile," disse Alan. Stava cercando di tenere la colazione nello stomaco mentre guardava la scena del delitto.
Billy annuì. "Hai mai visto qualcosa di così orribile in città?"
Alan pensò per un minuto. Poi, annuì. "Una volta. Aiutai a ripulire una fattoria che era stata usata da Esteban Fernandez. Era stata incendiata, ma c'erano due ragazzi dell’Ente federale antidroga morti nel seminterrato. Erano stati fatti a pezzi. Pensavamo che fosse stato fatto da Fernandez, ma i federali intervennero. La scena era di una tale gravità."
Non era stato rimosso nulla. Billy aveva voluto che Alan affrontasse l'intera faccenda nella sua realtà, non nelle foto. Billy pensava che avrebbe potuto notare qualcosa che era sfuggito a tutti.
Alan fece tre respiri profondi per calmarsi. Cominciò a studiare tutto ciò che era sulla scena. Metodicamente, scandagliò tutto prima di spostarsi. Quando si sentì pronto, s’infilò delle pantofole di carta sulle scarpe, in modo da non contaminare nessuna microscopica prova. Gradualmente, si spostò verso i resti della giovane donna. Studiò la disposizione di ogni organo. Studiò la forma del cuore di San Valentino composto dalle sue viscere. Si fermò, studiandolo attentamente. Si voltò di nuovo verso Billy.
"Non ci sono lacerazioni nelle viscere. L'hai notato?"
Billy scosse la testa. "No."
"Guarda."
Alan indicò una parte dell'intestino. "Qui è dove l'intestino è stato staccato dallo stomaco." Poi indicò la parte dell'intestino che si trovava accanto alla prima parte. "E questa è la parte che è stata scollegata dalla pancia." Guardò il medico legale: "Ho ragione?"
Il medico legale assentì.
"Quindi, non c'è stato alcuno strappo. Nessuna lacerazione. E nemmeno una torsione."
Billy era confuso. "E allora?"
Alan lo guardò. "Significa che chiunque l’abbia fatto, estrasse l'intestino a poco a poco, e formò il cuore mentre procedeva in questo. Gli intestini non sono stati aggrovigliati, e non sono stati strappati o tagliati. Ci volle una grande concentrazione o una grande fortuna. E ci volle del tempo. Le due metà del cuore sono identiche. Non sono disomogenee. La cosa risulterebbe molto difficile da fare, considerando questi fatti."
"Cosa ne pensi del modo in cui sono disposti gli organi?"
Alan li studiò per un po' di tempo. Scosse la testa.
"Non ne ho idea, Billy."
"Ok, chi diavolo decise di non chiamarmi per un fottuto caso di omicidio?" rimbombò una voce dalla soglia della porta.
Sia Billy sia Alan si girarono a guardare il nuovo arrivato.
Era Godfrey Malcolm, il capo della polizia di Perry.
Billy alzò la mano. "Fermati lì, idiota! Se vieni qua, mettiti delle pantofole di carta!"
"Perché diavolo?" urlò Malcolm.
"Così non contaminerai la scena del crimine! Come hai ottenuto questo lavoro, a proposito? Facendo pompini ad alcuni membri del Consiglio Comunale?"
Malcolm fissò lo sceriffo, ma non disse niente. I suoi occhi erano molto arrossati, e il suo naso era di un rosso vivo per il continuo bere.
Infine, Malcolm si appoggiò ubriaco al bordo della porta, mantenne a malapena l'equilibrio mentre s’infilava un paio di pantofole di carta ed entrò nell' aula.
Quando il capo della polizia vide ciò che era stato fatto, vomitò dappertutto sul pavimento.
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