Legami Che Incatenano

Legami Che Incatenano
Amy Blankenship
Sanctury è un resort enorme e isolato, posto sulla cima della montagna di proprietà avita.. Angel Hart vi è cresciuta con la sua famiglia, che l'ha sempre tenuta lontana dal mondo normale e con la sola compagnia dei tre uomini che ha sempre adorato, fino a quando il divorzio dei suoi genitori l'hanno separata da tutto. Angel ha sempre fatto una vita avvolta nella bambagia, accudita e protetta. Due anni dopo Angel torna a casa per una breve visita, portando con sé anche il suo fidanzato. All'improvviso la ragazza si troverà al centro di affetti morbosi, che faranno di tutto per evitare che lei lasci di nuovo Sanctuary. Queste ossessioni si trasformeranno ben presto in un gioco di possesso ossessivo e mortale, perché gli uomini che l'hanno sempre amata diventeranno molto più pericolosi della stessa montagna. Sanctury è un resort enorme e isolato, posto sulla cima della montagna di proprietà avita.. Angel Hart vi è cresciuta con la sua famiglia, che l'ha sempre tenuta lontana dal mondo normale, e con la sola compagnia dei tre uomini che ha sempre adorato, fino a quando il divorzio dei suoi genitori l'hanno separata da tutto. Angel ha sempre fatto una vita avvolta nella bambagia, accudita e protetta. Due anni dopo Angel torna a casa per una breve visita, portando con sé anche il suo fidanzato. All'improvviso la ragazza si troverà al centro di affetti morbosi, che faranno di tutto per evitare che lei lasci di nuovo Sanctuary. Queste ossessioni si trasformeranno ben presto in un gioco di possesso ossessivo e mortale, perché gli uomini che l'hanno sempre amata diventeranno molto più pericolosi della stessa montagna.

Amy Blankenship
Legami Che Incatenano

LEGAMI CHE INCATENANO
Serie OSSESSIONE

Autore AMY BLANKENSHIP
Traduzione di Patrizia Barrera

Copyright © 2012 Amy Blankenship
English Edition Published by TekTime
All rights reserved

CAPITOLO PRIMO. IL Santuario
Angel Hart guardò fuori dallo spesso vetro del finestrino, e rabbrividì all'altezza che aveva raggiunto l'elicottero che la portava al resort dove era cresciuta. Amava da morire quel posto… ma comunque lo gradiva di più con i piedi ben poggiati sul terreno. Volare era la sua unica fobia e la stava combattendo da più di dieci ore!
Aprendo gli occhi si voltò a guardare suo fratello Tristian, chiedendosi cosa gli avesse frullato per il capo per chiederle di incontrarsi all'aeroporto, ben sapendo che avrebbe dovuto salire su un elicottero per tornare a casa.
Ricordava bene che il fratello odiava volare molto più di lei, e infatti in quel momento lui stava abbarbicato al suo cellulare a mandare sms a qualcuno, pur di concentrare l' attenzione su qualcos'altro. Forse aveva deciso di affrontare le sue paure perché, malgrado si fossero costantemente mantenuti in contatto tramite telefono e messaggi, tuttavia erano ben due anni che non si vedevano! Qualunque fosse il motivo che lo avesse spinto, non le importava più di tanto: era felice di averlo con sé, lui aveva un effetto calmante su di lei e gli era molto grata di questo.
Per sfuggire al rumore dell’elicottero, Angel lasciò che la sua mente spaziasse coi ricordi, tornando a quello che era successo negli ultimi due anni. Dopo il divorzio dei genitori, suo padre l’aveva trascinata in California, mentre Tristian fu costretto a rimanere a Sanctuary con la madre. Giacché la distanza da ricoprire con la macchina era enorme e a nessuno dei due piaceva volare… questo era stato l’unico motivo per cui fino a quel momento non si era rivisti di persona.
Non si era resa conto di quanto Tristian le fosse mancato finché non lo aveva rivisto in aeroporto: era appoggiato al muro di fronte all’atrio d’ingresso. Non appena i loro sguardi s’incrociarono, lei si precipitò correndo tra le braccia aperte di lui.
Il suo fratellone! Da sempre Tristian era stata la prima persona che vedeva al mattino e l’ultima che salutava la sera, prima di andare a dormire. Crescendo, erano riusciti a convincere i loro genitori che erano entrambi sonnambuli, perché spesso al mattino li ritrovavano insieme nel letto.
Divenuti grandi, la madre aveva cercato di frenarli chiudendo le rispettive camere da letto a chiave. Le labbra di Angel si contrassero, al ricordo delle parole di sua madre, l’ultima volta che li aveva visti dormire l’uno stretto nelle braccia dell’altra.
“Quello che fate è peccato! Sembrate più due amanti che fratello e sorella!” La voce della donna non era più piena d’amore materno, ma di profondo disgusto, quella notte.
Tristian aveva subito trovato il modo di aggirare il problema delle serrature. Aveva ricavato un’apertura all’interno dell’armadio e fin dentro al muro, mettendolo direttamente in contatto con la miriade di corridoi che correvano segretamente nelle mura dell’hotel in cui risiedevano. La stessa apertura l’aveva fatta nell’armadio di lei, e così ogni notte continuavano a ritrovarsi di nascosto nelle rispettive stanze e a dormire insieme… mettendo però la sveglia, in modo che nessuno li scoprisse.
Lui aveva cercato di convincerla che la madre era perversa e che non c’era nulla di male nella loro relazione. Le aveva anche raccontato che in molti paesi del mondo l’intera famiglia faceva il bagno e dormiva assieme e che ce n’erano alcuni in cui addirittura era permesso sposarsi tra fratelli! Alla fine Tristian era riuscito a convincerla del tutto che era la loro madre a peccare, per il fatto di tenerli separati.
Quindi, da tempo ormai Angel aveva deciso che ciò che succedeva tra Tristian e lei erano fatti loro e che a nessuno dovessero interessare… si fidava ciecamente di lui.
Tristian non era cambiato molto dall’ultima volta che lo aveva visto. Conservava ancora quell’aria giovane e innocente, ma al contempo poteva scorgerne qualche segno di cambiamento che prima d’allora non aveva notato… come i capelli biondi che si erano un po’ scuriti alle radici. Comunque quella mescolanza di platino e dorato stava davvero bene coi suoi occhi verdi!
Lei sorrise, pensando che poteva sembrare uno di quei ragazzoni abbronzati che facevano il surf, con quel taglio di capelli alternativo! I capelli erano più o meno corti e ordinati, ma da un lato all’altezza dell’occhio si dividevano e rimanevano più lunghi, arrivando fin oltre il mento. Sotto il colletto poteva anche scorgere la collana nera che lei gli aveva spedito come regalo di Natale.
Si sentì come se chi era davvero cambiato fosse lei. Quando aveva lasciato Sanctuary aveva solo sedici anni. Dopo essere stata perennemente in compagnia di Tristian, Hunter e Ray… si era sentita infinitamente sola a Los Angeles! In realtà non aveva mai frequentato nemmeno una vera scuola, perché sua nonna aveva assunto degli insegnanti privati per lei, che le facevano lezione a casa.
Frequentare le superiori a L.A. era stato uno shock culturale, per Angel. Fu allora che si rese conto che l’ingente patrimonio economico della sua famiglia l’aveva tenuta all’oscuro di quello che significava fare una vita normale. E infine aveva incontrato Ashton Fox. Ogni volta che lei lasciava l’attico del padre, se lo ritrovava lì davanti, come se fosse per caso. Questo l’aveva fatta sorridere per la prima volta, schiudendole davanti un mondo completamente nuovo.
In quell’attimo Angel fece lo sbaglio di guardare giù, dove c’era una piccola valle.. e ciò le diede un forte senso di vertigine.
Strinse la mano di Ashton, e lo guardò per distogliere l’attenzione da quel panorama agghiacciante. Nei suoi occhi blu ghiaccio vi lesse ironia per la sua paura, ma non le importava. Era felice che lui non gli avesse dato retta, quando aveva cercato di dissuaderlo ad accompagnarla fino a Sanctuary, quella settimana.
Attraverso il piccolo microfono incorporato nelle cuffie gli chiese : “ Ash, ma tu sei mai stato in elicottero? Sembri perfettamente a tuo agio!”
“No, ma mi sto godendo ogni attimo! – rispose lui, con tono divertito – La tua famiglia è davvero eccentrica, sai? Noi che voliamo in elicottero e una limousine che porta i nostri bagagli… Ed io che pensavo che i miei fossero molto ricchi!” Aggrottò la fronte in una smorfia, per farla ridere.
Si era accorto della paura della ragazza dal modo in cui lei stava stritolando la sua mano. Quella fragilità la rendeva ancora più affascinante ai suoi occhi! Non assomigliava per niente alle paperotte di L.A. che aveva sempre frequentato! I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Tristian, che s'inserì nel collegamento.
“ Sì, sono sempre stati così! – disse, sapendo che sua sorella gli avrebbe dato ragione.
Entrambi e da sempre avevano visto gli adulti della famiglia Hart impegnarsi in quello stupido gioco! “I membri della nostra famiglia non fanno altro che cercare di superarsi a vicenda. Il fatto che nostra nonna possieda quest’elicottero e sia l’unica proprietaria di Sanctuary è la rivincita sui suoi tre figli.. e l’intero mondo. – aggiunse, con un leggero velo di sarcasmo.
“Basta così, Tristian! – urlò la voce di Malcom Hart, suo padre. Questi lo guardò di traverso e poi tornò a concentrarsi sulla sua ultima conquista, Felicia. Decise di bloccare le comunicazioni via cuffia per il resto del viaggio, così il figlio non avrebbe potuto sputtanare ulteriormente la famiglia davanti a un estraneo.
L’uomo sorrise alla bella rossa che frequentava da un paio di settimane: l’aveva conquistata col suo portafogli e al solo scopo di sbatterla in faccia all’ex moglie, Lily. Era stata lei a insistere per il divorzio, e ora ci avrebbe sbattuto violentemente su il grugno.
Inserendo la modalità guida turistica, Malcolm indicò il panorama fuori del finestrino, per far capire che erano quasi arrivati: “Quello che vedete è il monumentale Sanctuary, il modernissimo resort… ormai famoso per la cappella dei matrimoni e la suite regale della sposa.” Malcom lanciò un sorrisetto astuto a Felicia: sapeva che se avesse realizzato il suo piano, avrebbe recitato bene la parte con lei.
“Dato che la vetta della montagna su cui poggia il resort è abbastanza piatta, c’è stato lo spazio sufficiente per realizzare una bella palestra, un piccolo laghetto, e alcune piscine interne ed esterne… Tra l’altro siamo proprietari di tutto ciò che c’è intorno per circa trenta miglia e l’area è stata dichiarata riserva di caccia, quindi nessuno potrà venire a disturbare la bellezza del luogo costruendoci sopra. C’è solo una strada d’accesso e un cancello a protezione.”
“Wow, è tutto così… favoloso! – esclamò Felicia, con quella suo classico tono da povera. “E giù a valle c’è una riserva Apache – continuò Malcolm – Anche la maggior parte del personale del resort è di origine Indiana.”
Lo sguardo dell’uomo si fece sognante, al ricordo delle belle ragazze che i suoi genitori avevano sempre assunto per l’accoglienza .Gli anni della sua adolescenza non li avrebbe cambiati per niente al mondo!
“Veri Indiani ? – esclamò Felicia, sbattendo le palpebre e indossando un mezzo sguardo spaventato, come a cercare conforto nel suo nuovo paparino di zucchero. Era stata davvero fortunata a incontrare quel riccone che si era incapricciato di lei! Se avesse giocato bene le sue carte, non le sarebbe più mancato nulla nella vita!
“In quanti siete ? Cinque ? – Tristan si strappò la cuffia dalla testa in preda ad una forte nausea… che non veniva dal volo in elicottero.
Con irritazione si massaggiò la tempia, sentendo avvicinarsi un gran mal di testa. Negli ultimi tempi non riusciva più a tollerare le persone stupide. Si portò una mano all’interno della giacca e da una tasca trasse fuori una fiaschetta per l’alcool… solo che questa non conteneva liquore. Era un rimedio Indiano che gli aveva fatto il suo amico Hunter, e di solito funzionava in pochi minuti. Sperò che fosse abbastanza forte da cancellare quella brutta nausea che gli causavano suo padre e quello stupido elicottero.
Sapeva cosa stava combinando suo padre. Quella Felicia aveva più le sembianze di una troia che di una fidanzata. Erano momenti, quelli, in cui odiava l’idea di vivere a casa di suo padre.
L’intera situazione lo faceva fortemente incazzare! Che colpa ne avevano, lui e Angel, se i loro genitori non andavano d’accordo? Perché lo avevano costretto ad abbandonare la casa in cui era nato? Quel divorzio lo aveva completamente devastato, quando aveva saputo che per decisione del giudice i figli sarebbero stati divisi tra i genitori. Ormai i fratelli vivevano separati da quando lui aveva diciassette anni e Angel sedici.
Se avesse saputo ciò che sapeva adesso…. non avrebbe mai permesso una simile tortura! Perché non era stato così furbo da impedirlo? Erano due anni che non vedeva la sorella e solo per questo aveva commesso l’errore di fissare l’incontro in aeroporto: era fuori di testa!
Sulle labbra gli si disegnò un sorriso maligno, al pensiero che il giudice che aveva emesso quella sentenza era morto in uno strano incidente due giorni dopo che Angel era stata allontanata da lui. Tristian scrollò le spalle, mentre si voltava a guardare la sorella. Fino alla loro separazione, avevano sempre vissuto a Sanctuary.
Loro due erano i preferiti di nonna Hart tra i sette nipoti, e le cose per loro erano migliorate ancora di più quando tre anni prima il nonno era caduto dalle scale e si era fratturato l’osso del collo.
I suoi occhi si scurirono a questo ricordo: né lui né la sorella avevano mai digerito quel vecchio, e quando era morto lui non aveva versato nemmeno una lacrima! John Hart era stata una persona davvero malvagia. Li guardava con ribrezzo e sussurrava loro cose terribili, quando pensava che nessuno lo ascoltasse. Crescendo, lui e la sorella si erano coalizzati per evitare di rimanere da soli col nonno.
Il terribile vecchio era stato molto più cattivo con Tristian che con Angel…e lo aveva sempre trattato in maniera diversa rispetto agli altri nipoti. Il ragazzo bloccò volutamente questi ricordi, imponendosi mentalmente che il nonno non valeva un attimo dei suoi pensieri.
Girò lo sguardo da Angel al suo fidanzato, Ashton Fox. Era la prima volta che la sorella ne aveva uno. Tristian si era sentito in ansia per tutto il tempo che era rimasto a consultare gli annali del college. Dalle informazioni che aveva raccolto sembrava che Ash fosse a posto, e questo gli dispiaceva perché bramava che la sorella tornasse a vivere a Sanctuary. Ma non lo avrebbe fatto, se nel frattempo si stava godendo la vita in California!
Quella settimana Ashton Fox avrebbe compiuto ventun anni.. ma che gliene fregava! Forse forse avrebbe organizzato una festa di compleanno e lo avrebbe costretto a ubriacarsi così tanto… da farlo vomitare addosso ad Angel. Magari, ciò l’avrebbe convinta a mollarlo e a tornare a Sanctuary. Altrimenti con l’aiuto di Hunter e Ray, magari poteva escogitare qualcosa.
Tristian non faceva che pensare al modo di convincere Angel a disamorarsi di Ash. Era arrivato perfino al punto di chiedere allo zio Robert di indagare un po’ sul ragazzo. Ma lo zio gli aveva detto che il ragazzo veniva da una famiglia ricca, anche se non quanto la loro. Quindi Tristian aveva concluso che non poteva usare la scusa dell’avventuriero, per indurre la sorella a lasciarlo.
Tuttavia era venuto a conoscenza che la fedina penale di Ash era stata in qualche modo macchiata, anche se non sapeva di cosa, visto che le informazioni erano strettamente riservate. Lo zio gli aveva detto che forse si trattava di un reato minore, tipico degli adolescenti, come la guida in stato di ebbrezza o qualcosa di simile. Ash frequentava la facoltà di medicina… anche se sembrava più la pubblicità ambulante di Kalvin Klein, con quei capelli biondo platino legati a codino e gli occhi blu ghiaccio.
Tristian si rannuvolò, al pensiero che, se fossero stati coetanei, lui e Ash potevano essere scambiati per gemelli… tranne per il fatto che i capelli del ragazzo erano più lunghi. Anche in quel momento stavano sorridendo, e nello stesso modo, e questo gli dette ancora di più sui nervi. Tristian si lasciò andare sulla poltroncina e si mise a guardare fuori.
Borbottò tra sé, chiedendosi quale fosse la vista peggiore!
*****
Isabel Hart mise giù la tazza da the nel momento esatto in cui sentì il rumore del suo elicottero privato in lontananza. Avrebbe voluto precipitarsi alla finestra per festeggiare il loro arrivo, ma cercò di controllarsi, per sostenere la parte che doveva recitare quella settimana… la povera nonna indifesa che aveva bisogno dei suoi parenti a casa.
Di recente aveva avuto un piccolo attacco di cuore, e ciò era stato sufficiente a costringere Malcolm e Angel a tornare da lei… anche se solo per la festa del 4 luglio. Aveva dovuto attirarli con un po’ di aria da tragedia, ma ne era valsa la pena. Aveva perfino chiuso il resort ai clienti per quella data e, d’accordo con Tristian, aveva concesso una settimana di ferie anche a gran parte del personale, in modo che quella breve permanenza sarebbe assomigliata di più a una riunione di famiglia.
Se avesse fatto a modo suo, sarebbe riuscita a far sì che sua nipote e su figlio tornassero a Sanctuary per sempre… anche se avrebbe dovuto fingere di essere in punto di morte per tenerli lì con sé.
Da sempre i suoi figli con le loro famiglie avevano vissuto là. Era tradizione che il divorzio di Malcolm si fosse rotto. Suo figlio maggiore, Robert, era diventato avvocato e aveva sposato la sua amica del liceo, Dianne. Avevano avuto due gemelli, Devin e Damien, che ora avevano vent’anni e lavoravano per lei come istruttori in una delle palestre di una vasta area del resort.
Doveva tenere gli occhi aperti su Robert, perché era degno figlio di suo padre…avido e calcolatore. Sapeva che si era già organizzato per indurla a redigere il testamento e le sue ultime volontà, in caso che fosse morta, ma comunque non era sicura che tutto ciò che gli aveva detto Will, l’amministratore, fosse vero.
Sapeva che nulla di buono sarebbe mai venuto fuori da Robert, ma purtroppo anche che Will era troppo gretto e materiale. Già gli aveva impedito di occuparsi dell’amministrazione del resort, quando lo aveva colto a manomettere i libri contabili e a passare parte dei proventi sul proprio conto personale. Negli ultimi due anni i suoi figli l’avevano molto delusa.
Anche Carley, la sua secondogenita e unica figlia femmina, viveva al resort con i tre figli. Ma lei non assomigliava per nulla a Robert.
I suoi figli erano tre adolescenti viziati che pensavano di essere chissà chi solo perché vivevano con i fondi fiduciari che lei aveva aperto per loro. Tiffany aveva diciassette anni, Paris ventidue e Jason venti. Comunque non poteva incolpare i ragazzi di quello che erano diventati, visto che la loro madre era un’alcolizzata cronica. Tra tutti e quattro erano riusciti a far fuggire il povero marito di Carley, qualche anno prima.
Erano passati ormai tre anni da quando era rimasta vedova di John, e solo un anno dopo Malcolm e Angel erano andati via. John era stato nella sua vita solo un mezzo delinquente dalla mano pesante… e infatti non le mancava affatto. Però nella sua vecchiaia Isabel era stata lasciata da sola, perché tutti i membri della famiglia sembravano impegnati negli affari propri.
Le uniche persone che non l’avevano abbandonata erano Tristian e i due ragazzi Indiani per cui lui e Angel andavano matti: Hunter e Ray Rawlins.
Degli altri della famiglia non le fregava niente: gli unici che contavano per lei erano questi due nipoti. Non le importava che uno di loro non fosse veramente sangue del suo sangue… era il cuore che parlava per lei! Quando Tristian era stato adottato, aveva imposto alla famiglia di non rivelarglielo mai, altrimenti li avrebbe cacciati a pedate da Sanctuary senza pensarci due volte! E finora questa minaccia aveva sortito il suo effetto.
Tristian e Angel ne erano all’oscuro, ma un giorno sarebbero stati loro ad ereditare Sanctuary, e nessun altro!
Alzando lo sguardo Isabel sorrise, vedendo Lily Hart rigidamente impettita nel giardino fiorito. Le aveva permesso di rimanere a vivere nel resort, quando Malcolm se ne era andato a zonzo per il paese. L’unico motivo per cui lo aveva fatto era per tenersi Angel vicina il più possibile, insieme a Tristian.
Per quanto riguardava Lily… Isabel pensava che si meritasse di essere infelice. Malcolm l’aveva amata, un tempo, ma lei era sempre stata così fredda e insopportabile… fino a che non aveva scacciato il marito senza fornirgli una spiegazione. Era convinta che Lily avesse accettato di rimanere al resort perché era abbastanza stupida da immaginare che le sarebbe toccata in eredità qualcosa di Sanctuary!
Malcolm era sempre stato un donnaiolo, prima che si sposassero, e aveva giaciuto con metà dello staff del resort prima di impegnarsi in una relazione importante.
Aveva smesso di fare il Don Giovanni subito dopo il matrimonio, quindi Isabel sapeva che non era per questo che avevano divorziato. Era sempre rimasto intrigato dalla bellezza delle donne, ma per lui Lily rimaneva la donna più bella che avesse mai incontrato. Bella e glaciale… così priva di emozioni da non sentire il desiderio di occuparsi dei suoi figli e di essere una madre per loro, anche quando erano piccoli.
Notando lo sguardo triste sul viso di Lily, Isabel comprese che Malcolm era arrivato. Aveva dato ordine al pilota dell’elicottero, senza mezzi termini, di non riaccompagnare a casa nessuno in quel weekend, pena il licenziamento immediato! Aveva anche dato istruzioni a Ray di rendere inservibili tutte le auto del resort, in modo che nessuno avesse la possibilità di andarsene.
Per una volta l’intera famiglia sarebbe rimasta bloccata lì, che le piacesse o meno.
*****
Ray Rawlins sentì il rumore dell’elicottero mentre stava chiudendo il cofano dell’ultima macchina nel parcheggio. Girò lo sguardo su tutti quei lussuosi veicoli che per ora erano assolutamente inservibili, e provò un senso di soddisfazione. Quando voleva, Isabel Hunter riusciva a essere spietata quanto il marito morto!
Uscendo dall’edificio di mattoni si scostò un ciuffo di capelli bruni dagli occhi, mentre guardava l’elicottero posarsi. I suoi pensieri andarono ad Hunter, e si chiese se sarebbe riuscito a tener a bada suo fratello, ora che aveva saputo che Angel si era portata appresso per quella settimana di vacanza dalla California anche il suo fidanzato!
Ashton Fox non aveva idea della rete di ragni in cui si era andato a cacciare!
Secondo lui, la maggior parte della gente che era nata su quella montagna avrebbe meritato di essere buttata di sotto. Angel e Tristian erano delle eccezioni. Quando erano ancora molto giovani lui e Hunter li avevano presi sotto la loro ala protettrice, per difenderli dal cumulo di cattiverie in cui erano immersi. Anche la loro dolce nonnina poteva essere una terribile traditrice, se voleva!
Si appoggiò al muro di mattoni ricordando la loro infanzia: lui e Hunter avevano solo un paio d’anni in più dei fratellini, ma erano diventati subito inseparabili. Andavano a perlustrare insieme il bosco ogni giorno, e avevano insegnato loro le tecniche Indiane di sopravvivenza, sebbene Tristian e Angel le prendessero come un gioco.
I ricordi svanirono quando vide Angel scendere velocemente dall’elicottero col fidanzato. Scosse la testa al vederla lì, con il vento alzato dalle pale dell’elicottero che le scompigliava i capelli biondo platino, come se si trovasse nel cuore di una tempesta invisibile.
Voltò lo sguardo verso l’enorme tenuta che tutti conoscevano come Sanctuary, il Santuario. Sapeva che le persone lì dentro che si spacciavano per membri della sua famiglia stavano per iniziare un gioco pericoloso… troppo pericoloso per permetterle di giocare da sola.
Ray tirò fuori la fiaschetta che gli aveva dato Hunter e buttò giù un sorso della bevanda, per schiarirsi un po’ le idee.
Avrebbe dovuto sudare sette camicie per tenere lontana Angel da quel pericolo!
*****
Tristian attese che tutti fossero scesi dall’elicottero, prima di chinarsi sul pilota e sussurrargli all’orecchio: “Ricordate quello che ha detto Isabel Hart!” Smise di sorridere e i suoi occhi divennero due fessure, mentre ammoniva l’uomo. “ Fatevi una vacanza e non preoccupatevi per noi. Non avremo bisogno di voi per questa settimana. E’ tutto chiaro?”
Angel sorrise quando Tristian si unì a loro, e poi tutti insieme cercarono riparo dalle pale dell’elicottero. Si sentì decisamente meglio quando vide quella macchina malefica alzarsi in volo col suo inconfondibile flap flap, e andarsene..
“Che ti prenda un tornado!– esclamò, salutandola con la mano. Se fosse stata sicura che nessuno l’avrebbe presa in giro, si sarebbe inginocchiata per terra ringraziando il cielo di essere arrivata sana e salva!
Ashton passò le dita sui capelli biondi di lei, godendo al tocco. “Ma dai, sei solo arrabbiata perché il vento ha scompigliato i tuoi bellissimi capelli! – le disse sorridendo, e meravigliandosi di non trovare un solo nodo mentre faceva scorrere le dita sulla sua chioma. Era la creatura più vicina alla perfezione che avesse mai conosciuto, e fu felice di non averla lasciata andare da sola, quando lei le aveva detto che sarebbe tornata a casa per una breve visita.
Notando che Malcolm e Felicia erano già entrati, Ashton le cinse le spalle con il braccio, mentre risalivano la collina verso il resort.
“Allora, cappuccetto rosso, andiamo prima a trovare la nonna?” Cercò di non farsi sopraffare dalla vista delle enormi dimensioni della tenuta. Malcolm si era abbondantemente vantato della maestosità del resort, ma ora che lo vedeva dal vivo Ash pensò che le parole non rendevano giustizia al Santuario.
Tristian s’ingerì tra i due, facendo l’occhiolino ad Angel. “ Credo sia meglio far vedere ad Ash la sua stanza per farlo riposare un po’. Meglio non svegliare il can che dorme. La nonna ha già avuto un attacco di cuore. Piombare da lei mano nella mano con il tuo ragazzo potrebbe essere troppo per lei.”
Il sorriso di Angel si dissolse al sentirsi ricordare l’infarto della nonna. Sarebbe volata a casa un attimo dopo che Tristian glielo aveva comunicato per telefono, ma suo padre l’aveva rassicurata dicendole che sarebbero andati tutti da lei per il 4 luglio, e così si era calmata e aveva atteso. Tristian le aveva anche detto che era stato Hunter a trovarla per primo e a soccorrerla, e probabilmente le aveva anche salvato la vita.
Sentì il cuore farle un balzo nel petto al pensiero di Hunter Rawlins. Era sempre stata convinta che tra di loro ci fosse solo una buona amicizia, ma una volta giunta a L.A si era resa conto che probabilmente c’era qualcosa di più tra loro… che non erano solo amici. Hunter le era mancato tanto quanto suo fratello.
“Oh, andiamo ! – borbottò Tristian mentre Ash stringeva Angel tra le braccia, quasi non volesse lasciarla. – Dai non fare il broncio!” Le prese le guance tra le dita a mò di coppa e le sollevò il mento verso di lui. “Mi hai promesso che mi avresti solo sorriso, questa settimana! – le ricordò con fare deciso.
“Sì, lo so – gli disse sorridendo Angel, ma questa volta il suo sorriso sembrava poco convinto. “ Starò meglio quando avrò riabbracciato la nonna. Vai Ash, divertiti. Ti raggiungerò appena potrò.”
Si alzò sulla punta dei piedi e baciò il ragazzo sulla guancia, prima di voltarsi ed entrare da sola nel resort, dirigendosi verso l’ala del palazzo in cui sapeva che avrebbe trovato la nonna.
Ashton guardò la ragazza allontanarsi, estremamente contrariato dal fatto che avevano dovuto separarsi non appena messo piede sulla collina. Quando erano a L.A. suo padre non aveva avuto mai voglia di stare con lei, e lei era tutta per Ash. Non gli piaceva l’idea di doverla condividere con altri…
*****
Hunter sobbalzò a tal punto che si sollevò dal telaio della porta su cui era appoggiato. Alla vista di Angel che posava quel bacio innocente sulla guancia del suo ragazzo, si sentì in bocca un sapore amaro insieme a un forte prurito alle mani… di sicuro era la voglia di mollare un pugno ad Ashton Fox! Gli ci volle una buona dose di autocontrollo per non mettersi alle calcagna di lei, che nel frattempo si stava allontanando dal gruppo.
Sentì che Tristian si stava avvicinando dal rumore rapido dei suoi passi.
Per quanto poteva ricordare, lui e Tristian erano sempre stati ottimi amici, anche se negli ultimi tempi entrambi avevano dovuto fare i conti con parecchi dei loro lati oscuri. E tutto perché Angel li aveva abbandonati. Guardò fisso l’amico che si avvicinava e ne studiò i lineamenti.
Con affetto sincero, Hunter lo raggiunse. “ Sono felice di constatare che sei sopravvissuto all’elicottero! – gli disse scherzosamente, appoggiandogli una mano sulla spalla e nel contempo facendo un cenno di saluto all’altro ragazzo che era arrivato con lui.
“Sì, ma un giorno mi comprerò un bazooka e gli darò fuoco!– rispose di rimando lui. Tristian scrollò le spalle alla risatina di Hunter. Cambiò argomento. “Beh, almeno siamo tutti qui come da programma! L’ultimo cliente se n’è appena andato e ora siamo solo parenti e amici. Non ricordo di avere mai visto questo posto così deserto, ma mi sento davvero bene!”
Cogliendo al volo la reazione di Hunter, Tristian fece un passo indietro per presentargli Ash. “Hunter Rawlins, ti presento Ashton Fox.”
Ashton prese la mano di Hunter e la strinse con vigore. Si aspettava che l’altro la stringesse con altrettanta forza, e rimase sorpreso quando questo non successe. L’Indiano se n’era uscito con una stretta di mano tiepida come il sorriso che si era stampato sulla faccia.
A dire il vero, Ash si sentiva un po’ in ansia nel conoscere il ragazzo Indiano di cui gli aveva tanto parlato Angel! A sentire lei, lui e il fratello Ray erano in grado di fare qualsiasi cosa, anche di camminare sull’acqua… proprio come gli Indiani che vedi nei films!
“Benvenuto a Sanctuary. – gli disse Hunter, con lo stesso entusiasmo di chi saluta un cliente – Sei pronto a passare una settimana di allegria?” Le parole suonavano falese alle orecchie dello stesso Hunter, ma l’altro non sembrò notarlo.
“Perché no? – sorrise di rimando Ash, soddisfatto di mantenere l’ansia perfettamente sotto controllo. – Ma prima vorrei farmi una doccia e riposarmi un po’, dopo quelle dieci ore di volo in elicottero!”
“Sì, è vero! – esclamò Tristian, guidando il gruppo verso la hall dell’albergo. – Hunter, che stanza diamo ad Ash?”
“Aspetta che cerco la chiave – disse Hunter, precedendoli nella hall e poi interpretando la parte di chi controlla la disponibilità sui registri.
In realtà sapeva esattamente dove avrebbe piazzato Ash, proprio davanti alla stanza a cui aveva facile accesso Ray…ma non per i motivi di ospitalità che si poteva supporre. Ashton Fox aveva avuto una delle due stanze che sembravano galleggiare ai lati dell’ampio salone, di fronte all’enorme piscina coperta…e lontano da tutte le altre stanze.
Dopo aver armeggiato un po’, Hunter estrasse dal casellario la chiave giusta e la porse a Tristian, che fece uno sguardo come per dire che era un’ottima cosa. “Ehi, sei fortunato! Ti ha dato la chiave della stanza più vicina alla piscina e alla palestra di quest’ala dell’hotel!”
Tristian diede la chiave ad Ash e si allontanò, in modo che il ragazzo non potesse notare il cambiamento di espressione sul suo viso. Era contento che Hunter non avesse messo Ash nella stanza vicino a quella di Angel, ma era convinto che lo avrebbe almeno messo allo stesso piano in cui stavano tutti. Non che la cosa gli desse fastidio. Con quell’accoglienza c’era da augurarsi che Ash non sarebbe rimasto tutta la settimana.
“E’ tutto pronto per la festa in piscina? – chiese ad Hunter, ben sapendo quanto Angel amasse nuotare. Stava cercando disperatamente di ricordare tutte le cose che le piacevano, prima che si separassero.
“Hunter annuì. “Sì, i figli di Carley hanno anche invitato degli amici e aperto il Tiki Bar per fare tutto da soli.” Notando al volo un’occhiataccia di Tristian si affrettò a sottolineare: “Ho dato ai loro amici delle stanze contigue ai tuoi cugini, non dormiranno tutti insieme!”
“Speriamo. – sospirò stancamente Tristian, consapevole che assegnare loro stanze diverse non avrebbe risolto il problema. Non tollerava che quei cuginastri si comportassero da padroni dell’hotel, mentre invece erano solo giovinastri da quattro soldi che non facevano nulla nella vita e senza voce in capitolo! Erano famosi per cambiare partner ogni fine settimana… se non ogni giorno. Non c’è che dire, a letto erano una favola, ma a parte questo…
“Ci vediamo dopo! – esclamò Tristian allontanandosi con Ash.
Rimasto solo, Hunter si voltò e andò a prendere la chiave di uno degli dell’appartamenti migliori del resort… la lussuosa suite nuziale al quarto piano. Beh, non era una di quelle stanze da usare per il fine settimana, ma Angel si sarebbe divertita moltissimo a starci per un po’!
“Chi vuoi mettere nella suite nuziale?”
Hunter si girò e vide Ray in piedi davanti al bancone con una scatola di fuochi artificiali sotto il braccio. Lui e il fratello non erano più in buoni rapporti, dopo la morte della madre un mese prima. Tuttavia avevano stabilito una seppur fragile tregua. Hunter voleva bene al fratello, ma ultimamente il suo comportamento lo aveva allarmato non poco.
“E tu, hai deciso di fare i fuochi, stasera? – cambiò argomento Hunter, mentre s'infilava rapidamente la chiave in tasca. Ray notò quello strano movimento furtivo, ma lasciò perdere.
“Certo! Vogliamo iniziare questa riunione di famiglia col botto?”
“Perché no?! – rispose Hunter, un po’ stizzito dal modo in cui Ray lo stava guardando – Verrai alla festa in piscina, dopo?”
“Sì, può darsi che sarò nei paraggi! – esclamò Ray con lo sguardo fisso, mentre afferrava una scatola di cerini dal bancone e la infilava nella scatola dei fuochi che teneva sotto braccio. Poi girò sui tacchi e se ne andò.
Hunter attese che il fratello fosse definitivamente fuori tiro, poi prese la chiave dalla tasca e la guardò. Decise di non riporla al suo posto, ma invece la chiuse in un cassetto della scrivania. Poi stette un attimo a riflettere, tornò al casellario delle chiavi e prese per sé la chiave di una delle stanze comunicanti con la suite.
Si sarebbe sentito più tranquillo se avesse potuto tenere d’occhio Angel… specialmente di notte!

CAPITOLO SECONDO. SEGRETI
Angel era in piedi, appoggiata alla grande vetrata, quando vide sua nonna. Era convinta che avrebbe trovato Isabel Hart nell’enorme veranda con vista sui giardini, a quell’ora del giorno.
Sentì una fitta al cuore, quando vide la cara nonna armeggiare coi comandi della sua sedia a rotelle , mentre si avvicinava a lei. L’ultima volta che l’aveva vista era in piedi, alta e fiera, che si asciugava le lacrime sulle guance mentre le diceva addio. Angel fece un profondo respiro, poi alzò la mano ad aprire la porta della vetrata.
“Nonna! – esclamò sorridendole, mentre si precipitava da lei. Il suo sorriso si fece raggiante, quando vide gli occhi della donna spalancarsi per la gioia. Chinandosi su di lei, Angel l’abbracciò stretta. “Oh Dio, nonna, quanto mi sei mancata!”
Isabel chiuse gli occhi, godendosi quell’abbraccio sincero. Questo era ciò che amava di Angel e Tristian… che erano sinceri, non come il resto della famiglia! Se amavano qualcuno, lo facevano con tutto il loro cuore!
“Ah, ecco il mio Angelo! – disse di rimando Isabel, toccando con affetto la schiena della nipote. Sentì un po’ della forza tornare in lei al solo contatto con la nipote. La ragazza aveva la capacità di intenerirla e farla sentire sempre amata! Malgrado ciò avrebbe continuato a giocare alla malata, pur di ottenere ciò che voleva. “Sono felice di poterti vedere per l’ultima volta!– esclamò Isabel, e per aggiungere incisività alle sue parole usò una voce adeguatamente strozzata.
“Cosa? – esclamò in risposta Angel, strabuzzando gli occhi e scostandosi violentemente dalla donna. – Ma nonna, che dici?” Al solo sentirla dire queste cose sentiva un dolore al cuore e gli occhi riempirsi di lacrime.
“Oh, ma non parliamo di me, cuor mio! Piuttosto, raccontami tutto quello che mi sono persa negli ultimi due anni, e dimmi: chi è questo famoso fidanzato di cui ho tanto sentito parlare?” Indossò un’aria arrabbiata. “ Non posso credere che la mia amata nipotina stia crescendo in un posto così lontano che io non posso prendere parte a ciò che le succede!”
*****
Il cellulare vibrò nella tasca di Tristian, mentre questi usciva dalla stanza di Ash e chiudeva la porta dietro di sé. Era Ray. “Ehi, che c’è? – rispose brevemente.
“La limousine è appena partita e la tua ragazza sta salendo per la collina. I clienti sono tutti andati. Vuoi ancora serrare i cancelli d’ingresso? – chiese Ray, ben sapendo che quello era un ordine di Isabel Hart e quindi…
“Assolutamente. Lo sai che la nonna non vuole assolutamente ospiti sgraditi, questa settimana! – confermò Tristian – Chiudi tutto e poi vieni su a divertirti. Se qualcuno avrà bisogno di qualcosa…beh, dovranno arrangiarsi con quello che c’è qui!”
“Ha l’aria di un piano.– mormorò tra sé Ray.
Disattivò la cellula fotoelettrica e serrò i cancelli. Quando anche l’ultimo dei massici blocchi fu sistemato, alzò lo sguardo sulle punte acuminate delle lance decorative in alto. Da lì non riusciva a vedere bene la torretta di controllo e quindi si diresse in quella direzione. Era l’unica postazione di guardia per una cinquantina di miglia e all’improvviso ebbe la sensazione che stava per diventare inutile.
*****
Angel aprì le porte che davano sulla terrazza e uscì fuori: aveva bisogno di una boccata d’aria, dopo la vista di sua nonna sulla sedia a rotelle! Ogni volta che le aveva chiesto della sua salute, la nonna aveva svicolato facendo domande su di lei.
Dopo aver parlato per un po’, la nonna aveva detto di essere stanca e che si sarebbe ritirata nella sua camera da letto per il resto della giornata, ma aveva fatto giurare ad Angel che sarebbe andata a trovarla l’indomani mattina. Il fatto che sua nonna si ritirasse così presto la metteva in ansia, e cominciò a chiedersi quanto stesse realmente male. Era sempre stata una donna così attiva, prima che Angel lasciasse Sanctuary per andare a vivere in California! Anzi, dopo la morte del nonno sembrava addirittura rifiorita!
Le labbra di Angel si serrarono al ricordo dell’odioso vecchio che aveva sempre visto come un mostro. Non aveva mia odiato nessuno, nella sua vita, ma proprio poche ore prima che morisse quell’uomo l’aveva sorpresa mentre tornava da una nuotata nel laghetto con Hunter.
Suo nonno le aveva urlato contro, accusandola di essere ormai troppo vecchia per stare a giocare con quella marmaglia Indiana che lavorava alla reception! Sbattè Hunter fuori dal resort e gli chiuse la porta in faccia. Vedere l’amico adorato trattato in quel modo fu una cosa terribile, per lei! Quando aveva cercato di parlare col nonno, questi si era voltato e le aveva mollato uno schiaffo in piena faccia così forte da farla cadere per terra!
Angel si era messa a urlare per il dolore, ma non aveva detto niente a nessuno, perché pensava che forse suo nonno aveva ragione. L’uomo non sapeva che da tempo lei e Hunter facevano cose che non avrebbero dovuto fare… baciarsi, leccarsi, toccarsi. Se lui l’avesse saputo, l’avrebbe picchiata di santa ragione!
“Hai visto? Te l’avevo detto che non era una statua di Angel. E’ proprio lei, in carne e ossa!” Una risata vigorosa dietro di lei la scrollò dai suoi amari ricordi. Si voltò e si trovò alle spalle i figli dello zio Robert, i gemelli monozigoti Devin e Damien.
“Ehi, ragazzi, ma come siete cresciuti! – esclamò. Sorrise mentre, uno alla volta, i gemelli la facevano ruotare su se stessa per guardarla bene da tutte le parti e poi la prendevano in braccio… Avevano la stessa età di Tristian, ma negli ultimi due anni lo avevano superato in altezza di almeno venti centimetri! Sembravano dei bodyguard, con quella pelle abbronzata e le magliette nere con su il logo di Sanctuary!
Tastò i muscoli delle loro braccia poderose, notando uno scintillio di soddisfazione nei loro occhi grigi. “Beh, questa maglietta mi fa capire la mansione che avete al resort. Per il resto che mi dite? Siete riusciti a rimanere fuori dai guai? – chiese, ridendo.
“ Chi, noi? – rise Devin mettendola giù, facendo scivolare le mani sui fianchi e le gambe di lei.
“Dovresti conoscerci, ormai! – esclamò Damien, cingendole la vita col braccio e sottraendola alla presa del fratello. Era un gioco che facevano fin da piccoli, quei due: fare a gara tra loro per aggiudicarsi la ragazza più carina.
“Buon per voi, ragazzi! – esclamò Hunter, sorridendo, mentre Angel trasaliva e si girava al suono della sua voce.
Lei sorrise, posando lo sguardo su di lui dopo due anni di lontananza. All’improvviso un’ondata di ricordi la sommerse, facendole battere forte il cuore e tremare le ginocchia. Email e telefonate non erano niente, rispetto al fatto di vederlo di persona!
Aveva i capelli più lunghi di quanto ricordava, e anche più scuri. Sembrava uno di quei personaggi dei romanzi d’appendice in cui si vedono un Nativo Americano e una donna bianca che si baciano. Arrossendo al pensiero, si staccò dai cugini e si avvicinò a lui.
“Sei più alto di quanto ricordassi – gli disse in un fiato. Hunter era l’unica persona al mondo, dopo suo fratello che la conoscesse nel profondo.
“No, sei tu che sei più bassa! – esclamò lui ridendo e sollevandola in aria, facendola volteggiare tra le sue braccia. – O forse sono io che ti ricordo male!”
Era sempre stata leggera come una piuma, per lui. Lei si avvicinò ancora di più a lui e lo abbracciò stretto, mentre lui terminava quel gioco infantile. Inspirò profondamente il suo odore e rammentò tutti i motivi che l’avevano spinta a tornare.
Sapendo di essere osservati; Hunter la mise giù e guardò i gemelli. “Ehi, ragazzi, la festa in piscina è già cominciata e vi stanno aspettando!”
“Stacey! – esclamarono i gemelli all’unisono.– Beh, allora ci vediamo dopo!– dissero, e poi si misero a correre cercando di superarsi in velocità per arrivare primi dalla ragazza.
“Non hanno ancora smesso di condividere la stessa ragazza? – chiese Angel, con un risolino, mentre guardava i gemelli che si allontanavano di corsa.
“Amano la competizione – rispose Hunter – Questa Stacey sta sempre lì, e quindi combatteranno tra loro finché uno dei due non avrà partita vinta!”
Angel sorrise con dolcezza, guardando che una ciocca di capelli color ebano di Hunter gli pendeva ribelle sulla fronte, da quando l’aveva presa in braccio. Teneramente si avvicinò a lui e con le dita afferrò la ciocca e gliela sistemò dietro l’orecchio. “Mi sento come se finalmente fossi libera di respirare. – gli disse.
“E cosa ti tratteneva dal farlo? – le chiese il ragazzo, con la stessa voce morbida di Angel. Ma Hunter sapeva cosa lei intendesse, perché erano le stesse emozioni che provava anche lui. Le provava così violentemente che gli bruciavano gli occhi!
Si chinò sulla ragazza, con la stessa voglia di baciarla di quando lei se n’era andata. Era stato lui a insegnarle a baciare, anche se sapeva bene che per Angel era stato più un gioco che altro. La ragazza aveva vissuto quei momenti come un’esperienza adolescenziale… ma lui si era sentito legato a lei, per sempre.
“Una persona non dovrebbe mai essere separata a forza dal suo migliore amico, mai! Fa troppo male! – sospirò Angel. E lo abbracciò di nuovo.
Alla parola “amico” Hunter si bloccò. Benché la ragazza avesse pronunciato quella frase con affetto, per lui si era trattato di un pugno allo stomaco! L’abbracciò di rimando e le scioccò un bacio sulla fronte, mentre cercava di controllare le sue emozioni. “Lo so.” – disse.
Angel aveva iniziato a usare quel termine anni prima, quando gli aveva confidato tutti i suoi segreti… perfino il fatto che pensava di essere innamorata di suo fratello. Allora Hunter aveva cominciato a portarla nei boschi… solo loro due…e le aveva insegnato quelle cose e fatto provare quelle emozioni che suo fratello non avrebbe mai potuto darle.
Quello era stato il momento di svolta nei rapporti tra Hunter e Tristian… perché lui sapeva che anche Tristian amava sua sorella. Con suo grande sgomento si rese conto che l’unica cosa che era riuscito ad ottenere… era convincere Angel che amava contemporaneamente lui e il fratello.
Si staccò da lei e insieme si misero a passeggiare per il giardino, cingendole le spalle con un braccio. “Scommetto che non hai avuto neanche un attimo di relax per riprenderti dal tuo volo pauroso! – sorrise lui, conoscendo bene quanto lei e Tristian odiassero volare!
“Beh, – disse Angel, con un mezzo rimbrotto – Avresti potuto parlare con la nonna ed evitarmelo. Lo sai che, quando ti ci metti, ottieni da lei tutto quello che vuoi!”
“No, non è più così – rispose Hunter con un ghigno – Non dare la colpa a me per quel viaggio in elicottero! Ultimamente lascio tua nonna molto più libera di prendere le sue decisioni!”
Attraversarono il prato verde e arrivarono in un punto dove sapevano che dalla stanza di Ash potevano essere visti, quindi lui rallentò, ma solo per dispetto. Non era mica un santo!
“Sei il mio eroe, lo sai ? – gli disse Angel, dolcemente. Lui si bloccò e la guardò – Se non avessi soccorso mia nonna, quando ha avuto l’infarto… Le hai salvato la vita!”
Ash si avvolse l’asciugamano intorno alla vita, uscendo dal bagno. Una bella doccia calda era proprio quello che ci voleva, per iniziare una settimana di vacanza! Forse avrebbe dovuto impegnarsi per fare una buona impressione sulla famiglia di Angel, e scommettere su di lei! Non aveva mai lavorato così duramente su se stesso per affascinare una ragazza!
L’ultima che aveva avuto era una vera troia a due facce, e si era visto costretto a darle una bella lezione… ma Angel… Era poco più di una verginella di provincia che aveva quasi dovuto costringere con la forza per baciarla! Ma questo non gli dava fastidio… Se voleva sesso, c’erano abbastanza troie in giro. Poteva uscire con qualcuna e poi tornare da Angel!
Asciugandosi i capelli davanti allo specchio del comò, notò uno strano riflesso. Voltandosi di botto potè vedere, giù in fondo, Angel e Hunter tanto vicini da sembrare in atteggiamento… intimo!
Strinse i denti così forte che la mascella gli scricchiolò, alla vista della sua ragazza e di quel ragazzo Indiano che lei chiamava affettuosamente “ Il mio migliore amico!” Dentro di se sapeva che Hunter non si sarebbe mai sognato di usare lo stesso appellativo nei confronti di lei… nessun ragazzo sano di mente lo avrebbe mai fatto!
“Angel, tua nonna è sempre stata buona con me e mio fratello, anche quando non era necessario! Mi dispiace quello che le è successo! – stava dicendo Hunter con un sospiro, consapevole di mentire. Se Isabel Hart non avesse avuto … quell’attacco di cuore, ora Angel non sarebbe qui! Si sentì un verme, al pensiero di ciò che aveva fatto!
Lo sciamano della sua tribù gli aveva impartito tutte le conoscenze erboristiche necessarie per far guarire una persona… o anche per stimolare un malanno. In tal modo era stato in grado di mescolare le erbe giuste per procurare quel piccolo infarto a Isabel. Era l’unico modo che era riuscito a trovare per indurre Angel a tornare da lui.
“Non ringraziarmi per l’aiuto che le ho dato! – esclamò, sotto il peso della sua coscienza sporca.
Angel gli sorrise e gli posò un bacio leggero sulla bocca, fiera della modestia dell’amico. Si alzò in punta di piedi per baciarlo, perché voleva che lui sentisse quanto gli era grata! Mentre si staccava da lui, i loro sguardi si incrociarono e si mantennero fissi. Angel si sentì invadere le cosce e lo stomaco da una tempesta di emozioni simili a fuochi e fulmini. Non era la prima volta che Hunter le faceva quest’effetto… ma era la prima volta che sapeva che non doveva provare queste cose per lui! Era fidanzata, ora, e desiderare Hunter doveva rimanere un tabù. Deglutì e si staccò violentemente da lui.
“Comunque ti sono davvero grata! Se mia nonna fosse morta, non so cos’avrei fatto!”
Hunter chiuse gli occhi: aveva capito che lei stava cercando di mettere un freno al fuoco di passioni che le era divampato dentro. Non poteva impedirsi di provarle… ma mettere un freno, sì. Tuttavia Hunter non poteva permetterle di lasciarlo di nuovo. Non era tipo, lui, da essere gettato nel dimenticatoio così facilmente!
La prese per mano e, con lei al fianco, si avviò verso la porta della hall. “Dai, avviamoci – disse.
Ashton si aggrappò così forte al davanzale di legno della finestra, da farlo scricchiolare. Angel non gli aveva mai dato motivo di essere geloso, prima, ma il modo in cui guardava Hunter … la tenerezza con cui gli aveva dato quel bacio casto, gli faceva salire il sangue al cervello! No, la cosa non gli piaceva nemmeno un po’! Non l’aveva mica accompagnata a casa per vederla flirtare con altri!
Angel entrò nell’ascensore, cercando di scrollarsi di dosso l’ultima scarica elettrica che le aveva suscitato il contatto con Hunter. “Allora, dove dormirò stanotte? – esclamò, sapendo che quello era un vecchio gioco tra loro.
Quando erano più giovani lei, Hunter, Tristian e Ray si erano divertiti molto a nascondere i registri della reception e a scambiare il numero delle stanze, solo per creare casini. E la cosa ora le sembrava ancora più divertente, perché Hunter era il responsabile della stessa cosa per cui in passato erano stati tutti puniti.
Lui scrollò le spalle: “Ho pensato che volessi stare vicina a tuo fratello.” Allungò la mano e premette il pulsante del quarto piano. “ Così, ti ho ridato la tua vecchia stanza.”
“Sono felice di riavere la mia bella enorme stanza! – sorrise lei, compiaciuta, perché le stanze ai piani superiori erano molto più grandi di quelle dei piani bassi. Inoltre, questo la faceva sentire ancora di più a casa. “Grazie, Hunter!”
“Beh, ho sempre pensato che voi due siate un po’ viziati – rispose lui, facendole l’occhiolino – Ecco perché ho deciso di dormire anch’io in albergo!” Tirò fuori la chiave dalla tasca. Era quella della stanza proprio vicina quella di Angel, e lui vi si era trasferito lì già da un mese. In tal modo riusciva a sentirla vicina, anche se Angel era tanto lontana!
“Davvero ti sei trasferito a Sanctuary? – chiese lei, incredula. Lui e Ray avevano sempre fatto la spola da casa loro al resort, per evitare di lasciare la madre sola di notte… e questo già molto prima che Ray prendesse la patente! I due fratelli amavano moltissimo la madre, e facevano in modo di darsi il cambio per starle vicino.
Quando l’ascensore toccò il piano, Hunter mise una mano sulla porta, per tenerla aperta. “Scusami, Angel, ma avevo pregato Tristian di non dirti niente. Non volevo che ti preoccupassi per noi.” I suoi occhi s'incupirono, sapendo che se lei gli avesse fatto una sfuriata avrebbe avuto perfettamente ragione.
“Allora dimmelo ora! – esclamò la ragazza. Aveva una bruttissima sensazione. Aveva sempre pensato che Hunter non fosse il tipo da tenerla all’oscuro di qualcosa, e per la prima volta si chiese se invece non si fosse sbagliata. – Cos’è che non so?”
“Nostra madre è morta un mese fa, perché la casa ha preso fuoco.” Deglutì a fatica come uno che si sforza di parlare. “ I vigili del fuoco hanno detto che si è trattato di un incidente. Deve essersi addormentata mentre stava cucinando.”
Gli occhi di Angel si spalancarono e si riempirono di lacrime. “Oh, Hunter, perché non me lo hai detto? Se lo avessi saputo… sarei tornata molto prima! – esclamò.
“Non volevo che tu… mi vedessi così..– rispose Hunter, mentre Angel lo abbracciava per la terza volta in mezz’ora.
Lasciò andare la mano perché la porta si chiudesse, e poi premette il bottone di arresto. Questa volta il ragazzo perse il controllo e la cinse con le braccia per attirarla a sé, lasciando che il profumo dei capelli di lei lenisse in parte il suo dolore. Un dolore che non aveva niente a che fare con la morte di sua madre.
Angel avrebbe voluto tanto confortarlo, ma non appena i loro corpi entrarono in contatto e lui la schiacciò verso la parete dell’ascensore, infilando una gamba tra le sue cosce, si sentì immediatamente presa dalla passione.
“Oddio, Angel… – le sussurrò Hunter sulla morbida pelle del collo, mentre sentiva il pene inturgidirsi al di sotto della stoffa dei calzoni. Spingendole ancora di più la gamba tra le cosce le sollevò la testa premendo sulle sue labbra un bacio di frustrazione. Fece scivolare le dita lungo le braccia di lei, per catturarle le mani. Poi la premette ancora di più contro la parete perché, se ben ricordava, a lei piaceva sentirsi dominata. Se questo poteva chiamarsi sesso… allora erano amanti da una vita!
Inizialmente Angel lo lasciò fare, perdendosi nella sensazione inebriante dei suoi baci, ma poi l’immagine di Ash prese forma nella sua mente e li si staccò con violenza da Hunter, interrompendo a mezzo uno dei baci. Gemette, al respiro di lui sul collo: ma poi si liberò dalla stretta delle sue mani e gliele mise sul petto, per respingerlo.
“Stai cercando di sedurmi?” Angel teneva lo sguardo fisso sul pavimento, terrorizzata dall’idea che lui vedesse quello che realmente portava scolpito negli occhi. “ Mi dispiace…io..”
“Schhh.. – la zittì dolcemente lui, mettendole un dito sulla bocca. Le sollevò il mento, costringendola a guardarlo. Sapeva perché lei si era bloccata. Aston Fox era già stato battuto… anche se lui era ancora ignaro. Gli occhi di Hunter si fecero più scuri, osservando quello che era riuscito a scatenare in lei semplicemente con un bacio.
“ Non ti creare problemi. L’amore non deve mai essere una cosa di cui pentirsi. Almeno adesso so che non ce l’hai con me, perché non ti ho detto di mia madre.” Hunter la mollò e si costrinse ad alzare la mano e a disattivare il pulsante di arresto, per permetterle di uscire dall’ascensore.
Con l’idea di tornare sul fatto della madre quando sarebbe stato possibile, Angel si precipitò fuori dell’ascensore, perché ormai non si fidava più di lei a rimanere da sola con Hunter. Una volta fuori si mise a correre, finché lui non definitivamente fuori portata. Solo allora rallentò la sua corsa.
Poveri Hunter e Ray! Erano così affezionati alla madre, e lei li amava tanto! Angel ricordò che avrebbe tanto desiderato avere lo stesso rapporto con sua madre. Ma lei era quasi un’estranea… da sempre!
Quando le porte dell’ascensore si richiusero, Hunter appoggiò le mani sulla parete su cui lei era stata confinata in quei pochi attimi…e da dove l’aveva respinto! Contò fino a dieci per riprendere il controllo. Chiuse gli occhi e fece dei profondi respiri, finché non si fu calmato. Quando li riaprì, aveva ripreso il controllo sulle sue emozioni.
Compose il numero di Tristian sul cellulare e lo avvertì via messaggio che la sorella era a posto. Si accigliò, quando vide che non c’era segnale sul cellulare dell’amico.
Angel entrò nella sua stanza, e si rilassò, vedendo che tutto era come l’aveva lasciato prima che si trasferisse. Si fiondò sul letto e chiuse gli occhi, felice. Non appena l’ebbe fatto, il ricordo di ciò che era appena successo tra lei e Hunter in ascensore riaffiorò, facendola nuovamente vibrare di desiderio.
Era stata lontano così a lungo che aveva immaginato che lui non la volesse più. In fondo, Tristian era uscito con qualcuno… e allora perché Hunter no?
Quando aveva iniziato la relazione con Ash, aveva cercato di dimenticare sia Tristian che Hunter. Ma ora che era tornata i ricordi sembravano perseguitarla. Si era sentita innamorata di entrambi così profondamente e tanto a lungo che aveva intrapreso la relazione con Ash proprio per questo… per dimenticare. Eppure, adesso che Hunter l’aveva toccata in ascensore, ecco che sprofondava nei suoi incubi peggiori: non amava affatto Ashton Fox, e lui non avrebbe mai scatenato in lei ciò che sentiva per Hunter!
Fece scivolare morbidamente la mano sulla sua vagina, e si lasciò andare alla passione, inarcandosi tutta. Chiuse gli occhi quando l’immagine tremolante di Hunter svanì… per essere rimpiazzata da quella di Tristian.

CAPITOLO TERZO . GELOSIA
Era quasi buio quando Tristian spense la musica lenta per un po’ di rock alternativo, poi afferrò una delle bottiglie di vino che aveva nascosto nella parte bassa del Tiki-Bar. Sorrise tra sé, mentre prendeva anche tre bicchieri: da poco aveva scovato la cantina privata del nonno, nell’intrico di corridoi segreti che si aprivano parallelamente e all’interno dell’enorme resort.
Mantenere quel posto inaccessibile a tutti gli altri membri della famiglia era una delle poche cose buone che aveva fatto quell’uomo. Adesso Tristian aveva il suo piccolo segreto. Solo un’altra persona ne era a conoscenza, Angel, ma Tristian sapeva che la sorella non era tipo da imbarcarsi in quella rete di corridoi piena di ragnatele.
Notando che entrava da una delle porte laterali lo salutò con un cenno della mano: “Ehi, è ora di fare conoscenza del parentado!” Poi Tristian guidò il ragazzo verso uno dei tavoli stracolmi in cui i gemelli stavano facendo compagnia a Stacey.
“Oddio, non ho ancora bevuto niente e già vedo doppio! – giocò Ash, pensando che fare una battuta fosse il mezzo più spiccio per rompere il ghiaccio.
A quelle parole i gemelli si voltarono all’unisono verso di lui, poi dettero uno sguardo alla bottiglia di vino che Tristian aveva appoggiato sul tavolo.
“Ehi, ma quella è una delle bottiglie della riserva del nonno! Ricordo quelle rare volte che papà e il nonno ne aprivano una! – disse Devon, afferrandola e annusandone il tappo. – Dove diamine l’hai trovata?”
Prima che Tristian potesse rispondere, Damien indicò Ash. “Ma che ci hai portato, un altro ragazzo? Ne abbiamo bisogno come di un buco in testa! – esclamò, facendo distrattamente scivolare un braccio intorno alla vita di Stacey, mentre il gemello non guardava.
“Ah Ah! – rise per scherzo Tristian – Ragazzi, vi presento Ashton Fox, il fidanzato di Angel. – gesticolava, mentre faceva le presentazioni – Ash, ti presento i gemelli Devon e Damien, i nostri cugini…e la bella Stacey, che viene a torturarli quando non ha niente da fare!” Strizzò l’occhio alla ragazza, ben sapendo che lei non lo avrebbe contraddetto.
Ashton strinse a turno la mano dei gemelli, cercando di non mostrare dolore mentre i due gli stritolavano la mano con la loro stretta potente. Poi, massaggiandosi il braccio per riattivare la circolazione, disse: “Felice di conoscervi, ragazzi! Angel mi ha molto parlato di voi.”
“Davvero il nostro piccolo Angelo ti ha parlato dei suoi cuginetti ? – chiese Damien, con aria seria.
“Sì, e anche che perdi spesso sangue dal naso – aggiunse Ash altrettanto seriamente, e un po’ annoiato. Se era destino che dovesse farli incazzare, allora era pronto.
“Bella battuta! – esclamò ridendo Tristian, dando una pacca sulla spalla ad Ash.
“Davvero ti succede questo? – rise a sua volta Stacey, mentre allungava la mano a prendere una delle coppe che Tristian aveva riempito di vino.
“ Raramente. – rispose Damien sottotono, mentre ingollava anche lui la sua coppa di vino. Era avvilente che Angel si fosse fatta l’ennesima guardia del corpo. Non le bastava la combriccola Indiana?
Ignorando completamente i gemelli, Tristian picchiettò leggermente Ashton sulla schiena, per zittirlo. “Quelli laggiù sono lo zio Robert e la moglie, zia Dianne. – disse, indicando la coppia che in quel momento stava entrando nella SPA. – Se dopo i gemelli hanno smesso di fare figli, una ragione ci sarà! – continuò, facendo un sorrisetto ad Ashton.
“Chi è il tuo amico?– esclamò Tiffany, arrivando di corsa e appoggiando un ginocchio sulla coscia di Devin, a metà tra l’annoiato e il curioso. Indossava un bikini azzurro di varie taglie più piccolo e qualcosa di trasparente legato intorno alla vita.
Mollò uno schiaffetto sull’orecchio del ragazzo, quando questi si girò a fissare le sue tette. “E smettila, pervertito! – gli disse, con tono scherzoso.
“Lascia perdere, Tiff – le disse Devin di rimando con tono compassionevole – E’ già impegnato.” Le fece l’occhiolino. “ Ti dovrai accontentare di me!” Mugugnò, quando vide che Damien aveva provato a baciare Stacey. “E che cavolo, Damien, non ti posso voltare le spalle un attimo! – esclamò.
I gemelli cominciarono a litigare tra loro, con Stacey in mezzo. Lei mise delicatamente una mano sulla spalla di uno di loro e li ammonì. “Dateci un taglio, ragazzi, o vi assicuro che me ne ritorno a casa!”
“Tiffany, ti presento Ashton, l’ospite che Angel ha invitato per questa settimana. – disse Tristian. Aveva declassato Ash da fidanzato a semplice ospite volutamente. Se Tiffany lo aveva puntato, chi era lui per mettersi in mezzo? “Tiffany è la nostra cuginetta piccola – precisò ad Ash – e ha due fratellastri, che dovrebbero trovarsi nei paraggi.”
“Sono in piscina con i loro amici – disse Tiffany, con aria imbronciata al ricordo delle parole di Devin. Poi di scatto prese il ragazzo per mano e lo costrinse ad alzarsi dalla sedia. – Dai, Devin , andiamo a fare un tuffo anche noi!”
“Okay! – rispose quello, dandole una piccola pacca sul sedere e seguendola in piscina.
Ashton aggrottò la fronte ma si morse le labbra, per non esprimere chiaramente i suoi pensieri.
Aveva idea che, se lo avesse fatto, il parentado lo avrebbe snobbato per tutta la settimana. Tristian gli indicò una bella ragazza dai capelli bruni che in quel momento stava riemergendo dal fondo piscina. “Quella è Paris, la sorella maggiore di Tiffany. E quello dietro di lei che sale la scaletta deve essere il nuovo giocattolo settimanale, perché è la prima volta che lo vedo.” Gli indicò qualcuno al lato opposto della piscina. “ E quello laggiù, nella piscina per bambini, è il fratellino Jason.”
“Ma che ci mettete nel vino ? – chiese Ashton, sperando che la frase suonasse come una battuta.
“Secondo te, perché io non lo bevo? – rispose con un sorriso Tristian. Quel ragazzo cominciava a piacergli… a volte la vita faceva davvero schifo. “La mamma dei gemelli, zia Carley, dovrebbe arrivare a momenti. Cioè.. – gli sussurrò all’orecchio per non farsi sentire da Damien – se non è troppo ubriaca da non riuscire a stare in piedi!”
“Credo stia arrivando. – disse Ash, che ormai stava radiografando l’ingresso da quando aveva visto Angel. La signora in entrata assomigliava un po’ alle due ragazze, ma aveva i capelli più corti e troppo trucco. Sembrava stanca oppure… ma dai! – barcollava.
“Sì, è lei – disse Tristian – e scommetto che ora andrà a prendersi del liquore.” Emise un fischio di esultanza, quando Carley andò a prendersi una bottiglia di Corona Reale dal Tiki-Bar e se la portò sul divano, senza nemmeno preoccuparsi di prendere un bicchiere.
“E quella chi è?– chiese Ashton, notando una bella ragazza dalla pelle lattea e i capelli castani più o meno dell’età di Angel che entrava in quel momento.
“Ah… lei è un’altra cugina. – disse Tristian alzandosi e andando a raggiungere la ragazza a mezza strada. Conoscerla avrebbe fatto andare fuori di testa il buon Ash! Si chinò su di lei e schioccò a Shae un lungo bacio appassionato. Quando fu convinto di aver ormai dato spettacolo, le sussurrò sulle labbra: “Non arrabbiarti con me, ma ho appena detto ad Ashton che sei una delle nostre cugine. E’ svenuto , o è ancora lì?”
“Sta lì… ma è sempre così pallido? – ridacchiò la ragazza.
Tristian si voltò, e quasi svenne dal ridere alla vista del ragazzo in piedi con lo sguardo attonito, che faceva finta di non guardare. “Ok, andiamo a dargli una mossa! – esclamò Tristian, e poi la guidò per mano verso di lui. Arrivato al tavolo noto con soddisfazione che Damien e Stacey si erano uniti a Devin in piscina.
“Questa è mia cugina Shae… – la ragazza gli mollò una gomitata dietro la schiena – Cioè… volevo dire, la mia ragazza!” Sorrise, con sguardo colpevole. Ashton la fissò, e poi incrociò le braccia sul petto.
“Dov’è tua sorella? All’improvviso sento la voglia di nascondermi dietro qualcuno!”
“Mio fratello ti sta dando filo da torcere? – esclamò la voce di Angel alle sue spalle. Sorrideva con Shae, dopo aver ascoltato la frase sulla… cugina.
“Grazie a Dio! – esclamò Ash, e si chinò su di lei, che gli posò un tenero bacio sulle labbra. D’impulso provò una fitta di gelosia, perché quel bacio non assomigliava minimamente a quello che Angel aveva dato ad Hunter poco prima! “So che tra meno di un giorno compirò ventun anni, ma tuo fratello sta facendo di tutto per indurmi a bere! – disse Ash.
Attirandola a sé, il ragazzo non potè resistere all’impulso per guardarle dietro le spalle, per accertarsi che quell’Indiano non la tallonasse. Vedendo un uomo alto appoggiato al bancone del Tiki-Bar sussultò, ma poi si rese conto che non era Hunter. Anche quello era un Indiano, ma sul viso aveva un’espressione molto più maligna e pericolosa di Hunter.
Ray non distolse lo sguardo, ma anzi fissò più intensamente il ragazzo di Angel. Con sguardo freddo, si avvicinò al gruppetto… senza mai interrompere il contatto visivo con Ash. Notando che Angel stava osservando chi stesse guardando Ash, per un attimo il suo sguardo si addolcì per posare gli occhi su di lei, senza fregarsene minimamente di ciò che poteva pensare il suo ragazzo.
Vedendolo arrivare, gli occhi di Angel si riempirono di gioia:
“Guarda chi si vede, il mio Ray! – esclamò. Provò a staccarsi da Ash per correre verso di lui, ma quello lo bloccò con una forte stretta della mano. Lei si morse il labbro, interdetta, ma poi si rimise a sedere sorridendo allegramente, aspettando che fosse Ray a raggiungerli.
Tristian notò questo movimento di Ash e si accigliò. Angel voleva semplicemente riabbracciare l’amico che non vedeva da due anni, quindi perché Ashton era così geloso? Si alzò in piedi, pronto a dire in faccia al ragazzo che era un coglione, ma si trattenne, vedendo che Ray si era chinato su Angel e la stava abbracciando appassionatamente.
Notando lo sguardo triste di Ash, pensò che quello sarebbe stato l’inizio di una bella scenata di gelosia!
“Che bello rivederti a Sanctuary! – esclamò felice Ray, tenendola stretta più del normale, solo per far incazzare quello stronzo del suo ragazzo. Addirittura, le stampò un bel bacio sulla guancia, prima di staccarsi lentamente dalla ragazza. Mentre la guardava nei suoi occhi blu, il suo sguardo si accendeva di mille colori diversi. “Se cominci a sentire dolore alla mano dimmelo… e gli taglierò le dita! – esclamò.
“Cosa? – disse Angel. Poi subito comprese a cosa Ray si riferisse. – Ah, no! – rise, mostrando la mano ancora imprigionata dalla stretta di Ash – No, non mi dà nessun fastidio! Questo è il mio ragazzo, Ashton Fox!”
Sorrise rassicurante, ben sapendo che se non fosse stata convincente, davvero Ray gli avrebbe staccato le dita! Difenderla era sempre stata la priorità dell’amico.
Angel sbattè le palpebre al ricordo di una delle tante cose successe in passato, a questo riguardo. Di quando dette una bella ripassata a Tristian e Hunter, quando l’avevano convinta a salire sulla vecchia quercia che dava sul laghetto. Le aveva sempre proibito di farlo, e ogni volta spuntava fuori dal nulla per acchiapparla al volo da un ramo che non desse sull’acqua.
Ray nel frattempo ignorò le sue parole e continuò:
“Sono felice che tu sia tornata a casa, Angel. Magari tua nonna vedrà realizzato il suo ultimo desiderio di tenerti qui!” Si chinò su di lei per sussurrarle qualcosa all’orecchio, ma lo fece a voce abbastanza alta perché tutti sentissero. “Più tardi, c’è una sorpresa per te!” La guardò con aria da complotto, poi lanciò un sorriso a Tristian e a Shae e si allontanò. Senza far più parola con nessuno girò intorno all’enorme piscina e uscì per uno dei cancelli posteriori.
“Bene, ha già cominciato a mordere. – disse Angel, con aria triste – Si può sapere perché non si è fermato con noi?”
“Forse sta andando a prepararti la sorpresa – lo coprì Tristian, che sapeva cosa stava andando a fare l’amico.
Tornando al tavolo dei rinfreschi, Angel si massaggiò a lungo la mano che finalmente Ash le aveva mollato, e si sedette accanto a lui. Voleva chiedergli perché l’avesse stretta così forte, ma si trattenne vedendo lo sguardo di Ash fisso su Shae, che stava all’altro capo del tavolo. Se lui voleva fare lo stronzo… allora era meglio lasciarlo perdere! Lei aveva voglia di festeggiare e di stare con gli amici che non vedeva da un pezzo, da che se n’era andata!
“Allora, mio fratello si è comportato bene, o ha detto solo balle per tutto il tempo? – chiese, con aria scherzosa.
“ Credo la seconda! – esclamò Shae, facendole l’occhiolino e alzandosi. – Tristian, ti rubo un attimo tua sorella e vi raggiungiamo più tardi!”
“Beh, e non potete spettegolare davanti a noi ragazzi ? – esclamò Tristian, felice che Angel si allontanasse da Ash e che Shae non gli stesse più col fiato sul collo. Aveva invitato Shae per quella settimana, solo perché la sorella avesse un promemoria vivente sui motivi per cui doveva rimanere a Sanctuary.
“Oh, no, ci togliereste tutto il divertimento! – disse Shae, con un sorriso furbetto.
“Ok, almeno per una volta te la lascio. – scherzò Tristian, mentre Shae andò a tirare per le mani Angel fuori dalla sedia, come se fossero due studentesse.
Guardando Ash, Tristian potè notare quanto la sua espressione fosse cambiata, come se fosse passato dalla notte al giorno. Le sue labbra si erano fatte strette, e anche gli occhi avevano perso il sorriso.
Sospirò, sentendosi sollevato al pensiero di avere un altro motivo per non trovare simpatico Ashton Fox. Lui non tollerava l’idea di condividere Angel con loro. Ciò gli avrebbe dato la necessaria giustificazione per tenere Angel lontana da lui per tutto il tempo che sarebbero stati lì.

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Legami Che Incatenano Amy Blankenship
Legami Che Incatenano

Amy Blankenship

Тип: электронная книга

Жанр: Триллеры

Язык: на итальянском языке

Издательство: TEKTIME S.R.L.S. UNIPERSONALE

Дата публикации: 16.04.2024

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О книге: Sanctury è un resort enorme e isolato, posto sulla cima della montagna di proprietà avita.. Angel Hart vi è cresciuta con la sua famiglia, che l′ha sempre tenuta lontana dal mondo normale e con la sola compagnia dei tre uomini che ha sempre adorato, fino a quando il divorzio dei suoi genitori l′hanno separata da tutto. Angel ha sempre fatto una vita avvolta nella bambagia, accudita e protetta. Due anni dopo Angel torna a casa per una breve visita, portando con sé anche il suo fidanzato. All′improvviso la ragazza si troverà al centro di affetti morbosi, che faranno di tutto per evitare che lei lasci di nuovo Sanctuary. Queste ossessioni si trasformeranno ben presto in un gioco di possesso ossessivo e mortale, perché gli uomini che l′hanno sempre amata diventeranno molto più pericolosi della stessa montagna. Sanctury è un resort enorme e isolato, posto sulla cima della montagna di proprietà avita.. Angel Hart vi è cresciuta con la sua famiglia, che l′ha sempre tenuta lontana dal mondo normale, e con la sola compagnia dei tre uomini che ha sempre adorato, fino a quando il divorzio dei suoi genitori l′hanno separata da tutto. Angel ha sempre fatto una vita avvolta nella bambagia, accudita e protetta. Due anni dopo Angel torna a casa per una breve visita, portando con sé anche il suo fidanzato. All′improvviso la ragazza si troverà al centro di affetti morbosi, che faranno di tutto per evitare che lei lasci di nuovo Sanctuary. Queste ossessioni si trasformeranno ben presto in un gioco di possesso ossessivo e mortale, perché gli uomini che l′hanno sempre amata diventeranno molto più pericolosi della stessa montagna.

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