Purificazione Della Memoria. Giovanni Paolo II E La Guarigione Intergenerazionale
Andrzej Stanislaw Budzinski
Andrzej Budzinski
Copyright © 2019 - Andrzej Budzinski
Titolo
Andrzej Budzinski
Purificazione della memoria.
Giovanni Paolo II e la guarigione intergenerazionale
© 2019 Andrzej Budzinski
La prima edizione 2019
Copertina: Andrzej Budzinski
Verona 2019
Introduzione
Il titolo del libro è un po’ provocatorio: “Purificazione della memoria. Giovanni Paolo II e la guarigione intergenerazionale” . Questo già è mio secondo libro che tocca il problema della preghiera della guarigione dell’albero genealogico. Posso dire che è la seconda edizione, che è un po’ corretta e modificata. La novità di questa seconda edizione è l’aggiunta della testimonianza di Giovanni Paolo II della preghiera della purificazione della memoria, che in realtà significa la guarigione dagli effetti o dalle influenze del peccato intergenerazionale o la guarigione intergenerazionale .
Il primo libro ho scritto in polacco, mia lingua madre, come una riflessione – contestazione alla “Delibera 15/370/2015 della Conferenza Episcopale Polacca del 6 ottobre 2015 sul cosiddetto peccato intergenerazionale e la guarigione intergenerazionale”
. Il suo titolo è: „Non al divieto dell’Episcopato Polacco alle preghiere per la guarigione intergenerazionale”. Subito dopo la sua pubblicazione, da una parte era attaccato ferocemente da diverse persone che con la forza volevano dimostrare l’errore della preghiere per la guarigione intergenerazionale, ma dall’altra maggior parte dei lettori era accolto con entusiasmo e approvazione ringraziandomi per il coraggio.
Spero che il mio secondo libro non finisce nell’elenco dei libri proibiti
, perché in esso non soltanto tocco il problema della preghiera per la guarigione intergenerazionale, ma anche convoco, come testimone il papa Giovanni Paolo II, un grande esempio della fede, a dirittura polacco e santo. Come la sua testimonianza invoco questo che ha fatto nella prima Domenica di Quaresima, 12 marzo del 2000 nell’anno di Giubileo durante Giorno del Perdono: “ In questa prospettiva gli atti compiuti e richiesti dal Papa in rapporto alle colpe del passato presentano un valore esemplare e profetico”
.
Certamente sto scherzando perché, come leggiamo nella nota tale elenco “ fu soppresso dalla Congregazione per la dottrina della fede il 4 febbraio del 1966” . Sicuramente non sarò anche perseguitato dall’inquisizione
, per un semplice motivo, perché essa già non esiste. Assicurato che non sono in pericolo posso continuare serenamente sapendo, che esiste la libertà dell’espressione.
Oggi non è nessun mistero, che n el passato della storia della Chiesa e dell’Europa sono successe le assurdità da parte degli uomini nella Chiesa Cattolica però non della Chiesa
, che non emanavano per niente del profumo della Chiesa di Cristo, ma del fanatismo e dello zolfo
. Una di queste è la teoria secondo cui il sole gira attorno alla terra
. Il scienziato che non era d’accordo con essa si chiama Galileo
: “È il 22 giugno 1633. Il vecchio tremante si inginocchia davanti al tribunale dell'Inquisizione romana. Quest'uomo è uno dei più famosi studiosi di questo periodo. Ha sostenuto le sue teorie con i risultati di molti anni di ricerca. Questo è il motivo per cui è assolutamente sicuro delle sue opinioni. Tuttavia, se vuole salvare la vita, deve rinunciarle”
. Ha rinunciato la verità della paura, per salvare la propria vita. Il Tribunale dell'Inquisizione Romana ha condannato studioso di 69 anni all'ergastolo con un voto di 7 a 3, ma la pena è stata infine commutata a 3 anni di prigione.
Chi aveva ragione veramente? Sappiamo, che Galileo. Chi però aveva “ragione”? Chi aveva il potere, gli uomini nella Chiesa
.
Perché scrivo questo? Perché ho miei dubbi. Chi sa forse nel caso della proibizione, dalla Conferenza Episcopale Polacca della celebrazione della Santa Messa e di tutte le funzioni di preghiera per la guarigione dei peccati intergenerazionali o la guarigione intergenerazionale, si ripete lo sbaglio accaduto in occasione della faccenda con Galileo? Gli uomini nella Chiesa non hanno preso in considerazione l’esperienza della scienza, come adesso l'Episcopato non prende in considerazione l’esperienza della psicologia e psichiatria
. Per approfondire questo problema propongo leggere libro di Ancelin Schutzenberger Anne
“La sindrome degli antenati. Psicoterapia transgenerazionale e i legami nascosti nell'albero genealogico” , Di Renzo, 2011. Utile sarebbe anche leggere un articolo di dott. Alessandro Gambugiati “Psicosintesi dell’albero genealogico” , dove alla conclusione scrive: ”La vita di ogni membro di una qualsiasi famiglia può essere influenzata da “lealtà invisibili” che possono incidere concretamente sul destino del soggetto e del suo albero genealogico al di la del tempo (sindrome dell’anniversario) e dello spazio (concetto “tele”), tutti fenomeni che la psicologia e la statistica stanno indagando con metodo scientifico. Sebbene non sia ancora chiara la modalità di trasmissione di questi destini, sappiamo per certo che tale fenomeno ha luogo e che si ripercuote sulle nostre vite anche nei termini di vita e di morte (es. sindrome da anniversario)”
. Di nuovo troviamo lo scontro tra la scienza e la fede? Secondo la decisione dell’Episcopato Polacco sembra che loro non hanno la ragione. Discutibile!
Sono sicuro che l’Episcopato Polacco aveva i validi motivi per agire in questo modo per pubblicare il documento di genere, secondo me, però, troppo superficiale che non ha preso in considerazione importanti fatti storici, come questo del papa del 12 marzo 2000, e importantissimo documento della Commissione Teologica Internazionale, “Memoria e riconciliazione: La Chiesa e le colpe del passato” . Penso che la sua decisione non è ponderata fino il fondo.
La decisione dalla Conferenza Episcopale Polacca ha suscitato in me la curiosità della ricerca e la mia intuizione non mi ha ingannato. Anche la Conferenza Episcopale Francese, ancora prima della polacca, ha pubblicato Nota dottrinale sulla guarigione delle radici familiari tramite l’Eucaristia. Anche questa Nota nella conclusione conferma: “ Ma che le anime dei defunti che sono ancora in purgatorio possano nuocere in modo attuale e decisivo alla salute spirituale dei loro discendenti e che, liberando gli uni, si possano contestualmente guarire anche gli altri, sembrerebbe una verità nuova nella Chiesa cattolica, che non trova alcun riscontro nella Tradizione, per cui non si potrebbe né riconoscerla né praticarla”
.
In Polonia c'è un proverbio che dice: “Non buttare via il bambino con l'acqua del bagnetto” . Penso che questo proverbio può essere adeguato nel caso della preghiera per la guarigione dei peccati intergenerazionali o la guarigione intergenerazionale o dell’albero genealogico
. Questo tipo di preghiera, come sottolinea l’Episcopato Polacco e Francese non ha le basi ne nella Bibbia e nella Tradizione della Chiesa, per questo non può essere riconosciuta dalla Chiesa e in conseguenza non può essere praticata, in effetti è stata proibita.
Vorrei chiarire, che l’intenzione del mio libro non è dimostrare che l’Episcopato Polacco e Francese hanno sbagliato, ma dare il mio contributo alla riflessione del dibattito costruttivo delle opinioni opposti. Non nascondo che personalmente sono pro la preghiera della guarigione dell’albero genealogico, ma questo ancora non significa che a tutti i costi voglio promuovere questa preghiera. A me interessa la verità, perché la verità ci farà liberi (cfr. Gv 8,32).
Tanti cattolici, tra cui anche sacerdoti credono, basandosi sull’esperienza personale e degli altri, che la preghiera dalla guarigione dagli effetti dei peccati intergenerazionali porti aiuto a molte persone e non è affatto contraria all'insegnamento delle Sacre Scritture e della Tradizione della Chiesa.
Attenzione, tuttavia, non sempre dove l’uomo riceve aiuto deve essere l'azione di Dio, ciò sottolinea il vescovo Andrzej Siemieniewski
: “Il paradigma
apostolico dice: Conoscerai la Verità e la Verità ti renderà libero. Il paradigma New Age dice: Qual è la verità? Se qualcosa ti aiuta, questo è vero, non importa che sia secondo del coretto insegnamento del Vangelo o no!”
Il paradigma del New Age è incluso nel documento del Concilio Vaticano II: Gesù Cristo, il datore di acqua viva , e si esprime così: “ La verità del New Age riguarda buone vibrazioni, corrispondenze cosmiche, armonia ed estasi, in generale esperienze piacevoli. Si cerca di individuare la propria verità secondo un criterio di benessere. La valutazione della religione e delle questioni etiche avviene naturalmente in base ai propri sentimenti e alle proprie esperienze”
. Secondo l’insegnamento della Bibbia: “[15] Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. [16] Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? [17] Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; [18] un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. [19] Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. [20] Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere” (Mt 7,15-20) .
Mentre il papa Benedetto XVI sottolinea durante l’Ordinazione Episcopale dei cinque vescovi: “La prudenza esige la ragione umile, disciplinata e vigilante, che non si lascia abbagliare da pregiudizi; non giudica secondo desideri e passioni, ma cerca la verità - anche la verità scomoda. Prudenza significa mettersi alla ricerca della verità ed agire in modo ad essa conforme. Il servo prudente è innanzitutto un uomo di verità e un uomo dalla ragione sincera”
. San Paolo, grande Apostolo, insegna: “[19] Non spegnete lo Spirito, [20] non disprezzate le profezie; [21] esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono. [22] Astenetevi da ogni specie di male” (1Tes 5,19-22) .
“ Astenetevi da ogni specie di male” - nel testo biblico si può capire in due modi:
dal punto di vista dell’Episcopato - pregare per la guarigione dagli effetti del peccato intergenerazionale ha l'apparenza del male, quindi deve essere evitata,
dal punto di vista dei sostenitori di questa preghiera, la decisione dell’Episcopato ha l'aspetto del male, quindi deve essere evitata e riesaminata.
Chi ha ragione? Questo dialogo riguarda la verità e non la dimostrazione la propria ragione, o la dimostrazione di potere o di superiorità. Il mio consiglio.
Dopo l’introduzione prima di cominciare leggere il libro sarebbe utile leggere la nota 1 e 2, che si trovano alla fine del libro. Questo ci aiuterà capire il problema esposto dall’Episcopato Polacco e Francese.
Il braccio fratturato
Vorrei cominciare la mia riflessione da una storia che è successa nella mia famiglia e nella quale direttamente sono stato coinvolto io e mia madre. Senza dubbi questa storia mi ha dato input alla riflessione sul problema della preghiera della guarigione intergenerazionale e della sofferenza causata dai peccati degli antenati.
Mia mamma mi raccontava: quando era piccola, nella sua città dove abitava era un ragazzo con il braccio paralizzato. Altri bambini, tra cui anche mia mamma lo prendevano in giro. Provate immaginare, non lo so, che era soltanto una cosa casuale o no, il giudizio lascio a voi, per me personalmente, però, non era solo una coincidenza. Quando avevo più o meno 12 anni ho rotto il braccio sinistro cadendo dall’albero. La frattura era molto grave in quattro posti. Per un lungo periodo avevo il braccio ingessato. Dopo un po di tempo mi sono reso conto, che non potevo muovere le ditta della mano. La mia mano era quasi inerte, sembrava paralizzata. Durante una consultazione, i medici hanno detto a mia madre che non sapevano cosa fare per aiutarmi. Con queste parole in qualche modo mi hanno “condannato” a un'invalidità permanente. Mi ricordo come oggi il pianto disperato di mia madre. Si accusava, collegando la mia disabilità con la storia del ragazzo, con una mano paralizzata, che lo prendeva in giro. Come mai? Diceva, che è stata punita e io soffro per la sua colpa. Pensavo. Era proprio così che io soffro per la sua colpa? Mia sofferenza era causata dal peccato di mia madre? La mia malattia era la sua penitenza? Se era così, significherebbe che ero la vittima del suo peccato. Mia sofferenza era innocente. La mia sofferenza era l’espiazione per mia mamma? Era soltanto una coincidenza? Forse si, forse no. Sinceramente anche io non lo so. Una cosa certa, che questa situazione ha lasciato dentro di me tanti dubbi e tante domande. Provo fare un’ipotesi! Tutto questo non era la coincidenza ciò significherebbe, che la mia sofferenza aveva le sue radici nel peccato di mia mamma ed io ero la vittima. Ero innocente. Soffrivo perché lei era mia madre e io ero suo figlio. La semplice ingiustizia! Credetemi, pensando di questo tanti anni dopo, mia madre già è morta, mi passano tanti pensieri in testa che non mi lasciano in pace. Mi turbano, ma questo turbamento è creativo. Chi sa quante ingiustizie ho subito nella mia vita per colpa dei miei genitori?
Pensando su di questo, quasi automaticamente mi viene in mente un altra domanda che riguarda le conseguenze dei peccati degli antenati. Esiste influenza del peccato generazionale, che ha la sua origine nel peccato degli antenati? Lo so che questo problema suscita le controversie. La miglior confermazione è la reazione dell’Episcopato polacco e francese, la proibizione di praticare di questo tipo di preghiera. Credetemi, nonostante della proibizione questo non ha risolto il problema, perché non è facile da risolvere. Possiamo dire che è un problema fuori legge ed aperto, specialmente di fronte dell’atto di papa Giovanni Paolo II compito 12 marzo 2000 nell’anno di Grande Giubileo.
Un problema molto serio che tocca le nostre famiglie, ogni famiglia del mondo e ogni persona del mondo. Tocca il nostro passato, presente e futuro. Per questo vale la pena fermarsi e riflettere su di esso. Nessuno di noi ha dubbi che esiste la stretta relazione tra passato e il futuro, che passato influisce al futuro e anche in qualche maniera lo determina, senza toglierci la nostra libertà. Nessuno di noi ha dubbi che il passato costruisce le basi al futuro. No esiste il presente e il futuro senza il passato.
La proibizione della preghiera per la guarigione intergenerazionale può purtroppo creare un danno enorme nel nostro benessere perché ci toglie uno strumento molto valido e potente nella guarigione personale, delle nostre famiglie e in conseguenza della nostre società.
Mia ipotesi! La preghiera per la guarigione dagli effetti negativi dei peccati intergenerazionali è giudicata male dall'Episcopato Polacco e Francese, però, in realtà essa è voluta da Dio, che dimostrano effetti positivi e numerose testimonianze delle persone che si sono sottoposte a questa preghiera. Può essere che la decisione dell'Episcopato lascerà molte persone senza aiuto nelle loro sofferenze insensate e ingiuste. Ecco i miei dubbi, che non mi permettono stare zitto, ma cercare le risposte e stimolare gli altri per cercarle.
Scusate, ma un po mi sono allontanato dal mio pensiero conducente. Torno subito. Mi aspettava un lungo periodo delle cure. Quasi per sei mesi ero ricoverato in un ospedale specialistico a Wroclaw (Breslavia). I miei famigliari venivano da me una volta a settimana. Questo giorno era per me una grande festa. Tutta settimana aspettavo giorno della loro visita. Mi ricordo come oggi che da mattina ero appiccicato alla finestra della mia stanza aspettando loro arrivo. Così era per sei mesi, lunghi sei mesi. Mi ricordo come ieri. Per Natale ho ricevuto il permesso di venire a casa mia per stare con la mia famiglia a festeggiare la nascita di Gesù. Questo era un enorme gioia per me e per tutta la famiglia. Interessante, che quasi non ricordo niente del mio soggiorno a casa. Mi ricordo perfettamente soltanto una cosa: mia mamma ogni giorno massaggiava il mio paralizzato braccio e piangeva supplicando Dio di guarirmi. Nell’ultimo giorno del mio soggiorno è successa una cosa straordinaria – ho cominciato muovere le ditta della mano. Provate immaginare la gioia di noi tutti e specialmente della mia mamma. Chi sa? Forse il suo peccato stato perdonato?
Per capire meglio, che i bambini possono soffrire per colpa dei genitori che hanno peccato e che i genitori, che hanno peccato sono puniti attraverso le sofferenze dei figli, propongo riflettere sulla storia di re Davide: “[1] Il Signore mandò il profeta Natan a Davide e Natan andò da lui e gli disse: "Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. [2] Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero; [3] ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con i figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia. [4] Un ospite di passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi, risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per preparare una vivanda al viaggiatore che era capitato da lui portò via la pecora di quell'uomo povero e ne preparò una vivanda per l'ospite venuto da lui". [5] Allora l'ira di Davide si scatenò contro quell'uomo e disse a Natan: "Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte. [6] Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà". [7] Allora Natan disse a Davide: "Tu sei quell'uomo! Così dice il Signore, Dio d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, [8] ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto anche altro. [9] Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l'Hittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti. [10] Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l'Hittita. [11] Così dice il Signore: Ecco io sto per suscitare contro di te la sventura dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un tuo parente stretto, che si unirà a loro alla luce di questo sole; [12] poiché tu l'hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole". [13] Allora Davide disse a Natan: "Ho peccato contro il Signore!". Natan rispose a Davide: "Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. [14] Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore (l'insulto sia sui nemici suoi), il figlio che ti è nato dovrà morire". Natan tornò a casa. [15] Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide ed esso si ammalò gravemente” (2Sm, 12, 1-15) . Il suo figlio è morto per la sua colpa. Re Davide ha peccato e il suo figlio è morto. Capisco, punire Davide, ma perché in questo modo? Il suo figlio era innocente! Secondo la nostra umana logica questo sembra ingiustizia. Perché i bambini devono soffrire per colpa dei genitori? Sarebbe giusto che ognuno di noi soffrisse per le proprie colpe. Torno a questo problema in seguito.
1 Le testimonianze
Vorrei sottolineare che queste testimonianze provengono dalla mia esperienza personale. Sono laureato all'Università Pontificia a Breslawia in teologia morale. Ho frequentato tanti corsi di psicologia, pedagogia ecc. Ho lavorato tanti anni come consulente psicologico nei centri d'aiuto alle persone con problematiche varie. Da più di 20 anni lavoro come insegnante di religione cattolica. Nel Rinnovamento dello Spirito Santo sono coinvolto dal 1980, quasi 40 anni. Sono il fondatore del gruppo di evangelizzazione Shemà Israel in Polonia, con il quale abbiamo evangelizzato in Polonia e in Germania. Il centro di attività del gruppo era Kłodzko, la Chiesa delle Clarisse, dove venivano celebrate le Sante Messe per la guarigione e liberazione. Ho servito per molti anni nella preghiera di guarigione e liberazione collaborando con tanti sacerdoti esorcisti.
La prima testimonianza: Il braccio fratturato, già avete letto e proviene dalla mia famiglia. Posso dire, che questa esperienza era per me come la spinta verso il pensiero che i peccati, o meglio dire, le conseguenze dei peccati egli antenati influenzano le generazioni future.
1. Perdono e insonnia.
Mi ricordo, veniva da noi una ragazza, che soffriva insonnia da più di tre anni. Non perché non sentisse il bisogno di dormire. Lei non riusciva a dormire. Qualcosa non gli permetteva. Ha cercato aiuto da molti medici provando tanti tipi di medicina. Ha subito varie terapie. Strano. Niente l'ha aiutato. Ricordo che durante il mio primo incontro, dedicai quasi tutto il tempo alla preghiera di intercessione. Sorprendente. Dopo questa preghiera, per la prima volta da molto tempo, la ragazza iniziò a dormire meglio. Per me era un chiaro segno che la sua malattia non era fisica, ma spirituale. Durante il secondo incontro, la ragazza mi raccontò la storia della sua vita. Tra le tante cose, mi ha detto che quattro anni prima il suo padre ha divorziato con la sua mamma. Sentì odio verso di lui e non poté perdonarlo. Mi ha detto che lo vede spesso perché vive nella stessa città. Quando lo vede, lo maledice, attraversa la strada e fa di tutto di non essere notata da lui. Ho capito che lei dovrebbe perdonarlo. Purtroppo non poteva e non voleva, perché sentì contro di lui un grande dolore. Quando le ho chiesto da quando soffre insonnia. Lei rispose: dopo il divorzio. Strano. Ho capito che la causa della sua insonnia è il peccato di suo padre. Lasciare la famiglia era il peccato di suo padre, che ha stimolato i peccati in sua figlia - l'odio, la vendetta, la maledizione. Interessante, pensavo. Il peccato di padre ha causato in lei insonnia. Ero sicuro, che per spezzare la maledizione del peccato di suo padre nella sua vita e delle sue conseguenze, lei doveva perdonarlo. Non poteva, perché sentiva troppo dolore. È venuta da me per un po’ di tempo. Abbiamo pregato. Un giorno venne da me piena di gioia e mi disse: ieri ho incontrato mio padre per strada e all'inizio volevo scappare, tuttavia, non l'ho fatto, mi sono avvicinato, l'ho abbracciato e perdonato. Non so cosa sia successo, ma in quel momento ho sentito che tutto il dolore stava per finire. Ho dormito tutta la notte per la prima volta da quattro anni. Dopo questo evento, è venuta da me diverse volte. L'insonnia è andata via insieme con il perdonando. Qualcuno potrebbe dire: ma suo padre era ancora vivo. È ovvio che il comportamento del padre influisce sul comportamento dei bambini. Questo ciò che è importante: "il comportamento del padre influenza il comportamento dei bambini". La ragazza ha sofferto fisicamente, mentalmente e spiritualmente a causa del peccato di suo padre. Inoltre, il peccato del padre l'ha spinto al suo peccato personale: odio, vendetta, maledizione. Attenzione! Sono sicuro che, se lei non avrebbe perdonato suo padre, anche dopo la sua morte, avrebbe sofferto per colpa del suo peccato.
2. La vendetta dopo 120 anni.
Nel 1997 ho servito come volontario in Albania. In questo paese esisteva, la cosiddetta legge della vendetta, Gjakmarrja, cioè la vendetta del sangue, è molto diffusa a nord d'Albania. La situazione di cui voglio parlarvi mi ha ispirato a riflettere profondamente sulle conseguenze del peccato intergenerazionale. Questo è successo più di 120 anni fa. Uno dei membri della famiglia ha ucciso un membro di un'altra famiglia. Tutta la famiglia dell'assassino per evitare Gjakmarrja fuggì dall'Albania in America. Immaginate che nella famiglia dell'uomo ucciso, l'odio e la vendetta siano stati coltivati per 120 anni, tramandandoli tre le generazioni. Finalmente, dopo 120 anni è arrivata una grande opportunità. Il bis-bis-bisnipote dell'omicida è tornato in Albania. Nella famiglia dell'uomo assassinato, alla vendetta era incaricato uno dei pronipoti. Provate immaginare che la vendetta è stata adempiuta, il discendente dell'assassino di 120 anni fa è stato ucciso. Da questo esempio vediamo chiaramente che due famiglie sono state coinvolte nel peccato generazionale, dell'assassino e dell'assassinato. Gjakmarria era coltivata producendo la storia, la genetica o la memoria del peccato. Possiamo dire assurdo. Tuttavia, la vera assurdità. Gjakmarrja non finì qui, perché la famiglia del pronipote assassinato voleva vendicarsi. In questo modo, la vendetta potrebbe continuare fino alla fine del mondo. Le famiglie attratte da questo assurdo di spargimento di sangue non volevano sentire parlare di pace. Dopo lunghe trattative e preghiere per rompere gli effetti del peccato intergenerazionale, le famiglie sono state in grado di perdonarsi a vicenda.
3. Maledizione della nonna.
Veniva da me una donna. Aveva circa 50 anni. Soffriva di tutte le malattie del mondo. Ha cercato l'aiuto da tanti medici, ma senza effetti positivi. Sembrava che nessuna medicina poteva aiutarla. Alla fine, come spesso capita, ha cercato l'aiuto da Dio e alla fine è arrivata al nostro centro d'aiuto. La sua azione era logica, ha perso speranza nella medicina, ma per fortuna non ha perso in Dio. Strano, pensava. Può essere un problema spirituale. La sua intuizione non l'ha ingannato. Come facevo sempre durante il primo incontro non ho approfondito la storia della sua vita, ma ho pregato che Dio, che conosce tutta la sua storia tocchi tutto ciò che dovrebbe essere guarito. Un miracolo è accaduto immediatamente. La donna aveva la pressione alta, che per molti anni non riusciva a stabilizzare. Dopo il nostro primo incontro la pressione era perfetta. La donna era stupita. Per me era una prova chiara, che dietro le sue malattie si nascondeva lo spirito maligno. Quando abbiamo analizzato la sua vita e dei suoi antenati, è uscita fuori una cosa molto interessante. La sua bisnonna ha maledetto sua nonna. Mi ha detto che anche la sua nonna soffriva di strane, incurabili malattie. Allo stesso modo, anche sua madre. Ora lei stava soffrendo nello stesso modo. Mi disse che i dottori sospettavano le malattie genetiche in famiglia. Da questo ciò raccontava questa donna era per me un chiaro segno che le sue malattie provenivano dalla maledizione della bisnonna. Ero sicuro che erano le malattia genetiche, però, che derivavano dalla genetica spirituale del peccato, però si manifestavano attraverso le malattie del corpo. Abbiamo pregato per rompere tutte le conseguenze della maledizione della bisnonna. Immaginate che dopo ogni nostro incontro spariva una malattia. Ha avuto anche il diabete, che causava le dolorose ferite in vari parti del corpo. Non funzionava nessuna medicina. Dopo una preghiera, le ferite sono state guarite e non sono ritornate più insieme con il diabete. Cosa pensate? Coincidenza?
4. Lo spirito di cartomanzia.
Non devo convincere nessuno che tutte le forme di divinizzazione sono respinte dalla Bibbia
e dalla Chiesa
. Questo è un peccato mortale contro Primo Comandamento
di Dio da cui si deve confessare.
Veniva al centro d’aiuto una donna che praticava la cartomanzia. Voleva liberarsi da ciò, perché si sentiva perseguitata da uno spirito malvagio che si manifestava nella sua vita in vari modi. Si sentiva schiavizzata da lui. Già durante il nostro primo incontro durante la preghiera, la presenza dello spirito malvagio si è rivelata attraverso le manifestazioni. Per me, questo è stata una conferma che era indemoniata. È interessante notare che quando mi raccontò la storia della sua vita e della sua famiglia, c'era un elemento che spiegava le sue condizioni. La cartomanzia praticava la sua nonna (probabilmente anche la sua bisnonna che non abbiamo potuto verificare), sua madre e infine anche lei e la sua sorella. Ho capito che la cartomanzia in famiglia era presente da generazioni, uno spirito di divinizzazione, che "camminava"di generazione in generazione. Non voglio scrivere ora i dettagli della preghiera su questa persona. È importante, tuttavia, che dopo molti esorcismi, il peccato di divinazione con lo spirito maligno è "scomparso"dalla vita di questa donna. È stata liberata dal peso della generazione.
5. Il medico di base.
Il problema della guarigione intergenerazionale nella mia vita, per la prima volta ho incontrato quando ancora non conoscevo questo termine, per non parlare del libro di padre DeGrandis, con il quale non sono d'accordo. Credo che non dovrebbe essere pubblicato a causa del suo contenuto.
Vorrei sottolineare che non sto presentando le opinioni del Rinnovamento dello Spirito Santo ne della mia comunità alla quale appartengo. Questa è solo la mia opinione, o meglio la teoria, con la quale vorrei arricchire il dibatto che riguarda la guarigione intergenerazionale. Non sono un teologo e sono consapevole che posso sbagliare.
Recentemente ho incontrato voci contrarie a questa pratica, e anche con l'affermazione che la guarigione intergenerazionale è qualcosa che va oltre gli insegnamenti della Chiesa. Si tratta di un'accusa piuttosto grave, tanto più che oggi molte persone in Polonia, nei gruppi carismatici, propongono questa preghiera. Sono organizzati i numerosi esercizi spirituali per la guarigione dell’albero genealogico. Non lo nascondo, questo problema mi sta molto a cuore, soprattutto per motivi personali, ma anche professionali.
Sono un medico di famiglia e molto spesso i miei pazienti hanno problemi che si presentano nelle loro famiglie da generazioni. Lo si vede meglio nel caso dell'alcolismo. Se una persona in famiglia è un alcolista, tutta la famiglia è malata e ha bisogno delle cure. Gli effetti dell'alcolismo di una persona sono dannosi per tutti coloro che la circondano. Vi è persino una ricerca scientifica sul fatto che i figli dei genitori alcolisti cadono molto facilmente nell'alcolismo. Tuttavia, l'impatto dell'alcolismo sugli altri può anche essere spiegato dal suo impatto ambientale. I bambini attraverso l’esempio dei loro genitori, imparano certi comportamenti, che poi ripetono nella loro vita, anche se non li hanno accettati prima. Spesso non hanno la forza di rompere con qualcosa che non vogliono. Noto anche un altro problema: lavoro in un ambiente che conosco da anni e vedo fatti che non riesco a spiegare attraverso le influenze ambientali. Spesso incontro nelle famiglie, ad esempio, il peccato dell'aborto. Questo peccato prima commette la madre e poi dalla figlia, non sapendo nulla del peccato della madre. Non riesco per niente a spiegarlo facilmente.
Ho una paziente (la conosco fin dall'infanzia, frequentavamo la scuola insieme), che è sempre stata rifiutata da tutti. Aveva già una nevrosi enorme a scuola, nessuno giocava con lei, nessuno le parlava, se non per ridere di lei, oggi è lo stesso. È stata cresciuta in una famiglia molto dignitosa cattolica, ma ora è sola. Oggi è molto malata (non posso scrivere dettagli, ma dirò che le sue malattie non sono "normali"dal punto di vista medico). da sola, respinta da tutti. Di recente ha scoperto di essere stata adottata. Così è stata anche respinta dai suoi genitori. Non aveva alcun motivo da parte della famiglia che l'ha cresciuta per raggiungere lo stato in cui si trova ora. Mi ricordano le parole della Sapienza di Syr 3,9: “[9] La benedizione del padre consolida le case dei figli, la maledizione della madre ne scalza le fondamenta” . Non so se è stata la maledizione di una madre, ma certamente è stato il rifiuto di una madre.
Ho visto tante malattie che non riuscivo a trattare come medico, a volte malattie che erano generazionali, come la depressione, ripetuti suicidi. Ho parlato loro di Dio, a volte proponevo preghiera di intercessione, capitava che osservavo miglioramento della salute, a volte fisica, ma sempre mentale.
Non ho mai fatto le ricerche approfondite delle influenze generazionali, queste sono solo le mie osservazioni della mia pratica medica. Sono consapevole che non devono essere a favore della guarigione intergenerazionale, anche se, come medico, trovo che le influenze generazionali all'interno della famiglia sono molto chiare, anche se non conosco le cause della loro presenze e in che mono sono trasmesse.
L'esperienza della cosiddetta guarigione intergenerazionale ho incontrata anche nella mia famiglia, è stato pochi anni fa, quando non sapevo ancora che si chiamava così. Ho cercato di spiegare in qualche modo i fatti che avevo incontrato nella mia vita, ho pensato al ruolo dei sacramenti e ho elaborato per il mio uso personale la seguente teoria: La responsabilità del peccato è certamente personale. Ognuno risponde personalmente a Dio per proprio peccato. Tuttavia, mi sembra che ogni peccato abbia le sue conseguenze, che colpiscono sia la persona che ha peccato e gli altri, sia tutta la Chiesa. Il peccato del mio antenato non è mio, perché questo è impossibile, ma le sue conseguenze mi feriscono
.
1 Il significato delle parole!
Capire il significato dei significati nei dibattiti ha una grande importanza. Prima di tutto dobbiamo conoscere onestamente ed essere sicuri di questo, che cosa nostro interlocutore, usando un esatto termine, voleva dirci. Se non capiamo questo cosa ci dice, oppure ancora peggio, capiamo questo che vogliamo capire o non vogliamo capirlo, allora trovare il punto d’incontro è impossibile. Può essere anche così, che sinceramente l’argomentazione del nostro interlocutore, indipendentemente dal fatto che abbia ragione o no, non ci interessa. Perché prima di cominciare “il dialogo” con lui, avevamo già le idee chiare cosa vogliamo raggiungere - dimostrare che lui non ha la ragione.
La base di ogni onesto dibattito è trovare la soluzione del toccato problema. In nostro caso, come lo esprime il documento dell’Episcopato Polacco è capire il significato dei termini: “peccato intergenerazionale” e “guarigione intergenerazionale” .
Nel tale documento è scritto: “Alla base del parlare del peccato generazionale sta la convinzione che i peccati degli antenati influenzano le vite dei membri della loro famiglia che vivono oggi. Questa influenza può avere una dimensione spirituale e corporea, ad esempio sotto forma di malattia, può anche essere la causa dei problemi mentali e dell'insuccesso nella vita coniugale o familiare. Il carico del peccato ereditato dagli antenati - secondo i sostenitori di questa teoria - richiede la liberazione dell'uomo, che viene eseguita attraverso la preghiera per la guarigione o l'esorcismo”.
Io personalmente, avrei dato a questa preghiera il nome: "Preghiera per interrompere le conseguenze dei peccati intergenerazionali" . Ripeto dalle conseguenze dei peccati, non dalle persone dei nostri antenati e dai peccati stessi. La Chiesa insegna le cose ultime dell'uomo, così dette novissimi:
Morte [25] .
Giudizio: particolare [26] e universale [27] .
Paradiso [28] o inferno [29] .
Dopo la morte dell’uomo, il suo destino eterno, attraverso il giudizio di Dio, è compromesso. Non può, come persona, influenzare le nostre vite, perché è nelle mani di Dio. Anche il peccato del nostro antenato non è il nostro peccato, ma il suo peccato personale. Lui è responsabile di questo peccato, non noi. Tuttavia, gli effetti del peccato del nostro antenato, possono ma non devono, avere effetti negativi sulla nostra vita, sulle nostre relazioni. Il peccato del nostro antenato attraverso l'ambiente che crea intorno a noi, attraverso l'avvelenamento che infetta il nostro ambiente intorno a noi, le nostre generazioni, produce la cosiddetta: genetica del male, la storia del peccato o la memoria del male , che può manifestarsi attraverso cattivo l'esempio della vita tramandata da generazioni
, e anche attraverso la presenza dello spirito maligno.
Il potere e l'influenza della genetica del male, la storia del peccato o la memoria del male , dipendono dalla gravità del peccato commesso dai nostri antenati e purtroppo possono essere trasmessi di generazione in generazione se non vengono interrotti. Può essere trasmessa a tre livelli dell'esistenza umana:
spirituale,
fisica,
psichica.
Questo significa, che può manifestarsi attraverso le malattie spirituali, fisiche e psichiche. Per questo per interrompere l'influenza della genetica del male, la storia del peccato o la memoria del male è necessario un esorcismo o una "Preghiera per interrompere le conseguenze dei peccati intergenerazionali" .
Vorrei sottolineare, però, che non si tratta di trasmettere il peccato da una persona all’altra attraverso le generazioni, perché i peccati non camminano. Non esiste, anche, come sottolinea il Documento dell’Episcopato, la "reincarnazione del peccato" , che sono completamente d'accordo. Secondo me, tuttavia, esiste la genetica del peccato, la storia del male, memoria del peccato o eredità del passato.
Il potere di influenza del "codice genetico del peccato" dei nostri antenati è strettamente legato con il tipo, l'intensità e la grandezza del male commesso. Furto e occultismo avranno un impatto diverso. Altro impatto avrà tradimento e aborto. Altro peccato di gola e omicidio. Una cosa molto importante nell’influenza delle conseguenze dei peccati intergenerazionali nelle generazioni è presenza e l’azione del spirito maligno. Sappiamo che ogni peccato mortale, e specialmente proseguire in esso, può essere la causa della possessione diabolica, prima di tutto questo riguarda il primo comandamento: le pratiche occultistiche, satanismo, magie, astrologia.
Il diavolo non muore con la morte dell’uomo. L’uomo posseduto possiamo paragonare all’uomo malato spiritualmente. Purtroppo questa malattia può essere anche pericolosa all’ambiente famigliare e delle persone d’intorno, ciò significa, che in qualche maniera influenza ad esso. Attenzione! Non in modo che il peccato si trasmette dall’uno all’altro, perché il peccato è là dove è la libera decisione dell’uomo. Proviamo immaginare che viviamo con una persona malata di tubercolosi, che è contagiosa. Non significa questo che avremmo questa malattia anche noi, ma siamo al rischio e probabilità di ammalarsi è alta. I germi di questa malattia sono nell'aria, li stiamo respirando. In questo momento vorrei citare una parte dell’articolo di p. prof. Aleksander Posacki SJ
in Fronda: “Nel frattempo, P. Posacki spiega che, sono sostenitore della preghiera per la guarigione intergenerazionale, essa, però, deve essere fatta con grande cautela e in certe condizioni teologiche (...) Questa è ancora un'area vergine e quindi conoscerla richiede molta cautela, ma non può essere messa a tacere, ignorata o nemmeno perseguitata. Si tratta quindi di guardare a questo problema alla luce dell'insegnamento della Chiesa della responsabilità individuale e la punizione di ciascuno di noi per i propri peccati, e non per i peccati dei nostri antenati. L'autore dell'Introduzione presenta i meccanismi e il trasferimento degli effetti (e non come punizione per questi peccati) dei peccati ripetuti dalle generazioni successive. Così, i "peccati generazionali"sono quelli che vengono replicati nelle generazioni future e che sono causati dall'esempio sbagliato dato dai nonni e dai genitori ai loro figli e nipoti. Così i figli, i nipoti, con l'esempio sbagliato, commettono gli stessi peccati dei nonni o dei genitori. Penso, ad esempio, a tutte le patologie (alcolismo, tossicodipendenza, dissolutezza - sessoholism, divorzio e altre) e a quelle nate dal contatto diretto o indiretto con le forze diaboliche. Perciò, p. Posacki include il "carico occulto"nella categoria degli effetti dei peccati generazionali. In questo contesto - scrive P. Posacki - si dovrebbe evitare sia l'ideologia del criptofatalismo
, che assolve pericolosamente la coscienza e la responsabilità umana verso Dio e verso gli uomini, sia la minimizzazione dell'influenza dei peccati generazionali o familiari, soprattutto se si tratta di peccati commessi in materia di occultismo o satanismo, dove vediamo l'influenza diretta o indiretta di Satana”
. Padre. prof. Aleksander Posacki chiarisce il problema e risponde alla domanda: è possibile che un bambino piccolo possa essere contaminato occultamente, diventare un medium? “La pratica della Chiesa dimostra che anche i trattamenti occulti eseguiti sul bambino inconscio causano (...) contro-iniziazione con tutte le sue pericolose conseguenze. Va ricordato che, proprio come i genitori portano al sacramento del Battesimo bambino completamente inconsapevole e nel nome di questo bambino professano la fede e diventano i trasmettitori di questa fede, allo stesso modo, così come, su una base completamente diversa, possono trasmettere a lui o alle sue altre "abilità"(ad esempio, medianismo), che hanno acquisito generazioni passate, tra gli altri menzionato il peso occultistico, che nella vita futura di questo bambino può causare difficoltà nella fede cristiana e nella sua pratica, che come p. Posacki scrive - è vero che non impedisce lo sviluppo della fede e dell'amore, ma questo sta accadendo tra vari ostacoli e spesso esperienze misteriose, che dà una straziante testimonianza di RoseMary
”
.
Questo che dice p. Posacki conferma il Vangelo di san Marco nella scena “dell’epilettico indemoniato”: “[14] E giunti presso i discepoli, li videro circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro. [15] Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. [16] Ed egli li interrogò: Di che cosa discutete con loro? [17] Gli rispose uno della folla: "Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. [18] Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti". [19] Egli allora in risposta, disse loro: "O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me". [20] E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. [21] Gesù interrogò il padre: Da quanto tempo gli accade questo? Ed egli rispose: Dall'infanzia; [22] anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci". [23] Gesù gli disse: "Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede". [24] Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: "Credo, aiutami nella mia incredulità". [25] Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: "Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più". [26] E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: "È morto". [27] Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi. [28] Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". [29] Ed egli disse loro: "Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera” (Mc 9,14-29). Nel v.21: “ Gesù interrogò il padre: "Da quanto tempo gli accade questo?". Ed egli rispose: "Dall'infanzia”, e in esso ci interessa specialmente la risposta del padre: “ Dall'infanzia”, che ci suggerisce, che non possiamo conoscere la causa della possessione del bambino. Però, v. 21 in modo automatico ci pone la domanda:come possibile, che un bambino piccolo e innocente è rimasto indemoniato? Sicuramente non era la sua colpa, perché era troppo piccolo di decidere per fare qualcosa di male. Per forza dobbiamo escludere la colpa del bambino. Questo ci pone un altra domanda: di chi, allora, era la colpa? Purtroppo non possiamo rispondere a questa domanda per un motivo molto semplice: nel Vangelo non troviamo la risposta. In questa situazione possiamo immaginare: è possibile che era la causa del peccato intergenerazionale? Non possiamo ne confermare ne negare. La soluzione è aperta. Sappiamo, però, una cosa molto importante, conosciamo il nome dello spirito impuro: “Spirito muto e sordo” , che nel linguaggio biblico significa non lodare e non ascoltare il Signore. Possiamo un po’ fantasticare. Perché non potevano essere i suoi genitori o gli antenati essere causa dello suo spiacevole stato? Non possiamo escludere questa ipotesi.
Che cos’è la Tradizione?
Nel documento dell’Episcopato Polacco è scritto: “La "reincarnazione del peccato"o il "passaggio"del peccato alle generazioni successive, che è sostenuto dai seguaci della "guarigione intergenerazionale", non è giustificato né nelle Scritture né nella Tradizione e nell'insegnamento della Chiesa. Tali idee ingiustificate sono molto pericolose per la vita spirituale dei fedeli e la dottrina della Chiesa stessa. La loro propagazione porta a una sorta di "calmare"o "reprimere"le coscienze spostando la responsabilità per i propri errori, i propri peccati e il male commessi alle generazioni precedenti. Questo libera il credente dall'atteggiamento di vigilanza, che diventa la fonte dei suoi ulteriori peccati” .
Certamente, sono 100% d’accordo con loro, che i peccati degli antenati non si trasmettono dalla generazione alla generazione come un'ape da un fiore all’altro fiore che li impollina. Pensare così sarebbe ridicolo. Sono d’accordo anche, che non esiste “reincarnazione del peccato”. Sono rimasto un po’ sorpreso della dichiarazione dell’Episcopato, che concetto di "reincarnazione del peccato" è usato nell'ambiente cattolico dai sostenitori della preghiera per la guarigione dalle conseguenze dei peccati intergenerazionali. Ho servito di questa preghiera per tanti anni e sinceramente dicendo non lo sentito mai. Per la prima volta l’ho letto nella Delibera della Conferenza Episcopale Polacca.
Così, per curiosità ho fatto la ricerca di questo termine in internet ed essa ha confermato questo che ho detto prima, non l’ho trovato, soltanto nel documento dell’Episcopato Polacco. Da dove l'Episcopato ha preso questo termine? Perché lo usa legandolo con i gruppi cattolici dei sostenitori della preghiera per la guarigione intergenerazionale? Secondo me, da parte dell’Episcopato, questo è una accusa ingiustificata e non confermata. Non voglio dire, che i vescovi in questo modo vogliono discreditare i sostenitori della preghiera della guarigione intergenerazionale, ma purtroppo sembra così. Un colpo basso?
Adesso vorrei fermarmi un po’ per capire che cos’è la Tradizione: Il termine Tradizione (dal latino traditiònem deriv. da tràdere = consegnare, trasmettere) può assumere diverse accezioni, fortemente interrelate:
come sinonimo di consuetudine (spesso è utilizzata in tale senso la definizione "tradizioni popolari"o "folklore"), intendendo la trasmissione nel tempo, all'interno di un gruppo umano, della memoria di eventi sociali o storici, delle usanze, delle ritualità, della mitologia, delle credenze religiose, dei costumi, delle superstizioni e leggende; in particolare è detta Tradizione orale la trasmissione non mediata dalla scrittura,
come corpus più o meno coerente di credenze e pratiche condivise da un gruppo di persone all'interno di un campo di attività umano, come può essere ad esempio una Tradizione religiosa o una Tradizione scientifica,
in ambito filosofico (con la iniziale maiuscola: Tradizione), come concetto metastorico e dinamico, indicante una forza ordinatrice in funzione di principi trascendenti, la quale agisce lungo le generazioni, attraverso istituzioni, leggi e ordinamenti che possono anche presentare una notevole diversità [36] .
Secondo la Chiesa Cattolica la Tradizione si può distinguere in divina, apostolica oppure in ecclesiastica in base alla sua origine
:
Divina è iniziata da Dio o da Cristo.
Apostolica se "proviene dagli apostoli e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto dall'insegnamento e dall'esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito Santo", ed è pertanto eterna e non mutabile.
Ecclesiastica se c'è una trasmissione attraverso la Chiesa, ovvero passa per san Pietro e i suoi successori, perciò in materia di "ordini teologici, disciplinari, liturgici o devozionali sono nate nel corso del tempo nelle Chiese locali", pertanto è mutabile e "queste «tradizioni» possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa".
La Tradizione apostolica è custodita e trasmessa dalla Chiesa, regolata per la prima volta dal Decreto tridentino del 1548 e dalla Professio fidei tridentina emanta nel 1564 da papa Pio IV, e solo in seguito dalla Dei Verbum del 1965 [38] .
Dobbiamo sapere che è impossibile parlare della Tradizione Eclesiastica senza fare riferimento alla Bibbia. La Sacra Scrittura e Tradizione non sono due entità tra loro separate, ma il rapporto tra di loro è determinato in funzione della unità originaria, della reciproca dipendenza e della loro differenza. Scrittura e Tradizione hanno la stessa origine e tutte le due testimoniano la rivelazione di Dio, e proprio lui è l’autore di ciò che esse comunicano. Dio è il garante della rivelazione che ci giunge attraverso Scrittura e Tradizione. Infatti la Sacra Scrittura e la Tradizione provengono dalla stessa divina sorgente, ciò significa che in un certo modo sono una cosa sola. Questa medesima origine costituisce l’unità originaria di Scrittura e Tradizione. Da questa deriva l’unità di servizio, poiché esse tendono allo stesso fine, cioè comunicare la rivelazione di Dio. La Chiesa per rimanere se stessa non può fare a meno di richiamarsi continuamente alla Scrittura e alla Tradizione.
Tra Scrittura e Tradizione c’è anche una unità di contenuto, in quanto discendono da una stessa e unica fonte, il Vangelo di Cristo: la Scrittura va letta alla luce della Tradizione e la Tradizione va intesa come luogo di interpretazione della Scrittura
.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica: “La Tradizione di cui qui parliamo è quella che viene dagli Apostoli e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto dall'insegnamento e dall'esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito Santo. In realtà, la prima generazione di cristiani non aveva ancora un Nuovo Testamento scritto e lo stesso Nuovo Testamento attesta il processo della Tradizione vivente. Vanno distinte da questa le “tradizioni” teologiche, disciplinari, liturgiche o devozionali nate nel corso del tempo nelle Chiese locali. Esse costituiscono forme particolari attraverso le quali la grande Tradizione si esprime in forme adatte ai diversi luoghi e alle diverse epoche. Alla luce della Tradizione apostolica queste “tradizioni” possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa”
.
La Costituzione Dei Verbum così spiega che cos’è la Tradizione: “7. Dio, con somma benignità, dispose che quanto egli aveva rivelato per la salvezza di tutte le genti, rimanesse per sempre integro e venisse trasmesso a tutte le generazioni. Perciò Cristo Signore, nel quale trova compimento tutta intera la Rivelazione di Dio altissimo, ordinò agli apostoli che il Vangelo, prima promesso per mezzo dei profeti e da lui adempiuto e promulgato di persona venisse da loro predicato a tutti come la fonte di ogni verità salutare e di ogni regola morale
, comunicando così ad essi i doni divini. Ciò venne fedelmente eseguito, tanto dagli apostoli, i quali nella predicazione orale, con gli esempi e le istituzioni trasmisero sia ciò che avevano ricevuto dalla bocca del Cristo vivendo con lui e guardandolo agire, sia ciò che avevano imparato dai suggerimenti dello spirito Santo, quanto da quegli apostoli e da uomini a loro cerchia, i quali, per ispirazione dello Spirito Santo, misero per scritto il messaggio della salvezza
.
Gli apostoli poi, affinché il Vangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, lasciarono come loro successori i vescovi, ad essi « affidando il loro proprio posto di maestri »
. Questa sacra Tradizione e la Scrittura sacra dell'uno e dell'altro Testamento sono dunque come uno specchio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga a vederlo faccia a faccia, com'egli è (cfr. 1 Gv 3,2).
8. Pertanto la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva esser conservata con una successione ininterrotta fino alla fine dei tempi. Gli apostoli perciò, trasmettendo ciò che essi stessi avevano ricevuto, ammoniscono i fedeli ad attenersi alle tradizioni che avevano appreso sia a voce che per iscritto (cfr. 2 Ts 2,15), e di combattere per quella fede che era stata ad essi trasmessa una volta per sempre
. Ciò che fu trasmesso dagli apostoli, poi, comprende tutto quanto contribuisce alla condotta santa del popolo di Dio e all'incremento della fede; così la Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede.
Questa Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo
: cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la contemplazione e lo studio dei credenti che le meditano in cuor loro (cfr. Lc 2,19 e 51), sia con la intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità. Così la Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengano a compimento le parole di Dio.
Le asserzioni dei santi Padri attestano la vivificante presenza di questa Tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega. È questa Tradizione che fa conoscere alla Chiesa l'intero canone dei libri sacri e nella Chiesa fa più profondamente comprendere e rende ininterrottamente operanti le stesse sacre Scritture. Così Dio, il quale ha parlato in passato non cessa di parlare con la sposa del suo Figlio diletto, e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce dell'Evangelo risuona nella Chiesa e per mezzo di questa nel mondo, introduce i credenti alla verità intera e in essi fa risiedere la parola di Cristo in tutta la sua ricchezza (cfr. Col 3,16).
Relazioni tra la Scrittura e la Tradizione
9. La sacra Tradizione dunque e la sacra Scrittura sono strettamente congiunte e comunicanti tra loro. Poiché ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo un tutto e tendono allo stesso fine. Infatti la sacra Scrittura è parola di Dio in quanto consegnata per iscritto per ispirazione dello Spirito divino; quanto alla sacra Tradizione, essa trasmette integralmente la parola di Dio - affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli apostoli - ai loro successori, affinché, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano; ne risulta così che la Chiesa attinge la certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Scrittura e che di conseguenza l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e riverenza
. Relazioni della Tradizione e della Scrittura con tutta la chiesa e con il magistero
10. La sacra Tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa; nell'adesione ad esso tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori, persevera assiduamente nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle orazioni (cfr. At 2,42 gr.), in modo che, nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, si stabilisca tra pastori e fedeli una singolare unità di spirito
.
L'ufficio poi d'interpretare autenticamente la parola di Dio, scritta o trasmessa
, è affidato al solo magistero vivo della Chiesa
, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo. Il quale magistero però non è superiore alla parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio.
È chiaro dunque che la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l'azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime.
La Tradizione della Chiesa, come dice il nome, è legata strettamente con esistenza della Chiesa, finché esiste la Chiesa si rea anche la Tradizione. Come la Tradizione Apostolica si è finita con la morte dell’ultimo apostolo, anche la Tradizione della Chiesa si finisce con la fine della Chiesa. Come curriculum della vita di ogni uomo si aggiorna durante la sua vita”
.
Secondo Bouyer: “ la Tradizione in senso cattolico non è qualcosa del passato, fissata una volta per tutte in una forma scritta dettagliata, non modificabile o progressiva. Inoltre non è qualcosa di variabile, che può essere modellato a volontà dai singoli o dalle autorità ecclesiastiche. È una specie di modello vivente, un modello dato una volta per sempre da Cristo e dai suoi apostoli. Questo modello deve essere vissuto sia dal clero che dai laici in modo attivo. Non è solo che i laici debbano accettare passivamente la regola dei vescovi. Per mostrare il modo corretto di vivere una Tradizione in tutta la Chiesa, L. Bouyer ha citato la distinzione di Bl. Cardinale J. H. Newman. Il teologo inglese ha visto due elementi della Tradizione: la Tradizione episcopale che ha esercitato il cosiddetto lo straordinario Magistero della Chiesa, come tale, è autorevole nel modo giusto ed esatto, e la Tradizione profetica. Non possono essere separati o addirittura più contrastati. La Tradizione profetica appartiene a tutto il corpo della Chiesa, non solo passivamente ma attivamente, ma sempre in unione con coloro che sono alla loro testa”
.
Vediamo, che la Tradizione della Chiesa non è qualcosa di statico, ma dinamico, vivo, sorvegliata dal Magistero della Chiesa che si sviluppa secondo l’insegnamento delle Sacre Scritture. Nello sviluppo della Tradizione partecipa tutto il popolo di Dio, cioè i vescovi e i laici.
Sappiamo che la Tradizione Apostolica si è finita con la morte dell’ultimo degli Apostoli – san Giovanni Apostolo e Evangelista nel 104 d.C. In modo analogico possiamo dire, che finché esiste la Chiesa, la sua Tradizione e nel continuo sviluppo - rivelazione. La Tradizione della Chiesa si finirà quando essa smette di esistere. Durante lo sviluppo della Tradizione possiamo scoprire le cose che ci sorprendono. Questo può riguardare anche il problema della preghiera della guarigione intergenerazionale. Può essere che siamo i testimoni dello sviluppo di qualcosa di nuovo nella Tradizione della Chiesa, che fino ad adesso ancora non è stato scoperto. Questo è possibile o no? Se qualcuno dicesse che è impossibile, limiterebbe l’azione della grazia di Dio nella storia.
Sono d’accordo che il peccato del bisnonno è il suo peccato personale come i peccati commessi da noi sono nostri. Ognuno di noi è responsabile dalle proprie azioni. Tale ragionamento è giusto. Però, anche è vero, che noi purtroppo non conosciamo tutta la realtà del peccato del passato, che cosa l’ha suscitato. Non conosciamo tutte le sue conseguenze. Non conosciamo tutta la sua realtà. Non conosciamo tutte le sue circostanze materiali e spirituali. Non conosciamo tutte le sue sfumature che l'hanno accompagnato. Siamo sicuri che i peccati degli nostri antenati non hanno trasmesso qualcosa alle nostre generazioni? La risposta onesta è, che non conosciamo.
Vorrei porre la domanda a Stanisław Gądecki, Arcivescovo Metropolita di Poznan, Presidente KEP e Artur G. Mizinski, Segretario generale KEP, che hanno firmato la Delibera di proibire la celebrazione della Santa Messa e tutte le funzioni di preghiera per la guarigione dei peccati intergenerazionali o la guarigione intergenerazionale; siete sicuri al cento per cento che il nostro peccato non è stato in alcun modo influenzato dal peccato del nostro nonno o bisnonno? La teologia morale ci insegna, che con i dubbi non si dovrebbe prendere nessuna decisione.
Capisco, che durante la preghiera della guarigione intergenerazionale potevano essere gli abusi da qualcuno che le praticava e sono sicuro che erano, ma ciò ancora non significa che l'idea di questa preghiera non sia vera. Penso che nella formulazione di questo documento si è nascosto un errore logico ed è stato usato il quantificatore sbagliato:
A abusato e B abusato,
risultato:
A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T V X Y Z abusano.
Siete d'accordo con questo approccio? Sicuramente no. È come se avessi detto:
il vescovi A e B non vivono secondo il Vangelo,
risultato:
tutti i vescovi non vivono secondo il Vangelo,
oppure che la Chiesa non è di Dio!
Secondo voi, approccio così sarebbe giusto? No! La giusta reazione dell’Episcopato Polacco sarebbe indignazione. Sono d’accordo pienamente. Anche tanti sostenitori di questa preghiera possono sentirsi indignati.
Non voglio entrare in polemica con l’Episcopato, ma dove nella Bibbia si parla dell’indulgenza? Penso che nella Sacra Scrittura troviamo più testi che parlano dell’influenza del peccato intergenerazionale che dell’indulgenza.
A proposito dell’indulgenza, proprio nella Costituzione Apostolica di Paolo VI che parla di essa, il papa esprime un pensiero molto interessante : “Regna tra gli uomini, per arcano e benigno mistero della divina volontà, una solidarietà soprannaturale, per cui il peccato di uno nuoce anche agli altri, così come la santità di uno apporta beneficio agli altri. In tal modo i fedeli si prestano vicendevolmente l’aiuto per conseguire il loro fine soprannaturale. Una testimonianza di questa solidarietà si manifesta nello stesso Adamo, il peccato del quale passa per "propagazione"in tutti gli uomini. Ma Cristo stesso nella cui comunione Dio ci ha chiamato, è maggiore e più perfetto principio, fondamento ed esemplare di questa soprannaturale solidarietà”
.
Interessante, che papa nella costituzione parla di una solidarietà soprannaturale tra gli uomini , la quale riguarda anche il peccato o delle conseguenze di esso. Dal contesto della costituzione possiamo capire, che questi legami si riferiscono ai vivi e ai morti. Il papa non dice, che questi legami toccano prima, seconda o terza generazione. Parla soltanto “ Regna tra gli uomini, per arcano e benigno mistero della divina volontà, una solidarietà soprannaturale, per cui il peccato di uno nuoce anche agli altri, così come la santità di uno apporta beneficio agli altri”.
Penso, che nessuno di noi ha dubbi, che la santità dei santi influenza le generazioni future e suscita nei cuori il desiderio di seguire Gesù, proprio sulla strada e in modo del santo. Un perfetto esempio sono gli Ordini religiosi che per la grazia dell’esempio di un santo possono vivere nella storia per lunghi secoli attirando le persone che continuano il carisma del fondatore (benedettini, francescani, domenicani). In modo analogico questo riguarda anche il peccato.
La domanda sorge spontanea: le parole del Papa non possono riferirsi a una migliore comprensione della preghiera della guarigione dagli effetti dei peccati intergenerazionali?
Sacra Scrittura sulle conseguenze del peccato intergenerazionale
Inizierò citando il testo del documento dell'episcopato: “I sostenitori del concetto di "peccato generazionale"si riferiscono alle Sacre Scritture che giustificando, che già nell'Antico Testamento si parla di questo tipo di reato. Essi indicano nei frammenti delle Scritture che, secondo loro, parlano direttamente della punizione per i peccati dei loro antenati: "Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano"(Es 20,5); "il Signore… conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione"(Es 34,4); "Il Signore è lento all'ira e grande in bontà, perdona la colpa e la ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione"(Nu 14,18); "Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano"(De 5,9).
Tuttavia, nella Bibbia, a volte anche negli stessi libri, troviamo altre dichiarazioni degli autori ispirati che contraddicono tesi sulla responsabilità generazionale per il peccato. Nel libro del profeta Geremia leggiamo: "In quei giorni non si dirà più: I padri hanno mangiato uva acerbe i denti dei figli si sono allegati! Ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; a ogni persona che mangi l'uva acerba si allegheranno i denti"(Ger 31,29-30). II profeta Ezechiele parla della responsabilità individuale del peccato: “dice il Signore Dio, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele [I padri han mangiato l'uva acerba e i denti dei figli si sono allegati?]. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà […] Colui che ha peccato e non altri deve morire; il figlio non sconta l'iniquità del padre, né il padre l'iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità” (Ez 18,3-4.20). Lo stesso principio di responsabilità individuale risuona anche nel libro del Deuteronomio: “Non si metteranno a morte i padri per una colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per una colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato” (De 24,16)” . Sembra che la Bibbia si contraddice. Prima conferma e dopo si auto nega. In questa situazione chi ha detto che la decisione dell’Episcopato è giusta?
50% pro e 50% contro!
Chi ha la ragione? L’Episcopato o sostenitori della preghiera della guarigione intergenerazionale? Probabilità è uguale: 50%.
Nel documento dell’Episcopato leggiamo: “A volte questi testi sono manipolati per confermare la tesi del peccato generazionale o della necessità di una guarigione intergenerazionale” . Ricordiamoci il risultato: 50% pro e 50% contro! In questa situazione potrebbe rivelarsi che l'episcopato manipola i testi delle Sacre Scritture. Questo è probabile o no? Forse è solo una svista da parte sua che deve essere corretta? Oppure siamo convinti in anticipo che l'Episcopato è infallibile? L'Episcopato potrebbe sbagliare o questo è impossibile? La risposta sotto ci dà il documento stesso: “Tuttavia, nell'interpretazione dei testi indicati in precedenza, l'esegesi moderna spiega che non si tratta delle "ingiustizie"letterali o "offese"dei padri nel senso del loro peccato personale, che hanno commesso e per le quali i loro figli avranno responsabilità, ma del loro esempio malvagio, che ha avuto un impatto negativo nell’allevare i loro figli che si comportano come i loro padri, moriranno per il loro stesso peccato” . Ancora una volta pongo la domanda: Perché non prendiamo in considerazione, come la verità, quei 50% dei sostenitori dell’idea della preghiera della guarigione intergenerazionale? In questo possono aiutarci le parole di p. prof. Aleksander Posacki: “Nel frattempo, p. prof. Posacki spiega che anche se lui è a favore di condurre le preghiere per la guarigione intergenerazionale, però, si deve farla con grande cautela e sotto certi criteri teologici (...) E 'infatti ancora una zona inesplorata e quindi la sua comprensione richiede grande cautela, ma non può essere messa a tacere, sottovalutato o perseguitata. Si tratta di guardare questo problema alla luce dell'insegnamento della Chiesa sulla responsabilità individuale e la punizione a tutti noi per i propri peccati, e non per i peccati dei loro antenati. P. Posaki presenta i meccanismi e gli effetti della transizione (e non come la punizione per i peccati) dei peccati duplicati dalle generazioni successive. Così, i "peccati generazionali"sono quelli che si riproducono nelle generazioni successive, e si formano a seguito del cattivo esempio che danno ai sui figli e nipoti nonni e genitori. Così i figli, i nipoti a causa del cattivo esempio commettono gli stessi peccati, che commettevano i loro genitori o nonni. Ho in mente, ad esempio, tutte le patologie (alcolismo, tossicodipendenza, dissolutezza - sexoholizm, divorzio, ecc.), anche quelli che sono sorti a seguito di contatto diretto o indiretto con le forze maligne. Quindi anche alla categoria delle conseguenze dei peccati generazionali p. Posacki include il "carico occulto". In questo contesto, scrive p. Posacki - si deve evitare sia l'ideologia kryptofatalizmu1, che assolve pericolosamente le coscienza umana dalla responsabilità dell'uomo davanti a Dio e agli uomini, e di minimizzare l'impatto dei peccati generazionali o della famiglia - soprattutto se si tratta di peccati commessi in materia di occultismo o satanismo, dove vediamo l'influenza diretta o indiretta di Satana”
.
I sostenitori della preghiera per la guarigione dagli effetti del peccato intergenerazionale non parlano del fatto che il peccato dell'antenato è un peccato personale del suo discendente, ma parlano degli effetti che il peccato degli antenati può avere sulla famiglia e nella educazione tramandata di generazione in generazione. Il fonte di questa negativa educazione o l'esempio sbagliato possono trovarsi nel peccato dell'antenato. Una tale sbagliata educazione può portare alla riproduzione dello stesso peccato nelle generazioni future, che in questo modo può diventare il peccato personale di coloro che lo commetteranno.
Chi ha la ragione? Episcopato o sostenitore della preghiera per la guarigione dagli effetti del peccato intergenerazionale? Certamente non si tratta di dimostrare chi ha ragione o no, chi vince e chi perde. Si tratta della verità e del bene della Chiesa. Potrebbe rivelarsi, che l’Episcopato Polacco attraverso la proibizione priva la Chiesa in Polonia di una preghiera di grande valore, la quale compresa in modo giusto e praticata secondo le chiare e sane regole, secondo insegnamento della Bibbia e della Chiesa, può portare tanta benedizione.
Cosa si dovrebbe fare per risanare dolorosa situazione? Incontrarsi, dialogare e ancora una volta riflettere. In questa situazione può emergere una difficoltà che si chiama l'umiltà, specialmente da parte dell’Episcopato, perché dovrebbe ammettere che la sua decisione non era ponderata fino il fondo. Però, dove si cerca la verità non dovrebbero essere i problemi con essa. Spero, almeno teoricamente, questa difficoltà sia fuori questione da parte dell'Episcopato, perché loro sono, o meglio dire dovrebbero essere, gli umili servitori dei servi, secondo l'insegnamento del Vangelo e l'esempio di Cristo: “[26] Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, [27] e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; [28] appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti"(Mt 20,26-28) .
Adesso vorrei porre una domanda molto importante: è vero che nella Bibbia non si trova ne anche un brano che parlasse della sofferenza del figlio per il peccato di suo padre?
Sorprendente è, che tra tanti vescovi dell'Episcopato, che sono teologi e studiosi delle Sacre Scritture, nessuno di loro non abbia avuto l'idea di riflettere sui testi biblici:
- Gen 4,1-24;
- 2 Sm 12,1-15;
- Es 20,5 (questo testo è nel documento);
- Lc 11,50-51.
Questi sono testi che possono aiutarci a comprendere le basi bibliche della preghiera per la guarigione dagli effetti del peccato intergenerazionale. Secondo me meritano un'attenzione speciale.
1°. Gen 4,1-16
Prima propongo di leggere il testo: “[1] Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: "Ho acquistato un uomo dal Signore". [2] Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. [3] Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; [4] anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, [5] ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. [6] Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? [7] Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo". [8] Caino disse al fratello Abele: "Andiamo in campagna!". Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. [9] Allora il Signore disse a Caino: "Dov'è Abele, tuo fratello?". Egli rispose: "Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?". [10] Riprese: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! [11] Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. [12] Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra". [13] Disse Caino al Signore: "Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? [14] Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere". [15] Ma il Signore gli disse: "Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!". Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. [16] Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nord, ad oriente di Eden.
Un testo molto interessante . Perché non vederlo in relazione del peccato intergenerazionale? Caino e Abele sono i primi successori dell’eredità spirituale e fisica del loro genitori di Adamo ed Eva. I tutti due sono infettati del peccato originale e delle sue tendenze - conseguenze, ma vediamo che i due fratelli si comportano in modo diverso. Caino segue il male e Abele il bene. Questo ci fa capire che i peccati degli antenati influenzano nelle generazioni in modo diverso.
Di chi è colpa che Caino ha peccato? Soltanto sua? Certamente, non abbiamo dubbi, omicidio di Abele è il suo peccato personale, la sua colpa. Caino non può dire che la colpa è di Adamo e di Eva. Non può pulire le mani dalla responsabilità. Però, pensando in modo molto libero possiamo porci la domanda: siamo sicuri 100%, che il peccato originale, che era peccato personale dei suoi genitori, in qualche maniera non ha influenzato il suo peccato personale (omicidio del fratello) attraverso le sue conseguenze trasmesse alle generazioni?
2°. Gen 4,16-24
Questo testo è continuazione della storia di Caino e della sua discendenza: “[16] Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden. [17] Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio. [18] A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech. [19] Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Zilla. [20] Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. [21] Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto. [22] Zilla a sua volta partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama. [23] Lamech disse alle mogli: Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire: Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. [24] Sette volte sarà vendicato Caino ma Lamech settantasette” . In modo speciale ci interessano vv. 23-24, nei quali come ci commenta la Bibbia di Gerusalemme: “una testimonianza della violenza crescente dei discendenti di Caino” . Qui osserviamo un aggravamento della situazione rispetto a Caino, perché il Caino si era pentito di fronte dalla gravità della punizione, ma Lamech addirittura è orgoglioso della sua immoralità e feroce violenza.
Il suo atteggiamento è il massimo della violenza di ogni prepotente: il farsi giustizia da solo, e con quale arroganza! Lamech agisce a proprio vantaggio contro chiunque, anche debole come un ragazzo, stabilendo da sé la misura della vendetta, sentendosi un po’ un dio in terra. Le sue parole apparono come una celebrazione della propria autoaffermazione, un canto di vanagloria; è un inno alla vendetta che viene proposta come criterio di comportamento umano. Però purtroppo sappiamo che la logica della vendetta è quella di essere senza misura, perché a sua volta provoca diventa sempre più grave, cresce. La vendetta è come una catena senza fine e senza le misure. Per questo Lamech dice: “ Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido”. Siamo ormai nella “legge della giungla” che consente una violenza senza limiti e senza riguardi per nessuno, perché qui troviamo non solo 7 volte, come si diceva per Caino, ma 77 volte e quindi un numero illimitato. Ecco le conseguenze del peccato di Caino trasmesse nelle generazioni. Queste conseguenze, come leggiamo nel Gen 6.7 portano al Diluvio Universale, che nello stesso momento è un esempio della punizione e della benedizione di Dio.
3°. 2 Sm 12,1-15
Questo brano in modo semplice e breve possiamo spiegare così:
la punizione è la morte di un figlio e allo stesso tempo la sofferenza del padre,
la causa di questa punizione è il peccato del padre.
Davide commette il peccato e muore suo figlio. Per capire che questo è una grande ingiustizia non ci vuole ne teologo e l’esperto delle Sacre Scritture. Propongo leggere questo brano: “[1] Il Signore mandò il profeta Natan a Davide e Natan andò da lui e gli disse: "Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. [2] Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero; [3] ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con i figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia. [4] Un ospite di passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi, risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per preparare una vivanda al viaggiatore che era capitato da lui portò via la pecora di quell'uomo povero e ne preparò una vivanda per l'ospite venuto da lui". [5] Allora l'ira di Davide si scatenò contro quell'uomo e disse a Natan: "Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte. [6] Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà". [7] Allora Natan disse a Davide: "Tu sei quell'uomo! Così dice il Signore, Dio d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, [8] ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto anche altro. [9] Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l'Hittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti. [10] Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l'Hittita. [11] Così dice il Signore: Ecco io sto per suscitare contro di te la sventura dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un tuo parente stretto, che si unirà a loro alla luce di questo sole; [12] poiché tu l'hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole". [13] Allora Davide disse a Natan: "Ho peccato contro il Signore!". Natan rispose a Davide: "Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. [14] Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore (l'insulto sia sui nemici suoi), il figlio che ti è nato dovrà morire". Natan tornò a casa. [15] Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide ed esso si ammalò gravemente” (2Sm 12,1-15) .
Da questo racconto possiamo capire perché entro in discussione con la decisione dell’Episcopato che riguarda la proibizione della preghiera della guarigione del peccato intergenerazionale o della guarigione intergenerazionale.
Il brano parla in modo chiaro: che il peccato del padre attraverso le sue conseguenze può toccare i figli. In caso di Davide lui è stato punito attraverso la morte del suo figlio. Sembra impossibile, ma in internet in lingua polacca non ho trovato commento di 2Sm12,14. Perché? Sicuramente non è un brano facile da interpretare, e secondo me, scomodo agli avversari della preghiera della guarigione intergenerazionale.
Citandolo non potrebbero negare il senso di questa preghiera, che i peccati degli antenati influenzano la vita delle loro generazioni. Il fatto è, che non possiamo non prendere in considerazione questo brano, perché ci parla di Davide, che è antenato di Gesù. Sappiamo che Gesù proviene dalla discendenza della casa di Davide. Seguire la storia della casa di Davide ha un enorme importanza nel capire la storia di salvezza.
In lingua italiana ho trovato molto interessante interpretazione di questo brano: “Insieme a ciò che ha già fatto nel passato, attraverso Natan Dio annuncia a Davide anche il castigo 24Poi Davide consolò Betsabea sua moglie, entrò da lei e le si unì: essa partorì un figlio, futuro, un castigo duro, che poi diventa ancora più terribile nel momento in cui, dopo che Davide ha riconosciuto il suo peccato, Natan gli dice:
«Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore (l'insulto sia sui nemici suoi), il figlio che ti è nato dovrà morire» (vv. 13-14). Qui il racconto sembra contraddire quanto ho detto prima, che il giudizio di Dio è sempre un giudizio di perdono, di misericordia, di salvezza. Qui invece Dio annuncia che la spada non si allontanerà dalla casa di Davide, che conoscerà la sventura. Inoltre anche il figlio concepito da Betsabea dovrà morire. Dunque, Dio sembra castigare il peccato di Davide. Credo che dobbiamo leggere il testo in altro modo: il peccato, il male, non rimangono mai senza conseguenze, producono sempre il loro frutto di morte, generano altro male e altra sofferenza. Il peccato produce sempre una storia di male che colui che pecca non riesce più neppure lui a dominare. Sorge però in noi spontanea
l’obiezione: tutto questo è profondamente ingiusto. Perché deve morire il figlio di Davide e di Betsabea che è innocente. Perché muore lui e non muore Davide, che è colpevole? È allora vero che sono i figli a dover scontare le colpe dei padri?
Forse non possiamo rispondere a questi interrogativi che in questo modo: è proprio vero, tutto questo è ingiusto. Radicalmente ingiusto. Ma il male è proprio così. È un mistero d’ingiustizia e d’iniquità. Se non fosse ingiusto e iniquo, non sarebbe “il male”. Il male colpisce alla cieca, non retribuisce
i buoni e punisce i cattivi, non ha un senso che lo possa rendere comprensibile, porta delle conseguenze incontrollabili proprio là dove non ci aspetteremmo che le portasse sulla base delle nostre attese di giustizia e di significato. Sorge però spontanea un’obiezione ulteriore: nel nostro racconto è Dio stesso che sembra decidere il castigo di Davide e persino la morte di suo figlio. Ma di fatto non è Dio. La parola di Dio porta piuttosto alla luce quali sono le conseguenze del male che altrimenti rimarrebbero nascoste. È il male a generare altro male, in una spirale dalla quale non riusciremmo a liberarci, anzi, che non riusciremmo neppure a vedere in tutta la sua complessità, se non ci fosse la parola di Dio a smascherarla. Come la parola di Dio, attraverso Natan, smaschera e porta alla luce il peccato di Davide, allo stesso modo smaschera e porta alla luce tutte le conseguenze del suo peccato. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che riferire il male a Dio, metterlo cioè in rapporto con il mistero di Dio, è l’unico modo che l’uomo biblico ha per sperare che il male possa essere in qualche modo vinto, che non abbia l’ultima parola sulla nostra vita e sulla storia, che ogni cosa venga riscattata dal non senso della sofferenza, della disperazione, del dolore.
1.62 Una speranza di riscatto
È quanto ci mostra anche il capitolo che stiamo leggendo. Il figlio di Davide e di Betsabea muore, ma come raccontano i vv. 24-25: che egli chiamò Salomone. 25Il Signore amò Salomone e mandò il profeta Natan, che lo chiamò Iedidià per ordine del Signore. Dio torna a donare la vita là dove la morte ha manifestato tutta la sua insensata potenza. Non dobbiamo dimenticare che questi racconti nascono nel contesto di un popolo come Israele che non ha ancora maturato pienamente la fede nella risurrezione dei morti e in una vita oltre la morte.
Davide stesso è testimone di questa fede quando, dopo la morte del figlio, al v. 23 esclama al colmo della sua amarezza:
«Ma ora che egli è morto, perché digiunare? Posso io farlo ritornare? Io andrò da lui, ma lui non ritornerà da me!».
Dalla morte non c’è ritorno e allora la potenza di vita di Dio deve manifestarsi, per la fede di Israele, non in un al-di-là della morte, ma ora e qui, nella nostra storia. E si manifesta proprio nel dono di un nuovo figlio. Se il peccato produce la morte, Dio torna a donare la vita. Anzi, come abbiamo visto già altre volte, Dio non solo vince il peccato dell’uomo con tutte le sue conseguenze, ma intensifica il suo amore, reduplica il suo dono, fa del peccato l’occasione per mostrare in modo ancora più evidente la potenza efficace della sua grazia. Infatti, il figlio che ora nasce è Salomone, colui che costruirà quel Tempio che Davide non aveva potuto costruire; colui con il quale Dio stringerà un’alleanza fedele a cui non verrà mai meno, nonostante il peccato di Davide e quello di tutti i suoi discendenti. Sarà proprio da Salomone e dalla sua discendenza che verrà quel Gesù, figlio di Davide e Figlio del Dio altissimo, che libererà per sempre l’uomo dal suo peccato e dalle sue conseguenze, in primis la morte”
.
Dio ha perdonato il re Davide per il suo peccato, ha cancellato la sua colpa, ma comunque ha richiesto la riparazione del suo peccato, sotto la forma di dolore e sofferenza di Davide dopo la perdita di suo figlio. Nella mia esperienza delle preghiera d’intercessione ho incontrato le persone che soffrivano fisicamente, psichicamente e spiritualmente, per colpa dei peccati dei loro antenati. “Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l'Hittita” (v.10) . Suggerisco di seguire la storia di Re Davide e della sua famiglia. Vediamo in modo sorprendente che le conseguenze del suo peccato hanno toccato le sue generazioni. Questo è particolarmente evidente nel rapporto con suo figlio Absalom
.
4°. Es 20,5-6
“[5] Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, [6] ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi” (Es 20,5-6) . Paragonando il significato dei numeri 3
e 4
che simboleggiano la punizione con il numero 1000
, che è simbolo della benedizione, con semplicità possiamo scoprire la differenza tra la punizione e benedizione di Dio. Come il numero 1000 sovrasta i numeri 3 e 4, così la benedizione di Dio è più grande della sua punizione. Certamente, questo è soltanto un immagine. Sappiamo che la benedizione è eterna come Dio stesso. Non possiamo dimenticare che anche la condanna di Dio, a questi che la meritano è eterna, ma essa strettamente è legata con la loro libera scelta. La natura di Dio, però, è la benedizione. L’Antico Testamento tante volte sottolinea la misericordia di Dio: “[6] perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia” (Sal 20,6) . “[17] Ma la grazia del Signore è da sempre, dura in eterno per quanti lo temono; la sua giustizia per i figli dei figli” (Sal 103,17) . “Perché eterna è la sua misericordia” (Sal 136)
.
Non ero mai bravo di matematica, ma i semplici conti sono capace farli. Mi è venuto in mente di dividere il numero 1000 per 3 e ho ottenuto il risultato molto interessante:
333.3333333333333.
Dopo mi è venuta un altra idea in mente di cercare il significato del numero 333 nella Bibbia: “ Nella Bibbia 3 è il numero perfetto che rappresenta la Trinità nei suoi vari aspetti. Il 333, indicato una volta, cioè per 1, esprime il mistero dell'unità di Dio; il 333, indicato due volte, indica le due nature, quella divina e quella umana, unite nella Persona divina di Gesù Cristo; il 333, indicato tre volte, cioè per 3 (come 999), indica il mistero delle Tre Persone divine, distinte e una sola. 999 è il numero più sacro (3 x 3 scritto per tre volte), mentre 666 è il rovesciamento del più sacro dei numeri. Nell'Apocalisse di San Giovanni (13,18): Qui sta la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero d'uomo; e il suo numero è 666”
.
Vediamo che sebbene la benedizione di Dio è molto più grande della punizione, non possiamo dimenticare che esiste anche la punizione. Punizione e ricompensa sono elementi molto importanti nell'educazione, anche questa di Dio.
Molto importante è considerare Es 20,5 nell'intero contesto del suo significato, cioè: la liberazione d'Israele dalla schiavitù d'Egitto e il loro viaggio verso la Terra Promessa. Durante questo cammino Israeliti ricevono da Dio i Dieci comandamenti, che sono la legge e l'alleanza di Dio con Israele. L'osservanza di questa legge è una garanzia per il popolo eletto per raggiungere la Terra Promessa: “[2] Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: [3] non avrai altri dei di fronte a me. [4] Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. [5] Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, [6] ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi. [7] Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano. [8] Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: [9] sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; [10] ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. [11] Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro. [12] Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio. [13] Non uccidere. [14] Non commettere adulterio. [15] Non rubare. [16] Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo. [17] Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo"(Es 20,1-17) . La colpa è sempre un fatto personale, ma qui si vuole dare un avviso di punizione che riguarda il concetto di solidarietà familiare e tribale, per cui un padre influisce sui figli che ne devono condividere le idee
. La benedizione è l'osservanza di questa legge e la maledizione, invece, è disobbedire a Dio.
Il testo Wj 20,5 fa parte del primo comandamento di Dio: "[3] non avrai altri dei di fronte a me" . Questo comandamento avverte all'idolatria. In questo contesto, si dovrebbe comprendere la punizione e la grazia di Dio: “ [5] Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, [6] ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi”. Dio benedice Israele per la fedeltà e l'osservanza della Legge e lo punisce per la sua infedeltà.
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