Passione Proibita
Sophie Adams
Passione Proibita Dal primo momento in cui Jake, un marine, posò gli occhi su Katherine, la volle tutta per sé. Ma colui che avrebbe dovuto essere il suo migliore amico lo aveva tradito ed era arrivato a lei prima che Jake avesse la possibilità di fare la sua mossa. Essendo una persona onesta, si fece da parte, lasciando andare l’unica donna che fosse mai riuscita a risvegliare in lui sentimenti così profondi, e si imbarcò per una missione ufficiale in Afghanistan. Katherine aveva una vita perfetta. Era una brava figlia, un rispettoso membro dell’alta società di Raleigh, nella Carolina del Nord, e faceva volontariato presso un rifugio per animali. Era anche la fidanzata di Josh McGregor, candidato a membro del Congresso. Ma era tutta una farsa. Ciò che Katherine voleva davvero era scatenarsi, fare un tatuaggio, uscire a bere e divertirsi, ma più di ogni altra cosa, desiderava sfogare quella passione proibita che provava verso Jake. Katherine e Jake avranno il coraggio di liberarsi dalle catene e soccombere alla passione proibita che sentono l’uno per l’altra? Ce la faranno a opporsi alla società, ai giochi di potere e all’amara invidia di un uomo spregiudicato?
Passione Proibita
Sophie Adams
TraduzionediCaterina Magnanelli
“Passione proibita”
Scritto da Sophie Adams
Copyright © 2018 Sophie Adams
Tutti i diritti riservati
Distribuito da Tektime S.r.l.s. Unipersonale.
www.traduzionelibri.it
Tradotto da Caterina Magnanelli
Sinossi
“Nessuno è del tutto buono…né del tutto cattivo”
Dal primo momento in cui Jake, un marine, posò gli occhi su Katherine, la volle tutta per sé. Ma colui che avrebbe dovuto essere il suo migliore amico lo aveva tradito ed era arrivato a lei prima che Jake avesse la possibilità di fare la sua mossa. Essendo una persona onesta, si fece da parte, lasciando andare l’unica donna che fosse mai riuscita a risvegliare in lui sentimenti così profondi, e si imbarcò per una missione ufficiale in Afghanistan.
Katherine aveva una vita perfetta. Era una brava figlia, un rispettoso membro dell’alta società di Raleigh, nella Carolina del Nord, e faceva volontariato presso un rifugio per animali. Era anche la fidanzata di Josh McGregor, candidato a membro del Congresso. Ma era tutta una farsa. Ciò che Katherine voleva davvero era scatenarsi, fare un tatuaggio, uscire a bere e divertirsi, ma più di ogni altra cosa, desiderava sfogare quella passione proibita che provava verso Jake.
Katherine e Jake avranno il coraggio di liberarsi dalle catene e soccombere alla passione proibita che sentono l’uno per l’altra? Ce la faranno a opporsi alla società, ai giochi di potere e all’amara invidia di un uomo spregiudicato?
Passione Proibita è il primo libro della serie I Sette Vizi Capitali.
Nota dell’autore:
I Sette Vizi Capitali. Sette atteggiamenti umani che vanno contro la legge divina. Sette errori che tutti abbiamo commesso o con cui abbiamo avuto a che fare a un certo punto della nostra vita.
Invidia, Lussuria, Ira, Superbia, Avarizia, Gola, Accidia. Ognuna delle storie che formano la serie è ispirata a una di queste attitudini. Tutti i racconti hanno un inizio, uno sviluppo e una fine, ma possono ricollegarsi a personaggi già conosciuti precedentemente.
In Passione Proibita scopriremo come l’invidia riesca a tenere separate due persone che si desiderano e come possa rovinare il rapporto tra due fratelli, che, sin dalla nascita, erano destinati ad avere un legame molto forte.
Spero che amiate Jake e Kate proprio come io ho amato scrivere la loro storia!
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Con amore,
Sophie Adams
Invidia
/in·vì·dia/
Sostantivo femminile (dal lat. invidia)
Sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità;
il desiderio di avere anche noi il bene o la fortuna che hanno avuto altri;
la persona o la cosa che desta tale sentimento.
(Fonte: treccani.it)
Jake
Stavo guardando il mare dal ponte della portaerei che mi stava riportando negli Stati Uniti. Il sole cominciava a tramontare e, mentre i raggi dorati si confondevano nell’immensità del cielo, la mia mente tornò a quei ricordi che avevo soffocato per così tanto tempo.
Negli ultimi venticinque anni mi ero sentito la metà di un intero, il cinquanta percento di una unità. Il riflesso di qualcuno identico a me, ma, allo stesso tempo, molto diverso. Sin da piccoli eravamo stati identificati con aggettivi come buono e cattivo, o giusto e sbagliato, come se questa ripartizione bastasse a definire chi eravamo. Tutto ciò finì quando decisi di accettare l’etichetta che mi era stata data e di abbracciare la canaglia che ero. In questo modo, ruppi il legame che mi univa alla persona che mi conosceva meglio di chiunque altro: mio fratello gemello.
Ma dovreste sapere che le cose non erano proprio così come apparivano. Nessuno è del tutto buono...né del tutto cattivo. Il problema è che tra gemelli non funziona esattamente così. Per lo meno, non nella mia famiglia.
Josh era più grande di me di due minuti e se n’era sempre vantato. Quei due minuti lo avevano reso il più sensibile dei due, l’eroe, il più responsabile, quello che non poteva mai sbagliare. E se pensate che tutto questo significava che io ero il suo opposto, beh, avete ragione. In realtà, Josh non era assolutamente la persona che gli altri credevano che fosse. Da piccolo era un piantagrane, da ragazzo uno spericolato e da adulto un irresponsabile. Il punto è che io avevo sempre avuto un instinto protettivo verso di lui da quando eravamo bambini: avevo sempre fatto il mio meglio per tirarlo fuori dai guai e, com’era prevededibile, ciò mi metteva in situazioni, diciamo, complicate. Generalmente finivo per prendermi la colpa delle bravate di Josh. Ma non mi seccava. Quel senso di protezione e il legame che ci univa erano molto più forti, anche quando Josh faceva certe cose in cui sembrava davvero volere che mi beccassero. Come quando vandalizzò il muro del Madison e lasciò il mio cappello dei Chicago Bull a terra, vicino al cancello. Io ero l’unico ragazzo dell’intera città ad avere quel cappello, poiché in estate ero andato a vedere una loro partita con lo zio Brandon. Il risultato? Passai la maggior parte delle vacanze a ridipingere il muro su cui lui aveva disegnato e a stare confinato in casa, mentre Josh usciva ogni sera e, in una di queste, perse la sua verginità.
Ma, come ho già detto, quelle cose non mi seccavano. Certo, anche io ero un ragazzo normale che voleva spassarsela proprio come faceva lui, ma, in fondo, sentivo il bisogno di proteggerlo dai pericoli del mondo.
Sì, ero un idiota.
Eravamo gemelli ma, nonostante questo, eravamo molto diversi. Una volta diventati adulti, le differenze fisiche, che inizialmente erano piuttosto lievi, cominciarono a definirsi. Avevamo entrambi un bel fisico, ma il mio allenamento permise al mio corpo di svilupparsi molto più del suo. Io avevo i capelli neri molto corti, quasi rasati, mentre quelli di Josh erano un po’ più lunghi e ondulati. Le sue mani erano morbide e curate come quelle di un bambino, invece le mie erano spesse e ruvide da vero lavoratore. Lui indossava completi italiani e scarpe fatte a mano, mentre io me ne andavo in giro sempre con un buon vecchio paio di jeans.
Avevo sempre chiuso un occhio sulle buffonate di Josh e cercavo di tenerlo lontano dai pericoli. Fino al giorno in cui incontrai Katherine. Il mio mondo venne sconvolto e il rapporto con colui che avrebbe dovuto essere il mio migliore amico, malgrado tutti i problemi che avevamo avuto, cambiò per sempre.
Vidi Katherine per la prima volta due anni prima, mentre mi trovavo a un ballo di beneficienza promosso dai Marines per i bambini rimasti orfani in Afghanistan. Ero arruolato già da sei anni ed ero appena stato promosso al grado di ufficiale. Josh frequentava la facoltà di legge e lavorava come tirocinante in un’azienda di proprietà di un amico di nostro padre. A ventitré anni pensavo solamente a uscire con le ragazze e spassarmela, ma, all’improvviso, vidi una bellissa ragazza bionda, con indosso un vestito blu che si abbinava perfettamente alla carnagione del suo viso. Mi rubò il cuore non appena mi sorrise. Per tutta la sera i nostri occhi si incrociarono, finché Josh, che era sempre l’anima della festa, la portò a ballare.
Mio fratello era sempre stato il più estroverso dei due. Josh era un vero adulatore, mentre io ero timido e a volte sembravo persino scontroso a causa della mia serietà e della mia prestanza fisica. Mia mamma diceva sempre che ero il soldato perfetto: forte, serio e centrato, e che, grazie ai Marines, ero passato dall’essere un irresponsabile all’essere un uomo rispettabile.
Che ingenuo!
Oltre alla timidezza, ero anche rispettoso del codice d’onore tra uomini e non ci avrei mai provato con le donne di altri, specialmente quelle che interessavano a mio fratello gemello, la mia altra metà. Quindi mi tirai indietro e feci del mio meglio per soffocare i sentimenti che Katherine aveva risvegliato in me: avidità, desiderio, passione e bramosia.
Invidia.
Il sentimento peggiore del mondo, che non avevo mai provato verso nessuno, men che meno verso mio fratello.
Giorno dopo giorno cercavo di fare i conti con il mio senso di colpa meglio che potevo. Josh cominciò a corteggiare Katherine, invitandola a cena, comprandole dei fiori e dei regali, mentre io facevo tutto il possibile per soffocare i miei sentimenti.
Due mesi dopo, Katherine si arrese e lei e Josh cominciarono a frequentarsi. Il mio cuore si ruppe in mille pezzi, che tentai di ricomporre buttandomi sull’alcol per diverse notti.
Una sera, in un pub generalmente frequantato da marines, sei mesi dopo il fatidico inizio della loro relazione, mi imbattei in Josh. Gli chiesi che cosa ci facesse lì, dato che non era il genere di locali che frequentava. Mi disse che aveva un appuntamento. Dopo aver descritto la bambola che si sarebbe fatto quella sera, parole sue, aggiunse che quel fine settimana avrebbe chiesto a Katherine di sposarlo. Quella fu la prima volta che litigammo, a tal punto che dovettero intervenire per dividerci, altrimenti avrei rischiato di ucciderlo. Come poteva fare una cosa simile a un angelo come Katherine? Come poteva pensare di sposarla e uscire con altre ragazze allo stesso tempo? Fu allora, o, almeno, così credevo io, che Josh si rese conto che i miei sentimenti per lei erano molto più forti e meno rispettosi di quelli che un ragazzo dovrebbe avere per la fidanzata di suo fratello. Così, si vendicò facendomi morire di invidia. Per prima cosa, cominciò a portarla costantemente a casa dei nostri genitori, dove vivevamo ancora. Poi, mi provocava dicendomi che Katherine a letto era una selvaggia, che avrebbe fatto di tutto per soddisfare i suoi desideri. Questa tortura continuò finché, alla fine, Josh mise al suo dito un maledetto anello di diamanti.
Pochi giorni dopo il fottuto fidanzamento, accettai l’incarico di guidare una mia truppa in una missione segreta e lasciai Raleigh verso una destinazione ignota nel Medio Oriente.
La gente dice che la guerra porta l’uomo a rivalutare la propria vita e le proprie relazioni. Ora, un anno dopo essere partito, tornavo a casa, determinato a recuperare il tempo perduto e pronto a sconfiggere il villano; ero il gemello cattivo che tornava a casa per riprendersi ciò che avrebbe dovuto essere suo sin dall’inizio: la fidanzata di suo fratello.
E l’avrei fatta mia.
Katherine
Controllai con discrezione l’orogio. Dannazione. Quella cena noiosa stava andando avanti da decenni. Sistemai dietro l’orecchio una ciocca di capelli che era uscita dalla mia sofisticata acconciatura, mentre tamburellavo impazientemente sul tavolo con le dita.
“Per l’amor del cielo, Katherine. Smettila.” sibilò Josh, stizzito. Smisi immediatamente, sentendo la rabbia crescere dentro di me.
Feci un profondo respiro, cercando di controllare il mio temperamento, e lui mi guardò con aria curiosa. Gli sorrisi come la brava ragazza che voleva che fossi, ma, in realtà, morivo dalla voglia di alzarmi di scatto e dirgli dove poteva ficcarsi il suo rimprovero. Peccato che non avessi il fegato di farlo. Lui riportò la sua attenzione al discorso che stava proseguendo di fronte a noi. Era una cena in onore del Senatore Windsor e io continuavo a chiedermi che cosa ci facessi lì, in quel posto barboso con gente che non mi piaceva, intrappolata in una relazione che non stava portando a nulla. Nulla che avevo sognato, per lo meno.
Mentre Josh era preso dalle noiose parole del senatore, io chiusi gli occhi e mi rifugiai nel mio luogo speciale. Il luogo in cui potevo essere libera, ridere di gusto, sentire la brezza tra i miei capelli; il luogo magico dove colui che mi aveva chiesto un appuntamento non fosse solo una brutta copia dell’uomo che avrebbe potuto far risvegliare i miei desideri più intimi e segreti.
Sì, sono un’imbrogliona.
Me lo ripetevo ogni giorno, ancora e ancora, ma cosa potevo farci se dovevo accontentarmi della seconda scelta perché la prima non voleva avere nulla a che fare con me? Mentre il Senatore parlava di moralità e buone maniere, la mia mente tornò all’uomo sexy che da due anni a quella parte non si decideva ad andarsene dalla mia testa. Non guardarmi in quel modo. So di essere una peccatrice per aver voluto un uomo che non potevo avere e che era totalmente off limits, specialmente per me, ma non potevo farci nulla se Jake McGregor risvegliava tutta la femminilità repressa in me, e lo aveva fatto sin dal primo momento in cui i miei occhi si posarono su di lui a quel ballo di beneficenza. Indossava la sua uniforme da marinaio ed era l’uomo più attraente che avessi mai visto in vita mia. Abbronzato, neri capelli corti, occhi blu come il mare e un copro forte e muscoloso. Guardò nella mia direzione per un bel po’ di tempo e io pensai davvero che stesse guardando me. Beh, finché la mia amica Cheryl non venne a rovinarmi la festa, proprio così. “Questa è la mia sera fortunata con il Signor Ufficiale Sexy”, disse, perciò io, con estrema riluttanza, voltai lo sguardo verso di lei.
“Cosa?” chiesi, senza sapere di chi stesse parlando.
“Jake McGregor”. Il suo nome uscì dalle sue labbra come un gemito. “Ti sei accorta che non mi ha mai staccato gli occhi di dosso?”
La guardai da capo a piedi: i capelli rossi che le scendevano lungo la schiena, le labbra color cremisi, i seni voluttuosi enfatizzati dalla profonda scollatura del vestito rosso ricamato. Mi chiesi come potevo pensare che quell’uomo meraviglioso guardasse me, quando poteva avere tutto quel ben di Dio. Era ovvio che aveva puntato gli occhi sull’attraente Cheryl. Non che io fossi brutta, non era questo. Semplicemente, io ero ordinaria. Pratica. Sicura. Il tipo di ragazza che non avrebbe mai usato certi trucchetti per diventare l’oggetto del desiderio di un uomo. Le mie relazioni erano sempre state superficiali e sapevo che non avrei mai avuto uno di quegli uomini che si vedono sulle copertine delle riviste. O uno come Jake.
Mentre Cheryl si atteggiava mettendosi prima in una posa, poi in un’altra, con mia grande sorpresa, un uomo molto simile a Jake, ma di corporatura più esile e un viso dai tratti più delicati, mi venne incontro e mi chiese di ballare. Fu così che conobbi Josh, il quale, a prima vista, era estremamente affascinante. Dico a prima vista perché, conoscendolo meglio, scoprii che non era altro che una maschera, sotto la quale nascondeva la sua vera personalità.
Inizialmente, Josh fu meraviglioso con me. I nostri appuntamenti erano romantici. Mi portava i fiori e non cercava mai di andare troppo oltre, facendomi credere che mi rispettava, mentre, in realtà, stava solo cercando di conquistare la mia fiducia. Mi resi conto solo dopo qualche mese e con un anello al dito che l’obiettivo di Josh era quello di sposare un’ereditiera. I commenti sull’infedeltà di Josh cominciarono quasi subito dopo il fidanzamento. Al principio erano piuttosto sottili, ma, piano piano, le persone cominciarono a parlarne apertamente, anche quando io non ero presente. Mi venne tutto confermato da Cheryl, la quale adorava ragguargliarmi sugli ultimi gossip.
Ero sul punto di troncare la nostra storia quando mio padre, un magnate alberghiero, mi chiamò nel suo studio per dirmi quanto era felice del fidanzamento e che sperava che non l’avrei deluso. Nel momento in cui gli raccontai delle voci che giravano sull’infedeltà di Josh, mio padre agitò una mano come per scacciarle via, come se non fossero importanti. Mi disse che la maggior parte degli uomini faceva cose di quel tipo e che ero una stupida a lasciarmi turbare da un pettegolezzo del genere, quando un uomo così raffinato e proveniente da una famiglia così eccellente era disposto a sposarmi.
E che fine aveva fatto l’amore? E il mio ‘felici per sempre’? L’essere travolta dalla passione? Tutto quel tempo sprecato a leggere storie da favola in quei dannati libri. Quelle cose non accadevano nella vita vera.
Quella nostra conversazione risaliva a tre mesi prima e, quindi, eccomi lì: la fidanzata perfetta a fianco del suo fidanzato perfetto, affascinante e traditore, ma, quando chiudevo gli occhi, fantasticavo sul suo muscoloso, sexy gemello e mi immaginavo tutto quello che poteva farmi con quelle grandi mani che aveva.
Ah... quelle mani...
Jake semplicemente rafforzò l’idea che avevo delle mani maschili. Mi veniva la pelle d’oca tutte le volte che ripensavo alla prima volta che ci avevano presentato formalmente. Lui mi strinse la mano, avvolgendo completamente la mia. La sua stretta era forte e mandava ondate di calore in tutto il mio corpo. Josh, con le sue mani morbide e curate, non aveva mai avuto quell’effetto su di me.
Nonostante desiderrassi Jake, lo sognassi e fantasticassi su di lui, mi sentivo in colpa per il turbinio di sentimenti che infuriavano dentro di me a causa di ciò che era: il fratello gemello dell’uomo che avrei dovuto sposare. Un uomo che, piano piano, si stava togliendo la maschera.
Poco a poco, Josh cominciò a rivelarsi per quello che era, il suo fascino era niente più che un travestimento, il quale nascondeva un uomo costantemente insoddisfatto e che voleva avere tutto sotto controllo. Dal momento in cui mi aveva infilato l’anello al dito e suo fratello era partito improvvisamente per una missione oltremare, Josh aveva iniziato a gestire tutti gli aspetti della mia vita e a monitorare il mio comportamento. Dovevo vestirmi in maniera elegante, riservata, nessun capo che avrebbe potuto mettere troppo in mostra il mio corpo; inoltre, qualsiasi relazione che riteneva inappropriata, mi ‘incoraggiava’ a eliminarla dalla mia vita. L’unica persona che non riuscì a farmi allontanare fu Cheryl, perché lei lavorava presso il canile in cui facevo volontariato. Era l’assistente personale del direttore generale e, nonostante Josh cercasse di convincermi ad andarmene, quella era l’unica cosa a cui non volevo rinunciare.
“Finito il discorso possiamo andarcene?” gli domandai. Mi guardò spazientito, come se avesse a che fare con una ragazzina insolente.
“Assolutamente no. Sarebbe terribile per la mia immagine. Quante volte devo ripeteterlo, mia cara, che se il prossimo anno voglio candidarmi membro del Congresso devo partecipare a tutti questi eventi?” disse, pronunciando le parole molto lentamente, come se stesse parlando a una stupida che non riusciva a capire cosa stesse dicendo.
Sospirai e, scusandomi, mi diressi al bagno delle signore per darmi una sistemata. Mi feci strada fra i tavoli, salutando i conoscenti con sorrisi e strette di mano qua e là.
Alla fine, raggiunsi il bagno. Non c’era nessuno, così mi chiusi a chiave in uno dei cubicoli per stare un momento in solitudine. Sfortunatamente, il silenzio fu rotto dalla voce di due donne che entrarono parlando tra di loro, senza accorgersi che c’era qualcun’altro nella stanza.
Al principio, non riuscii a capire che cosa dicessero, dato che la maggior parte dei commenti venivano bisbigliati e accompagnati da risatine quasi isteriche.
“Ti dico che mi ha appena mandato un messaggio dicendomi che ci vedremo dopo che avrà accompagnato quella fessa a casa.”
“Davvero?”
“Sì! Ha scritto che non vede l’ora di rifare tutto quello che abbiamo fatto ieri notte”, continuò la donna, descrivendo alcuni dei momenti più eccitanti del rapporto che aveva avuto con l’uomo dei messaggi.
“Mi ha anche detto che non devo preoccuparmi della frigida Katherine. È solo un’ereditiera che userà per raggiungere il suo scopo, avere dei bambini e formare un’allenza di successo tra le due famiglie. Vuole che io sia la sua amante e non dovrò preoccuparmi di nulla.”
“Sei così fortunata!”
“Sarò ancora più fortunata quando il prossimo anno Josh McGregor verrà eletto. Sarò l’amante di un membro del Congresso”, disse, dopo di che uscirono dal bagno ridendo.
Sentii la porta chiudersi e l’umiliazione attraversarmi tutto il corpo. Da un lato, ero a conoscenza delle scappatelle di Josh, come le avrebbe chiamate mio padre, ma sentire una delle sue amanti parlare di me in quel modo, mi fece sentire piccola e imbarazzata. Non ero frigida e non era colpa mia il fatto che Josh cercasse il sesso altrove. Non aveva mai tentato di portami a letto nei due anni passati insieme. Si scusava dicendomi che voleva aspettare fino al matrimonio, nonostante io non fossi vergine.
Il mal di testa stava per sopraggiungere, perciò, nonostante sapessi che mio padre mi avrebbe ucciso, presi una decisione. Uscii dal cubicolo, mi fermai davanti al lavandino e mi diedi un’occhiata allo specchio mentre mi lavavo le mani. Osservando la schiuma che formava il sapone liquido, pensieri casuali mi passarono per la testa:
Non mi ero mai ubriacata, non avevo mai fatto un tatuaggio, non avevo mai indossato vestiti sexy, non avevo mai fatto sesso sfrenato, non avevo mai ballato sopra il tavolo di un bar. Era giunto il momento di mettere un punto a quella vita noiosa e di spassarmela un po’.
Addio Perfetta Katherine. Benvenuta Selvaggia Kate.
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